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USA e Cuba, il bastone e la carota (II parte)


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Mentre, la CIA ed i falchi a partire dall'esperienza acquisite nella manipolazione dei gruppi CR (contro rivoluzionari), si accorsero della loro relativa penetrazione da parte dei servizi di sicurezza cubani e decise realizzare ciò che si chiamò le grandi e piccole reti di intelligence, rifornimento e sovversione, costruite sui resti dei gruppi controrivoluzionari. Varie di esse ebbero buon successo, almeno quell'anno: la rete organizzata dall'intelligence spagnola, dalla sua ambasciata all'Avana, cercava intelligence politica; un'altra organizzata dall'ambasciata italiana aveva la missione di rifornire i suoi principali agenti che operavano all'interno della capitale; la cosiddetta "rat line" che operava nella provincia centrale di Villa Clara ebbe, tra le sue missioni, rifornire i gruppi armati che operavano nella catena montuosa dell'Escambray, e quella del "Polita" Grau e Alberto Cruz, dedicata ad ottenere informazioni e ad ordire complotti per assassinare Fidel.

Una delle più pericolose ed efficienti di queste reti fu quella chiamata "Frente Unito Occidentale, FUO" che riuscì a strutturare, nell'occidente del paese, più di 1000 uomini per attività d'intelligence, di ribellione e sabotaggio. Organizzò tre centri di comunicazioni clandestine e rimase attiva per quasi due anni. Progettò, e quasi giunse ad eseguire, l'attacco ai principali campi militari a Pinar del Rio e realizzò numerosi sabotaggi al sistema elettrico e contro importanti obiettivi economici.

Il programma di "guerra psicologica" progrediva senza grandi contrattempi. La VOA, Voice of America, era diventata una stazione essenzialmente diretta contro Cuba, mentre un'unità appositamente formata, dal JM Wave, dirigeva campagne pubblicitarie anticubane su scala continentale, utilizzando tutti i mezzi a sua disposizione, tra cui cinema, TV, giornali e riviste locali, conferenzieri per università ed altri scenari, ecc. Addirittura si giunse a sfruttare il corso delle correnti del Golfo del Messico, per far giungere propaganda stampata alle nostre coste, quando non era inviata da palloni aerostatici.

Il blocco politico, economico e commerciale s' intensificò. Farmaci, pezzi di ricambio per l'industria, cibo, infine tutto ciò che prima arrivava da USA ed Europa, fu eliminato. Le navi mercantili che toccavano porti cubani erano collocate in una lista nera ed a loro era vietato attraccare nei porti USA. Le esportazioni cubane erano sistematicamente sabotate, quando per qualche motivo le navi che le trasportavano arrivava in un porto straniero. Anche diversi acquisti, effettuati da parte del governo cubano, furono sabotati mentre si dirigevano a Cuba, al non poter far fallire la trattativa in corso. I principali governi latinoamericani, sotto pressione da parte USA, e con l'eccezione del Messico, alla fine ruppero, successivamente, le relazioni con Cuba, completando così l'isolamento politico, economico e culturale.

All'interno di Cuba, diversi tentativi di riorganizzare la controrivoluzione furono messi in moto da JM. Wave. Probabilmente il più importante diretto verso il cosiddetto Movimento di Recupero Rivoluzionario MRR, allora diretto da Luis David Rodriguez, che era riuscito a formare un blocco o unità controrivoluzionaria, -la Resistenza Civica Anticomunista RCA- che raggruppò i resti dei gruppi cospiratori che ancora sopravvivevano e resti di ribelli, in armi, nell'Escambray, al comando di Tomás San Gil. Il fulcro centrale dei loro piani era assassinare Fidel durante un evento pubblico, promuovere una rivolta armata nelle principali province e provocare un attacco contro l'enclave militare USA di Guantánamo, che servisse da pretesto per un intervento di quel paese.

