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Il boom italiano degli antidepressivi uno su due li usa


Tao
 Tao
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Una crescita che non conosce soste. Ogni anno gli italiani consumano più antidepressivi di quello precedente. Paroxetina, escitalopram e sertralina sono i principi attivi più diffusi. Con le altre molecole della stessa famiglia finiscono negli armadietti del bagno di un numero enorme di persone. Più di un italiano su due in dodici mesi compra una confezione di questi medicinali: nel 2011 le farmacie ne hanno vendute 34 milioni e mezzo e le dosi assunte in media ogni giorno sono più che raddoppiate rispetto al 2001. Parliamo di prodotti prescritti da un medico, e pagati dal sistema sanitario. Ma se si prendono in considerazione anche i medicinali di questo tipo venduti su ricetta “bianca” i numeri crescono ancora, diventano una valanga contando anche un’altra categoria di farmaci per problemi psichiatrici, gli ansiolitici come le benzodiazepine. Questi non vengono passati dal servizio sanitario e sono in assoluto i prodotti più venduti in farmacia tra quelli comprati a proprie spese dai cittadini. Dalle tasche degli italiani nel 2011 sono usciti 550 milioni di euro per acquistarli. Nel 2001, in media, 15 persone ogni mille prendevano un antidepressivo al giorno. Il dato l’anno scorso è salito a oltre 36. Undici anni fa le confezioni acquistate erano 21 milioni e 400 mila, l’anno scorso appunto 34 milioni e mezzo. La spesa per il sistema sanitario, che rimborsa questi medicinali, non è invece aumentata ma addirittura scesa. L’effetto è dovuto al fatto che per alcune molecole in questi anni è scaduto il brevetto e sono entrati in commercio i generici, che hanno abbassato sensibilmente i prezzi. In Italia ancora non si assiste ancora al fenomeno degli Usa, dove molti adolescenti vengono trattati con gli antidepressivi. Il profilo del paziente standard nel nostro Paese è quello di una donna con più di 65 anni. «Abbiamo la fortuna-sfortuna di seguire gli Usa con 10 o a volte 20 anni di ritardo in molte cose. Quello che succede da loro però, prima o poi arriva anche qua». A fare questa previsione è Giovanni Battista Cassano, uno dei padri della psichiatria italiana che oggi dirige una clinica a San Rossore. «In America hanno di certo più depressione giovanile che da noi, per vari aspetti dello stile di vita di quel Paese. L’aumento di diagnosi si porta dietro anche un abuso e quindi i loro numeri salgono ancora di più». Cassano non è impressionato dal dato italiano sulla crescita dell’utilizzo degli antidepressivi. «L’Italia è al di sotto degli altri paesi occidentali, per il consumo. Le Regioni che usano di più questi medicinali hanno tassi di ricovero più bassi, un’assistenza che funziona meglio, meno ore di lavoro perduto da parte dei malati. Non ci dimentichiamo che abbiamo tanti morti per depressione. Qualcuno pensa che chi inizia a prendere gli antidepressivi poi non smette più. Non è vero. Abbiamo tanti pazienti che fanno un ciclo di cura e poi non hanno più problemi. Oppure che hanno ricadute a distanza nel tempo. Mi ricordo di Montanelli: ogni 10 anni aveva una depressione, che lo spingeva a fare i farmaci per un periodo limitato».

La vede in modo diverso Gustavo Pietropolli Charmet, psicologo dell’adolescenza. «Mi fa piacere che in Italia si usino molti meno antidepressivi sui giovani rispetto agli Usa. Il farmaco non può essere la prima istanza di cura. Quasi tutti gli adolescenti hanno un fondo malinconico, un po’ triste, annoiato, con sentimenti di solitudine, inadeguatezza. Considerare queste situazioni come problemi che si risolvono con gli antidepressivi è un errore diagnostico. La depressione va curata con i farmaci se è una questione organica. Se uno è depresso perché va male a scuola, perché la fidanzata l’ha mollato o ha brufoli può fare scelte gravi come il suicidio, o l’abuso dell’alcol. Ma non per questo va curato con i farmaci ».

Michele Bocci
Fonte: www.repubblica.it
11.07.2012


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paolo_67
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E' interessante come l'uso degli psicofarmaci sia correlato al cosidetto allo "sviluppo" del paese considerato. Ad esempio in paesi sottosviluppati dove però muoiono di fame non conoscono neanche la parola depressione.Forse che il modello sociale in cui siamo immersi ha favorito queste "malattie" mentali ?


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Hyde
 Hyde
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Come ho già avuto occasione di dire, sono uno psichiatra, mestiere sempre più difficile, rischioso direi, per chi osa ostinarsi a vedere con i propri occhi e apprendere dall’esperienza piuttosto che dalla Bibbia (il DSM- Diagnostic and Statistic Manual of Mental Disorders) e dalle linee-guida tracciate da Big Pharma attraverso il suo braccio “scientifico” dottrinario, che è essenzialmente l’American Psychiatric Association, dove tuttora si decide a maggioranza cosa è malattia e cosa no, cambiando le carte in tavola a ogni edizione a seconda di inconfessati interessi, ma ufficialmente per rimanere al passo con i tempi (che sono comunque quelli del mercato neoliberista, delle sue articolazioni politiche e delle sue conseguenze sociali e antropologiche).

Oggi è come lavorare per una multinazionale che produce armamenti. Se ne sei nauseato, flettiti in uscita, accomodati sul libero mercato e buona fortuna, ne avrai bisogno perché andrai molto contro corrente, o uscirai dalla stessa, e sarai solo quando chiunque potrà portarti in tribunale per non avergli prescritto l’ultimo farmaco che guarisce in quattro giorni la malattia recentemente scoperta, o per non praticare la psicoterapia cognitiva che è “validata scientificamente”.

Il dato più sconfortante è che i protagonisti di questa protesta, sempre più minacciosa, sono i pazienti, che sempre più spesso ricalcano esattamente quello che dice la televisione o la stampa. Non chiedono aiuto, fanno shopping. Non vogliono essere considerati persone, ti disprezzano e si indignano anche un po’ se vai a violare la loro privacy invece che prescrivere la molecola di Dio e farti gli affari tuoi, che si vede che sei uno sfigato perché ti fai le seghe mentali e parli, parli, ma io ho degli impegni e posso stare un quarto d’ora, poi ho il corso di danza del ventre, le vacanze, la palestra. Se hai tempo da buttare, vuol dire che hai pochi pazienti, e si capisce, perché non sei aggiornato.

Questi sono di solito i pazienti-clienti del ceto medio in stato di angoscia da proletarizzazione, spesso del tutto immaginaria, che chiedono di essere aiutati a correre come forsennati mantenendo una calma da monaco e buttandosi alle spalle pastoie morali. Sembra paradossale, ma con i disoccupati e i precari si riesce a parlare e a riflettere, anche di problemi sociali, e ringraziano se non li si inzuppa di psicofarmaci. Uno dice: beh il tempo ce l’hanno; no, stronzo, è che non sono psicopatici, quindi mediamente non hanno attività che richiedono un’efficienza da Navy Seals, comprendono che sono depressi e ansiosi per motivi ovvi, chiedono di aiutarli a ritrovare le forze per resistere e combattere (beh, insomma, purtroppo quasi mai in senso politico, magari).

Il Dio-bosone dà spettacolo di fantascienza per il grande pubblico, ma la diagnosi e la terapia psichiatriche sono in auge sullo stesso piano da molto tempo, con effetti ben più insidiosi ed incisivi sulla vita dei consumatori dei prodotti del capitalismo cognitivo.

Lo spettro della miseria vi fa suicidare? No, fermi, non disperate, non è colpa vostra (be’, un po’ ve lo meritate perché non siete intraprendenti,“resilienti”, sobri, decrescenti, sostenibili), e neanche della Fornero; siate responsabili, fatevi curare, no? In fondo, lavorare non è per voi, la Depressione è una malattia organica genetica che fra i suoi sintomi comprende gli “incidenti” sul lavoro (aspetto articoli dello psicologo ruffiano di turno che ci spieghi come le morti sul lavoro siano in realtà suicidi di soggetti poco adatti alla competizione).

Cassano! A chi volete che vadano a chiedere lumi quelli della Repubblica, se non all’autore di “E liberaci dal male oscuro”, best-seller del 1993 che ha fregato milioni di adoratori (complice MaurizioCostanzo, che offriva a Cassano presenze ossessionanti e un’audience enorme) che hanno popolato i viaggi della speranza a Pisa, dove regna appunto l’autore. E’ un boss della psichiatria, anche di quella accademica, è blasfemo e pericoloso parlarne come faccio io. Tuttavia la maggior parte di quelli che fanno il mio mestiere conosce sicuramente cosa combina costui; le sue teorie, le sue prescrizioni e le sue procedure sono famigerate all’interno della categoria (a meno che non ci si esponga in sedi pubbliche - nel qual caso, tutti in ginocchio); onorari esorbitanti, visite di 5 minuti (per lo più di suoi collaboratori), scenografia superspecializzata e aggiornatissima, in ultimo vai a casa con il sistema nervoso centrale in frantumi, con ricette che fanno strabuzzare gli occhi, oltre che a te malcapitato, allo psichiatra che ti segue davvero, che deve compiere sforzi incredibili, anche soltanto per sospendere quegli intrugli, dato che fare presto fa anche male, per sindromi da astinenza o da sottrazione (withdrawal), oltre che per lo sconcerto del povero paziente che non sa più a chi credere.

Il cialtrone che ha scritto l'articolo omette (di sicuro consapevolmente) l'aspetto più importante: i cosiddetti antidepressivi e tutti gli altri cosiddetti psicofarmaci sono prima di tutto un business immenso, se non fosse così non esisterebbero neanche. Ormai i rappresentanti delle aziende farmaceutiche parlano come broker, senza nemmeno il bisogno di provocarli.

Questi prodotti sono presentati al medico come indicati praticamente per ogni forma di patologia psichica, per ogni età, con indicazioni tassative (di chi?) di prolungare la somministrazione per durate che alcuni anni fa erano di mesi, poi di un anno, poi di molti anni, spesso a vita. Naturalmente “per prevenire le ricadute”, Honi soit qui mal y pense.

Gli effetti sono spacciati per "specifici" contro malattie inventate apposta per rendere, appunto, specifici i farmaci da vendere.

Gli effetti avversi (collaterali e secondari) sono oggetto di una confusione comunicativa che rende impossibile riconoscerli, se si consulta soltanto la documentazione "scientifica" corrente (di fatto pubblicitaria, sufficiente però per non andare in galera), ridicolmente facilitata e rivolta a screditare subdolamente farmaci concorrenti con argomentazioni penose ed irrilevanti clinicamente (chi può si informi sul fatidico "allungamento dell'intervallo Q-T" dell' elettrocardiogramma, spauracchio cardiologico che affligge guardacaso tutti i farmaci meno quello che ti vogliono far prescrivere, e che condiziona terroristicamente l'approvazione all'immissione in commercio)

Per precisa ed esplicita scelta di mercato, è in corso un gigantesco spostamento della prescrizione dagli specialisti verso i medici di medicina generale, con grande sollievo dei medesimi per riuscire a liberarsi dei pazienti ansiosi, insonni e depressi che intasano la sala d’attesa.

Oooh, l’allarmante boom delle vendite di antidepressivi!

Questo argomento è un esempio delle dinamiche della “crisi” che forse può aiutare a comprenderne alcuni sporchi trucchi manipolatori di massa. Non tutti capiscono gli inghippi della finanza, e non credo che ci sia il tempo per diffondere teorie monetarie più o meno democratiche. Ribellarsi alle droghe di massa e alla Psicologia dell’adattamento a tutti i costi, penso, è una via più praticabile, nell’attesa di una laurea in Economia, e non richiede una specializzazione in Psichiatria.

Se Barnard è uno psicologo, e ha studiato tanto anche la sanità, perché non dice alla gente di svegliarsi anche in questo modo, invece che dare dei rimbambiti a soggetti che sono intossicati e debilitati in massa dalle benzodiazepine oltre che dalla disinformazione?

Io non lo so se la corsa agli sportelli o comprare corone norvegesi sia alternativo, rivoluzionario o semplicemente furbo. Invece so che chiedere al medico di non rincoglionirci, e allo psicologo di non pretendere di insegnarci a conseguire il “benessere” mediante carambole mentali, fa sicuramente un effetto liberatorio imme
diato. Se si scandalizzano, cambiateli e cercate qualcuno che vi ascolti e vi rispetti, medico o no. Si può ancora, ma bisogna esserne convinti. In qualche caso potete ancora trovarvi davanti un medico che non vede l’ora di prendere del tempo per conoscere il suo paziente e incoraggiarlo a credere anche alle sue rabbie, invece che bagnargli le polveri.

Come per gli armamenti, quale crisi? L’Umanità va salvata, con l’uranio impoverito e con i trafficanti di farmaci arricchiti.

@ paolo_67: sì


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Awa
 Awa
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E' interessante come l'uso degli psicofarmaci sia correlato al cosidetto allo "sviluppo" del paese considerato. Ad esempio in paesi sottosviluppati dove però muoiono di fame non conoscono neanche la parola depressione.Forse che il modello sociale in cui siamo immersi ha favorito queste "malattie" mentali ?

Certamente sì.
Viviamo un'esistenza completamente sbagliata, non ci manca il cibo (ancora per poco), ma ci manca il tempo di vivere.

Siamo stressati, allienati, dissociati, in continua ansia per il futuro;
siamo a "oggi" e pensiamo a "domani" dimenticandoci del presente.

Dobbiamo prima studiare, poi lavorare senza fermarci mai, anzi il poco tempo libero lo passiamo nelle palestre, così da riuscire a stancare il corpo per poter dormire alla notte, poi a 65 anni smetti di produrre e cadi in depressione, nel frattempo non abbiamo sviluppato la capacità di occuparci di noi.

Ci riposiamo solo dopo morti, dice una canzone...

Bambini nati da genitori depressi cos'altro possono diventare?

Non sono i farmaci la cura, dobbiamo solo imparare a vivere una vita reale, fatta di gioie e dolori reali, un sù e giù perpetuo da cavalcare come un'onda su una tavola da surf.

E' meglio, sedarsi con una pastiglia per non sentire il dolore e di conseguenza il piacere, o imparare a sentire tutte e due le cose?

Certo che, a qualcuno fà comodo avere una "massa" docile ed addomesticata, niente è meglio della droga legale per raggiungere lo scopo!


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MM
 MM
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Fatto salvo tutto ciò che sopra è stato scritto, molto condivisibile, ritengo si trascurino alcuni motivi e cause importanti, rientrando questa trascuratezza nella mancanza della opportuna conoscenza di alcuni meccanismi prevalentemente biochimici/funzionali che possono riflettersi anche pesantemente sull'aspetto emozionale/mentale.
Parlo dell'aspetto alimentare o nutrizionale che dir si voglia. E' oramai fatto assodato che alcune sostanze alimentari, normalmente e quotidianamente assunte anche in dosi elevate presentano marcate caratteristiche di neurotossicità e immunotossicità. Al di là di cause di altra natura, che possiamo riscontrare ad esempio nell'eccessivo utilizzo delle vaccinazioni e nella esposizione a xenobiotici, dunque ad agenti e fattori ambientali di vario genere, al di là quindi anche dei fattori individuali, di predisposizione genetica e di suscettibilità, sostanze come il glutine e la caseina di fonte vaccina sono certamente coinvolte in disturbi neurocomportamentali come l'autismo e l'asperger e, molto spesso, in disturbi psichiatrici quali possono essere il disturbo di ansia, gli attacchi di panico, la depressione e senza ombra di dubbio esiste un coinvolgimento pesante anche in problemi come iperattività e deficit attentivi. Così come è chiaro che le medesime sostanze sono coinvolte in malattie autoimmuni come la sclerosi multipla, la fibromialgia, la sindrome da stanchezza cronica, il parkinson ecc... .

Dunque è l'insieme delle cause, la multifattorialità che va indagata e in essa non possono essere trascurati elementi così importanti, se si vuole venirne a capo.

Spesso è sufficiente una dieta priva di queste sostanze a determinare un grande miglioramento del quadro sintomatologico, con scomparsa dei sintomi più gravi.


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vimana2
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Come ho già avuto occasione di dire, sono uno psichiatra,

Ciao, posso farti una domanda?

Spero tu sia una persona ragionevole perchè per me un titolo di studio nn vale nulla, tu dici di essere uno psichiatra ma nella mia logica hai solo una laurea ed un esame di stato che di qualifica come medico ma che per me è solo carta.
Quindi per me HAI delle carte ma nn SEI quello che dici di essere, lo psicanalista yung scrisse delle cose interessanti al riguardo.

Mi interesso di antroposofia ( cristianesimo esoterico ), religioni orientali da anni
Siccome hai scritto delle cose interessanti vorrei porti 1 domanda.

1) Quando la psicologia ( in cui devono essere inseriti psicologi generici, psicanalisti e psichiatri ) capirà la differenza tra problemi dell'IO e problemi della PSICHE?

Tanto per fare una piccola dimostrazione nel disastro culturale che siamo immersi faccio notare che psiche è una parola greca e che noi occidentali l'abbiamo presa per stravolgerne il significato....per il greco l'uomo era formato da soma, psiche e pneuma.

