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A nostre spese ci dicono che


Tao
 Tao
Illustrious Member
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da repubblica.it

circa la metà del nostro popolo sarebbe dichiaratamente antisemita

Il 44 per cento degli italiani manifesta opinioni ostili agli ebrei. Nel 12 per cento dei casi questa l'ostilità si configura come antisemitismo vero e proprio. Ma l'antisemitismo, oggi, è online. Si diffonde sul Web, in modo nuovo perché trasmette agli internauti messaggi razzisti "subliminali". L'obiettivo non è convincere alla conversione all'antisemitismo, ma rendere l'antisemitismo "socialmente" accettabile nella comunità online, facendo venire meno l'equazione razzismo uguale antisemitismo.
Sono, queste, le conclusioni dell'indagine parlamentare conoscitiva sull'antisemitismo fatta da Commissioni Affari costituzionali ed Esteri in collaborazione con la presidenza del Consiglio.

Nel 2008-09, si legge nella relazione, "s'è registrato in Italia un preoccupante incremento sulle piattaforme di Internet e nei social network di siti di tipo razzista: dagli 836 del '08 si è passati a 1172 nel '09, con un aumento del 40 per cento. In Italia, secondo la Polizia postale, sono una cinquantina i siti interamente dedicati alla diffusione dell'odio antiebraico, che pur essendo stati in passato oscurati, sono riusciti a eludere la legge italiana spostando i domini di registrazione all'estero.

L'avvento di Internet ha trasferito e amplificato a dismisura quanto prima avveniva in forma ridotta su graffiti o in pubblicazioni di nicchia. Ma soprattutto l'avvento dei social network come Facebook e Twitter ha comportato una specifica amplificazione del fenomeno che l'australiano Andrè Oboler (Chief executive officer di Zionism on the Web) ha denominato "antisemitismo 2.0" richiamando il passaggio da Web 1.0 a Web 2.0 avvenuto nel 2004 con la fondazione proprio di Facebook.

L'antisemitismo sul Web comporta importanti ricadute negative sulla realtà giovanile. Il pregiudizio antisemita fra i giovani secondo uno studio dell'Istituto ricerche politiche e socioeconomiche (Iard), è in aumento: il 22 per cento di giovani tra i 18 e i 29 anni manifesta ostilità nei confronti degli ebrei, con dati superiori alla media per quanto riguarda i maschi, i residenti al Nord, i giovani con un livello di istruzione inferiore.

Il pericolo secondo Oboler e Stefano Gatti, esperto del Centro documentazione ebraico contemporaneo (Cdec), "non risiede tanto nei siti web tradizionali chiaramente antisemiti, ma nei social media soprattutto frequentati dai giovani. Semplici ricerche su Internet possono diffondere messaggi antisemiti. Così su Facebook o su Twitter si crea un contesto in cui l'antisemitismo e altre forme di odio diventano accettabili a livello sociale, anche se non per forza condivise, rendendo più probabile che gli stimoli della comunità online incidano su comportamenti reali. Ecco il rischio: molti rimarranno passivi e riterranno l'odio antiebraico normale, quotidiano, legittimo. Ciò genera una cultura in cui l'odio il razzismo e il comportamento antisociale possono diffondersi, con grossi rischi per l'ordine pubblico e la sicurezza".

Neanche a farlo apposta, come l'attività della Commissione è iniziata, sono apparsi su siti razzisti e antiebraici attacchi specifici e minacce a componenti del Comitato, in particolare alla presidente Fiamma Nirenstein. Secondo l'indagine parlamentare l'antisemitismo online è da considerarsi problema globale cui contrapporre reazione globale.

