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Perché non ci sono più americani a ballare sulla musica...


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Interessante articolo sulla tiepida reazione dell'opinione pubblica statunitense a questa ennesima impresa del loro beniamino mediorientale, e sull'usurarsi del tradizionale armamentario propagandistico. Traduco dall'inglese -- Gianluca Bifolchi

Perché non ci sono più americani a ballare sulla musica d'Israele?

Appena il primo missile israeliano colpì la Striscia di Gaza, uno squadrone di veterani del tifo fecero un'ovazione per la squadra di casa. "Israele è così scrupoloso riguardo alla vita dei civili", dichiarò Charles Krauthammer nel Washington Post. Gli fece eco Alan Dershowitz che definì l'attacco israeliano "Perfettamente 'proporzionato'". E nel New York Times, lo stoico israeliano Benny Morris descrisse gli attacchi aerei del suo paese come "altamente efficaci".

Mentre le ragazze pon-pon rendevano testimonianza alla superiore fibra morale della loro squadra, il bilancio delle vittime palestinesi aumentava. I missili israeliani dilaniavano almeno 15 cadetti della polizia palestinese a una cerimonia di graduazione, facevano a pezzi 12 fedeli (tra cui sei bambini) mentre venivano via dalle preghiere della sera in moschea, radevano al suolo l'eccellente Scuola Internazionale Americana, uccidevano cinque sorelle mentre dormivano nel loro letto, e liquidavano nove donne e bambini per uccidere un solo leader di Hamas. Finora, le forze israeliane hanno ucciso almeno 500 abitanti di Gaza e ne hanno ferito duemila, tra cui centinaia di bambini. Ieri, la IDF ha spazzato via aree di Gaza usando fosforo bianco, un'arma chimica che una volta Saddam Hussein ha usato contro i ribelli curdi [L'uso di armi chimiche nel curdistan iracheno è controverso. Vi è chi accusa l'Iran -- ndt].

"Era Israele al suo meglio", ha dichiarato Yossi Klein a New Republic.

Per l'anno nuovo, le ragazze pon-pon d'Israele avevano fatto delle pagine d'opinione dei principali quotidiani americani la loro personale stanza dei giochi. Di tutti gli editoriali pubblicati dal Washington Post, dal Wall Street Journal, e dal New York Times dall'inizio della guerra a Gaza, a quanto ne so solo uno espresse un punto di vista scettico sull'assalto. Ma quell'editoriale, del romanziere israeliano David Grossman, non conteneva una sola parola sulle vittime palestinesi degli attacchi di IDF. Anche quando invocava un cessate il fuoco, Grossman precisava: "Possiamo riprendere a sparare di nuovo".

Gli agenti di pubbliche relazioni di Israele si sparsero negli studio video dagli USA all'Europa, secondo un'aggressiva strategia concepita dopo il catastrofico attacco al Libano del 2006. Un analisi del ministero degli esteri d'Israele di otto ore di trasmessione dei media radio e tv internazionali concludeva che i rappresentanti d'Israele ricevevano ben 58 minuti di tempo ogni 19 minuti concessi ai palestinesi. "Molti media sono assai favorevoli a Israele, e lo dimostrano mostrando le sue sofferenze. Sono sicuro che sia il risultato del nuovo coordinamento", ha detto il maggiore Avital Leibovich, un portavoce di IDF che è diventato una presenza fissa nei notiziari delle ultime settimane. Ma mentre la macchina delle publiche relazioni di Israele ci dava dentro con il suo Mightly Wurlitzer [Un organo a canne -- ndt], annegando tutte le voci d'opposizione nel suo suono monotono, una porzione sorprendentemente grossa di pubblico americano decideva di danzare sulla propria musica. Secondo un sondaggio Rasmussen del 31 dicembre (finora il solo test del'opinione USA sull'attacco a Gaza), mentre gli americani rimanevano in larga maggioranza favorevoli a Israele, erano divisi quasi a metà sulla domanda se Israele doveva attaccare Gaza -- 44% in favore dell'assalto e 41% contro. I dati disaggregati erano anche più significativi

Mentre i repubblicani sostenevano l'attacco con ampio margine, un dato prevedibile, solo il 31% dei democratici lo faceva. I membri della base democratica dunque erano in forte contrasto con la maggior parte dei loro rappresentanti eletti (la neoeletta repubblicana è una notevole eccezione), che sostenevano in ranghi compatti l'ultimo attacco d'Israele, e sembrano sostenere Israele qualunque cosa faccia. La divisione tra la base progressista e il partito si è riversata sul sito di Barack Obama Change.gov, che è stato inondato negli ultimi giorni di richieste per una dichiarazione di condanna dell'assalto israeliano su Gaza.

Quindi cosa spiega la soprendente tendenza dell'opinione pubblica americana su Gaza? La proliferazione di media online progressisti e di siti di social network progressisti potrebbe essere un fattore, ma io ho un'altra teoria. Gli stessi padreterni che ora fanno il tifo per l'attacco israeliano su Gaza una volta hanno venduto l'occupazione dell'Iraq all'America, praticamente con lo stesso armamentario di argomenti. Nelle loro voci e in quelle dei tetri agenti di PR israeliani dilaganti nei notiziari, molti americani sentono l'eco delle più fantastiche bugie dell'amministrazione Bush. Quando vedono le immagini degli abitanti di Gaza sotto le bombe, ritornano con la memoria a Fallujah e al resto dell'assortimento di orrori dell'Iraq. Quando guardano ad Israele, vedono se stessi nei giorni più bui dell'era Bush.

Ora, una crescente quota di americani sanno cosa Israele sta facendo a Gaza. E lo rifiutano, anche se Israele è "al suo meglio".

Aggiornamento: le bombe israeliane hanno ucciso 42 donne e bambini che cercavano rifugio dai combattimenti in una scuola delle Nazioni Unite, portando il bilancio delle vittime di Gaza attorno a 600. 100 bambini sono morti come risultato dell'aggressione israeliana a Gaza, secondo Save the Children.

Versione originale:

Max Blumenthal
Fonte: www.normanfinkelstein.com
Link: http://www.normanfinkelstein.com/article.php?pg=11&ar=2408
5.01.2009

Versione italiana:

Fonte: http://achtungbanditen.splinder.com
Link: http://achtungbanditen.splinder.com/post/19525104/Perch%C3%A9+non+ci+sono+pi%C3%B9+ameri
8.10.2009


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