Notifiche
Cancella tutti

E’ morto Nicola Pellecchia, tra i fondatori dei Nap


radisol
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 8261
Topic starter  

E’ morto ieri sera Nicola Pellecchia, compagno napoletano, fondatore - insieme ad altri - dei Nuclei Armati Proletari, protagonista della lotta armata degli anni ’70.

Ha lottato a lungo contro un tumore carogna e decine di iniziative erano state organizzate un po’ in tutta Italia per sostenerlo in questa sua purtroppo ultima battaglia.

Ospiteremo messaggi e ricordi di chi lo ha conosciuto. E intanto ripubblichiamo volentieri questo articolo uscito poche settimane fa su un giornale "insospettabile" come il perbenista "Il Mattino" di Napoli. Ma quando una persona come Nicola te la trovi davanti, esattamente come con Prospero, è difficile per chiunque - che sia intellettualmente e umanamente onesto - rifugiarsi nei luoghi comuni che proprio i media hanno per 40 anni sparso a piene mani. Ciao Nicola, che la terra ti sia lieve.

http://www.contropiano.org/news-politica/item/15288-e-morto-nicola-pellecchia-tra-i-fondatori-dei-nap

*****

Gli anni di piombo, i Nap a Napoli e la difficile lotta per la vita di Nicola Pellecchia

Gigi Di Fiore

Venne in redazione vent’anni fa. Da poco era uscito dal carcere, dopo aver scontato, senza essersi mai dissociato dalla sua scelta passata, tutta la pena. Sereno, sguardo da vita intensa, Nicola Pellecchia aveva accettato di raccontarmi la sua esperienza di fondatore napoletano dei Nap prima, passato in carcere con le Br poi.

Anni di piombo, terrorismo, impegno politico. In quel periodo, scrivevo una serie di pagine per Il Mattino sui personaggi napoletani di quegli anni, visti da più angolazioni: ex terroristi, vittime, inquirenti. Nicola mi parlò di una storia, la sua, che non rinnegava se stessa e che lo aveva portato in carcere nel 1975, con una condanna a 21 anni e mezzo. Era stato anche rinchiuso all’Asinara, poi trasferito nei giorni convulsi della trattativa Stato-camorra per il rapimento di Ciro Cirillo. Speravano potesse fare da tramite tra brigatisti fuori e in carcere. Non fece nulla.

Alla fine di una lunga chiacchierata, mi disse: "Ho parlato con piacere con te, ma non mi va che la mia storia faccia parte di quelle che stai scrivendo". Andava bene così: comunque mi affidò ricordi, chiavi di lettura. Impegno politico, amici, privato. Annamaria Mantini, tra i giovani morti in quell’esperienza Nap, era stata la sua compagna.

Figlio di un avvocato civilista del quartiere Vomero, in quei giorni Nicola Pellecchia aveva cominciato a lavorare nello studio del genitore. Poi, la folgorazione di Procida. Mare, sole, pesca. Un’altra scelta di vita: si trasferì sull’isola, con la mamma e la compagna. Ebbe un figlio. E si schierò a difesa dei diritti dei 200 pescatori procidani, mettendoli insieme. Non era mai successo. Una vittoria. Meditava di scrivere un memoriale, tanti come lui lo hanno fatto. Dopo l’esperienza di quegli anni, alcuni sono diventati scrittori famosi.

Nicola sta male, molto male. Ha di quei tremendi mali contro cui o lotti, o cadi nella disperazione. Un primo intervento chirurgico a Napoli, poi da mesi il trasferimento a Milano per affrontare cure costose. Ai discussi funerali del brigatista Prospero Gallinari era assente e il suo nome è stato pronunciato tra quelli giustificati nel suo non esserci.

In questi giorni, su Nicola Pellecchia è partito un tam tam, soprattutto informatico, di solidarietà. Collettivi, reduci di quegli anni, militanti della sinistra, frequentatori di piazza Medaglie d’oro al Vomero negli anni Settanta: cene a tema, dibattito con Valerio Lucarelli (autore di un bel libro sulla storia dei Nap), concerti come quello di Daniele Sepe. Tutto serve a raccogliere fondi, sotto il coordinamento di Ada Negroni, altra reduce milanese di quegli anni di piombo.