A proposito di contrasto al razzismo via Web, il capo della polizia postale Domenico Vulpiani ha ammesso che la propaganda antisemita e negazionista una volta relegata a pubblicazioni di nicchia ha trovato su Internet uno strumento facile ed economico di diffusione. Ma la legge Mancino contro le discriminazioni etniche razziali religiose, entrata in vigore prima della diffusione di Internet, sconta in proposito alcuni limiti di applicazione. I social network, del resto, non si possono certo oscurare. L'unica via è instaurare con i gestori una collaborazione per rimuovere contenuti a carattere criminale, ma questa procedura appare non agevole nel caso di affermazioni di tipo razzista o antisemita perché si pone il problema della difficoltà di assumere la veste di censore rispetto all'espressione di opinioni per quanto discutibili. Sull'argomento il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha ammesso che "vi sono difficoltà e resistenze da parte dei gestori dei social network a provvedere alla rimozione di contenuti discriminatori sulla base della semplice segnalazione della polizia postale. Di conseguenza, la Polpost provvede al monitoraggio dei siti e segnala i vari casi all'autorità giudiziaria, che a sua volta emana provvedimenti di natura giurisdizionale che consegna ai gestori dei siti. Questi ultimi, specie se con sedi all'estero, non sono tenuti al rispetto del provvedimento, ma in genere lo eseguono".

La Commissione ha dunque formulato la richiesta che il governo provveda con urgenza a risolvere il problema della mancata sigla da parte dell'Italia al Protocollo addizionale alla Convenzione sulla criminalità informatica relativo all'incriminazione di atti di natura razzista e xenofobica commessi a messo di sistemi informatici" entrato in vigore nel 2004.

Per quanto riguarda l'odio antiebraico nel contesto internazionale, "la novità assoluta che l'indagine ha contribuito a far emergere è l'elemento genocida, che consiste nel promettere che gli ebrei possano subira un'altra Shoah. È questo un elemento che emerge dai discorsi del leader iraniano Ahmandinejad dal banco dell'Assemblea generale Onu e a cui fanno eco in Europa le posizioni di alcuni gruppi estremi sia di destra che di sinistra cui non corrisponde una adeguata azione di contrasto da parte della comunità internazionale. Preoccupa a livello europeo l'ascesa in Ungheria del partito di estrema destra Jobbik che deventato terzo partito del Paese con il 15 per cento, sembra contare sull'appoggio di importanti segmenti della società così come di analoghe formazioni in altre zone d'Europa".

L'Agenzia europea per il Diritti Fondamentali con sede a Vienna nel 2010 ha pubblicato un documento sul periodo 2001-09 che attesta come l'antisemitismo sia costantemente cresciuto nell'ultimo decennio e come in Italia esso si sia mantenuto a livelli piuttosto elevati rispetto alla precedente rilevazione 1991. Il 2009 è stato l'"anno terribile" in Europa occidentale per l'antisemitismo dalla fine della Seconda Guerra.
La tedesca Fredrich Ebert Foundation ha svolto uno studio in 8 Paesi europei fra cui l'Italia ponendo la domanda "considerata la politica dello Stato di Israele, posso capire perché la gente non ami gli ebrei". Nel nostro Paese ha risposto sì il 25 per cento, Germania e Inghilterra 35 per cento, Olanda 41, Portogallo 48 e Polonia addirittura 55. E i "tragici fatti di Oslo del luglio di quest'anno, si legge, testimoniano la terribile potenzialità violenta insita nei gruppi estremisti, in particolare neonazi".

Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma, ha evidenziato il pericolo del nuovo antisemitismo rappresentato dall'antisionismo e dagli episodi violenti di cui si sono resi protagonisti immigrati musulmani in Europa. Ha segnalato la saldatura che esiste tra alcune organizzazioni islamiche e gruppi nenonazi (!...) che è alla base di aggressioni alle comunità ebraiche, alle loro sinagoghe, scuole, cimiteri.

L'indagine parlamentare ha concluso osservando però che gli ebrei non sono attualmente la minoranza nei cui confronti si manifestano le forme più crude di intolleranza in Italia. La ricerca non lo dice, ma al momento nel nostro Paese la minoranza più esposta a intolleranza sembra essere quella Rom.

