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CORSERA: scoop di De Benedetti e il suicidio istituzionale


Rosanna
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Sul Corriere della Sera lo scoop di De Benedetti e il suicidio istituzionale in diretta

Per quanto ignorato, o censurato, prudentemente in prima pagina, Carlo De Benedetti ha affidato al Corriere della Sera uno scoop in qualche modo riparatore di quello mancato di recente, quando sulle colonne della sua Repubblica furono annunciate, o preannunciate, per mano di Stefano Folli le dimissioni del presidente della Repubblica – quella vera, non di carta – a cavallo fra gli ultimi giorni dell’anno ancora in corso e i primi del nuovo.

Ora De Benedetti, felicemente alle prese con la sua seconda giovinezza, regalatagli all’età di sessant’anni – come lui stesso ha raccontato – dall’innamoramento per Silvia Monti, ha annunciato con il megafono di Aldo Cazzullo, appunto sul Corriere della Sera, che si voterà per il rinnovo delle Camere “nella primavera 2015, dopo che il 31 dicembre Napolitano si sarà dimesso”.

Matteo Renzi e Silvio Berlusconi si illudono, poveretti, o pretendono disinvoltamente di illudere amici ed elettori di avere garantito con il loro ultimo incontro a Palazzo Chigi, ottavo da quello di gennaio al Nazareno, il proseguimento di questa diciassettesima legislatura sino alla scadenza ordinaria del 2018.

No, signori, De Benedetti ha notizie, e non solo naso, migliori, o peggiori, secondo i gusti, delle nostre e di quanti altri sperano, specie fra i parlamentari in carica timorosi di non essere neppure ricandidati al prossimo giro dai loro partiti, che si tornerà a votare fra tre anni e mezzo. Il dado per le elezioni anticipate è tratto con la decisione del capo dello Stato, ritenuta evidentemente irrevocabile da De Benedetti, di lasciare il Quirinale fra qualche settimana, anche se le Camere riuscissero nel frattempo a fare il miracolo promesso da Renzi e Berlusconi: l’approvazione al Senato della nuova legge elettorale, tanto lungamente e inutilmente attesa dal buon Napolitano. Una legge, chissà con quale soglia e premio di maggioranza, vista la nebbia perdurante a questo proposito anche dopo l’ultimo incontro fra Renzi e Berlusconi, che la Camera però non farebbe in tempo ad approvare. O, se approvata con chissà quale capriola, sarebbe destinata solo all’elezione dei deputati, per cui il Senato sarebbe rieletto nella sua vecchia veste, su base regionale, come è ancora prescritto dalla Costituzione, con quel che è rimasto della legge elettorale nota come porcata dopo i tagli apportati dalla Corte Costituzionale: una legge cioè rigorosamente proporzionale, senza premio di maggioranza. Ciò significherebbe passare da un Parlamento caotico ad un altro ancora più caotico.

Lo scenario immaginato e annunciato dall’”Ingegnere”, come De Benedetti viene comunemente definito, è di quelli che possono far paura solo a vecchi rincitrulliti come probabilmente siamo io e molti che mi stanno leggendo, non a chi a ottant’anni appena compiuti – auguri, ingegnere - ha avuto e ha la fortuna di vivere una seconda, ardimentosa ed evidentemente eterna giovinezza. Uno scenario in cui il volenteroso De Benedetti vede un Renzi tanto rafforzato dagli elettori da poter fare poi il miracolo di cambiare verso non solo all’Italia ma anche, o soprattutto, all’Unione Europea. Ed ottenerne il consenso a fare finalmente di testa sua, pure con i conti, con la moneta e quant’altro.

Un simile scenario ruoterebbe, in ogni caso, attorno ad un nuovo presidente della Repubblica così disinvoltamente supino ai progetti e agli interessi di Renzi da sciogliere le Camere che lo hanno appena eletto, delegittimando così il suo stesso mandato. Saremmo insomma al suicidio istituzionale in diretta.

http://www.formiche.net/2014/11/14/sul-corriere-della-sera-lo-scoop-de-benedetti-il-suicidio-istituzionale-diretta/


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