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L’ASTRO ARGENTINO


mystes
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Javier Milei acclamato dalla folla

Le elezioni primarie in Argentina, che domenica scorsa hanno deciso i candidati alle presidenziali del prossimo ottobre, hanno mostrato la forza della destra e la crisi della sinistra. Con oltre il 90% delle schede scrutinate, l'economista Javier Milei ha vinto le primarie e ha mostrato tutta la sua energia. Autodefinitosi "anarco-liberale", il candidato della formazione politica “A Liberdade Avanza”, ha ottenuto il 30,26% dei voti. Definito il Jair Bolsonaro argentino, Milei ha ricevuto il sostegno dell'ex presidente brasiliano alla vigilia del voto. In diverse occasioni, durante la campagna elettorale, ha criticato il "socialismo" di Luiz Inácio Lula da Silva, il che lascia presagire che le relazioni tra i due Paesi saranno tese se Milei, come tutto fa credere, ad ottobre dovesse essere eletto Presidente dell’Argentina.

L'argentino Javier Milei pertanto ha vinto! Contro ogni previsione e analisi, l’anarco-liberale con un forte profilo conservatore ha vinto le elezioni primarie. Un risultato molto significativo che colloca Mileu titolare di uno dei seggi al secondo turno delle elezioni che si terranno nel prossimo ottobre.

Il discorso di vittoria di Milei è stato caratterizzato da aspre critiche all'attuale presidente Alberto Fernández e a Cristina Kirchner, sua vicepresidente ed erede dell'eredità politica del marito Nestor Kirchner, morto nel 2010. "Questa alternativa alla sinistra non solo metterà fine al kirchnerismo, ma anche alla casta parassitaria, stupida e inutile di questo Paese", ha dichiarato Javier Milei. "Oggi abbiamo fatto il primo passo per ricostruire l'Argentina, un'Argentina basata sull’efficienza e sulla democrazia".

Il secondo posto è stato conquistato da Juntos del movimento Cambio (27,9% dei voti), anch'esso un partito di destra, ma con posizioni più moderate rispetto a Milei. "I risultati – ha detto - lo confermano: l'Argentina sta entrando in un cambiamento d'epoca che si lascerà definitivamente alle spalle idee dannose che hanno causato solo problemi, povertà e disunione. La somma dei risultati di Javier Milei ai nostri, dimostra che la maggioranza di argentini propone un cambiamento profondo che non esiste da decenni è vincente".

Milei non ha solo festeggiato si è anche lamentato. Ha detto di essere stato derubato. Giura di avere le prove che ci sono stati brogli nelle elezioni di cui è il grande vincitore. Avrebbe ricevuto un volume di voti talmente alto da garantirgli la vittoria già al primo turno di ottobre.

Donald Trump nel 2020 ha perso le elezioni e negli Stati Uniti e molti sono convinti che Trump è stato derubato La stessa situazione si è registrata con Jair Bolsonaro in Brasile. Bolsonaro ha anche fornito le prove della manipolazione delle urne elettorali che ha consentito a Lula di vincere le elezioni con una differenza risicatissima.

Quello che sta accadendo nel mondo è uno sforzo brutale per diffondere tra la gente sfiducia nella democrazia. E questo sforzo ha un padre, una madre e degli zii. La Cina e i suoi aggregati a Caracas, L'Avana in Nicaragua e agli aspiranti dittatori di mezzo mondo.

Quando Trump vinse le elezioni nel 2016, tutti si erano stupiti. "Com'è possibile?" Poi è arrivata la fake-news che fosse stato merito di un miracoloso intervento russo. Il Partito Democratico alimentava la tesi e la stampa statunitense l'ha bevuta senza pensarci troppo. Il mondo intero ha seguito l'esempio, mettendo in dubbio la salute della più grande democrazia del pianeta.

Una delle prime dichiarazioni di Milei è la promessa di non voler negoziare con i comunisti – e di non voler dialogare con quel mondo sognato dai cinesi, in cui la democrazia è un valore cosí relativo o flessibile da far considerare le elezioni solo un dettaglio e un fastidioso accidente.

