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1977: Berlusconi e la pistola


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Il fotografo Alberto Roveri decide di trasferire il suo archivio in formato digitale. E riscopre così i ritratti del primo servizio sul Cavaliere. Immagini inedite che raccontano l'anno in cui è nato il suo progetto mediatico. Con al fianco Dell'Utri. E un revolver sul tavolo per difendersi dai rapimenti

È stato proprio quel revolver a colpire oggi il fotografo Alberto Roveri mentre trasferiva la sua collezione di pellicole in un archivio digitale: "Le stavo ingrandendo per ripulirle dalle imperfezioni quando è spuntata quell'arma che avevo dimenticato". Come in "Blow Up" di Antonioni, a forza di ingrandire il negativo appare la pistola: "All'epoca quello scatto preso da lontano non mi era piaciuto e l'avevo scartato". Roveri era un fotoreporter di strada, che nel 1983 venne assunto dalla Mondadori e negli anni Settanta lavorava anche per "Prima Comunicazione", la rivista specializzata sul mondo dei media: "Quando nel 1977 il direttore mi disse che dovevo fare un servizio su Berlusconi, replicai: "E chi è?". Lui rispose: "Sta per comprare il "Giornale" e aprire una tv. Vedrai che se ne parlerà a lungo"".

Quella che Roveri realizza è forse la prima serie di ritratti ufficiali, a cui il giovane costruttore volle affidare la sua immagine di vincente. L'incontro avvenne negli uffici Edilnord: "Fu di una cordialità unica, ordinò di non disturbarlo e si mise in posa. Con mio stupore, rifiutò persino una telefonata del sindaco Tognoli". Il solo a cui permise di interromperlo fu Marcello Dell'Utri, immortalato in un altro scatto inedito che evidenzia il look comune: colletti inamidati e bianchi, gemelli ai polsini, pettinature simili. Sono una coppia in sintonia, insieme hanno creato una città dal nulla, con un intreccio di fondi che alimentano sospetti e inchieste. Una coppia che solo pochi mesi dopo si dividerà, perché Dell'Utri seguirà un magnate molto meno fortunato: Filippo Alberto Rapisarda, in familiarità con Vito Ciancimino. Tornerà indietro nel 1982, organizzando prima il colosso degli spot, Publitalia, e poi quello della politica, Forza Italia.

La loro storia era cominciata nel 1974, trasformandosi da rapporto professionale in amicizia. Dell'Utri è anche l'amministratore di Villa San Martino, la residenza di Arcore. E dopo pochi mesi vi accoglie uno stalliere conosciuto a Palermo che fa ancora discutere: Vittorio Mangano, poi arrestato come assassino di Cosa nostra. Una presenza inquietante, che per la Procura di Palermo suggella le intese economiche con la mafia in cambio di tutela contro i sequestri. Nel 1977 però Mangano è già tornato in Sicilia. E Berlusconi tanto sereno non doveva sentirsi, come testimonia il revolver nella fondina. Ricorda il fotografo Roveri: "Dopo più di due ore di scatti mi invitò a pranzo ma prima di uscire tirò fuori da un cassetto due pistole, una per sé e una per l'autista. Di fronte alla mia sorpresa, si giustificò: "Ha idea di quanti industriali vengono rapiti?". Poi siamo saliti su una Mercedes che lui definì "blindatissima" per raggiungere un ristorante a soli 200 metri da li

Sì, quelli in Lombardia erano anni cupi, prima che, grazie anche a Canale 5, alla nebbia di paura si sostituisse il mito luccicante della Milano da bere. Dall'archivio di Roveri ricompare il momento della svolta, quando si cominciano a materializzare i pilastri dell'impero del Biscione tra partiti, media e relazioni molto particolari. È la festa del 1978 che trasforma il Cavaliere in Sua Emittenza, con l'esordio di Telemilano nelle trasmissioni via etere. La politica ha il volto di Carlo Tognoli, sindaco socialista che per un decennio guida la metropoli mentre passa dagli scontri di piazza al jet set danzante della moda. Un personaggio defilato rispetto alla statura del grande sponsor di Berlusconi, quel Bettino Craxi che ne ha sorretto la crescita con decreti su misura, ricevendo in cambio spot e finanziamenti. Li univa la stessa cultura del fare che dà scarso peso alle regole, la stessa visione di una politica sempre più spettacolo, fino a plasmare la società italiana di oggi.
In questa metamorfosi tutta televisiva la carta stampata ha avuto un ruolo secondario. All'epoca però l'attenzione era ancora concentrata sul "Corriere della Sera", la voce della borghesia lombarda. In questi scatti il direttore Franco Di Bella ammira soddisfatto il giovane Silvio. Rapporti letti in un'ottica molto più ambigua dopo la scoperta della P2: negli elenchi di Licio Gelli c'erano Di Bella, il direttore generale della Rizzoli Bruno Tassan Din e l'editore Angelo Rizzoli. E c'era pure il nome di Berlusconi, data di affiliazione gennaio 1978, anche se lui ha sempre negato l'iscrizione alla loggia delle trame.

