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La Francia chiede all'Italia di chiedere un prestito...


Tao
 Tao
Illustrious Member
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LA FRANCIA CHIEDE ALL’ITALIA DI CHIEDERE UN PRESTITO CHE CHIEDE ALLA SPAGNA DI CHIEDERE. I PRESTITI IN EURO SONO COME LA “SORA CAMILLA: TUTTI LI VOGLIONO, NESSUNO LI PIGLIA”.

Avrete notato nei giorni scorsi un intrigante minuetto: il premier spagnolo Rajoy che dichiara che la Spagna NON ha intenzione di chiedere prestiti alla BCE o al Fondo Monetario Internazionale.
Monti va a Madrid e incita la Spagna a chiedere un prestito alle istituzioni europee.
Il presidente Hollande a sua volta stimola l’Italia ad avanzare le sue richieste alla BCE. Il premier Monti che dichiara a chiunque voglia ascoltarlo, che l’Italia farà da sola.

A questo punto interviene il presidente della BCE Draghi, ad ammonire tutti – e l’Italia in particolare – che le imprese potrebbero fallire se non finanziate opportunamente.

L’eccesso di liquidità artificialmente sottratto al mercato comincia a far sentire i suoi effetti e inizia la paura del banchiere: se non mi chiedono i soldi, come potrò continuare a guadagnare?

Le ragioni di tanta ritrosia sono principalmente due:

A) i governi europei paventavano reazioni di maggior impatto da parte delle rispettive popolazioni, ma l’ammortizzatore dei sindacati ha funzionato meglio del previsto. I disoccupati non fanno la rivoluzione e si limitano al mugugno. Gli inasprimenti fiscali e la riduzione generalizzata del tenore di vita, non producono effetti rivoluzionari di particolare rilievo.

B) nessuno dei governi delle tre nazioni latine sembra ansioso di contrarre debiti in Euro. La ragione è semplice: se un paese uscisse dall’Euro dopo aver contratto un debito in quella moneta, rischia di vedere il proprio debito aumentare in una notte dal 10 al 20% ossia dell’importo della svalutazione prevedibile.

Parallelo il ragionamento del Presidente BCE Draghi, che ha capito il pericolo di vedere uscire dall’area Euro qualche ” cliente” ben più importante della grecia e soprattutto di vedere scomparire i paesi nuovi canditati a entrare nell’area della moneta europea, con la conseguenza di una crescente marginalità anche della Banca Centrale da lui presieduta.

Ritengo che se i tre paesi più importanti della zona euro continueranno nel ” surplace” e resisteranno alla tentazione di indebitarsi in euro, il mercato potrebbe trasformarsi in un “mercato del debitore”.

Gli imprenditori iniziano a capire che fallire potrebbe essere una soluzione meno costosa che vivere sotto la spada di Damocle di una altalena di tassi e tasse.

Di qui il nervosismo di Goldman Sachs e del fondo sovrano norvegese che annunziano che liquideranno le loro posizioni di BTP italiani.

L’asino casca quando annunziano che, in sostituzione, compreranno bond americani e giapponesi che si trovano entrambi molto peggio di noi.
Se Monti riesce a resistere, avrà segnato un importante punto a favore dell’Italia ad onta del tradimento di Draghi che ha dovuto schierarsi coi banchieri internazionali.

Antonio De Martini
Fonte: www.corrieredellacollera.com
10.08.2012


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