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Ecco perchè non danno le notizie


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Gli editori dei quotidiani che incassano i milioni di euro dei fondi pubblici conferiti loro annualmente dallo Stato - cioè da noi - pagano i loro collaboratori 2 euro ad articolo. Ma ancora più spesso assolutamente nulla. L'Ordine dei Giornalisti ha chiesto a circa 1000 giornalisti freelance e 4000 giornalisti professionisti di una sessantina di testate, fra cui molte nazionali, di rivelare le condizioni in cui lavorano.

Alcuni esempi? “La Voce di Romagna”, che paga un articolo 2 euro e 50, e “Il Nuovo Corriere di Firenze”, che offre ai collaboratori forfait mensili da 50 a 100 euro. Ad entrambe le testate vanno contributi pubblici per oltre 2 milioni e mezzo di euro l'anno. “La Repubblica” (che rientra nel contributo al “gruppo l'espresso/la repubblica” di oltre 16 milioni di euro) paga 30 euro un articolo di 5000 – 6000 battute. “Il Messaggero” (circa un milione e mezzo di contributi) paga al massimo 27 euro ad articolo. L'“ANSA” paga 5 euro per ogni lancio. L'“APCOM” offre da 4 a 8 euro, ma non paga nulla nel caso in cui l'evento assegnato non si realizzi. “Il Sole 24 ore” (oltre 19 milioni di contributi l'anno) paga 50 centesimi a riga. “Libero” (5 milioni e 451 mila euro di contributi) dà 18 euro anche per un'apertura. “Il Manifesto” (oltre 5 milioni di contributi) pare non paghi alcuno degli articoli scritti dai collaboratori, neanche per le aperture.

Tutto ciò dimostra come quello del giornalista freelance (la categoria che si è potuta permettere il lusso di rispondere al sondaggio) sia uno dei lavori più precari e meno retribuiti dell'intero paese. E, di conseguenza, sia sottoposta a ricatto quotidiano, per cui poi non ci si può lamentare se certe notizie non vengono date, o vengono date in cinque righe e mezza a pagina sette ( http://www.byoblu.com/post/2012/07/20/CINQUE-RIGHE-E-MEZZA%21.aspx ) . Gli editori infatti si inchinano schettinamente alle richieste del governo di turno, per non perdere il pingue finanziamento, mentre le grandi firme del giornalismo si guardano bene dal mettere in risalto le cose scomode per non perdere il posto molto ben retribuito. Dulcis in fundo, i collaboratori non possono permettersi scoop o rivelazioni perché ricattati con contratti capestro. Sembra che il coraggio sia ormai una prerogativa per soli blogger.

Ecco perché sarebbe stata importante la proposta di legge dell'Onorevole Meloni, che prevedeva l'istituzione di una “commissione specifica” per impedire che le testate sfruttassero i giornalisti precari e non applicassero retribuzioni adeguate, escludendo i trasgressori dai contributi pubblici. Ecco perché questa legge sarebbe stata un caposaldo per l'inizio di una nuova trasparenza dell'informazione e per garantire giustizia sociale sui posti di lavoro. Ecco perché, dopo essere stata approvata dalla Camera, di questa stessa legge è appena stata fatta carta straccia al Senato, per la meritoria opera demolitrice di Elsa Fornero. 

L'Italia è piena di giornali di partito, di corrente o di condominio che campano con i soldi dei contribuenti e riempiono le loro redazioni di giovani e meno giovani, precari e sottopagati, mantenendoli sotto la soglia della povertà per meglio servire le istanze del Governo di turno. Molti di questi “Editori" da due euro al pezzo, magari, pagano anche con un anno di ritardo. Oppure, dopo un certo numero di articoli "pagati" (si fa per dire), pretendono tutti gli altri pezzi a titolo gratuito. Altri, invece, danno al massimo forfait mensili di 50 - 100 euro. Intanto Luigi Gubitosi, neo d.g. Rai, viene stipendiato con 650mila euro l’anno, sempre per la famosa storia della “spending review”.

Stefano Davidson
Fonte: www.byoblu.com/
Link: http://www.byoblu.com/post/2012/07/26/Ecco-perche-non-danno-le-notizie.aspx#continue
27.07.2012


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Tonguessy
Membro
Registrato: 2 anni fa
Post: 2779
 

La vera causa della propaganda è esattamente questa. Un'informazione seria ha bisogna di investigazioni, di tempo e di soldi. Togliete i soldi e quello che i giornalisti fanno è leggere i comunicati ansa e ricamarci sopra qualche frase. Molto meglio quindi lanciarsi in elzeviri relativi a fatti di cronaca nera che indagare sulle potenti lobbies che governano i paesi e spostano i baricentri.


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esca
 esca
Noble Member
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La piovra funziona molto bene. Che i telegiornali e le classiche testate editoriali non facciano informazione pura ma propaganda immonda è noto a molti, parlando qua e là con la gente, ma il fatto grave è che i medesimi continuano a seguirli un po' passivamente, un po' pigramente, mentre mangiano o prendono un caffè per abitudine, come se il gesto servisse a ricordargli che sono "vivi".
Giornalisti onesti nell'intenzione ce ne sono ancora alcuni, e per loro il consiglio potrebbe essere quello di trovare un'alternativa piuttosto che, come in qualsiasi altro mestiere, scendere a compromessi per una carriera in ascesa, privilegi o per paura di essere tagliati fuori dal sistema.
Lascino l'onere di ricevere i pomodori marci in faccia (probabile futuro visti i tempi che si affacciano) ai loro colleghi e soprattutto alle colleghe con le labbra rifatte a canotto, come ogni velina che si rispetti, grazie ai lauti riconoscimenti economici per non aver svolto il loro mestiere di veri informatori sui fatti. Diversamente, se si prescinde da questo principio, il mestiere del giornalista è perfettamente inutile.
Ci sono molte persone vittime di delocalizzazioni estere aziendali lasciate a casa senza se e senza ma, costretti ad inventarsi un'alternativa con cui campare causa, appunto, cessazione attività.


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ws
 ws
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 551
 

utto ciò dimostra come quello del giornalista freelance (la categoria che si è potuta permettere il lusso di rispondere al sondaggio) sia uno dei lavori più precari e meno retribuiti dell'intero paese.

peggio per loro , per raccontare le balle dei padroni potrebbero almeno farsi pagare meglio...

cmq che bell' esempio di " caporalato" ...manco fossero profughi subsahariani... 👿


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