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Art 18 i sindacati adorano il precariato palese e criminale


Maria Stella
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ARTICOLO 18 I sindacati adorano il precariato

Bastava solo domandarsi chi ha inventato il “precariato” per capire come sarebbe andata a finire la storia

Di Nadine Federici

Ad Aprile i sindacati si stracciavano le vesti: la proposta del presidente Gianfranco Fini di attuare un contratto unico del lavoro che lasciasse maggior libertà di licenziamento alle aziende veniva definita come “una vecchia idea”, dal segretario confederale Uil Paolo Pirani. “Non mi sembra che abolire l’articolo 18 possa risolvere i problemi del precariato”, si agitava anacronisticamente il Pirani. Oggi sappiamo che era la solita manfrina di gente che oramai ha tanta credibilità, quanta ne ha Berlusconi a livello internazionale.
Colossale retro front da parte dei paladini degli oppressi. Sì perché la questione oramai è palese e criminale: da parte dei sindacati vi è la volontà netta di creare precariato, non di ridurlo, figuriamoci di abolirlo. Quindi, da sempre, remano contro alle reali ed uniche riforme strutturali proposte solo da Futuro e libertà e dal tanto odiato parlamentare Pd Pietro Ichino che in questi giorni torna a sostenere la necessità di introdurre il “contratto unico”.
Ma cosa significa “contratto unico”? Semplicemente  dare a tutti i lavoratori pari diritti. Non tutti hanno ben chiaro in testa che i contratti “a tempo determinato”, risultano molto vantaggiosi per i datori di lavori: innanzi tutto, il compenso è spesso legato al raggiungimento degli obiettivi, e non al monte ore speso nel rapporto di lavoro. Il rischio è che esso può non essere corrisposto laddove l’obiettivo non risulti raggiunto. Il contratto a progetto, poi, contiene un compenso lordo comprensivo di tasse, contributi Inps e assicurazione, e la modalità di erogazione non è necessariamente mensile. Il compenso, quindi, può riguardare anche un anno di lavoro e può essere erogato in una singola tranche, a conclusione del rapporto di lavoro. Il risultato è che non vengono corrisposte, pertanto, mensilità ulteriori come la tredicesima, e il trattamento di fine rapporto. Ovviamente, i giorni di assenza non sono retribuiti, come del resto avviene anche per gli altri lavori autonomi, cui è equiparato il contratto a progetto: semplicemente ci si deve ammalare o si può andare in ferie fra un contratto e un altro. Infatti, in caso di malattia e infortunio, la durata del contratto non viene prorogata, ma semplicemente si estingue alla scadenza stabilita. Il committente, però, è liberissimo di recedere dal contratto se la sospensione si protrae per un periodo superiore a un sesto della durata del rapporto di lavoro. Infatti il contratto può terminare senza giusta causa, quindi vi è il rischio di cessazione del rapporto contrattuale per eventuali assenze dal lavoro causa ferie, malattia, infortunio, maternità. Infine, per chi non lo sapesse, in caso di fallimento del datore di lavoro, i lavoratori con contratto a progetto non hanno accesso al Fondo nazionale di garanzia con il quale vengono pagati fino a tre mesi di stipendi arretrati e la liquidazione ai dipendenti. Questo, unitamente al non dover tenersi un lavoratore a vita neanche fosse stato adottato, rende i co.co.co e i co.co.pro molto appetibili. Il fatto che i sindacati italiani, non si siano mai impegnati per il ridimensionamento di uno scandalo di questo tipo, la dice lunga sulla loro utilità.
Di contro il contratto a tempo definito come “a tempo indeterminato”, oltre a presentare il forte svantaggio di legare in matrimonio datore e dipendente, ha tutta una serie di “rogne” non da poco: malattie, ferie, maternità, malattie di parenti tutti retribuiti. In più tredicesime, a volte quattordicesime. Una volta vi era anche il Tfr. In più tasse (lordo) da versare più esose. La possibilità di poter reiterare con vari escamotage i co.co.co. e co.co.pro, fa si che oramai i nuovi lavoratori vengano assunti per la maggior parte a tempo determinato.
La vera proposta (che tanto fa schifo alla sinistra, al Pdl ed ovviamente ai sindacalisti) sarebbe quella di prendere spunto dalle altre economie occidentali sviluppate caratterizzate da maggior liberismo, le quali –infatti- presentano mercati del lavoro molto più elastici. Dunque: un unico contratto che renda mai più appetibili co.co.co ed equivalenti, i quali sarebbero ristretti solo a determinati casi, come i lavori stagionali o le sostituzioni di lavoratori in aspettativa, malattia o maternità. E sì: anche maggior libertà di licenziamento, per far si che davvero tutti i dipendenti siano uguali, con gli stessi diritti e doveri. Sicuramente, rendere tutti i lavoratori licenziabili senza giusta causa, non serve assolutamente  a nulla. Nonostante siamo nel 2011, questo modello sembra non volersi attuare ed –arrivati a questo punto – sembra proprio che i nostro Paese sia arrivato a un punto di non ritorno.
Grazie al sì di quegli stessi sindacati che da decenni si impegnano affinché il mercato lavorativo italiano diventi precario, stagnante e asfittico, si potrà licenziare. O meglio: si potrà solo licenziare, mantenendo sempre due contratti.
L’emendamento presentato dalla maggioranza prevede che le intese sottoscritte a livello aziendale o territoriale possano derogare a leggi sul lavoro, comprese quelle sul licenziamento, e alle relative norme contenute nei contratti nazionali. Nel nuovo testo si ribadiscono il rispetto (teorico) per la Costituzione, i vincoli derivanti dalle norme Ue e le convenzioni internazionali sul lavoro e i diritti delle lavoratrici, a tutela dal licenziamento, in concomitanza del matrimonio o dei periodi legati alla maternità, all’adozione o all’affidamento con le relative tipologie di richieste di congedo: in poche parole si continua a far figli e figliastri, come piace ai sindacati rossi, solo che ora i “figli” potranno essere licenziati senza giusta causa, come già fanno liberamente i sindacati stessi che non sono mai stati obbligati ad applicare l’articolo 18.
Un secondo emendamento, firmato dal relatore Antonio Azzollini e accolto dalla Commissione, precisa, con implicito riferimento all’accordo sindacale del 28 giugno scorso, che l’efficacia delle intese sottoscritte a livello aziendale o territoriale, riguarda “tutti i lavoratori interessati a condizione di essere sottoscritte sulla base di un criterio maggioritario relative alle predette rappresentanze sindacali” realmente rappresentative. La sostanza è che tra le materie per le quali sarebbe possibile andare in deroga dalla legge e dai contratti nazionali figura anche il licenziamento e col sì dei sindacati si potrà licenziare. Complimenti. E dire che anche nella rossa Cina stanno cambiando le cose…


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dana74
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interessante.L'importante che poi vengano previste delle tutele per chi si ritrova tra un contratto ed un'altro o se non viene pagato o se appunto è disoccupato.
Purtroppo si ha bisogno di mangiare due volte al giorno e per legge non si può imporre diversamente anche se oggi vige il "ci si arrangi" poi se volessero per legge potrebbero sospendere il pagamento delle bollette e mutui causa contratti non remunerati perché sospesi ma ahimé Equitalia viene a bussare lo stesso e le utenze sospese lo stesso.


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Maria Stella
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Purtroppo i delinquenti criminali che guidano il ballo a tutti i livelli in Italia, non ci metteranno mai nella condizione minimale di benessere che altri Paesi in europa assicurano ai loro cittadini, sebbene gli estorcano mole meno tasse e balzelli. Il baco è nelle menti distorte parassitarie e truffaldine di troppi. Come Giustamente nota Dana

L'importante che poi vengano previste delle tutele per chi si ritrova tra un contratto ed un'altro o se non viene pagato o se appunto è disoccupato.
Purtroppo si ha bisogno di mangiare due volte al giorno e per legge non si può imporre diversamente anche se oggi vige il "ci si arrangi" poi se volessero per legge potrebbero sospendere il pagamento delle bollette e mutui causa contratti non remunerati perché sospesi ma ahimé Equitalia viene a bussare lo stesso e le utenze sospese lo stesso

Ma per prevedere e fornire di tutele i disoccupati o chi si trova tra un contratto e l'altro, ci vorrebbe una equa e sana redistribuzione delle risorse dello Stao, il nostro simil/ Stato è elefantiaco, famelico ed indifferente, oltre che criminale e criminogeno, non redistribuisce ARRAFFA, ed i sindacati ci sguazzano dentro come topi nel formaggio. Che almeno gli Italiani si sveglino e soprattutto che molti la smettano di fingere di cader dal pero per due lire luride. Urliamo il nostro disprezzo in faccia a chi lo merita, almeno che non pretendano il rispetto!!


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materialeresistente
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"La vera proposta (che tanto fa schifo alla sinistra, al Pdl ed ovviamente ai sindacalisti) sarebbe quella di prendere spunto dalle altre economie occidentali sviluppate caratterizzate da maggior liberismo, le quali –infatti- presentano mercati del lavoro molto più elastici."

Direi che questo punto è essenziale, fa la differenza tra il tasso di disoccupazione degli U.S.A., della Francia etc. e noi.
Ma fatemi il piacere.


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Maria Stella
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@ materialeresistente:

"La vera proposta (che tanto fa schifo alla sinistra, al Pdl ed ovviamente ai sindacalisti) sarebbe quella di prendere spunto dalle altre economie occidentali sviluppate caratterizzate da maggior liberismo, le quali –infatti- presentano mercati del lavoro molto più elastici."

Direi che questo punto è essenziale, fa la differenza tra il tasso di disoccupazione degli U.S.A., della Francia etc. e noi.
Ma fatemi il piacere.