In rete, gira una bella foto del volto di Nicola, baffoni e capelli lunghi ormai grigi, naso deciso. C’è fierezza in quell’immagine, di chi ha scelto, pagato, mai rinnegato. Con coerenza e, si sa, chi sconta la sua condanna va sempre rispettato. Comunque la si pensi. Nicola Pellecchia ora lotta per la vita. Quella che, nel bene e nel male, ha sacrificato alle sue convinzioni. Rispetto, ma non silenzio ora, se si può aiutare in concreto il "vecchio militante dei Nap". Ora è solo un uomo coerente, che ha bisogno di mani tese.

da Il Mattino di Napoli, del 12/02/2013

------------------------------------------

Mai rinnegato, mai arreso, mai domo. Ciao Nicola!

Nella serata di ieri è morto Nicola Pellecchia, compagno napoletano considerato come uno dei fondatori dei Nap, successivamente passato in carcere nelle Br. Nicola venne arrestato il 13 luglio 1975 a Roma, due anni dopo venne condannato dalla Corte d'Assise di Napoli a 21 anni e 5 mesi di carcere.

Mai dissociato dalla sua scelta, mai pentito per quel percorso che aveva deciso di intraprendere e mai rinnegando il suo impegno politico, Nicola uscì dal carcere scontando tutta la pena, sempre a testa alta nelle durissime condizioni delle carceri speciali, rifiutando qualsiasi collaborazione con lo stato anche quando quest'ultimo, nelle sue innumerevoli strategie, ha cercato di avere il coltello dalla parte del manico, cercando in Nicola un tramite tra brigatisti fuori e in carcere. Un tramite che non trovarono in Nicola, che nella sua fermezza e serenità politica affrontò gli anni del carcere con lucidità e estrema coerenza. Una coerenza dimostrata anche una volta uscito dal carcere, quando si è trasferito nell'isola di Procida, dedicandosi ad organizzare i pescatori dell'isola contro lo strapotere dei grossi mercanti, per difendere i diritti di 200 pescatori, mettendoli insieme.

E se Nicola ha combattuto fino all'ultimo anche con la stessa malattia incurabile che lo ha condotto alla morte, rimane nel ricordo la sua storia, il suo impegno e il suo sguardo fiero che ha saputo guardare oltre i confini di quel mare che lo circondava, mai rinnegato, mai arreso, mai domo.

InfoAut Redazione 20 Marzo 2013

http://www.infoaut.org/index.php/blog/varie/item/7216-mai-rinnegato-mai-arreso-mai-domo-ciao-nicola

----------------------------------------

Dal libro di Valerio Lucarelli

"Vorrei che il futuro fosse oggi. Nap, ribellione, rivolta e lotta armata"

“Il primo ex nappista incontrato è stato Nicola Pellecchia. Da anni vive a Procida, l’isola di Arturo. Il mare come barriera protettiva. Un pomeriggio gli descrissi i miei contatti fiorentini che un tempo avevano animato il Collettivo Jackson. Di norma deciso, il timbro della voce di Nicola parve per un attimo incerto.
“Sai che Annamaria era la mia compagna?”.
Annamaria Mantini, nappista come il fratello Luca, trovò la morte nel luglio 1975, due mesi dopo il sequestro del giudice di Gennaro. Con garbo, Pellecchia mi rivelava qualcosa di intimo, di profondo. Non risposi. Capii che quel pensiero non era concluso. “Sono stato a Firenze, ho chiesto informazioni, ma invano. Mi sono rivolto anche all’autorità cimiteriale. Senza successo. Credo che i compagni di Firenze sappiano bene dove è sepolta. Se lo venissi a sapere…Mi piacerebbe andarla a trovare”.
Il suo problema diveniva mio. Prima di ogni ricostruzione, era per me doveroso scoprire dove Annamaria Mantini riposava. Riuscii a saperlo. Se il senso del mio lavoro era quello di riannodare i fili strappati, sentivo già di averne ricucito uno.”

---------------------------------

Ciao Nicola. Ci lascia un amico di tanti procidani

Stamattina Nicola Pellecchia ci ha lasciato. Addio, Nicola, con te perdiamo non solo un amico, ma l’ultimo guerriero, colui che ci ha insegnato il valore della coerenza, del coraggio, la necessità della fede in un Ideale ( condivisibile o meno) perseguito però con tenacia, anche a costo della libertà, e della vita stessa.
Senza alcuna retorica
, stasera tutti noi perdiamo un fratello, che venti anni di galera e due di malattia non sono riusciti a piegare, un compagno dall’anima bella e fiera..riposa in pace Nicola, il nostro abbraccio ti accompagna.

Giuseppina De Rienzo

http://procida.blogolandia.it/2013/03/20/ciao-nicola-ci-lascia-un-amico-di-tanti-procidani/

--------------------------------------

Ti ci avrei accompagnato più che volentieri a trovare quella tomba, fra gli ulivi di Settignano. Per te sarebbe stata la prima, per me la centesima, forse, e anche più, da quei giorni che ci hanno fatto di quello che siamo, per quello che valiamo, poco o molto che sia.
Un abbraccio, e che il rumore del mare ti consoli!

franco senia


Citazione
radisol
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 8261
Topic starter  

Ieri i funerali a Procida, in fretta e furia, non hanno permesso a molti di noi di andarlo a salutare,
di stringerci ai suoi compagni più stretti, in quel quadro struggente che è quell’isoletta partenopea.
Il mare grosso ha reso duro il viaggio anche per chi doveva attraversare solo quel tratto di golfo

A PUGNO CHIUSO NICOLA, la tua storia, la tua lotta fino all’ultimo contro lo Stato,
contro il male che t’ha strappato a tua figlia e al tuo mare.

La terra sarà come un’onda, schiuma di mare, profumo di iodio.

carissim*,
Nicola ha finito ieri il suo andar morendo, con rabbiosa persistenza che resisteva mostrando “cosa può un corpo”.
Penso alla sera del secondo comune compleanno assieme, a casa di Ada.

Io stramazzavo quasi sotto il peso di una magnifica fisarmonica “maggiore” trovata da Ada e troppo bella, un po’ sprecata dall’aleatorio dilettante di passaggio, ma lo sforzo era nulla rispetto alla pertinace potenza di persistere nel proprio essere che Nicola incarnava.

Col viso di cenere, è restato fino all’ultimo alla tavola, e la mattina è volato dalla figlia nell’isola che sa di
sortilegio segreto. Era finita, si capiva già, ma lui continuava a strappare minuti di tempo di vita, come Prometeo rubava il fuoco ai suoi dèi.

Per ora non ho energia per dire altro, e lo farò poi.

Il funerale è oggi, chè venerdì Procida sarà ancora più irraggiungibile, per causa di sciopero che si aggiunge al mare grosso (questo per me è impresso nel ricordo della prima volta che l’ho vista, arrivando col cuore grosso e una quindicina di sodàli arrivati laggiù per essere assieme alla dispersione delle ceneri di Roberto Silvi…
Il fotogramma è quello di Nicola, che prende il sacchetto delle ceneri dalle mani di Janie nel punto oltre il quale nojaltri cittadini non dobbiamo andare, ché c’è rischio di spezzarsi le gambe scivolando sul mucchio dei lastroni di pietra, frangiflutti più che molo, e si avvia, dritto e con passo elastico, fino alla punta della muraglia, diciamo, d’improvviso spericolatamente inseguito da un Ermanno materializzatosi come una specie di nero uccello marino, lo spolverino
impermeabile svolazzante al vento, le scarpe pericolosamente da città…). Ci saranno dunque Fabia e la loro figlia, i pescatori di Procida e qualche amico di lì, e un pugno di compagne e compagni che erano già lì, nei suoi giorni estremi.

“È tutto per ora” cioé ben poco, comunque si vedrà. Per intanto un
abbraccio, Oreste

2. Il primo rintocco della“campana” che aveva suonato per lui :

” Questa notte Nicola e morto, a casa sua, circondato dall’affetto di tutti, ringrazio ancora chi di voi ha permesso, con il proprio contributo solidale, di rendergli meno gravoso questo distacco, Ada “

da baruda.net Oreste Scalzone


RispondiCitazione
Condividi: