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Il bunga-bunga non è un girotondo


helios
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http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/arcore-sera-bunga-bunga-berlusconi-ruby-615230/

La sera andavamo ad Arcore, a fare bunga-bunga…
Cominciamo dalla barzelletta, canone e modulo quasi ufficiale della comunicazione di corte e di cortile. E’ una barzelletta che ai tempi raccontava Noemi Letizia. La raccontava ai giornalisti e diceva che le era stata a sua volta raccontata da Silvio Berlusconi, ai tempi in cui si parlavano direttamente. “Due ministri del governo Prodi vanno in Africa, vengono catturati da una tribù di indigeni. Il capo tribù chiede a uno dei due: vuoi morire o bunga-bunga? Quello sceglie: bunga-bunga. E viene violentato. Il secondo ministro prigioniero allora grida: voglio morire! Il capo tribù acconsente: allora prima bunga-bunga, poi morire”. La fonte non è delle più autorevoli, ma attesta che di bunga-bunga si parlava e scherzava già ai tempi e spiega di cosa inoltre si trattava quando si giocava con l’espressione bunga-bunga. Stabilito che il bunga-bunga, reale o recitato, allusivo o praticato, non era un girotondo, facciamo un salto di diversi mesi. Racconta “La Repubblica” che: “le indagini hanno accertato che govani donne ospiti di Villa San Martino usano nei loro colloqui l’espressione bunga-bunga”. La barzelletta è un fatto, quella riportata da “La Repubblica” è un’indiscrezione per ora senza riscontro. Fatto e indiscrezione coincidono, forse è una coincidenza e forse è una conferma.
Racconta “La Repubblica” che il 27 maggio di quest’anno Ruby R, ragazza marocchina, è nei locali della Questura di Milano. La stanno identificando, in Questura ci è arrivata portata dagli agenti della volante Monforte intervenuti a sedare una quasi rissa a Corso Buenos Aires tra la stessa Ruby e Caterina P. Caterina dice di aver ospitato per una notte Ruby a casa sua, di essere uscita al mattino mentre Ruby ancora dormiva e, al ritorno, di non aver ritrovato nè Ruby nè tremila euro e nemmeno qualche gioiello che prima c’era. Caterina e Ruby si sono poi incontrate per caso quel giorno per strada, di qui il litigio e l’arrivo della polizia. Fin qui ordinaria amministrazione in una nottata in Questura. E’ circa mezzanotte e gli agenti stanno banalmente lavorando su caso banale. Quando d’improvviso tutto diventa meno banale, la Questura si anima. Una funzionaria spiega sbrigativamente agli agenti che Ruby va rilasciata, subito e senza insistere sul caso. Perchè? Perchè è arrivata una telefonata da Roma, da Palazzo Chigi. Il messaggio arrivato da Palazzo Chigi e rimbalzato di capo gabinetto in capo gabinetto fino alla Questura di Milano è che Ruby è “la nipote di Mubarak”. Quindi va messa fuori, libera, indisturbata e in fretta.
Quello de “La Repubblica” è un racconto giornalistico, per ora suffragato da nulla se non dalle informazioni che “La Repubblica” sostiene di avere, informazioni che, se veritiere, non possono che arrivare dalla stessa Questura di Milano, ovviamente in forma non ufficiale. Ad un tentativo di domanda al riguardo, a un tentativo di chiedere se davvero Palazzo Chigi abbia segnalato di trattare in guanti bianchi l’inventata “nipote di Mubarak” (ovviamente Ruby non è la nipote del premier egiziano), il giorno stesso della pubblicazione dell’articolo Berlusconi in conferenza stampa ad Acerra risponde: “Sono una persona di cuore, mi occupo dei problemi delle persone. Sono qui per occuparmi della spazzatura vera, di quella mediatica occupatevi voi. E niente contraddittorio, facciamo come da Santoro”. E’ una smentita o una conferma? Ciascuno giudichi, sul metro indiscutibile delle parole del premier: “Mi occupo dei problemi delle persone”.
