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Missioni militari estero.Persa la licenza di uccidere.


marcopa
Illustrious Member
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Persa la licenza d’uccidere. Le missioni militari internazionali diventano illegali
-G.C.-

Non solo senza consenso. Ora pure senza autorizzazione.

Era il 20 dicembre del 2001, quando l'Onu, attraverso una risoluzione, costituì l'Isaf, una missione di supporto al governo dell'Afghanistan composta da circa 58.300 militari provenienti da una quarantina di diverse nazioni. Il compito di questi soldati è sempre stato quello, ufficialmente, di vegliare il territorio al fine di evitare attacchi terroristici da parte dei talebani e di Al Qaeda e proteggere altresì la popolazione.

Tra i militari spediti nel paese medio-orientale, presero parte anche gli italiani. Su di loro, per anni, si sono incentrate le polemiche e le pontificazioni: tra chi sosteneva come fossero necessari là dov'erano per la protezione dei civili e chi, invece, richiedeva a gran voce il loro rientro in Italia.

I pacifisti su tutti hanno sempre considerato la presenza di soldati italiani in Afghanistan una vergogna, sia dal punto di vista ideologico che da quello economico: il finanziamento delle truppe, d'altronde, impone che vengano sottratti soldi dalle casse dello Stato, ad opera del Ministero della Difesa. E non pochi: si parla infatti di 1,6 milioni di euro al giorno. Senza considerare, ovviamente, le spese per l'acquisto d'armamenti, che si configurano come un salasso apparentemente inevitabile, per "armare la pace".

Per anni, dunque, i militari italiani si sono trovati a fronteggiare l'emergenza del terrorismo, tentando di mantenere sotto stretto controllo la capitale Kabul, da sempre obiettivo principale dei talebani. Qui il contingente italiano conserva un'importante responsabilità, ma, al tempo stesso, può vantare anche il controllo di uno dei cinque settori regionali in cui il Paese è stato suddiviso, quello occidentale. Laddove continua ad essere posto sotto attacchi e bombardamenti, violenza e sangue, che il più delle volte si risolvono in stragi, sia ai danni dei nostri commilitoni che dei guerriglieri.

Un ennesimo, ottimo, motivo per cui scegliere di far rientrare i nostri soldati, così da non permettere che si macchino ulteriormente di quest'atrocità perpetrata. E non è neanche l'ultimo: da oggi infatti la missione stessa è diventata illegale. Stiamo calpestando militarmente il suolo afghano senza permesso, stiamo uccidendo militanti senza alcuna autorizzazione formale.

Questo poiché la partecipazione delle forze armate italiane alla missione Isaf deve essere prorogata (di 3,6,9,12 mesi) di volta in volta, affinché si possa approvare anche la copertura finanziaria. L'ultima proroga, però, scadeva ieri, il 30 settembre. Sarebbe stata certamente rinnovata -a scapito dei tagli nel servizio pubblico in Italia-, e niente sarebbe cambiato. Avremmo continuato a spedir soldi in Afghanistan per mettere in atto, ancora, un meccanismo di morte e distruzione in nome della "pace" e della "democrazia".

Stavolta, però, il tutto non è andato secondo i piani. Con la crisi di governo, dettata dalla decisione di Berlusconi di far dimettere i suoi, il Parlamento è rimasto bloccato e, pertanto, la proroga non è potuta essere votata. In poche parole: ufficialmente dovremmo abbandonare il tutto e rientrare immediatamente a casa.

Il sistema delle proroghe è entrato in vigore nel febbraio del 2002. A quel tempo, il Parlamento approvò una legge di conversione, con modificazioni, del decreto 451 del 28 dicembre 2001, “recante disposizioni urgenti per la proroga (fino al 31 marzo 2002) della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali”: la modifica consisteva nell’inserimento nel testo di un esplicito riferimento alla missione Isaf “connessa a Enduring Freedom”.
Un meccanismo che è sempre stato al centro delle polemiche, con i parlamentari che per un decennio hanno domandato venisse superato attraverso l'approvazione di una legge-quadro in grado di prevedere autorizzazioni definitive e non temporanee, in tal modo slegate a scadenze di bilancio. Ovviamente, per com'è fatta l'Italia, tanto se n'è parlato e nulla se n'è mai fatto, con le conseguenze che ora tutti abbiamo sotto gli occhi.

Come se non bastasse, le truppe che da oggi operano in Afghanistan, così come in tutte le altre missioni internazionali, mancheranno non solo di copertura finanziaria, ma pure legale. Questo non toglie che si continui a spendere e che i militari continueranno a uccidere e farsi uccidere. Gli F-35 continueranno ad essere acquistati, mentre tagli alla sanità e all'istruzione verranno compiuti, il tutto sempre sotto l'egida della più alta "democrazia" d'Occidente.

http://www.articolotre.com/2013/10/persa-la-licenza-duccidere-le-missioni-militari-internazionali-diventano-illegali/210128


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qasiqasi
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 333
 

truppe italiane all'estero?costituzione tradita!


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marcopa
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 8299
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Il Pd, "..non c'e' problemi se legge arriva dopo...."

...non c'erano fino a quando eravate in Parlamento solo voi filoNato.....
la legge non è solo questione di soldi...è...la possibilità giuridica di bombardare e uccidere in un paese straniero....

..cosa spregevole anche se autorizzata legalmente...ma senza copertura legislativa non sarebbe possibile...se qualcuno la contesta.

Marcopa

MISSIONI MILITARI: SCANU (PD), TRISTE RETORICA ANTIMILITARISTA
DA M5S

Martedì 01 Ottobre 2013 18:55

(AGENPARL) - Roma, 01 ott - ''Il problema della copertura delle missioni militari all'estero non esiste: è già accaduto altre volte che scadesse il decreto di finanziamento ma questo non vuol dire che non ci sia la copertura giuridica e la disponibilità finanziaria. Proprio per evitare questo passaggio, il Pd ha chiesto più volte un sistema organico e continuativo per garantire le missioni dal punto di vista finanziario. Appena ci saranno le condizioni politiche adeguate il parlamento dovrà affrontare questo nodo. Ciò non toglie che l’intervento dei deputati del M5S, che oggi hanno chiesto il rientro di tutti i militari per via della scadenza del decreto, sia un puro atto di provocazione e di retorica antimilitarista. Dovrebbero avere più rispetto per l’impegno professionale ed etico dei nostri militari”. Lo afferma in una nota Gian Piero Scanu, deputato Pd


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