Nel sabotaggio interno la CIA giunse a pianificare qualsiasi tipo di aggeggio e meccanismo, che direttamente o indirettamente, danneggiasse la produzione, l'economia o altri mezzi vitali dei servizi pubblici. Uno dei suoi agenti, organizzò una rete per sabotare il trasporto pubblico a livello nazionale, versando trucioli d'acciaio nei motori dei veicoli. Altre azioni quali la rottura di macchinari, danni ai pneumatici, furono posti in essere debitamente illustrati per mezzo di dettagliate istruzioni in pamphlet, che si facevano giungere ai loro collaboratori, utilizzando prevalentemente la corrispondenza nazionale.

I gruppi di missioni speciali (GME), o commando di infiltrazione per il sabotaggio, l'approvvigionamento e la sovversione, che operavano da JM Wave, furono disarticolati quando cercavano di far saltare le miniere di rame nella provincia di Pinar del Rio. Al posto loro la CIA , formò i cosiddetti commando mambises con il loro campo principale vicino al lago Porchartrain, a New Orleans. Le grandi imbarcazioni o navi madre avrebbero continuato nel loro ancoraggio a Miami, da dove, puntualmente, secondo l'operazione in corso, si trasferivano per raccogliere i commando ed eseguire le azioni comandate.

Varie operazioni furono realizzate con successo, tra cui ci furono l'attacco al porto di Casilda e l'aggressione perpetrata contro le strutture portuali di Santa Lucia, nella provincia occidentale di Pinar del Rio. Inoltre condussero 22 operazioni di sabotaggio approvate dal CNS, per lo più fallite per le misure di sicurezza adottate e parteciparono a 137 azioni terroristiche contro obiettivi costieri ed imbarcazioni cubane, oltre alle infiltrazioni di armi e attrezzature da guerra, che costantemente facevano per i gruppi interni.

Il 22 ottobre la nave REX, fiore all'occhiello della CIA, fu catturata, mentre realizzava un'importante infiltrazione di armi e forniture militari sulla costa sud della provincia di Pinar del Rio.

Il "gioiello della corona" di questa guerra sporca furono, senza dubbio, le cosiddette operazioni autonome: queste consistettero in una "invenzione" sovversiva di nuovo genere, che pretendeva deviare l'agire dei principali gruppi CR, controllati dalla CIA, fuori del territorio USA per poter così negare "plausibilmente" le loro azioni. Qui si rivelò, come forse non mai, la politica dei due pesi e due misure adottata dal governo USA da tempi precedenti.

Il comitato Church, che nel 1975 investigò, a nome del Congresso USA, i complotti della CIA per assassinare leader politici stranieri definiva la "negazione plausibile come segue: "Il concetto originale della negazione plausibile prevedeva eseguire azioni segrete in una maniera calcolata per nascondere il coinvolgimento americano se le azioni fossero state scoperte. La dottrina era a volte un'illusione ed in altri un inganno (......) Qualsiasi teoria che collochi i funzionari scelti alla periferia del processo di presa delle decisioni, è un invito ad errare, o un abbandono di responsabilità e una perversione del governo democratico. La dottrina è l'antitesi della responsabilità"(...)

Questa nozione della politica estera fu complementata, nel campo operativo, con il disegno che, nel 1963, la CIA plasmò in una normativa battezzata con l'eufemismo di "operazioni autonome" che nel suo preambolo istruiva: "le operazioni autonome saranno eseguite esclusivamente da cittadini cubani, motivati ​​dalla convinzione che per sloggiare il regime devono agire i cubani da dentro e da fuori, in consonanza. Lo sforzo, probabilmente, costerà molte vite cubane, che diventa inaccettabile per la coscienza USA ... Il governo USA deve essere pronto a smentire pubblicamente qualsiasi coinvolgimento in tale tipo di atti ... Tutte le operazioni autonome verranno montate al di fuori del territorio USA ... Dopo entrare in relazione con un gruppo, il rappresentante USA deve chiarire che il governo non ha alcuna intenzione di intervenire militarmente, se non per affrontare i sovietici ... Uno sperimentato ufficiale della CIA sarà assegnato per lavorare con il gruppo. Egli darà informazioni di carattere generale ed i supporti materiali necessari. Egli deve influire, ma non controllare il corso delle operazioni".

