Sottosegretaria Dessu':Siria,terza via tra intervento.......

La Nato e' in un momento di incertezza, cosi' cerca di accreditare un intervento soft, in qualche modo non compromettente, in attesa che succeda qualcosa. Ma per ora nonostante molti morti da entrambe le parti, i ribelli sono ben lontani dal sconfiggere l' esercito siriano.

E l' intervento che stanno preparando di fatto e' un aiuto militare all' Esercito Libero Siriano

marcopa

Dassù: Serve terza via tra impotenza e intervento armato
Appoggiare opposizione per avere una voce sui futuri assetti
postato 12 ore fa da TMNews

Roma, 14 ago. (TMNews) - Per la Siria ci vuole una terza via, che rompa "il dilemma tra i due estremi, ossia tra impotenza occidentale o intervento militare". E' quanto scrive oggi su La Stampa Marta Dassù, Sottosegretario agli Esteri.

"Nessuno, nell'amministrazione americana e in quelle europee, prefigura un'azione militare sul terreno", scrive il Sottosegretario, sottolineando come "il precedente iracheno" funzioni "potentemente da freno", perchè sarebbe "difficile poi stabilizzare un Paese spaccato da tensioni settarie", in cui l'attuale opposizione, "come quella irachena", include "fazioni legate ad al Qaida". "Ma anche una politica di 'sanzioni e basta', combinata a piani di pace affidati alla mediazione della Lega Araba e dell'Onu, sembra non funzionare", continua Dassù, perchè "in mancanza di un accordo con la Russia... una soluzione negoziata appare lontana".

"In questo contesto, l'amministrazione Obama si sta spostando verso una politica di sostegno attivo all'opposizione che combatte Bashar al Assad sul terreno, in accordo con gli alleati regionali ... e parallelamente, Hillary Clinton ha cominciato a discutere con Ankara la possibilità di istituire una no-fly zone sulla Siria e zone rifugio ai confini con la Giordania", evidenzia il Sottosegretario, spiegando come si punti così, "alterando gli equilibri militari sul terreno", a rendere "meno arduo un accordo politico sulla successione ad Assad", che alla fine anche Mosca "potrebbe prendere in considerazione".

A questo punto, conclude Dassù, "si tratta di capire fino a che punto e come appoggiare l'opposizione che combatte Assad sul terreno, tentando così di condizionarla e plasmarla", perchè "solo con un impegno più attivo, verso cui l'Italia sta giocando le sue carte (umanitarie e politiche), americani ed europei avranno anche una voce sui futuri assetti della Siria e potranno sperare di ottenere garanzie concrete sul rispetto delle minoranze, di tutte, prima che sia troppo tardi".