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Pian piano cambia anche...MIAMI


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Metamorfosi a Miami
      
Arthur Gonzalez

Per qualsiasi cubano o nordamericano a cui avessero predetto il futuro di Miami, nessuno poteva immaginare che in quella città, in gran parte popolata, dal 1 gennaio 1959, da assassini, ladri e polene del regime del dittatore Fulgencio Batista, poteva portarsi a termine una manifestazione pubblica a favore della libertà di Cinque cubani condannati per lottare contro il terrorismo generato dai gruppi mafiosi anticubani. Così è appena accaduto nella cosiddetta Città del Sole, qualcosa che neppure le previsioni del famoso astrologo Walter Mercado potevano assicurare.

Il 7 settembre un convoglio di oltre 24 vetture ha viaggiato, per ore, lungo i suoi viali e strade, per chiedere la liberazione di tre dei Cinque cubani che sono stati giudicati in modo subdola, in violazione di tutti i canoni della giurisprudenza nordamericana, per il solo fatto di infiltrare organizzazioni terroristiche della Florida che hanno effettuato centinaia di atti per provocare morte e distruzione sia a Cuba che negli Stati Uniti e in altre capitali dell'America Latina e dell'Europa.

Al caso dei Cinque gli hanno imposto l'etichetta di "spionaggio", anche se davanti alla Corte di Miami non si è potuto provare; comprese le dichiarazioni di vari funzionari governativi e militari nordamericani che furono ferme: non ci fu nessuna azione commessa dai Cinque imputati che abbiano messo in pericolo la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.

Il processo fu politicamente manipolato e mentre i Cinque combattenti contro il terrorismo erano condannati a pene inverosimili e senza precedenti, i terroristi anticubani vagano liberamente per le strade, e persino vivono nella stessa città di Miami.

Non è un segreto che Luis Posada Carriles, autore dell'esplosione dell'aereo della Cubana de Aviación, che ha causato la morte di 73 persone innocenti, nel 1976, e delle bombe di C-4 che causarono la morte di un turista italiano, diversi feriti e notevoli danni ai principali hotel di L'Avana e di altri centri ricreativi, vivano placidamente a Miami, protetti dai legislatori di origine cubano-americana Ileana Ros-Lehtinen, Mario e Lincoln Diaz-Balart, Albio Sires e i senatori Bob Menendez e Marco Rubio.

Dopo l'11 settembre 1973, i terroristi anti-cubani di Miami s'integrano alla cosiddetta "Operazione Condor" e collaborano in azioni contro gli oppositori del regime militare cileno di Augusto Pinochet, tanto in territorio degli USA come in Italia, Francia, Germania, Messico e Costarica. Negli Stati Uniti hanno partecipato all'assassinio dell'ex ministro di Unità Popolare, Orlando Letelier e della sua segretaria nordamericana Ronny K. Moffit e godono di piena libertà a Miami.

Negli USA l'organizzazione terroristica anticubana "Omega-7", tra il 1974 e il 1983, ha commesso 67 atti di terrore, la quasi totalità con esplosivi in territorio statunitense e in Portorico.

Di queste azioni criminali 36 furono attuale contro rappresentanze di Cuba, in una di esse fu assassinato un funzionario diplomatico e altri tre furono feriti; inoltre eseguirono 28 attentati terroristici contro la Missione diplomatica di Cuba alle Nazioni Unite. In Sud America perpetrarono 65 atti terroristici contro imprese commerciali, navi cubane e missioni diplomatiche.

Organizzazioni anti cubane come "Alfa 66" e la "Fondazione Nazionale Cubano Americana" hanno partecipato a numerosi atti criminali senza essere disturbate dalle autorità federali. Tutti gli attori vivono o hanno vissuto sino alla loro morte naturale negli Stati Uniti; anche l'FBI ha piena conoscenza della natura criminale di questi individui, ma non agisce.

Centinaia di piani per assassinare Fidel Castro Ruz, sono stati preparati dalla CIA con cubani, che vivono a Miami, come esecutori; come Luis Posada Carriles, Félix Ismael Rodríguez Mendigutía, Roberto Martin Perez Rodriguez, Gaspar Eugenio Jiménez Escobedo, Luis Orlando Rodríguez, Francisco José Hernández Calvo, Guillermo Novo Sampoll e Pedro Crispin Remon Rodriguez. Nessuno è stato giudicato o condannato.

Per queste ragioni, sapere che cubani residente a Miami hanno avuto il coraggio di uscire in convoglio per esigere dal presidente Barack Obama che rilasci questi antiterrorista cubani, non lascia dubbio ad affermare che quanto successo fa parte della metamorfosi in corso nella città di Miami, per il cambio generazionale e le cause che provocano, da decenni, le ondate di cubani che lasciano l'isola in cerca di lavoro e non "fuggendo" dal comunismo, come vogliono far credere, al mondo, i mafiosi anticubani.

Di fronte a questo atto di coraggio e di solidarietà non rimane altro da dire insieme a loro: Obama give five!


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