Create nel 2009 e tenute per la prima volta nel 2011, le elezioni Primarie Aperte Simultanee Obbligatorie - sono la prima fase del processo elettorale per la scelta del presidente in Argentina. È importante spiegarlo subito: si tratta di un meccanismo relativamente democratico e di un'eccentricità tipicamente argentina. Non esiste in nessun altro grande Paese del mondo. Javier Milei, che rappresenta una forza politica caratterizzata da un diffuso malcontento nei confronti dei partiti tradizionali, ha fatto meglio del previsto. Con l'oltre 30% dei voti ottenuti alle primarie lo rende non solo il favorito alla vittoria, ma anche un fenomeno politico nuovo. Milei guida il movimento "Liberdade Avança" e ha presentato sessanta proposte di governo. La maggior parte delle quali dirompenti. Il discorso suona come musica dolce per una popolazione insoddisfatta del governo attuale e di quelli precedenti, che hanno portato il Paese a superare il 100% di inflazione in 12 mesi e con uno dei tassi di interesse più alti al mondo. Questa realtà favorisce l'aumento del divario sociale. I ricchi diventano piu ricchi e i poveri piu poveri.

Ciò ha molto a che fare con la dollarizzazione dell'economia. Poiché la moneta argentina ha perso il suo valore nominale, la popolazione ha iniziato a utilizzare il dollaro statunitense come base per le transazioni commerciali, soprattutto quelle che comportano prezzi piu elevati, come le compravendite di automobili e immobili. Con l'iperinflazione è molto difficile pianificare l'acquisto di un'auto, di un macchinario industriale di una nuova casa, perché è quasi impossibile prevedere il valore delle rate nel lungo periodo. Se il valore viene convertito in una valuta solida – come il dollaro - il calcolo diventa più equilibrato. Ma in Argentina la valuta è il peso. Chi opta per la dollarizzazione informale deve accedere al mercato parallelo per acquistare valuta estera, il che rende la banconota americana molto piu costosa.

Milei che si definisce "anarco-liberale", non vuole andare contro la soluzione adottata dalla popolazione. La dollarizzazione di un'economia a pezzi è la dose di morfina per un paziente con fratture multiple. L'antidolorifico toglie il dolore e porta benessere...in maniera superficiale e provvisoria. Finché l'effetto del farmaco non svanisce. Il paziente sarà guarito solo quando sarà stata trovata la causa della malattia. Inoltre l’uso massiccio del dollaro richiede una quantità di valuta statunitense che l'Argentina non ha mai avuto prima, per mettere in circolazione banconote sufficienti a rifornire una popolazione di quasi 46 milioni di persone. Oggi il Paese non ha nemmeno abbastanza dollari per onorare le rate dei prestiti con i creditori internazionali.

Javier Milei è favorevole a ridurre il piu possibile la presenza dello Stato nell’economia, visti i trascorsi disastrosi dell’economia statalista della sinistra. Sebbene le proposte per sistemare l'economia argentina - o almeno per ridurre l'inflazione dilagante - abbiano fatto guadagnare voti, ciò che ha reso Milei famoso a livello internazionale sono state le promesse di privatizzare diversi servizi pubblici.  Il Codice delle leggi del Paese - come nel resto del mondo - stabilisce che lo Stato deve fornire ammortizzatori sociali alla popolazione, principalmente nella sanità e nell’educazione. La garanzia dell'istruzione e dell'assistenza sanitaria è inclusa nella Dichiarazione universale dei diritti umani, pubblicata nel 1948 dall'ONU, di cui l'Argentina è firmataria e quindi sono settori che devono necessariamente essere gestiti dallo Stato, ma da uno Stato onesto e efficiente.