Ciò fa tanto comodo ai Pacifici di turno che così possono persevarare ad imperare nelle comunità, tenute in riga con la paura e con la minaccia.
Ma qu
anto è costata agli italiani questa “inchiesta” provvidenziale?

Fonte: http://noreporter.org
Link: http://noreporter.org/index.php?option=com_content&view=article&id=16399colored&Itemid=15
18.10.2011


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Eurasia
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Fiamma Nirenstein sempre più acida... ho letto la notizia sul suo blog (ogni tanto ci vado per leggere se con il passare degli anni la signora si è un po' ammorbidita ... figuriamoci, sempre peggio!)... invece di perdere tempo a fare i conti della serva di "quanti sono pro e di quanti sono contro" mi piacerebbe chiedere a questi dotti e sapienti quale sia stato il valore di mercato del prigioniero israeliano? no dico un uomo solo, Gilad Shalit, contro 1000 uomini e 27 donne prigionieri nelle carceri israeliane... qualunque persona con un minimo di sale in zucca se lo sarà chiesto. Aspetto di leggere da qualche parte... oppure se qualcuno gentilmente mi illumina... siamo subissati ogni giorno di notizie pazzesche ... e così mi capita ogni tanto di staccare la spina giusto per non uscire fuori di testa... e mentre i media governativi e molto democratici (sic!) sono tutti per Gilad ... un po' di foto sulla gioia dei Palestinesi:

http://972mag.com/palestinians-joyous-over-release-of-prisoners/25780/


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Eurasia
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Ho letto in maniera spettinata... un po' in inglese (detesto l'inglese e leggerlo per me è uno sforzo immane) e un po' in italiano in merito alla liberazione del prigioniero ... sono sempre i soliti interessi di bottega... Hamas che si era opposta alla richiesta di riconoscimento all'ONU della Palestina aveva bisogno di recuperare credibilita tra la popolazione di Gaza e della Cisgiordania. Il silenzio assordante di Netanyahu alle Nazioni Unite (la Comunità internazionale si aspettava delle risposte) doveva in qualche modo essere mitigato... et voilà liberiamo i prigionieri palestinesi... anche per dimostrare che qualche volta riescono a fare qualcosa di buono senza gli USA... e poi l'Egitto che dopo l'assalto all'ambasciata israeliana al Cairo doveva rifarsi la "facciata" per non perdere di credibilità e soprattutto il potere dei negoziati della regione panaraba... alla faccia dei diritti umani... una ulteriore conferma che sono l'ultimo dei problemi ... anche perché un milione e mezzo di persone restano prigioniere nella Striscia di Gaza ... il più grande carcere a cielo aperto del mondo... e complimenti alla Nirenstein che puntualmente non perde occasione per scaramellarcelo, peggio della goccia cinese, con l'antisemitismo italico. AMEN!


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dana74
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è vero, Eurasia anch'io ho avuto le tue stesse impressioni:

"il valore di mercato del prigioniero israeliano? no dico un uomo solo, Gilad Shalit, contro 1000 uomini e 27 donne prigionieri nelle carceri israeliane."

poi i servizi, venti minuti su Shalit, sbarcato da una specie di Apache e accolto da Bibi.
Solo dopo tanto un breve servizietto su i palestinesti stipati in diversi autobus, questo sì che è razzismo.


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grillone
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io non credo assolutamente che l'italia sia un paese di razzisti, e tanto meno di antisemiti! credo che tutto ciò sia dovuto ad un equivoco; e cioè, chiunque critichi(magari anche sbagliando)la politica di israele, viene bollato come l'antisemita di turno. francamente non capisco perchè non si possa criticare la politica di israele senza essere bollati come antisemiti; cioè, se critico la politica del brasile non divento anti ispanico, e se critico la politica della cina non sono anti orientale; criticare la politica di israele dovrebbe essere lo stesso, secondo me


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