Sin da allora le smentite a qualunque costo sono un vizio del Cavaliere a cui gli italiani si sono abituati. Come i divorzi, che segnano la sua carriera professionale, quella politica e la vita privata. Nelle foto del party al fianco di Silvio c'è Mike Bongiorno, il testimonial della sua ascesa mediatica. Resteranno insieme tra alti e bassi fino al 2009: un altro legame chiuso con una rottura burrascosa. E c'è anche Carla Dall'Oglio che si offre ai flash sorridente, afferrando per il braccio un marito dall'aria distaccata. Lei ha 37 anni e da dodici è la signora Berlusconi: poco dopo, nel 1980, quella scena di ostentata felicità sarà spazzata via dal colpo di fulmine per Veronica Lario. Il divorzio è arrivato nel 1985, consolidato da una manciata di miliardi e da una decina di immobili: da allora Carla Dall'Oglio è scomparsa dalla ribalta, dove però sono sempre più protagonisti i suoi figli Marina e Piersilvio, i nuovi Berlusconi.

Gianluca di Feo
Fonte: http://espresso.repubblica.it/
Link: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/1977-berlusconi-e-la-pistola/2134426//1
17.09.2010

Nella foto: Silvio Berlusconi con Marcello Dell'Utri. Foto di Alberto Roveri


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AldoVincent
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Post: 547
 

Scusate una domanda, al di là di ricordi, dichiarazioni, vecchi fotogrammi...
Volete dirmi che gli imprenditori che nel 1977 avessero un porto d'armi erano affiliati alla Mafia?
Oppure volete dirmi che sulla base di questa fotografia lo era solo Berlusconi?
(speriamo di non essere tacciato per filoberlusconiano, ma solo per una persona di buon senso...)


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radisol
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 8261
 

Ovviamente, no .... più semplicemente credo sia un amarcord che dimostra la grande paura di Berlusconi per i sequestri ....

Paura che probabilmente è all'origine dell'ingaggio di Mangano e di altri sodalizi cominciati in quell'epoca ....

Non dimentichiamo poi che il papà di Silvio si licenziò da alto funzionario della Bnl, allora la prima banca italiana, per andare a lavorare con un grado inferiore nella sconosciuta siciliana Banca Rasini ( due soli sportelli in Sicilia ed uno a Milano) ... banca che poi risulterà col tempo essere una specie di forziere di Cosa Nostra ..... e dalla Banca Rasini arrivarono i finanziamenti per la Edilnord e per Milano2 ....

E ancora non c'era, o comunque era solo alle origini, il grande sodalizio con Bettino Craxi ...

Ma, al di là di queste vicende e delle finalità eventualmente legate al riesumare oggi quelle foto ... quello che più mi colpisce è proprio l'ambientazione di costume .... Berlusconi che già allora si comportava come un attore .... consiglio, a questo proposito, di vedere l'intera galleria fotografica .... e pure l'esibizione di quella pistola, anche se indubbiamente il rischio di sequestro era forte ( pare che Vallanzasca avesse seriamente progettato il rapimento di Berlusconi e che il progetto fu bloccato solo da una rapina andata a male in cui morì uno della sua banda ed altri furono arrestati), non era certamente una cosa considerata "a la page" nella borghesia di allora .... certe cose si facevano ma non si mostravano in pubblico, tantomeno sui giornali ... tenendo poi conto che "L'Espresso" di allora era indubbiamente un qualcosa di molto vicino all'ultrasinistra .... quindi lontano mille miglia, molto più di oggi, dalla impostazione e dalla sensibilità di un Berlusconi o di un Dell'Utri ....

Ma probabilmente, rispetto a tutte queste considerazioni, nel giovane Berlusconi già allora prevaleva un narcisismo di fondo, un certo esibizionismo maniacale, probabilmente una innata necessità di rendersi famoso e "popolare" .... tutti segni che spiegano molte cose degli anni più recenti ....


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AldoVincent
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 547
 

Non credo che questa foto meriti più di un paio di parole.
Sembra un'inquadratura infelice in cui il fotografo poco capace non si ' accorto di aver inquadrato un oggetto non pertinente. Ne sarebbe prova il fatto che questa foto allora non venne mai diffusa.
Se avesse voluto esibire la pistola se la sarebbe messa davanti, "posata" invece sembra un oggetto che lui usa ma di cui si libera subito appena entrato in ufficio, il che è un segno di poca confidenza con le armi.
Insomma, aveva il porto d'armi ma non era certo uno sceriffo.
Il rimanente della storia lo sappiamo tutti, ma io sottolineavo come il clamore di questa foto abbia fatto gridare tutti alla "prova" di certe tendenze di questo tizio.
Dal che dissento.
Tutto qui.


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Anonymous
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uno che ha in casa una pistola normalmente non la tiene per andare a cogliere i fiorellini...no?


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radisol
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Si, probabilmente l'esibizione della pistola è del tutto casuale ed è sbagliato caricare di chissà quale significato questo particolare ..... rimane il fatto che trovo illuminante vedere in una galleria fotografica di oltre 35 anni fa tutti i prodromi del personaggio politico di oggi ....


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