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Tel Aviv col dito sul grilletto Peres: fuori l'Iran dall'Onu


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Il vice di Obama prova a frenare la voglia di attacco a Tehran

Joe Biden ribadisce la solidità dell'alleanza tra Washington e Israele e, soprattutto, proclama che impedire all'Iran di dotarsi di armi nucleari «rappresenta una priorità per gli Stati Uniti» perché «non c'è distanza alcuna fra Stati Uniti e Israele quando si parla della sicurezza di Israele». Le frasi pronunciare ieri a Gerusalemme dal vicepresidente degli Stati Uniti, in visita nella regione, lasciano sempre aperta la porta a un attacco militare contro le centrali atomiche iraniane, mentre l'Amministrazione Obama continua a lavorare per estendere e rafforzare le sanzioni internazionali nei confronti di Tehran. E il sostegno che il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha dato all'embargo - «il regime iraniano sarà costretto a scegliere fra la prosecuzione del proprio programma nucleare e la propria sopravvivenza», ha previsto - è solo di facciata.
L'opzione privilegiata di Israele era e resta un raid aereo contro l'Iran anche se ciò non servirà - lo dicono gli esperti - a fermare a lungo il programma nucleare di Tehran e scatenerà una gravissima crisi regionale (e non solo) dalle conseguenze incalcolabili. L'Iran ha sempre smentito di volersi dotare di ordigni atomici, come sostengono Israele e Usa, e assicurato di voler produrre unicamente elettricità per fronteggiare il suo fabbisogno crescente di energia e il calo della produzione petrolifera previsto nei prossimi anni. Tehran ieri ha espresso l'auspicio che la Cina, terminale privilegiato delle sue esportazioni petrolifere, non approvi le pesanti sanzioni alle quali stanno lavorando gli Stati Uniti.

Non deve ingannare l'accoglienza speciale ricevuta da Biden, il più alto rappresentante dell'Amministrazione Usa a visitare lo Stato ebraico da quando Barack Obama è diventato presidente. In casa israeliana è palpabile l'insoddisfazione per l'atteggiamento mantenuto sino ad oggi da Washington nei confronti della questione iraniana giudicato «troppo morbido». Tel Aviv non crede all'efficacia delle sanzioni. A dimostrarlo ieri, di fatto, è stata anche la richiesta del capo di stato Shimon Peres di accompagnare le sanzioni economiche a «sanzioni di carattere morale». «Una persona come (il presidente iraniano Mahmud) Ahmadinejad - ha detto Peres - che invoca la distruzione di Israele non può essere un membro con pieni diritti dell'Onu». Al sodo è andato il ministro della difesa, Ehud Barak, che ha prima esaltato «l'impegno diligente degli Usa a rafforzare la nostra superiorità militare» e poi ha avvertito che Israele affronterà le sfide future «tendendo una mano alla pace ma lasciando l'altra ben ferma con il dito sul grilletto». Secondo l'analista Gerald Steinberg, del Centro Besa di studi strategici, «gli Usa lasciano la porta aperta all'opzione militare (contro l'Iran) e potrebbero far ricorso alla forza, ma la visita di Biden in Israele è volta proprio ad escluderla, almeno per il momento. Israele però ribadisce che non esiterà a lanciare un attacco militare se lo riterrà necessario, con o senza l'approvazione di Washington».

Nella conferenza stampa con Netanyahu, Biden ha anche espresso compiacimento per la ripresa di negoziati indiretti tra israeliani e palestinesi. Gli Stati Uniti sosterranno sempre, ha affermato il vicepresidente, quanti sono pronti «ad assumere rischi per raggiungere la pace». Nessuno o quasi però crede alle possibilità della navetta diplomatica che effettueranno gli Usa tra Netanyahu e il presidente palestinese Abu Mazen. Lo scetticismo prevale e, peraltro, le trattative cominceranno da zero perché Washington, cedendo di nuovo alle pressioni israeliane, hanno comunicato attraverso l'inviato George Mitchell che i risultati raggiunti all'incontro di Annapolis (2007) non avranno valore nei negoziati attuali. Netanyahu si rifiuta di riprendere i colloqui dal punto in cui li aveva lasciati il suo predecessore Ehud Olmert. Biden oggi andrà al quartier generale dell'Anp a Ramallah per dare un segno dell'«impegno» americano ma Netanyahu e Abu Mazen sanno che la trattativa è virtuale e si impegneranno soltanto a fare in modo che la responsabilità del fallimento ricada sull'altro. Intanto è incessante la colonizzazione israeliana. Il ministero dell'interno ha approvato la costruzione di altri 1.600 alloggi a Gerusalemme est, la zona palestinese della città sotto occupazione israeliana dal 1967.

