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Iran, l´Eni cede alle pressioni Usa presto addio al petrolio


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Iran, l´Eni cede alle pressioni Usa presto l´addio ai campi di petrolio

Iran, l´Eni cede alle pressioni Usa presto l´addio ai campi di petrolio Il dipartimento di Stato ritira la minaccia di ritorsioni

All´Eni sostengono che gli americani hanno accettato il loro punto di vista. E gli americani hanno fatto capire che se i suoi manager terranno fede agli impegni, l´Eni «non sarà considerata motivo di preoccupazione per la loro attività in Iran del passato». Comunque la si guardi, l´epilogo del braccio di ferro tra la prima società italiana per capitalizzazione di Borsa e il dipartimento di Stato Usa sembra ormai segnato: Eni abbandonerà le sue attività economiche nella repubblica islamica. Anche se non subito, ma una volta arrivati a conclusione gli accordi commerciali in corso.

Che sono poi legati esclusivamente al petrolio, con una produzione annua di 35mila barili di greggio all´anno. In cambio, Washington ritira la minaccia di "penalità" economiche nei confronti del gruppo guidato da Paolo Scaroni, accusato dal Dipartimento di Stato di violare le sanzioni economiche della comunità internazionale contro il governo di Teheran. Per capire quanto gli Usa tengano alla cosa, basti dire che la notizia è arrivata direttamente da Washington.

L´annuncio dell´accordo vede l´Eni in buona compagnia e - guarda caso - riguarda tutti gruppi petroliferi. Oltre alla società italiana, anche la francese Total, la norvegese Statoil e l´anglo-olandese Royal Dutch Shell: tutte hanno accettato di ridurre o interrompere i loro rapporti economici con l´Iran. Del resto, era stato il premier Silvio Berlusconi nella sua visita in Israele ad assumere l´impegno per un abbandono delle attività economiche con il regime guidato da Mahmoud Ahmadinejad. E l´Eni - anche per le pressioni continue degli americani - nha in qualche modo dato l´esempio e prima tre i gruppi italiani ha accettato l´accordo. Quella dell´Eni in Iran è una una presenza storica, che ha preso l´avvio fin dai tempi di Enrico Mattei, il mitico fondatore del "cane a sei zampe" e dell´ultimo scià Reza Palhavi. Il primo accordo risale addirittura al 1957 e l´espansione in quella che allora si chiamava Persia faceva parte del progetto di rendere l´Italia indipendente dai rifornimenti petrolifere dalle "sette sorelle", i grandi gruppi anglo-americani. Da allora, si sono succeduti vari accordi. Ma in questo momento quali sono le attività di Eni in Ira. Sostanzialmente, si limitano al completamento di due contratti petroliferi assegnati nel 2000-2001 in base al meccanismo del buy-back: che comporta per un determinato periodo di tempo lo sfruttamento di un giacimento per poi essere riconsegnato con tutte le strutture alle autorità sovrane locali. Come si legge nel bilancio dell´Eni, dal 2007 sono in corso le attività di avviamento degli impianti di Darquain, un giacimento petrolifero sulla terraferma che è stato inaugurato nel luglio del 2005 e che verrà consegnato agli iraniani nel corso del 2009 ai partner locali previsto nel 2010.

Il secondo contratto riguarda invece un giacimento per l´estrazione di gas naturale: si tratta di un impianto off shore, cioè al largo delle coste nel Golfo Persico, denomiato South Pars 4&5. In questo caso l´attività Eni è limitata al recupero degli investimenti: in sostanza parte del gas che viene estratta serbe per pagare gli impianti che vengono lasciata dall´Eni alla società di stato iraniana. DFi fatto, l´attivitò che conta è quella di Darquain. Il campo, in ogni caso, ha una produzione limitata di petrolio, che però è cresciuta negli ultimi anni: dai 26mila barili di greggio del 2007, a fine 2009 erano diventati 35mila al dicembre 2009, che in termini percentuali è pur sempre del 30%. Darquain sarà così l´ultima concessione che la società guidata Scaroniavrà in carico in Iran. E di cui - si legge sempre nel bilancio 2009 - è «in preparazione la formale riconsegna alle autorità locali».

Luca Pagni
Fonte;: www.repubblica.it
1.10.2010


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venezia63jr
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1229
 

Puo' sembrare una mossa vile quella dell'eni di ritirarsi,ma quando hai a che fare con delinquenti devi pensare anche alla pelle.Visto che in iran nonostante la vigilanza i pezzi importanti dello sviluppo atomico vengono uccisi,e' naturale dire che forse e' meglio perdere milardi piuttosto che rimetterci le penne.In fondo scaroni non ha fatto il giuramento al martirio.Certo se l'eni avesse avuto all'interno degli azionisti gli uomini giusti,oggi repubblica non ne parlerebbe e gli israeliani avrebbero il loro petrolio direttamente dall'eni senza intermediari,tutte spese risparmiate.A ben riflettere credo che neanche mettei sapeva che a cosa andava incontro.


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dana74
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 14348
 

notevole che repubblica nel titolo sveli direttamente il tutto...


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nomorelie
Active Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 12
 

@venezia63
letta la prima frase mi aspettavo che proseguissi con "gli americani...", invece...
sono caduto dalla sedia...


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