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Aldo Moro e il tradimento della Sinistra Democristiana


fourfive19
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Sicuramente all’interno della DC personalità come Piccoli, Forlani, Bisaglia sabotarono il disegno compromissorio, ottennendo il sostegno del PSI.
Cossiga invece si schierò con gli Usa e gli “eurocomunisti” filo-atlantici del PCI, Andreotti stette più che altro al gioco, mentre i "morotei" e "fanfaniani" intuirono le manovre del PCI con alcuni settori della DC, favorevoli al "compromesso storico".

Il compromesso trovò una sponda soprattutto nella sinistra di “Base” (Marcora, De Mita, Misasi, Granelli, Galloni), in quel settore democristiano più determinato ad imbarcare i comunisti al governo.
Fu la sinistra DC (la Corrente di "Base") a tessere le trame che portarono alla fine di Moro. (chi ha tradito Mattei nel 1962? chi a svenduto privatizzando l'industria pubblica nel 1992?)
Entrambe le fazioni (gli eredi da un lato di Berlinguer e i “basisti”), cioé il nucleo comunista e quello di sinistra “cattolica”, andranno a costituire lo zoccolo duro dei governi di centrosinistra...

La Sinistra di base», venne fondata da Giovanni Marcora dopo il convegno di Belgirate, nel 1953.
La sinistra DC, ricevette dei cospicui finanziati da Enrico Mattei, il presidente dell’ENI. Perché sostengo che hanno tradito?

La sinistra DC assunse una posizione marcatamente anti francese e terzomondista in occasione della politica dell’ENI nei confronti dell’FNL algerino, ma il tradimento si consumò quando decisero di non seguire Mattei nella sua politica filo Iraniana (e sostanzialmente antiamericana) con cui l’ENI ruppe il cartello delle sette sorelle del petrolio mondiale.

Nel 1978, dal «carcere del popolo», il presidente della Dc Aldo Moro scrisse in una lettera indirizzata alla Dc che intendeva convocare una riunione del Consiglio nazionale del partito e che delegava a presiederla proprio Misasi.
Fino al 1978, anno del sequestro Moro la Sinistra Democristiana era rappresentata da tre componenti: la Sinistra morotea, allora capeggiata da Aldo Moro, la corrente di Forze nuove allora capeggiata dall'on.le Carlo Donat Cattin e la corrente di Base allora capeggiata dagli on.le Ciriaco De Mita e Nicola Mancino.

Con la scompasa di Moro, la corrente morotea si ridusse a pochi esponenti politici, la corrente Forze Nuove scomparve e la "Sinistra di Base" assunse la rappresentanza di tutta la DC.

Nella sua politica di allargamento al PCI, la sinistra DC, in particolare la sinistra di "Base" (ovvero quelli che guardavano con maggiore interesse a una ipotetica svolta filo-atlantica e filo-occidentale del PCI) fu la corrente democristiana che più si oppose alla sua liberazione e quella che impedì al Presidente della Repubblica Giovanni Leone di firmare la grazia a un a una brigatista detenuta in carcere, Paola Besuschio.

Nelle prime lettere dal carcere dei brigatisti Aldo Moro invocava insistentemente i suoi compagni di partito di dare incarichi di rilievo a Riccardo Misasi, (D.C. - Sinistra di Base, Riccardo Misasi allora era uno degli uomini più potenti e temuti del partito, chiamato di volta in volta "il gran visir", "il vicario", "il viceré" o "il grande cuciniere"), perchè evidentemente riteneva che Riccardo Misasi poteva risolvere in positivo la sua drammatica situazione.

Aldo Moro aveva ben compreso il tradimento della Sinistra Democristiana (La sinistra di "Base"). E questa deve essere stata la ragione, per cui dalla prigione brigatista delegò espressamente Riccardo Misasi allora figura di spicco della Sinistra D.C. di Base, il compito di convocare un Consiglio nazionale straordinario della Dc.

Ecco come si spiegno quei continui e ossessivi riferimenti a Misasi.

Attorno a De Mita si aggregò una folta schiera di tecnocrati ambiziosi che vanno da Scoppola a Sorge, da Andreatta ai Prodi (pessima la sua prima gestione dell'Iri), da Elia a Bolgiani e Rosati, tutti con la stessa storica pretesa di usare il mondo cattolico, come trampolino di lancio delle proprie mire per conquistare posizione di rilievo in campo accademico, oltre le poltrone nel parastato, Iri, Stet, Rai, ecc...

La stessa sinistra Dc, (legata a Carlo De Benedetti, Agnelli) che poi risulterà non a caso l’unica componente della vecchia DC a salvare le penne nella bufera giudiziaria di Tangentopoli. E furono sempre esponenti della Sinistra Democristiana a condurre le disastrose privatizzazioni che hanno impoverito il Paese negli anni Novanta.

Prodi, principale esponente della sinistra dc (quello della seduta spiritica, gradoli) fu iniziatore e protagonista, prima come presidente dell’Iri, (durante il suo secondo mandato 1993-94, poi come presidente del Consiglio 1996-99), delle privatizzazioni di alcuni dei più importanti settori trainanti dell'economia italiana: quello agro-alimentare già dell’Iri (acquisito da gruppi inglesi, olandesi ed americani), il Nuovo Pignone dell’Eni, la siderurgia di Stato, l’Italtel, l’Imi. Sono state inoltre privatizzate Telecom, in parte anche Enel ed Eni, già enti di Stato.

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