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Caccia no limits, l´ultima battaglia


Tao
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Oggi alla Camera la controriforma: previsti più mesi per sparare La commissione Agricoltura discute la possibilità di allungare il calendario

ROMA - Caccia no limits: riparte l´assalto. Oggi in commissione Agricoltura della Camera arriva l´articolo 43 della legge comunitaria 2009, quello in cui, dichiarando di adeguarsi alla normativa europea, si tenta la via opposta, cioè l´ulteriore allontanamento delle direttive comunitarie sui migratori che l´Italia ha già violato abusando delle deroghe.
Per la battaglia sulla caccia sono le ultime, decisive, ore. Accantonata per il momento la deregulation totale (si era arrivati a proporre di mettere le doppiette in mano ai sedicenni), la maggioranza punta su una mediazione che, al momento, trova pochi consensi. Nella nuova versione, la controriforma sulla caccia, invece di dare mano libera totale alle Regioni per modificare i calendari venatori, si limita a ritocchi più limitati: quanto basta comunque ad aprire le porte per le battute di caccia ad agosto, nelle campagne piene di gente, e a febbraio, sparando sui migratori che volano verso la riproduzione.
«L´estensione del calendario venatorio prevista dall´articolo 43 è un disastro ecologico e gestionale», sostengono i presidenti di Wwf, Enpa, Lipu, Lav, Fare Verde, Animalisti italiani, Amici della terra, Oipa e Lida. «Si permetterebbe alle Regioni di allungare la stagione di caccia a periodi cruciali per gli animali selvatici per i quali l´Unione europea chiede invece la completa protezione».
Se la norma passasse - aggiunge Nino Morabito, di Legambiente - ad agosto le Regioni potrebbero decidere di aprire la caccia alla folaga, al germano reale, al merlo, alla pavoncella e alla tortora. Mentre a febbraio si potrebbe sparare all´allodola, al colombaccio, al fischione, alla gallinella d´acqua e alla marzaiola. In altre parole differenziando l´apertura e la chiusura delle stagione di caccia nelle varie regioni si potrebbe continuare ad allargare a piacere il calendario venatorio: esattamente il contrario di quanto l´Europa ci chiede di fare.
Scontenti anche sul fronte degli oltranzisti della doppietta. Per il senatore del Pdl Franco Orsi, uno dei più impegnati a favore della caccia no limits, «la montagna rischia di partorire un topolino». I fautori della deregulation totale temono l´intervento dell´asse moderato che fa perno sul ministro dell´Ambiente Stefania Prestigiacomo e sul ministro del Turismo Maria Vittoria Brambilla: entrambe schierate a difesa del ruolo dell´Ispra, l´Istituto superiore di protezione e ricerca ambientale, e contrarie, per motivi ecologici ed economici, all´allargamento del calendario venatorio.
«Bisogna difendere i paletti posti dalla legge quadro: il clima di scontro frontale non paga, non paga neppure elettoralmente visto che molti rappresentanti dell´estremismo venatorio non sono stati eletti», commenta Osvaldo Veneziano, presidente di Arcicaccia.

Antonio Cianciullo
Fonte: www.repubblica.it
14.04.2010


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