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La reazione di Romney agli attacchi alle ambasciate


fasal75
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Originale italiano con link: http://znetitaly.altervista.org/art/7631

di Adam Serwer – 13 settembre 2012

Ore dopo che uomini armati hanno preso d’assalto il consolato statunitense a Bengasi, in Libia, la notte scorsa – un attacco che si è concluso con la morte di quattro statunitensi, compreso l’ambasciatore USA in Libia, Christopher Stevens – il candidato Repubblicano alla presidenza Mitt Romney ha accusato il presidente Barack Obama di “simpatizzare” con quelli che hanno ucciso gli statunitensi. Gli assalitori sono stati descritti come infuriati per un filmato YouTube di scarsa qualità che denigrava l’Islam.

“Sono indignato per gli attacchi alle missioni diplomatiche statunitensi in Libia e in Egitto e per la morte di un operatore consolare statunitense a Bengasi,” ha affermato Romney in una dichiarazione diffusa martedì notte. “E’ vergognoso che la prima reazione dell’amministrazione Obama non sia stata di condannare gli attacchi ma di simpatizzare con coloro che hanno scatenato gli attacchi.” In una conferenza stampa mercoledì in Florida, Romney ha detto di confermare tali affermazioni. Ciò che ha Romney ha detto non è stato una semplice critica della dichiarazione dell’ambasciata USA al Cairo (che si scusava per il video in una dichiarazione diffusa prima che iniziassero le proteste, anche se Romney ha fornito una diversa e falsa versione) ma in realtà un’imputazione di “simpatia” da parte del presidente per quelli che hanno ucciso un cittadino statunitense.

Il presidente non è mai immune da critiche, anche in momenti tragici. Ma anche in un’epoca polarizzata i commenti di Romney sono sconvolgenti. Essi non si limitano semplicemente ad attribuire la responsabilità dell’incidente a, diciamo, una leadership debole o a una politica estera fallita. Le osservazioni di Romney, invece, suggeriscono che Obama abbia motivazioni personali molto specifiche: quando violenti radicali religiosi massacrano statunitensi, Obama sta dalla parte dei radicali. E’ un dato di fatto che la dichiarazione di Romney non viene dal nulla: viene da una narrativa ben sviluppata, popolare nelle paludi malariche della destra dove persistono le questioni circa la cittadinanza o la fede di Obama. L’idea che Obama sia mosso principalmente dall’odio per gli Stati Uniti e per l’occidente e nutra il desiderio di far pagare agli Stati Uniti le loro trasgressioni è la tesi del film appena uscito di Dinesh D’Souza ‘2016: Obama’s America’ [2016]. Il film è la versione “documentaristica” di vari articoli scritti da D’Souza negli ultimi anni che sostengono che Obama può essere compreso soltanto attraverso le lenti dell’”anticolonialismo keniano”, un’ideologia conferita a Obama dal padre che a malapena ha conosciuto.

Il film di D’Souza, che ha avuto successo al botteghino, intende fornire una tesi dall’apparenza erudita che, a proposito della natura di Obama, giunge alle stesse conclusioni insinuate dalle teorie cospirative della destra che hanno perseguitato il presidente sin dal 2008: che in segreto è un mussulmano non nato negli Stati Uniti e pertanto ostile agli Stati Uniti e ai loro ideali. (Anche se non c’è nulla di male nell’essere mussulmano, molti Repubblicani la pensano diversamente). La teoria di D’Souza mette a disposizione il contesto culturale e politico per la convinzione di Romney che Obama simpatizza con quelli che hanno attaccato il consolato USA di Bengasi. Se l’Obama immaginato da D’Souza fosse reale, allora naturalmente egli simpatizzerebbe con gli assalitori di un consolato statunitense a causa di un video in Internet offensivo dei mussulmani, perché Obama riterrebbe che gli Stati Uniti andrebbero un po’ ridimensionati.

L’Obama di D’Souza e di Romney è reale più o meno quanto è reale quello seduto sulla sedia vuota contro cui si è scagliato per 12 minuti Clint Eastwood al Congresso Nazionale Repubblicano. Ciò nonostante, quando la campagna elettorale di Romney ha scelto di esprimere il conflitto in questi termini, con il presidente dalla parte di coloro che hanno ucciso cittadini statunitensi a Bengasi, si suoi sostenitori sapevano che stava invocando il loro immaginario Obama keniano anticolonialista. E’ ingenuo che non lo sapessero anche gli organizzatori della campagna di Romney.

Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: http://www.zcommunications.org/responding-to-embassy-attacks-romney-goes-the-full-dsouza-by-adam-serwer

Originale: : Mother Jones

traduzione di Giuseppe Volpe

Traduzione © 2012 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.0


Citazione
frankieboy85
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 229
 

per i gop-teaparty-neocons Obama è cripto-musulmano quindi automaticamente è un fiancheggiatore di Hamas, Hezbollah, Hizb-ut-Tahrir ecc. ecc. Romney è logico che gli tira un po' di merda addosso per ottenere un pugno di voti in più dagli islamofobi sion-evangelico-mormoni.

Il lancio delle palle di merda è uno sport molto praticato anche tra politici italiani.


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