Michele Giorgio
Fonte: www.ilmanifesto.it
10.03.2010


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umbertof75
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I spero che per il bene del medio oriente, che gli Stati Uniti riescano a fare qualcosa che le bombe nucleari dell' Iran.....perche' sono una minaccianon solo per il medio oriente ma per tutta l'Europa


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Erwin
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I spero che per il bene del medio oriente, che gli Stati Uniti riescano a fare qualcosa che le bombe nucleari dell' Iran.....perche' sono una minaccianon solo per il medio oriente ma per tutta l'Europa

Ma di quali bombe sta cianciando ?
Che si sappia, in Medio Oriente, l'unico ad averne è il governo della colonia sionista di Palestina (si dice 200 testate) ...puntate ANCHE su ROMA!


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silviu
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Credo sia ormai pacifico (sic!) che le testate nucleri del pseudo stato di Israele siano almeno 400... 😈


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Saysana
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Post: 530
 

«Possediamo centinaia di testate atomiche e possiamo lanciarle su bersagli in ogni direzione: anche Roma, anche la maggior parte delle capitali europee sono bersagli delle nostre forze armate».

«I palestinesi devono essere deportati tutti. La nostra gente sta aspettando solo il momento giusto e l’uomo giusto per realizzarlo».

Martin Van Creveld, docente di storia militare alla Università Ebraica di Gerusalemme


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Anonymous
Illustrious Member
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umbertof75 ma va va ignorante!
Le bombe ne ha 200 Israele e vuole usarle non solo sull'Iran..ma anche sulla tua testa vuota..

ecco cosa disse Van Creveld nel 2003 (stratega militare israeliano e storico militare mai smentito lo studiano a Westpoint ed al Pentagono) dopo l'uscita del risultato di un sondaggio in Europa dove risultava che Israele era considerata il vero rischio per la pace nel mondo dopo venivano gli USA a pari merito con l'Iran.
In particolare il 56% degli europei e il 48% degli italiani

intervista all' Elsevier (settimanale olandese) riguardo i pericoli nei confronti dell'Iran

We possess several hundred atomic warheads and rockets and can launch them at targets in all directions, perhaps even at Rome. Most European capitals are targets for our air force…. We have the capability to take the world down with us. And I can assure you that that will happen before Israel goes under.

te lo traduco: ''noi possediamo centinaia di bombe atomiche e relativi lanciatori. possiamo lanciarli in tutte le direizioni, anche Roma.
Parecchie capitali europee sono obiettivi delle nostre forse aeree.
Prima che Israele soccomba porteremo con noi il mondo intero..

http://en.wikipedia.org/wiki/Martin_van_Creveld

ficcatelo in testa prima di dire cazzate...

con duecento bombe e 200 lanciatori puoi radere al suolo 200 città entro 7000 km di raggio (lanciatori Jericho 3) quindi potenzialmente possono prima di scomparire dalla faccia della terra (una volta per tutte) portare la catastrofe in Europa, Asia etc.. non arriverebbero solo in Australia ed USA che quindi rimarrebbero immuni da un eventuale decisioni israeliana di portare la distruzione..

questo il risultato della copertura mediatica di cosa succedeva militarmente in Israele
visto che i media sono tutti sionisti e che i principali enti USA ,governo incluso, è comandato da sionisti (ricordo Emanuel Israel Rahm consulente capo di Obama e figlio di Benjamin Rahm terrorista dell'Irgun ossia il gruppo terroristico sionista che fece centinaia di vittime, anche europee ed inglesi accusati di difendere gli arabi). Senza dimenticate che la FED che in USA è più potente del governo decide a chi fare la guerra, le politiche sociali ,economiche etc.. ha come principali azionisti tutte banche sioniste.
Gli USA gigante acefalo ha la propria testa in Israele ecco quindi il perchè gli si permesso si accumulare uranio arricchito per le bombe e tutto il resto della tecnologia nonchè quella dei lanciatori.. tutto di nascosto ,si fa per dire..

Mentre non si permette all'Iran manco di dotarsi di missili difensivi come gli s300 dalla Russia.. perchè questi impedirebbero di portare a segno i bombardamenti e causerebbero gravi perdite nei piloti di aerei.. o cmq annullerebbero ogni lanciatore che si trovasse a passare sopra gli obiettivi..

quindi se si avessero sentori di nuovo che la Russia vuol spedire il carico di s300 (come quando fu sequestrata la Artic sea) si correrrebbe o ai ripari bloccando il carico o bombardando preventivamente..

ciao


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Erwin
Noble Member
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Questo sopra è un altro "eletto",o aspirante "eleggendo", agente corretto-disinformatore della colonia sio-nasi di occupazione in Palestina.


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