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Gli Stati riportano a casa l'oro. E l'Italia?


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"Crea più fiducia tra la gente". Gli Stati riportano a casa l’oro
Dopo Germania e Russia, l’Olanda fa rientrare il metallo prezioso

LUCA FORNOVO
TORINO

Gli amanti di 007 l’hanno ribattezzata come «Missione Goldfinger», anche se di segreto per la verità non c’è nulla. Anzi ormai sta diventando una tendenza generale e alla luce del sole quella di molte banche centrali europee (di Olanda, Germania, Russia, ecc.) che vogliono riportare in patria l’oro sparpagliato in giro per il mondo. Spesso nei caveau di New York, Londra, Parigi e Ottawa.

La ragione di fondo è che le istituzioni finanziarie pensano che riportando l’oro a casa si possa alimentare un clima di maggior fiducia nel proprio Stato e nella valuta nazionale. Un effetto psicologico che potrebbe infondere più sicurezza anche tra consumatori e risparmiatori. Non mancano poi motivazioni di natura tecnica: c’è chi pensa di riequilibrare le riserve oro/valute; o dettate dalla diffidenza verso i caveau internazionali dopo alcune denunce su lingotti d’oro «taroccati» con barre di tungsteno.

Tra i primi a inaugurare questa «Goldpolitik», spiega Carlo Alberto De Casa, analista dei mercati valutari presso ActivTrades-Londra «c’è la Germania che dal 2012 ha in programma di rimpatriare 700 tonnellate di oro tedesco depositato all’estero entro il 2020, in modo che fra sei anni metà delle sue riserve auree, circa 3400 tonnellate, si troveranno sul suolo tedesco».

Un obiettivo non semplice anche perché per il 2013 era previsto il rimpatrio di almeno 50 tonnellate, ma ne sono giunte a destinazione appena 37, di cui solo 5 dai forzieri di Fort Knox, tutti gli altri sono arrivati dalla Banca di Francia. La questione dell’oro tedesco ha anche gettato un’ombra sulla credibilità della Federal Reserve che potrebbe non avere immediata disponibilità dell’oro fisico. Va detto tuttavia che i certificati in oro della Fed e gli altri strumenti finanziari continueranno ad assolvere la funzione di garanzia per le operazioni intraprese dalla Bundesbank.

Ultima in ordine di tempo a volere il rimpatrio è stata la Banca centrale olandese che qualche giorno fa ha deciso il rientro di 122 tonnellate di oro (quasi 4 miliardi di euro). I lingotti sono così usciti dai forzieri di New York per entrare in quelli della loro sede di Amsterdam. «La nostra decisione segue quella di altre banche per aumentare la quota di oro nel Paese d’origine» hanno spiegato gli olandesi che poi hanno aggiunto: «Riteniamo che un maggior equilibrio delle riserve in oro possa migliorare il clima di fiducia dell’opinione pubblica».

Un discorso a parte merita invece la Svizzera. «Domani - spiega il broker di ActivTrades - si voterà il referendum di iniziativa popolare per ampliare le riserve di oro. Ma in questo caso la Banca centrale elvetica non è d’accordo perché teme che il rimpatrio del metallo giallo possa limitare la sua politica monetaria e far scendere troppo il franco nei confronti dell’euro.

Una situazione opposta a quella della Russia che col rimpatrio e l’acquisto di nuovo oro ha cercato di frenare la caduta del rublo, che a novembre ha toccato nuovi minimi storici su euro e dollaro. E l’Italia? Secondo fonti finanziarie vicine a Bankitalia, «al momento non c’è nessuna iniziativa per riportare l’oro in patria».

http://www.lastampa.it/2014/11/29/economia/crea-pi-fiducia-tra-la-gente-gli-stati-riportano-a-casa-loro-3MejLw9tXpiKe287lTIEnN/pagina.html


Citazione
clausneghe
Noble Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 1251
 

Ma quale oro! A noi ci danno: Navi dei veleni di Assad, Ranger di ritorno dall'Africa con Ebola, antenne mostruose come il MUOS, e forse ci obbligheranno ad aquistare le Mistral Francesi sottratte a Putin.
Ma l'oro no, se lo sono pappato tutto ed ora è al sicuro nei forzieri di Zion. 😮


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