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Ghedini:"007 ad Arcore?no vigilantes privati


helios
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MILANO - Forze dell'ordine e 007? Macchè, è un servizio di vigilanza privata a controllare l'ingresso della villa di Arcore del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. L'informazione - che non collima con i dati forniti al Copasir - è contenuta negli atti della difesa del premier nel'ambito dell'inchiesta della procura di Milano sui cosiddetti 'festinì a Villa San Martino. «Non c'è una vera e propria identificazione e controllo. Quando le dimore del premier erano considerate residenze alternative a palazzo Chigi, le identificazioni erano effettuate in modo più accurato e ciò accadde fino a dopo metà 2006. Oggi l'ingresso compete al servizio di vigilanza privato e non alla sicurezza del presidente».

Questo ha riferito agli avvocati Piero Longo e Niccolò Ghedini, nel corso di un colloquio investigativo, Antonino Battaglia, «responsabile di uno dei turni» della sicurezza di Berlusconi «fin dal 1990». Attualmente Battaglia è inquadrato nei Servizi con la qualifica di dirigente di seconda fascia. «Per quanto a mia conoscenza - ha aggiunto Battaglia - l'identificazione avviene all'ingresso con contatti con la segreteria, non con controllo di documenti ma con una lista di invitati che viene comunicata dalla segreteria». Parole che non sono piaciute ad Ettore Rosato (Pd), del Copasir. «È una barzelletta: se fosse così - ha osservato - significherebbe che viene controllato tutto da forze dell'ordine e servizi segreti, tranne l'ingresso dove entra chi vuole». Si tratta, ha spiegato, «di notizie preoccupanti. In primo luogo perchè è sempre stato detto che il dispositivo di sicurezza del premier era da ritenersi secretato; in secondo luogo perchè se fosse vero quanto dichiarato negli atti della difesa di Berlusconi, ciò risulterebbe incongruente con quanto è stato a noi comunicato, oltre che rappresentare una chiarissima falla nel sistema di sicurezza». Agli inizi dello scorso dicembre il sottosegretario con delega ai servizi Gianni Letta ha consegnato al Copasir una relazione di poche pagine in cui viene illustrato il dispositivo di protezione del presidente del Consiglio, curato dall'Aisi. La vigilanza fuori dalle residenze di Berlusconi sarebbe di competenza delle questure. Il servizio, ha puntualizzato il componente del Comitato, «è sempre assicurato da intelligence e forze dell'ordine, non da vigilanza privata che può essere aggiuntiva, ma non sostitutiva». Anche su questo, ha annunciato, «chiederemo conto dopodomani al sottosegretario Letta nell'audizione in programma. Non vorrei che nel tentativo da parte del premier di arrampicarsi sugli specchi venissero coinvolti intelligence e forze dell'ordine su cui vengono scaricate responsabilità di altri». Negli atti della procura, una testimonianza parla invece di carabinieri all'ingresso della residenza del premier. A parlare, in un verbale sulla sua partecipazione ad una cena nella villa di Arcore del 19 settembre scorso, è T. M., amica di Nicole Minetti. «Giungemmo pertanto - si legge - ad Arcore a bordo delle due autovetture e, ivi giunte, fuori dal cancello della residenza c'erano due Carabinieri con un'autovettura di servizio e noi ci fermammo. Credo che la Minetti desse il proprio nome, non ricordo con sicurezza se furono forniti anche i nostri nominativi, i Carabinieri comunicarono con l'interno tramite radio e ricevettero l'assenso a farci entrare».


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