Notifiche
Cancella tutti

Libia:esplosione Bengasi pretesto per trasferire 500marines


helios
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 16537
Topic starter  

Martedì, 14 Maggio 2013 10:55
Libia: esplosione a Bengasi nuovo pretesto Usa per trasferire 500 marines a Sigonella

TRIPOLI- Cinquecento marines americani sono stati trasferiti dalla Spagna nella base di Sigonella, in provincia di Siracusa, per ‘intervenire più rapidamente nel caso di nuovi attacchi in Libia’.

Lo ha annunciato il portavoce del Pentagono, George Little, precisando che l'operazione è avvenuta nel fine settimana. Ieri a Bengasi un'autobomba è esplosa in un'area affollata all'esterno di un ospedale provocando 15 morti e decine di feriti.

http://italian.irib.ir/notizie/mondo/item/125628-libia-esplosione-a-bengasi-nuovo-pretest-usa-per-trasferire-500-marines-a-sigonella


Citazione
helios
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 16537
Topic starter  

Libia: esplosione a Bengasi nuovo pretesto Usa per trasferire 500 marines a Sigonella

L'esplosione è avvenuta in un parcheggio della città, nella parte orientale della Libia. Tra le vittime anche donne e bambini.

Nessuna rivendicazione.

Fonti del Pentagono: Usa pronti a intervenire in caso di nuove minacce contro il proprio personale

Bengasi, in Libia, è di nuovo sotto attacco. Dopo le granate contro tre stazioni di polizia, lunedì 13 un'autobomba è esplosa - uccidendo una quindicina di persone, tra cui molte donne e bambini - davanti ad un ospedale della città, teatro lo scorso 11 settembre del tragico attentato al consolato americano costato la vita all'ambasciatore Chris Stevens e ad altri tre statunitensi.

Da Washington intanto fonti del Pentagono - al centro di aspre critiche per non avere inviato in tempo una forza di intervento durante l'attacco al Consolato - hanno annunciato che gli Stati Uniti sono pronti ad intervenire in caso di nuove minacce contro il proprio personale diplomatico con forze già posizionate. Un personale militare, ha lasciato intendere George Little, portavoce del Pentagono, è già di stanza nella base della Nato di Sigonella in Sicilia.

L'esplosione all'ospedale di Al Jana ha causato almeno quindici vittime, tra cui diverse donne e bambini e una trentina di feriti. "Ho visto persone che raccattavano i corpi smembrati", ha riferito un testimone alla Bbc. La forza della deflagrazione è stata tale da distruggere un ristorante e danneggiare alcuni edifici in zona. Una folla inferocita si e' poi radunata sul luogo della strage, urlando contro i miliziani: "rialzati Bengasi!".

Al momento nessuno ha rivendicato l'azione, ma secondo alcuni analisti la novità nell'attentato odierno è legata al fatto che questa volta è stato preso di mira un obiettivo civile. Altro fatto di non poco conto è che l'attacco è avvenuto in pieno giorno, e per la prima volta in una zona densamente affollata. Di solito gli attacchi sono commessi di notte o nelle prime ore del mattino. E' un "atto terroristico", ha tuonato il ministro della Giustizia, Salah al-Marghani, affermando che le autorità "faranno tutto il possibile per arrestare i criminali", lanciando poi un appello a tutti i libici ad "unirsi contro questi atti criminali".

Bengasi, culla della rivoluzione che portò alla caduta del regime di Muammar Gheddafi nel 2011, non è nuova a bagni di sangue, che secondo fonti di intelligence occidentali, citate dalla Cnn, sarebbero orchestrati dai fondamentalisti islamici, alcuni con stretti legami con al Qaeda. L'insicurezza crescente in Libia è anche legata all'incapacità delle autorità a mettere in piedi forze di sicurezza capaci a far fronte alle provocazioni dei miliziani. Un esempio è il recente braccio di ferro intrapreso tra le due parti quando alcuni gruppi armati hanno assediato due ministeri a Tripoli, chiedendo l'epurazione dei politici e dei funzionari legati al vecchio regime.

http://tg24.sky.it/tg24/mondo/2013/05/13/libia_esplosione_bengasi_morti_feriti.html