“La Repubblica” racconta, il “Corriere della Sera” documenta: all’uscita dagli uffici della Questura, qualunque sia il motivo per cui Ruby è uscita, la ragazza marocchina trova ad attenderla Nicole Minetti. Nicole è l’igienista dentale di Berlusconi, eletta nelle liste del Pdl alle elezioni regionali della Lombardia. A suo tempo era stato notorio e pacifico che a volerla in lista era stato lo stesso Berlusconi, in lista e in un posto sicuro nel “listino” del candidato governatore Formigoni che non aveva tanto gradito ma alla fine aveva acconsentito. Ruby, la “nipote di Mubarak” viene ufficialmente affidata alla Minetti. Qualche giorno dopo entra in scena la figlia di Lele Mora che chiede al Tribunale che Ruby sia affidata a lei. La richiesta è “patrocinata” dall’avvocato Luca Giuliante, membro della segreteria regionale del Pdl, tesoriere del partito milanese, ex consigliere provinciale di Forza Italia. Dunque sono fatti attestati e documentati che Ruby conosce e gode dell’assistenza di esponenti del Pdl. Che per lei si muovono e si attivano. In qualche modo e in qualche luogo deve averli conosciuti o almeno in qualche modo e in qualche luogo Ruby deve essere stata loro segnalata.
Dove e come può essere avvenuto il contatto? Dice Emilio Fede, direttore del Tg4, lo dice all’agenzia Ansa e non in un mormorio casuale: “Forse l’ho vista a qualche cena a casa Berlusconi, ma non l’ho presentata io nè a Lele Mora nè al presidente del Consiglio”. Poi Fede ricorda ancora meglio: “Due cene, credevo avesse 25 anni”. Ruby 25 anni non li aveva, era minorenne. Fede sente il bisogno di precisare: “Cene normalissime”. Che c’entra Fede e che c’entra Lele Mora? C’entrano perchè sono indagati, indagati e non ancora accusati, tanto meno colpevoli di favoreggiamento della prostituzione. In momenti e modalità diverse entrambi avrebbero “favorito” il trasferimento di Ruby da Messina e Milano e l’introduzione della ragazza nel giro delle ragazze da festa. Nulla di confermato, ogni scetticismo è lecito. Però è un fatto che Lele Mora per Ruby si attiva e che Emilio Fede se la ricorda a “due normalissime cene a casa Berlusconi”. Ed è un fatto che il Pdl milanese si muove a soccorrere ed assistere Ruby quando è in Questura accusata di furto.
In successivi interrogatori Ruby racconta confusdamente storie confuse. Su una cosa però è precisa e netta: nessun rapporto sessuale con Berlusconi. Racconta anche di regali, in denaro ed oggetti, ricevuti dal premier. E racconta che spesso le serate finivano con il “bunga-bunga”. Questi i fatti, senza un grammo di interpretazioni od ipotesi.
Riepiloghiamo: una ragazza senza arte nè parte, dalla vita confusa e discutibile, finisce nei guai in Questura. La soccorrono, se proprio non la tirano fuori, uomini e donne del Pdl milanese. Emilio Fede se la ricorda a cena da Berlusconi. Berlusconi dice che lui “è uomo di cuore che soccorre le persone”. La ragazza usa l’espressione “bunga-bunga”, curiosamente la stessa in circolazione in barzellette e nell’ambiente. La ragazza esclude di aver fatto sesso con il premier, la ragazza racconta che dopo quelle cene ad Arcore sesso si faceva.
Riepilogo del riepilogo: è altamente probabile, di fatto ammesso dai protagonisti, che i cancelli di Arcore possano essere varcati da ragazze come Ruby. E’ di fatto documentato che di ragazze come Ruby esponenti del Pdl si occupano e si preoccupano. Nessuna indagine c’è a carico del premier. Forse una ragazza come Ruby ci ha provato a mettere all’incasso la partecipazione a quelle cene, a farla fruttare. Forse il premier è vittima della sua leggerezza e prodigalità negli inviti e nell’accoglienza a casa sua. A casa sua ognuno fa, se vuole, il bunga-bunga che gli pare. Non è reato, non è vietato e sono affari suoi e dei suoi ospiti. Nulla conferma ma ben poco esclude che a casa del presidente del consiglio del governo italiano forse talvolta si faccia il bunga-bunga. Che non è un girotondo.


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helios
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http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/ruby-karima-pronto-questura-berlusconi-615987/

questa volta per B è un problema politico

“Pronto Questura, qui Palazzo Chigi, lasciate andare quella ragazza…”. Questa non è un intercettazione ma solo un’ipotetica ricostruzione della telefonata che c’è stata fra Silvio Berlusconi e la Questura di Milano. Ma, stando proprio al comunicato della stessa Questura, quella chiamata è avvenuta. E aveva come oggetto una ragazza marocchina di 17 anni, professione cubista, accusata da una sua amica di averle rubato 3.000 euro in contanti e alcuni preziosi.
La polizia milanese, difendendo legittimamente se stessa, ha difatto ammesso quella che non può non essere definita una gaffe politica del presidente del Consiglio. Una gaffe che dovremmo tributare, stando alle parole di Berlusconi, al fatto che è una “persona di cuore, che si muove sempre per aiutare le persone che hanno bisogno”.
Ma resta una brutta buccia di banana, quella su cui è scivolato il nostro premier. Come mai un presidente del Consiglio arriva a scomodarsi, facendo pressioni sulla Questura della seconda metropoli d’Italia, perché sia scagionata una minorenne che su Facebook si fa chiamare “Ruby Rubacuori”? Farsi questa domanda non significa andare a “ravanare” nelle lenzuola di Berlusconi, luogo dove è legittimato a fare tutto quello che la legge gli consente, ma è sollevare un problema politico, che dimostra una fragilità dell’uomo di governo e si presta ad essere cavalcato dall’opposizione e da tutti gli anti berlusconiani d’Italia.
Il problema nasce quando finisce il privato (sacro, inviolabile, quando è legale) e comincia il pubblico. E’ un fatto privato se ad Arcore o a Palazzo Grazioli o a Villa Certosa o nel Castello di Tor Crescenza si organizzano feste affollate con donne celebri e meno celebri e con grandissimi “bunga bunga” finali. E’ un comportamento pubblico e un problema politico se Palazzo Chigi chiama la Questura in via Fatebenefratelli a Milano per dire: “Lasciate andare quella ragazza…”


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dana74
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qui la ragazza afferma cose ben diverse ed è virgolettato, perciò sono sue dichiarazioni:

Fede: «Non mi risulta di essere indagato». Nicole Minetti: «La conosco». Mora: «Sto zitto»
Berlusconi e il caso Ruby: spazzatura
Il Pd: «Singolari abitudini, si dimetta»
La minorenne al centro dell'inchiesta: «La mia verità manipolata». Il premier: «Sono una persona di cuore»

MILANO - «Sono dispiaciuta per quanto sta accadendo. Mi spiace soprattutto perché vedo che sono state coinvolte persone che mi hanno aiutato senza chiedere niente in cambio». A parlare, al telefono con l'Ansa, è Ruby, la minorenne di origini marocchine al centro dell'indagine della Procura di Milano su presunte feste con ragazze e politici nella residenza di Silvio Berlusconi (l'ipotesi di reato è favoreggiamento della prostituzione). «Sono amareggiata - spiega Ruby -, la mia verità è stata manipolata». «È ingiusto rovinarmi così», risponde poi in merito alla presunta «manipolazione» delle sue dichiarazioni. «Hanno sparato solo cavolate!». La minorenne, la cui famiglia risiede ufficialmente da sette anni a Letojanni, si trova al momento in una località fuori Milano, dice di stare molto male e spiega che in molti hanno cercato di contattarla in questi giorni e che lei ha sempre rifiutato.

IL PREMIER - Dalla Campania, il presidente del Consiglio è intervenuto in modo laconico sulla vicenda. «Non mi occupo di spazzatura mediatica» ha detto Berlusconi durante la conferenza stampa dedicata all'emergenza rifiuti. Incalzato dai giornalisti a proposito di una presunta telefonata di Palazzo Chigi alla Questura per fare liberare la ragazzina fermata per furto, il premier ha poi risposto: «Io sono una persona di cuore e quindi mi occupo dei problemi delle persone. Ma della spazzatura mediatica non mi occupo, la lascio a voi. Facciamo come da Santoro: su domande, insulti e altre sconcezze, da parte mia contraddittorio zero». «Visto che casino mi hanno fatto? Sul nulla...» ha detto poi serata il capo del governo avvicinando cameramen e fotografi dopo la photo opportunity con capi di stato e di governo al Consiglio europeo a Bruxelles (il «fuorionda» è stato trasmesso da La 7). L'inchiesta che ha al centro Ruby ha però sollevato un vero e proprio polverone, tanto da spingere il segretario del Pd Pier Luigi Bersani a chiedere le dimissioni dell'esecutivo.

