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Da: www.gdp.ch/articolo.php?id=2456

Schengen
L'UE non deciderà sulle nostre frontiere

GdP - 13 maggio 2011

La Svizzera non è disposta a cedere competenze alla Commissione europea per quanto riguarda i controlli ai suoi confini. La consigliera federale Simonetta Sommaruga lo ha chiarito ieri ai ministri dell’interno dell’UE e dello spazio Schengen riuniti per un vertice straordinario a Bruxelles.

Lo scorso 4 maggio, la commissaria UE agli affari interni Cecilia Malmström aveva proposto di prevedere «la temporanea reintroduzione di controlli limitati dei confini interni» nell’area Schengen, ma solo «in circostanze particolarmente eccezionali», quando «una parte delle frontiere esterne è sottoposta a pesanti ed impreviste pressioni migratorie». La Malström aveva puntualizzato che la Commissione europea vuole poter «dire la sua» al riguardo di quella che di fatto sarebbe una temporanea sospensione degli accordi di Schengen.

Una cessione di competenze nell’ambito dei controlli ai confini «è impensabile», ha detto Sommaruga ai giornalisti della stampa svizzera nella capitale belga.

Secondo le sue dichiarazioni, diversi stati membri dell’UE e la Norvegia, membro di Schengen come la Svizzera, si sono espressi in modo analogo. Assieme alla Norvegia la Svizzera ha chiesto che la posizione degli stati non UE associati a Schengen (oltre ai due Paesi menzionati c’è anche l’Islanda) sia considerata nel processo decisionale.

Secondo la responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia il sistema di Schengen ha certo dei punti deboli, evidenziati dall’attuale situazione in Nordafrica, ma ha anche parecchi vantaggi e non è il caso di parlare di crisi. Per Berna devono prevalere gli interessi comuni, con un rafforzamento della protezione dei confini esterni. «Per la Svizzera è la soluzione più a buon mercato, non inganniamoci». Al contrario, una chiusura dei confini interni costerebbe parecchio al Paese. Certo anche in Svizzera si avverte il bisogno di poter rafforzare i controlli ai confini nazionali, ha aggiunto Sommaruga, subito ricordando tuttavia che prima dell’adesione a Schengen veniva controllato giornalmente «il 3% delle persone» in transito.

La consigliera federale ha anche comunicato ai partner europei che la Svizzera sta valutando di accogliere da 10 a 20 profughi riconosciuti provenienti dal Nordafrica. Fanno parte di un gruppo di circa 1000 individui fuggiti dalla guerra e rifugiatisi a Malta, sulla cui ripartizione tra Stati europei si è discusso in una conferenza ieri a Bruxelles. La consigliera federale ha detto che l’accoglienza di queste persone sarebbe un segno di solidarietà verso il piccolo stato dell’UE. Sempre per aiutare Malta, Berna si è detta anche disposta a una ulteriore partecipazione a Frontex, l’agenzia europea di vigilanza sulle frontiere esterne.

L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) vorrebbe ripartire tra gli Stati occidentali anche i circa 8000 profughi ammassati ai confini tra Libia e Tunisia. Sommaruga ha però respinto la proposta, affermando che la Svizzera ha già accolto un «numero ragguardevole» di profughi da Somalia, Etiopia ed Eritrea e che un ulteriore sforzo non è possibile. «Le capacità della Confederazione sono esaurite e non vogliamo gravare ancor più i Cantoni».


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Galileo
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Grazie, interesante.


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