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TI - arsenico, acqua potabile e finanze


vic
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http://www.gdp.ch/ticino-e-regioni/ticino/arsenico-veleno-che-ammala-le-finanze-id146965.html

Ticino - Fonti d'acqua
Arsenico, veleno che ammala le finanze
Sono 24 i Comuni costretti a intervenire per riportare l’acqua potabile a norma. Tra loro c’è chi ha speso milioni e chi invece ha chiuso le sorgenti.

di Andrea Bertagni - 28 novembre 2016

Decine e decine di migliaia di franchi per abbassare le quantità di arsenico naturale presente nell’acqua potabile. Dovranno spenderli – o li hanno già spesi – alcuni di quei Comuni ticinesi, per l’esattezza 24, che nel 2012 sono stati “beccati” dal Laboratorio cantonale con concentrazioni di arsenico troppo alte, secondo le ultime direttive del Dipartimento federale dell’interno, che a sua volta ha fatto sue nuove disposizioni in materia emanate dall’Unione europea. A tutti gli effetti una brutta “tegola” per molti Comuni, già confrontati con un difficile contenimento dei costi, a cui è stato chiesto di adeguarsi senza proroghe entro il 31 dicembre 2017.

Tra questi il più toccato è senz’altro il Comune di Capriasca, beccato nel 2012 con ben 9 fonti di acqua potabile non conformi. «Il Comune per il tramite della sua Azienda acqua potabile – conferma il responsabile della stessa, Mattia Vescovi - ha in previsione la realizzazione di 3 impianti di abbattimento dell’arsenico, che permetteranno di trattare le fonti e di abbassare la concentrazione sotto i minimi legali consentiti». Per fare ciò, continua Vescovi, «gli investimenti sono stimati nell’ordine di 3 milioni di franchi. Bisogna tener conto che, oltre all’impianto di abbattimento dell’arsenico, già di per sé molto caro, sono correlati molti costi per modifiche strutturali. I manufatti esistenti non sono infatti pensati per sopportare questi impianti che di principio ne comportano l’ampliamento, o addirittura il rifacimento». Come se non bastasse, aggiunge il tecnico, «oltre all’oneroso investimento iniziale, bisogna poi tener conto anche dei costi di manutenzione ordinaria. Questi impianti sono infatti dotati di appositi filtri che necessitano una sostituzione regolare e programmata, generando costi annuali di svariate decine di migliaia di franchi».

Meno problematica, anche se sensibile, la situazione del Comune di Alto Malcantone, “pizzicato” con 5 fonti di acqua potabile fuorilegge. «Un paio di fonti abbiamo dovuto chiuderle, perché irrecuperabili, mentre con altre siamo riusciti ad agire, trovando collaborazioni con altri consorzi o miscelando tra loro le acque provenienti da varie sorgenti», spiega il sindaco Giovanni Berardi.

Tra chi ha preferito chiudere le fonti problematiche, vi è anche il Comune di Lugano, che di sorgenti fuori norma nel 2012 ne aveva 4. Tutte quante «messe fuori servizio», conferma Michele Broggini, vice direttore delle Aziende industriali di Lugano (AIL). Non tutti hanno però potuto agire in questi termini. «Alcuni Comuni, avendo molta acqua a disposizione - rileva il responsabile dell’Azienda di Capriasca - hanno potuto escludere le fonti con valori di arsenico troppo elevato. Diversamente la nostra situazione ci obbliga a dover intervenire in quanto necessitiamo di quell’acqua per far fronte al nostro fabbisogno idrico» .

Già, ma quali sono i 24 Comuni pizzicati nel 2012? Eccoli: Alto Malcantone, Aranno, Astano, Barbengo, Bedano, Bioggio, Camorino, Capriasca, Curio, Intragna, Iseo, Lamone, Locarno, Losone, Lugano, Melide, Miglieglia, Monte Ceneri, Morcote, Ponte Tresa, Sessa, Torricella-Taverne, Vernate, Vira Gambarogno. Basso il rischio per la salute

Sono alcuni studi tossicologici pubblicati di recente (nel 2010) a livello internazionale, che hanno convinto il nostro Paese ad abbassare a meno di 10 microgrammi per litro il valore massimo di arsenico naturale presente nell’acqua potabile, così come raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità e in vigore anche nell’Unione europea.

Oggi in Svizzera il valore massimo consentito è di 50 microgrammi, una soglia sotto la quale, ha riferito al Laboratorio cantonale l’Ufficio federale della sanità (UFSP), il rischio sanitario legato al consumo di acqua con arsenico «è da ritenersi molto basso». Questo il motivo per cui durante i 5 anni di transizione concessi agli enti locali per mettersi a norma «non è stato imposto di adottare particolari misure a tutela della salute dei consumatori, nemmeno dei più deboli».

-- NB --
Qualche anno fa m'era capitato sott'occhio un articolo scientifico in cui si affermava che una piccola quantita' d'arsenico aiuta a combattere il cancro. Sara' vero? Fossi il sindaco di uno dei comuni interessati, indagherei piu' a fondo su questa faccenda.

vic


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vic
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E la nanoplastica?

C'e' qualcosa di assai piu' inquietante nell'acqua dell'arsenico.
Si tratta di plastica a livello nanometrico. Il che la rende praticamente non filtrabile,
ne' per via naturale, ne' artificiale.
Pare che ad esempio il miele ne contenga una quantita' incredibile.
Da quel che ne so il laboratorio cantonale di igiene, ma neppure il dipartimento federale preposto alla salute pubblica, hanno mai analizzato l'acqua potabile per quel che riguarda la nanoplastica. Nanoplastica che proviene da prodotti di largo consumo: dentifrici, saponi, ecc.

Anche quelli che si occupano della moria delle api non si sono mai inchinati sul problema della nanoplastica. Se la si trova addirittura nel miele in quantita' esorbitante, vorra' pur dire qualcosa. Mi pare.


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acqua all'arsenico. Ma bevi pure nonnina....prima però firma qui


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esca
 esca
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Il ciclo dell'acqua per i giri che compie la rende forse la sostanza piu' riciclata. Nel suo cammino trascina di tutto, ma i trattamenti mediamente la rendono di nuovo utilizzabile, privandola degli inquinanti da sempre noti alla chimica tradizionale. Giustamente i nanocomposti seguono leggi proprie, evidentemente non ancora del tutto note, eludendo la barriere degli organismi, che di acqua sono costituiti per la gran parte. Si può quindi intuire l'estensione del danno e comprendere parte delle ragioni di molte stranezze.
Altro che vaccini di prevenzione.
I limiti di tolleranza, necessari in linea di principio, spesso sono un mezzo tramite cui le autorità obbligano a provvedimenti dal sapore speculativo, piu' che per la salvaguardia della salute. Ogni tanto li ritoccano un po' qua e un po' la' e si diventa fuorilegge nel giro di un batter d'occhio.
La caldaia a metano è 'fuorilegge', poveretta, se la durezza dell'acqua misurata all'uscita del rubinetto di casa risulta disgraziatamente pari o maggiore ai 15 gradi francesi. Ci va l'addolcitore di acque. Questo e' globalmente un sistema incurante del buonsenso e attaccato agli intetessi. E noi? Paghiamo. Ciaoo!!


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cedric
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Ci sono due metodi per far si che l'arsenico nell'acqua rispetti le norme.
1) realizzare costosi impianti per depurare l'acqua dall'arsenico
2) modificare a costo zero le norme che fissano i limiti accettati

In Italia si è scelto di seguire la seconda via e se poi i federali di Bruxelles ci accusano di violare le norme europee basta rispondere come Victoria Nuland:fuck the EU!

http://aquanova.it/la-situazione-delle-regioni-ditalia-acqua-allarsenico/
https://www.altroconsumo.it/alimentazione/acqua/news/arsenico-nell-acqua-128-comuni-nel-mirino-dell-ue#


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