Notifiche
Cancella tutti

Libero su cauzione lo storico David Irving


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 33516
Topic starter  

Libero su cauzione lo storico David Irving. Negò l'esistenza delle camere a gas

Tra reato e libertà. David Irving, lo storico revisionista da un anno rinchiuso in un carcere austriaco, è di nuovo in libertà. Risale allo scorso febbraio la condanna a tre anni di reclusione per apologia del nazismo. E’ di oggi la sospensione della pena, e la concessione della libertà condizionale. L’episodio riporta sulle prime pagine dei quotidiani, nazionali e internazionali, il dibattito sul revisionismo storico: reato d’opinione o libertà di espressione? Il nuovo secolo ha conosciuto diversi casi giudiziari con, per protagonisti, esponenti della corrente storiografica revisionista. In Germania così come in Austria l’apologia del nazismo costituisce reato. Per questo sono attualmente detenuti in carceri tedesche in attesa di processo, i revisionisti Ernst Zündel, German Rudolf e Siegfried Verbeke. E per questo la scarcerazione di David Irving, dovuta ad una semplice sospensione della pena, si tinge di colori diversi rispetto a quello della semplice cronaca giudiziaria. Ne è una riprova la definizione data della precedente sentenza a carico di Irving dallo scrittore Israel Shamir: una condanna non per negazione dell’Olocausto, ma per negazione della “superiorità ebraica”.

Il primo volto di Irving. “Chiamatemi pure un moderato fascista”, avrebbe affermato quarant’anni fa Irving. Del resto, le sue posizioni concilianti verso le responsabilità dei gerarchi nazisti lo posero, sin dalle sue prime pubblicazioni primi anni ’60, come elemento di spicco del movimento revisionista. Il revisionismo di Irving negli anni si tramuta però in negazionismo spinto: per Irving la storia non ha conosciuto né le camere a gas di Auschwitz, né la notte dei cristalli del ‘38, una bravata quest’ultima per lui attribuibile a sconosciuti travestiti da “Sa”. Per Irving l’Olocausto diviene, in quanto fortemente ridimensionato nei numeri, una strage come altre. Per Irving non c’è documento che attesti l’ordine della cosiddetta “soluzione finale”, e dunque non esiste alcuna certificabile volontà di Hitler di una “soluzione finale”. Per Irving, infine, la Seconda guerra mondiale è figlia dell’ambizione e fallimento delle responsabilità di uno: non Adolf Hitler, ma Winston Churchill.

Giano bifronte. Arriva il carcere, e con esso Irving mostra un’altra faccia. L’11 novembre 2005 Irving viene arrestato in Austria mentre si recava ad un dibattito pubblico organizzato dalla confraternita di estrema destra Burschenschaft Olympia. L’episodio incriminato risale a 17 anni prima. Nel 1989, in occasione di due discorsi, a Vienna e a Leoben, Irving aveva negato l’esistenza delle camere a gas ad Auschwitz e messo in dubbio l’Olocausto. Irving ha per la corte compiuto un reato: la legge austriaca vieta l’apologia, la relativizzazione e la negazione dei crimini del nazismo. In attesa del processo, Irving concede un’intervista. Nuovi documenti compaiono, a suo dire, dagli archivi di Mosca, di Auschwitz e di Londra: è l’analisi dei dati a consentirgli una rettifica. L’Olocausto è esistito, i crimini del terzo Reich pure. Ed è ad un secondo nazismo, quello della fine, che sono imputabili le “vittime innocenti”. Ci si chiede come verrà accolto questo voltafaccia dai 13mila ammiratori che Irving stesso si vanta di possedere.

Lucilla Tempesti
Fonte:www.peacereporter.net
Link: http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idc=0&idart=6990
21.12.06


Citazione
Condividi: