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Governo tecnico: ma i numeri ci sono ?


marcopa
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 8313
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Governo tecnico: ma i numeri ci sono?

Appesi a un parlamentare, magari un senatore a vita, di certo con il pallottoliere e l'ossessione di una conta quotidiana. Perché se di governo tecnico, di transizione, di unità nazionale ormai parlano tutti (chi per bollarlo come una congiura, chi invece come la salvezza nazionale), allora tocca prendere in mano la calcolatrice e andare avanti per tentativi. Se alla Camera e ormai dimostrato che una maggioranza alternativa esiste, a Palazzo Madama la partita e più complessa e per ora incerta, incertissima.

Ecco allora i numeri, ancora naturalmente variabili: dopo la morte di Francesco Cossiga, i senatori sono 321 (315 eletti più i 6 a vita). La maggioranza è dunque 161. Pdl e Lega possono contare allo stato su 161 senatori (Pdl 135, Lega 26, senza considerare i 10 finiani). Al Pdl però va aggiunto Riccardo Villari, ormai in rotta con il centrosinistra. In tutto 162 senatori.

In caso di rottura definitiva fra Berlusconi e Fini, un' altra maggioranza potrebbe formarsi con i voti dei finiani (10), del Pd (113), Udc-Svp e Autonomie (10), Idv (12), Mpa (3, da tempo in rotta di avvicinamento con Fini), Api (4), il senatore Astore (eletto con l'Idv). Probabile il sostegno di Rita Levi Montalcini, Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi ed Emilio Colombo. In tutto 157 senatori. Incerta la collocazione di Giulio Andreotti e Sergio Pininfarina. Tanto sono decisivi i senatori a vita che a Palazzo Madama i tecnici del popolo della libertà già fanno i conti e temono questo fattore.

Riassumendo, Pdl e Lega conterebbero su 162 senatori, gli 'altri' 157, senza considerare Andreotti e Pininfarina. Se davvero però Giuseppe Pisanu dovesse passare con il gruppo del Presidente della Camera insieme ad altri due senatori, come riportato da indiscrezioni di stampa, gli equilibri cambierebbero e gli 'altri' raggiungerebbero quota 160, contro i 159 di Pdl-Lega. Insomma, comunque vada e al netto di più consistenti passaggi da uno schieramento all'altro, il Senato rischia di tornare a due anni fa, al pallottoliere e alla calcolatrice.

Alla Camera, invece, i numeri sono meno incerti: il Pd conta su 206 deputati, l'Udc su 38 (sarebbero 39, ma chi sostituirà Vietti non sostiene più il partito di Casini), l'Idv 24 e l'Api 8. La somma fa 276. A questi potrebbero essere aggiunti i 5 esponenti dell'Mpa di Raffaele Lombardo, i 3 delle minoranze linguistiche, Giuseppe Giulietti che non è iscritto ad alcun gruppo, così come Americo Porfidia eletto nelle liste dell'Idv. Se si contano anche i finiani, 33, la somma fa 319 voti. Una maggioranza diversa, visto che per avere la maggioranza bastano 316 voti.

Fonte www.liberazione.it


Citazione
dana74
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 14399
 

e quindi?

Non mi pare che l'iter legale per la formazione di un governo tecnico ( ma quanto di buono devono aver prodotto per essere "invocati" con questi conti della serva" di liberazione) preveda una votazione a maggioranza.

In primo Berlusconi deve andare da Napolitano a consegnare le dimissioni.
Poi Napolitano deve consultare tutti i gruppi politici per vedere se c'è lo spazio per un gov tecnico.

Il pdl che (piaccia o meno) in quanto primo partito se non è d'accordo Napolitano non può andare a dire che c'è lo spazio per un gov tecnico.
Poi maggioranza con tre voti di scarto...ma quanto piace mercanteggiare....


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Jasmine
Eminent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 22
 

Tutto si potrebbe dire, tranne che quello che si verrebbe a formare, stando all'ipotesi delineata nell'articolo, possa essere definito "governo tecnico". Sarà il governo dell'opposizione. E come tale sarà percepito. Anche se la stampa, ormai adusa a marciare a "veline", più che ai tempi del fascismo, continuasse a definirlo "governo tecnico" ed anche se a presiederlo fossero chiamati Drago o Montezemolo. Semmai c'è da dire che, nonostante sul piano politico i Cicchitto e i Gasparri abbiano ragione, "tecnicamente" la Costituzione, non solo consente, ma favorisce maggioranze alternative. E questo perché i partiti non hanno mai voluto essere riconosciuti legalmente. Nei due anni trascorsi, il governo in carica, anziché andar dietro alle leggi ad personam, avrebbe potuto modificare dieci costituzioni. Per cui, tornando al prode Cicchitto, chi è ncausa del suo mal pianga se stesso.


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