RispondiCitazione
helios
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 16537
Topic starter  

Esteri
14/05/2013
Attacchi in Libia, gli Stati Uniti
spostano 500 marine a Sigonella

Libia, i marines arrivano
in Sicilia
Il loro compito è intervenire rapidamente nel caso di nuovi attentati al personale diplomatico
e agli americani presenti a Bengasi

L’instabilità di una Libia tutt’altro che pacificata rimbalza in Italia e crea i primi grattacapi sul fronte internazionale al governo Letta e ai ministri degli Esteri Emma Bonino e della Difesa Mario Mauro, alla vigilia di un’audizione davanti alle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato.

Il trasferimento di un numero imprecisato di marine americani dalla Spagna a Sigonella (ieri si era parlato di 500 unità), per intervenire più rapidamente nel caso di attacchi nel Paese nordafricano, avvenuto in tutta fretta nel weekend, quasi in contemporanea alla `strana´ esplosione di ieri a Bengasi, rischia di monopolizzare il dibattito di domani, trasformandolo in uno scontro pro o contro l’utilizzo della base siciliana, eterno pomo della discordia della politica italiana ai confini meridionali dell’Europa.

E se il Pd si limita chiedere chiarimenti, Sel vuole chiarezza sui rischi che Sigonella si trasformi in una testa di ponte per nuovi interventi armati nell’area. I contorni dell’intera vicenda sono così indefiniti da suscitare più di un interrogativo. A partire dalla `capitale´ della Cirenaica, Bengasi, dove le autorità libiche hanno declassato oggi l’attentato davanti all’ospedale di Al Jala ad `incidente´ e i morti, che ieri erano una quindicina, a tre. Per finire alla quantità effettiva di militari dislocati in Sicilia, passati nella giornata dalle 500 unità dichiarate ieri dal Pentagono, attraverso il portavoce George Little, a una indeterminata parte, asserita da fonti diplomatiche statunitensi in Italia che non vogliono entrare nel dettaglio dei numeri.

Il trasferimento dei marine «rientra nei servizi di supporti logistici a unità operative permanenti o temporanee» ed è «in linea con impegni e relativi accordi presi con il governo italiano», precisa dalla base siciliana il tenente di vascello Tim Page, capo ufficio stampa della stazione aeronavale Usa.

Ma gli automatismi non piacciono alla politica. E in un’interrogazione, Michele Anzaldi (Pd) chiede al governo di informare «rapidamente il Parlamento», preoccupato del fatto che «non sembra essere un’operazione di ordinaria amministrazione» ma anche di sapere se i «ministri competenti» erano «stati informati preventivamente». I capigruppo di Sinistra Ecologia Libertà in commissione Esteri e Difesa Arturo Scotto e Donatella Duranti vogliono che «vengano alla luce i motivi di questo incremento di truppe in una regione già ultra-militarizzata, che rischia di trasformarsi in rampa di lancio per nuovi scenari di guerra nel Mediterraneo».

A fine giornata fonti diplomatiche statunitensi cercano di mettere un punto fermo. E precisano che per operazioni di intervento s’intendono «operazioni di appoggio alle sedi diplomatiche Usa» in Libia e Nordafrica, «assistenza umanitaria e operazioni di soccorso». Interviene pure il ministero della Difesa che spiega: «La presenza dei soldati americani nella base di Sigonella in Sicilia è conforme agli accordi bilaterali Italia-Usa, sia nel numero sia nella missione svolta».

Tutti sembrano interessati ad abbassare toni e allarmi. Ma la Libia, come altre zone calde di Nordafrica e Medio Oriente, non è un posto che si presta a mezze misure.

http://www.lastampa.it/2013/05/14/esteri/attacchi-in-libia-gli-stati-uniti-spostano-marine-a-sigonella-ceHDWwAjbYELC6eQsFWQkK/pagina.html

gli accordi bilaterali non sono resi noti, non si sa nemmeno il numero dei militari arrivati e non si sa nemmeno perchè mai sono stati spostati a Sigonella dalla Spagna. l governo italiano viene avvisato come da accordi ma senza specificare nulla.


RispondiCitazione
Condividi: