In base al DDL Butti, in discussione alla 2° Commissione Permanente (Giustizia), qualunque sito web dovesse utilizzare anche un solo stralcio di articolo di giornale per commentarlo, sarà tenuto a stringere accordi con l'editoria o con i suoi rappresentanti per acquistarne i diritti di utilizzo. Una follia che risponde alle esigenze delle lobby dell'informazione e che contravviene allo stesso principio della libertà di espressione, facendo carta straccia del diritto di cronaca sancito dall'articolo 65, comma 2, della legge sul diritto d'autore. In questo post tutti i dettagli: "Distruggere l'informazione".
Se questa modifica dovesse diventare legge, il libero dibattito in rete risulterebbe ostacolato da quegli stessi gruppi editoriali che usufruiscono di ingenti fondi pubblici per produrre informazione privata e inutilizzabile perfino dai lettori, paganti due volte, dei loro giornali.
Il futuro è già in rete: ogni tentativo di soffocarlo riproducendo un passato di concentrazione e di controllo, anziché reinterpretarsi al passo con i tempi e con le nuove tecnologie, è destinato a fallire e fallirà. A cominciare dal DDL Butti.