A partire da tali indicazioni le operazioni autonome si proiettarono in diversi angoli o aspetti della strategia pianificata. Tra i suoi obiettivi c'erano: l'ostacolo del commercio marittimo; l'organizzazione e stabilizzazione di un 'fuoco' guerrigliero interno; le azioni contro obiettivi costieri; il sabotaggio o distruzione del potenziale industriale ed energetico cubano; gli attentati contro Fidel Castro; la riorganizzazione di una controrivoluzione interna; la divisione del movimento rivoluzionario; la penetrazione nell'esercito ribelle a fini diversivi e la preparazione di un colpo di stato interno, che facilitasse un'azione definitiva USA contro Cuba.

Vari commando controrivoluzionari, costituiti al riparo di queste "norme", cominciarono ad agire, tra loro quello di Manuel Artime Buesa, che dal Nicaragua con il supporto del suo dittatore Anastasio Somoza sviluppò la "II Guerriglia navale", che aveva come missione quella di ostacolare e fermare il commercio navale da e verso Cuba, principalmente proveniente dai paesi socialisti, mediante attacchi e distruzione delle sue navi.

Secondo i partecipanti a tale progetto [8] "a quel gruppo s'integrarono 500 uomini, con due basi e un centro di comunicazioni in Nicaragua, un magazzino di armi in Costarica ed uffici a Miami, dove si ubicava la leadership. Giunsero a disporre di due navi madre lunghe 250 piedi, una dozzina di lance rapide da sbarco, con motori silenziosi, un aereo C-47, due aerei leggeri Cesna ed un idrovolante, 200 tonnellate di armi ed un sofisticato sistema di comunicazione che comprendeva il contatto permanente con la CIA. Due anni e mezzo di operazioni costarono, alla CIA, circa 7 milioni di dollari.

L'amministrazione scelse Manuel Ray Rivero, ex ministro del primo governo rivoluzionario cubano, per costruire una nuova organizzazione all'estero, la Giunta Rivoluzionaria in Esilio, JURE, per unire i gruppi CR più "ragionevoli" e meno intransigenti nella ricerca di una soluzione pacifica alla "questione cubana" che, strategicamente, doveva divenire, al momento adeguato, strumento nei negoziati che si progettavano con Cuba. Sarebbe una richiesta degli USA affinché i cubani accettassero come rappresentante dell'esilio un'organizzazione dell'opposizione di taglio social-democratico in un eventuale governo di "riconciliazione nazionale" sull'isola.

Un altro progetto, guidato da Enrique Ruiz Williams, ex mercenario della Baia dei Porci, si mise in marcia alleato ai capi controrivoluzionari Eloy Gutierrez Menoyo e Antonio Veciana Blanch ed al suo gruppo Alpha 66, che si proponeva di organizzare un distaccamento armato, a Santo Domingo, per, al momento giusto, sbarcare sulla costa di Baracoa, nella provincia di Oriente, per lì sviluppare la lotta guerrigliera.

Il cosiddetto Direttorio Rivoluzionario Studentesco, DRE, una tipica operazione della CIA, sin dalla sua costituzione, nel 1961, si unì a far parte degli sforzi già descritti. Le sue missioni erano relazionate con due varianti: Il terrorista, mediante attacchi di commando alle coste dell'Avana principalmente per scopi pubblicitari, destinati a dargli risalto pubblico e l'altro un'attenta campagna pubblicitaria e di guerra psicologica volta a sovvertire l'immagine della Rivoluzione cubana nei media studenteschi nel continente americano.

Nel frattempo, le contraddizioni tra l'esilio e la CIA con il progetto duale governativo del doppio binario, dava alla luce la Giunta di Governo Cubana in Esilio, JGCE, una formazione che doveva riunire i gruppi più recalcitranti di esiliati ed il sindacato del crimine organizzato, la Mafia. Questi soggetti, guidati dall'ex presidente Carlos Prio, pretendevano capitalizzare l'esilio -quello che non accettava il JURE, né le mezze misure- nella soluzione del "caso cubano". Dicevano di avere un budget di 50 milioni di $ consegnato dal "sindacato" per rovesciare il governo cubano e riguadagnare i propri antichi casinò all'Avana. La verità è che poi, dopo l'assassinio di JFK, gli investigatori della Commissione Warren e poi il comitato ristretto della Camera dei Rappresentanti, li collegò con i segnali e le minacce contro la vita del presidente, dimostrando che la vita organica del JGCE durò il periodo tra maggio e novembre 1963. Con la morte di Kennedy, misteriosamente scomparve.

Tra gli "affiliati" più attivi al JGCE si trovava il Movimento di Recupero Rivoluzionario Insurrezionale, MIRR di Orlando Bosh e Posada Carriles; il Movimento Nazionalista Cubano, MNC dei fratelli Novo Sampol, Commando L di Antonio Cuesta e altri, che avevano come missione essenziale attaccare e terrorizzare le installazioni e funzionari cubani in missione all'estero.

Nuove riunioni del CNS, il 19 giugno, sotto la presidenza di Robert Kennedy, valutarono gli obiettivi dell'amministrazione nella sua guerra contro Cuba, al contempo approvava 24 grandi sabotaggi nell'isola. Gli aspetti prioritari erano. 1.- incrementare le operazioni autonome (prima descritte). 2.- rafforzare lo sviluppo delle operazioni di AM/Truck e Am/Lash (golpe militare e di stato a Cuba). 3.- incrementare il blocco economico e multilaterale. 4.- accrescere l'isolamento politico di Cuba nel continente e al di fuori di esso. 5.- dare priorità all'assassinio di Fidel, 6.- ampliare gli obiettivi e gli scopi della guerra psicologica (diffamare a livello internazionale il progetto rivoluzionario, screditare le FAR, rompere l'alleanza con l'URSS, isolare Cuba, acutizzare le contraddizioni politiche tra le organizzazioni rivoluzionarie.) 7.- esplorare colloqui di pace, che da posizioni vantaggiose risolvessero il contenzioso esistente e separasse Cuba dal blocco sovietico.

In ottobre, in base alle informazioni declassificate da parte del governo USA su questo tema, il Presidente, su suggerimento del CSN, approvò 9 sabotaggi a grandi impianti energetici all'interno di Cuba.

Le operazioni di Am-Truck e Am-Lash erano dirette contro le FAR e le ORI (Organizzazioni Rivoluzionarie Integrate) al fine di attirare e reclutare adepti nell'esercito e nei comandi politici per un eventuale colpo di stato nel paese, dopo aver assassinato Fidel come primo passo.

A tali fini il 29 ottobre Desmond Fitzgerald capo della CIA incaricato di Cuba, si incontrò a Parigi, Francia, con il suo veterano agente, l'ex comandante Rolando Cubela Secades (Am/Lash) che era stato capo militare del Direttorio Rivoluzionario durante l'insurrezione contro Batista e poi presidente della FEU a cui propose, insieme con l'ex comandante Ramon Guin Diaz (Am/Truck) l'assassinio di Fidel ed il golpe militare con le forze che entrambi affermavano avere per tali sforzi. Si convenne che in caso di successo il colpo poteva contare sul sostegno ed appoggio del governo USA.

Nelle discussioni di Parigi, per puntualizzare i piani di assassinio di Fidel Castro, Cubela richiese a Fitzgerald una conferma del consenso presidenziale al progetto golpista e richiese l'inserimento in un discorso di Kennedy della seguente idea: "una banda di cospiratori s'impossesò della Rivoluzione cubana e la consegnò all'impero russo". Pochi giorni dopo, il 18 novembre, presso la Società Internazionale della Stampa nella città di Miami, il Presidente esprimeva in un discorso, "è un fatto che una piccola banda di cospiratori hanno derubato il popolo cubano della sua libertà e consegnato l'indipendenza e la sovranità della Nazione cubana a forze al di là dell'emisfero". Cubela a Parigi accompagnato dal suo ufficiale addetto, ebbe sentore del discorso e ribadì la sua disposizione a proseguire il complotto golpista ed omicida.

Un'analisi del panorama politico operativo di allora ci mostrava due strategie ben definite: quella della CIA e dei suoi alleati della Mafia e dell'esilio che operavano liberamente e aggressivamente senza alcun controllo, che aveva come finalità -attraverso una guerra senza quartiere- provocare un conflitto politico-militare che obbligasse il governo USA ad intervenire militarmente nella soluzione definitiva della "questione cubana" e quella dell'amministrazione Kennedy caratterizzata da colpi selettivi contro Cuba, per distruggere il suo potenziale energetico ed industriale; il blocco, le pressioni politiche ed economiche, mentre agiva con decisione contro le azioni indipendenti della CIA e dell'esilio cubano, ai fini di poter controllare e dirigere la politica verso l'isola.

Dentro la strategia kennediana, si evidenziò un nuovo percorso. All'inizio del 1963 erano iniziate delicate ed importanti trattative sulle relazioni USA-Cuba tra l'avvocato James Donovan, responsabile dei negoziati che portarono alla liberazione dei mercenari catturati a Giron, ed il Comandante René Vallejo, aiutante di Fidel Castro. Più tardi, in aprile, la giornalista Lisa Howard della rete statunitense ABC News, dopo un'intervista con Fidel redasse un lungo articolo pubblicato a New York, in cui rendeva nota la disposizione del leader rivoluzionario di normalizzare le relazioni tra i due paesi.

Mesi dopo, nel settembre e in quella stessa sede città sede dell'ONU, Howard propiziò un incontro tra gli ambasciatori Carlos Lechuga, di Cuba, e William Atwood, degli USA, che conversarono su un'eventuale normalizzazione delle relazioni tra i due paesi lasciando, quest'ultimo, commentare la posizione cubana al procuratore generale Robert Kennedy, con il quale aveva previsto un incontro per quei giorni, occasione in cui approfittò per richiedere l'autorizzazione a continuare i contatti, ricevendo il consenso per questo, ma con l'avvertenza che doveva prestare la massima segretezza su di essi. Fu in quei giorni, secondo Atwood, che informando di tali eventi il Segretario di Stato, Dean Rusk, di passaggio per la città, questi gli confermò che il suo dipartimento non aveva nulla a che fare con la politica nei confronti di Cuba, poiché questa era esclusivamente nelle mani della CIA.

Il 24 ottobre Jean Daniel, giornalista francese di passaggio a New York per Cuba, allo scopo di intervistare Fidel Castro, su suggerimento e mediazione di Atwood incontrò il presidente Kennedy, che gli richiese che nella programmata intervista, indagasse le opinioni del leader cubano circa l'esito e le lezioni della crisi dei missili cubani e quali erano le sue opinioni sugli USA. Gli spiegò che al suo ritorno da Cuba, s'incontrasse di nuovo con lui per uno scambio di vedute sul viaggio e conoscere le sue impressioni, ma purtroppo il presidente sarebbe stato assassinato pochi giorni dopo, il 22 novembre a Dallas, Texas.

Come prima si è detto, parrebbe che la politica USA fosse sequestrata. Da un lato, un'aggressione che quell'anno raggiunse livelli inaspettati, mentre dall'altro, si realizzarono concrete azioni, da parte dei Kennedy, per esplorare cammini di pace e accordi politici con Cuba.

Per caso tutto questo era un altro esempio dei doppi standard dell'Impero USA? Per caso la politica verso Cuba del presidente era relazionata ad una nuova prospettiva pacifica, la stessa esposta nel suo discorso all'American University?

In realtà mai avremo risposte a queste domande, poiché Kennedy fu assassinato, "al di là di ogni ragionevole dubbio" per le sue politiche interne ed estere, in particolare quelle relazionate con la pace ed il disarmo mondiale e la posizione che, negli ultimi tempi, assunse verso Cuba.


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