Fonti: https://jovempan.com.br/noticias/mundo/milei-lidera-primarias-da-argentina-mostra-forca-e-deixa-governo-em-choque.html

https://revistaoeste.com/mundo/quem-e-javier-milei-primarias-argentina/

https://revistaoeste.com/mundo/falhas-em-urnas-eletronicas-levam-buenos-aires-a-considerar-voto-impresso/

 

 


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Martin
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Mystes, la tua analisi e' onesta corretta ma mi sembra che sottovaluti la drammaticita' della situazione dell'Argentina, specie per gli  Europei che non la conoscono. Mentre il Brasile ha un settore export a valore aggiunto (esempio, Embraer) e alcuni settori all'avanguardia e, come Cile e Messico, una classe media in moderato ma costante aumento da decenni, l'Argentina esporta solo derrate e materie prime, non ha nessun settore all'avanguardia ed ha una classe media minoritaria, oppressa ed in costante discesa. I numeri sono allucinanti: su 45 milioni di persone, solo 9 milioni lavorano e pagano le tasse, per mantenere oltre 20 milioni di pensionati e sussidiati. Milioni di Argentini preferiscono trascinarsi con sussidi di qualche centinaio di dollari al mese distribuiti a pioggia dai Peronisti e, detto francamente, non hanno la minima intenzione di lavorare stabilmente. La lobby nr 1 del Paese non sono gli esportatori agroalimentari e nemmeno gli industriali ma - con tanti saluti alle balle dei marxisti - il partito ed i sindacati peronisti, che controllano e assorbono una enorme quota del PIL del Paese e della spesa pubblica, ed inoltre controllano quasi tutti i media.

Se come sembra Milei diventera' il prossimo Presidente ed insieme a Juntos por el Cambio controllera' il Congresso, e si azzardera' a fare nemmeno un quarto di quello che dice, e se sopratutto procedera' a dollarizzare l'economia e finalmente a tagliare gli insostenibili sussidi ai milioni che non lavorano (salvo anziani e infermi), il partito e sindacati peronisti gli rivolteranno le piazze contro e si arrivera' ad uno scontro violento, infinitamente peggiore di quello che nel dicembre 2017 spavento' l'ex Presidente Macri e lo indusse a mollare la disciplina di bilancio, con conseguenze catastrofiche.

E' per me estremamente probabile che nel 2024 ci saranno gravissimi disordini pubblici in Argentina, che costringeranno il Governo a misure drastiche per mantenere l'ordine pubblico. C'e' il forte rischio che si dovra' ricorrere anche ai militari, che a quanto mi risulta non hanno la minima voglia di essere coinvolti attivamente nelle vicende del Paese. Per capirci, ritengo il ricorso ai militari una autentica disgrazia, ma l'eventuale indisponibilita' dei militari potrebbe essere una disgrazia ancora maggiore, perche' il Paese sprofonderebbe nell'anarchia, ma quella vera, ossia nel disordine e la violenza generalizzata.

 


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mystes
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l partito e sindacati peronisti gli rivolteranno le piazze contro e si arrivera' ad uno scontro violento, infinitamente peggiore di quello che nel dicembre 2017 spavento' l'ex Presidente Macri e lo indusse a mollare la disciplina di bilancio, con conseguenze catastrofiche.

Ma è ciò che ci vuole, con la speranza che qualora si ripeta una situazione analoga o peggiore a quella del 2017 il Milei non se la faccia sotto e mandi tutto a p....Dipenderà molto dalle alleanze che il Milei riuscirà a stringere in campo internazionale edai burattinai locali. Brasile docet

Questo post è stato modificato 9 mesi fa da mystes

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Martin
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Sono ben d'accordo anche io che una eventuale, probabile rivolta di peronisti e delinquenti assortiti avrebbe francamente bisogno di una repressione adeguata e violenta, ma non mi fido degli Argentini in generale (oltre il 30% resta peronista), e mi preoccupa anche il totale disinteresse delle Forze Armate argentine. Il Paese rischia di scivolare in una anarchia violenta e incontrollabile, dalla quale si uscirebbe solo con un bagno di sangue.


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