Per soma il greco intendeva il corpo eterico in quanto per il greco il corpo fisico era solo una manifestazione del corpo eterico, come il colore di un palloncino gonfio magari con della sabbia attaccata con della colla.

La psiche era il corpo astrale che hanno anche gli animali, un tempo la religione cattolica lo chiamava anima ma dopo il concilio dell'869 la parola anima prese il significato di spirito, dopo gli ortodossi se ne scapparono via dalla chiesa cattolica in quanto capirono che avevano a che fare con gente pericolosa ( guardate pure su internet per gli ortodossi l'uomo è formato di soma psiche pneuma ).
Per i greci il modo di fare di una persona ed i suoi sentimenti erano una manifestazione del suo corpo astrale.
Se io guardo un gatto ed un cane il loro modo di atteggiarsi mi indica lo stato della sua anima, del suo corpo astrale.
Se il cane e gatto sono felici lo dimostrano in 2 modi diversi e per questo fanno parte di 2 specie diverse, l'uomo ha la possibilità di mostrare il suo stato d'animo in miliardi di modi, questo lo differenzia dagli animali per quanto riguarda il suo corpo astrale.

Il pneuma è lo spirito, quello deve essere chiamato a tutti gli effetti l'IO.

Se una persona soffre di depressione, problemi al sistema nervoso, problemi con l'impulso sessuale, problemi aggressività ( che nn vuole dire violenza), di concentrazione, problemi di coordinazione ( chiamati disturbi psico somatici, in realtà somato-psichici ) e svariati altri problemi la persona ha un problema al corpo astrale mentre la psicologia generica ( anche la psichiatria ) ritiene che il suo problema sia nell'IO, nn importa se uno è ateo o credente ma deve capire il concetto.

Le cause sono 2, una disposizione genetica e cattive abitudini di vita, in primo luogo alimentare.

Il corpo eterico ed il corpo astrale ( anima ) infatti sono corpi fisici anche se invisibili.....ecco perchè la causa è anche genetica, la psichiatria qualche cosa al riguardo l'ha indovinata.

In futuro ho in mente di scrivere svariate cose al riguardo.....se ti possono essere utili le cose che ti ho scritto anche se ti prendi il merito della " scoperta " e magari le scrivi tu io sono felice che alcuni psichiatri prendano la strada che io ritengo giusta.

Personalmente ho sofferto di quella che verrebbe definita " depressione acuta " ancora ora ho svariati problemi ma nn mi sento per nulla depresso, anzi sereno.....se avessi seguito le cure della scienza ufficiale a mio avviso mi avrebbero macellato o cmq sarei tutt'ora qui con depressivi, ansiolitici....etc....sostanze che per fortuna nn ne ho mai avuto bisogno nemmeno nei momenti peggiori, anzi proprio in quegli anni ho vissuto anni molto sereni mettendo in pratica quella che io ritengo la vera scienza, certo una vita normale nn potevo viverla ma almeno ho capito la causa e la strada per vivere meglio la situazione.


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Hyde
 Hyde
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Più o meno gentili interlocutori,

se vogliamo proprio farla fuori dal vaso, qui faccio la parte dell’insider, ma comunque non del saccente.

Intendo scambiare con altri lettori alcuni spunti utili a comprendere come è applicata solitamente la psichiatria, ritenendo che essa costituisca uno dei principali sistemi di controllo mentale e sociale, e che stia assumendo sempre più le caratteristiche di un prodotto culturale mercificato e globalizzato, non meno potente di altri sistemi ideologici distribuiti al dettaglio alle masse affinché ognuno si strozzi liberamente con le proprie mani. Mi pare che queste funzioni, mentre si vanno chiarendo per esempio riguardo ai media (internet incluso), all’istruzione, alla cultura spettacolarizzata, ai dogmi economici, al feticismo della tecnologia, siano invece spesso percepite in modo particolarmente mitologico e vaporoso quando si parla di psicologia e psichiatria.

E’ un peccato perché, se si sapesse bene cosa succede ogni giorno nei luoghi concreti dove si decide se siamo sani o malati (cioè inclusi o esclusi dai processi produttivi e decisionali), si disporrebbe di una forte motivazione da aggiungere ad altre spinte rivoluzionarie, alla portata di molti e capace di conferire forza d’animo a tutte le azioni di resistenza che sono di un’urgenza assoluta.

Che ne direste se ai Forconi o ai NoTAV fossero rifilate, oltre le tradizionali mazzate, delle zelanti psicologhe che sdottorano applicando la Programmazione Neurolinguistica alla “gestione dei conflitti” e al “Disturbo da Stress Post-Traumatico” conseguente agli assalti? Vi sembra ridicolo, o magari non trovereste niente da obiettare, oppure ricorrereste alla medicina teosofica per ottenere migliori risultati? Questo tipo di interventi si verifica già con una frequenza e un’invadenza per me terrificanti, in occasione dei terremoti, delle guerre, degli incidenti stradali, in tutte le situazioni di conflitto sociale, scolastico, familiare. Giorni fa ho incontrato un vecchio amico correttamente di sinistra, che lavora per una cooperativa psico-socio-ecc.; hanno un appalto per il Comune, vedono (?) disoccupati che, incresciosamente, chiedono lavoro, e nel farlo esibiscono maniere tendenzialmente inurbane, evidentemente in preda a Disturbo da Odio di Classe per un Retaggio Marxista Novecentesco. L’educatore che fa? Testuali parole, con la scusa del lavoro li orienta alla cultura della mediazione. Chissà che, una volta guarite le complicanze ortopediche, non lo riducano alla depressione più nera, poi semmai lo aiuta un mio collega facendolo vomitare con 40 mg di sertralina e sfasciandogli il fegato con 1000 mg di Valproato, per prevenire le recidive.

Attingo alla mia esperienza lavorativa, non ad astrazioni. Ho studiato per conoscere e per guadagnarmi da vivere, che finora vuol dire lavorare alienati come tutti. Non mi trovo a mio agio in discussioni che prescindono completamente da questa realtà. Meno che mai in un forum sul web dove, al posto dei pezzi di carta che attestano anni di fatica, si possono esibire combinazioni di tasti a ciolla fluttuante.

Non so se quello che scrivo risulti ragionevole, spero di sì; in ogni caso mi do dei limiti secondo la mia ragione, che mi dice che, scrivendo su CDC, potrei servire a qualcosa non nel metabolismo universale, ma tenendo sempre presenti le possibilità e i limiti di quello che si dice in questo sito, dove credo di riconoscere un’aspirazione, se non ad approfondire, almeno ad identificare risorse informative e culturali per così dire “fuori mercato”, relativamente indenni da omologazioni, nella prospettiva di trasformazioni estremamente critiche delle strutture del potere e delle forme sociali, che ci stanno rovinando addosso.

Perciò non mi sembra questo il luogo più adatto per esibirsi in disquisizioni sull’eziopatogenesi della Sindrome di Asperger o sul cristianesimo esoterico, franchezza per franchezza.


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vimana2
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Non mi trovo a mio agio in discussioni che prescindono completamente da questa realtà. Meno che mai in un forum sul web dove, al posto dei pezzi di carta che attestano anni di fatica, si possono esibire combinazioni di tasti a ciolla fluttuante.

Perciò non mi sembra questo il luogo più adatto per esibirsi in disquisizioni sull’eziopatogenesi della Sindrome di Asperger o sul cristianesimo esoterico, franchezza per franchezza.

Ciao, mi sveglio ora dopo 2 dormite di circa 3 ore e ormai ho capito che mi tocca stare sveglio per tutto il nuovo giorno, vedo che anche tu nn hai degli orari proprio giusti 😆 8)
Potrei consigliarti dei sonniferi ma siccome nn seguo mai i consigli dei medici di sicuro nn consiglio a te quello che nn farei mai io 😀

I pezzi di carta nn attestano nulla, io sono ragioniere eppure mi ricordo certi diplomati secchioni che a mio avvisono nn avevano capito un bel nulla riguardo all'economia studiata a scuola e ti ricordo che gli economisti occidentali con tanto di laurea, master, dottorati etc....hanno mandato a rotoli il sistema economico occidentale e ora manderanno a rotoli quello mondiale....giusto per dare una valutazione agli " anni di fatica " ....a tuo avviso " attestati "

Per il resto " franchezza per franchenzza ", hai esperienza con molte persone e ancora di più con i pazienti ( e quanta pazienza hanno milioni rovinati solo dalla psichiatria, per nn contare quelli rovinati dai medici con altre specializzazioni, ah tutti con il titolo che " attestano anni di fatica " ) hai capito che con me nn ne esci e tronchi il discorso....a ragione? a torto?
Chi vivrà vedrà...

Cmq mi hai risposto alla prima domanda, " posso farti una domanda " ? Risposta tua " no "

😆


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