Tu hai mai potuto constatare "di persona" quanto ci vuole a trovare in Inghilterra un medio lavoro, retribuito in modo da poterti permettere una casa confortevole e non un loculo all'italiana. di mangiare, vestirti, e magri andare con oculatezza a teatro ed a cena con gli amici? E quanto tempo ti ci vuole in Francia ed in alcuni cantoni svizzeri o in Germania? Non credo da come commenti. Da noi la macchina statale è tanto pigra , famelica ed elefantiaca e tanto menefreghista verso il cittadino, che trovare lavoro è un vero al lotto, affittare un loculo costa più dello stipendio medio di un giovane, e tra un lavoro ed un altro possono passare due o tre anni a meno che tu non sia figlio di.. oppure tanto bravo che mandi un curriculum in uno dei posti elencati o altrove fuori da questo Paese di furbi , e ti mandano a chiamare in breve.. infatti stiamo perdendo i giovani e da molti anni.. però cerchiamo di imbarcare da fuori gente molto povera per fare risparmiare i soliti imprenditori inciucianti col potere, solo che anche quelli , scoperto l'inghippo e scoperto che appena diventano regolari li ammazzano di tasse.. se ne ritornano al paese d'origine.. ormai se ne vanno in comitiva.. le nostre marcegaglie ed i loro reggicoda sindacali non so proprio dove andranno a fare i loro pseudo corsi di preparazione alla ricerca di polli da spennare per fare abbassare ancora di più il valore del lavoro... Se ne andranno moltissimi altri ancora, temo che qualcuno alla fine dovrà alzare le auguste chiappe dalla sedia e cominciare a lavorare sinno' nun magna!


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Tonguessy
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Tu hai mai potuto constatare "di persona" quanto ci vuole a trovare in Inghilterra un medio lavoro, retribuito in modo da poterti permettere una casa confortevole e non un loculo all'italiana. di mangiare, vestirti, e magri andare con oculatezza a teatro ed a cena con gli amici?

Telefonata di lavoro giusto prima delle ferie. Il tizio chiamava dal call center di Londra a nome di una primaria multinazionale nel campo delle misurazioni elettroniche. Succo del discorso privato (appurato che non c'era trippa per gatti): lui, italiano, due lauree, esperienza importante nel settore, si era dovuto trasferire a Londra per cercare di mantenere vivo il rapporto con la ditta. Riusciva a malapena a sfamarsi e a pagare la stanza in cui dormiva. E quello era l'ultimo giorno di lavoro. Era troppo vecchio, con i suoi 40 anni, e la multinazionale aveva altre priorità.

D'altronde i riots di Londra qualcosa che non sia l'opulenza di cui sopra dovrebbero suggerire.


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Maria Stella
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Tonquessy, stranissima la tua esperienza, io ho figli giovani, con una sfilza di amici, a Londra ancora si trova lavoro, anche se meno agevolmente di prima , comunque i ragazzi italiani che sono a londra o in altre locaità che non siano l'italia, hanno trovato buone sistemazioni e vengono pagati per quello che sanno fare, e non solo, chi nel suo lavoro è capace, indipendentemente da ogni altra considerazione viene valorizzato e se occorre anche pagandogli dei corsi di formazione SERI . Qui a leggere giornali e blog, pare che non esistano che i ricercatori.. boh, andiamo per mode e per blocchi, anche questo è sospetto.. Questi ragazzi NORMALI, che non sfruttano raccomandazioni, non le cercano, e non le hanno cercate, poi vengono qui a trovare le famiglie, stanno tutti messi molto bene, non si sentono sfruttati da quattro furbastri che evitano di pagarli "perchè si debbono "fare le ossa" come capita a chi è rimasto in questo paese di ladri di polli. Un fisco equilibrato, possibilità di comunicare con le istituzioni che ti guidano a non sbagliare, mentre da noi spesso queste, messe in mano a gente che non posso definire, arrivano a darti indicazioni fumose ed errate per farti sbagliare e poi multarti.. una vergogna che rende criminale lo Stato e la PA, che si preferice sottacere per stupidità e paura, e che sta incancrenendo la situazione, negarlo è secondo me o da ciechi o da imbecilli. Fuori da qui trovi assai facilmente invece rapidità e CERTEZZA dei diritti.. tutte cose a noi sconosciute, noi che affoghiamo vittime della mediocrità di piccoli magliari che , inseriti come dadi sabotatori negli ingranaggi della PA, sfruttano il loro piccolo potere per continuare a non fare un cacchio e permettersi certe comodità da carosello, macchina : suv grosso e frallocco, terme pagate spesso da noi, vestitini smerlettati e ridicoli che svettano per i corridoi di deserti uffici, e vacanze vippose secondo il loro metro , chiusi, credendo di fare vacanza, per una settimana nel recinto nazional popolare di qualche club per potere dire: io sono stato a.. ed esibire una abbronzatura bruciata e cancerogena che li qulifica per quel che sono: omuncoli e donnuncole, e spesso anche topi voraci infilati nel formaggio.. ma siamo alla fine del cacio e quasi quasi viene da tirare un sospiro di sollievo!


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