LA TELEFONATA - Al vaglio della Procura di Milano che indaga su Ruby ci sarebbe, a quanto si è appreso, proprio la telefonata che sarebbe partita dalla presidenza del Consiglio diretta alla Questura di Milano, dove la giovane era stata portata nel maggio scorso dopo un intervento di una volante della polizia. Dopo la chiamata, la minorenne sarebbe stata rilasciata. A quanto si è appreso, uno dei punti su cui la Procura sta indagando, oltre agli aspetti di favoreggiamento della prostituzione, sarebbe proprio la telefonata che ha portato a rilasciare la marocchina, che era stata bloccata a Milano e portata negli uffici della Questura poco tempo prima per una denuncia di furto. In ambienti della Questura di Milano si apprende comunque che Ruby non è stata oggetto di nessun privilegio o trattamento preferenziale a seguito della telefonata della presidenza del Consiglio: nei confronti della ragazza sono stati comunque eseguiti tutti gli adempimenti previsti dalla legge, d'intesa con il Tribunale dei Minori.

IL DIRETTORE DEL TG4 -Prima di Berlusconi, di Ruby e dell'inchiesta di Milano aveva parlato anche il direttore del Tg4, Emilio Fede: «Non mi risulta di essere indagato per alcun reato. L'ho appreso stamani leggendo i quotidiani: credo di avere conosciuto quella ragazza a qualche cena a casa di Berlusconi ma non l'ho presentata io né a Lele Mora, né al presidente del Consiglio». Secondo quanto riportano giovedì i quotidiani, il direttore del Tg4 sarebbe invece indagato per favoreggiamento della prostituzione. «Sono stato invitato più volte, e per fortuna, a casa di Berlusconi per delle cene - ha aggiunto Fede - ma quello che posso dire è che non mi è mai capitato una sola volta di vedere quelle cene terminare in un modo che si possa definire trasgressivo». «Lele Mora è una persona perbene e lo vedo continuamente massacrato. Lo conosco io, come del resto lo conoscono tante altre persone sia nel mondo politico che dello spettacolo» ha aggiunto Fede ricordando di conoscere l'impresario da anni. «Con quella ragazza, che tra l'altro io credevo avesse 25 anni e non fosse minorenne, credo di aver scambiato un paio di parole, come faccio con tanti altri - ha continuato Fede. - L'ho conosciuta a due cene che, ripeto, si sono concluse con nulla che possa essere classificato come trasgressivo». «Di essere indagato - ha detto ancora Fede -, l'ho appreso dai giornali, ma se davvero c'è una indagine nei miei confronti, che mi arrivi subito una notifica, così posso spiegare tutto».

«PRESSIONI» - Di altri particolari della vicenda ha parlato il senatore Luigi Zanda,vice presidente del gruppo Pd a Palazzo Madama. «I quotidiani riferiscono di festeggiamenti che si sarebbero svolti nella villa di Arcore del Presidente del Consiglio con la partecipazione di una ragazza minorenne non italiana alla quale sarebbe stato suggerito di spacciarsi per la nipote di Hosni Mubarak. Su questi fatti non voglio esprimere alcun giudizio». «Sulle cronache - ha aggiunto il senatore Zanda - si può, però, anche leggere che quella stessa minorenne sarebbe stata fermata a Milano dalla polizia di Stato e condotta in Questura perché coinvolta in un'indagine su un furto. Ebbene, la Questura sarebbe stata indotta a favorirne il rilascio immediato senza nemmeno identificarla a seguito di ripetute, pressanti sollecitazioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri. La stessa minorenne, riferiscono le cronache, si sarebbe recata alla villa di Arcore usufruendo della scorta di una autovettura dei carabinieri. Sono aspetti della vicenda che appaiono incredibili e sui quali chiederemo al governo di riferire in Parlamento». «Se corrispondessero al vero - ha concluso il senatore Zanda - ci troveremmo davanti ad altri rilevantissimi segnali di quello spappolamento dello Stato che il potere e la cultura berlusconiani lasceranno all'Italia».

«NON HO MAI OSPITATO RUBY» - Secondo quanto riportato dalla stampa, Nicole Minetti, l'ex igienista dentale del premier eletta consigliere regionale in Lombardia, seppe del fermo di Ruby in Questura a Milano e la prelevò portandola a casa sua alle tre del mattino della fine dello scorso maggio. «Ci tengo a precisare che con la signorina Ruby non ho rapporti di amicizia né l'ho mai ospitata in casa mia, come è stato erroneamente scritto» ha spiegato però l'ex soubrette. Di poche parole Lele Mora: «Ho letto i giornali, certo ma davvero non ho nulla da dire». Daniela Santanchè, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, dal canto suo ha smentito le indiscrezioni di stampa che la indicano come partecipante a una cena ad Arcore con Berlusconi, Clooney, la Canalis e la giovane marocchina Ruby: «Non mi sono mai seduta al tavolo di un ristorante, di un bar, di una casa privata con Clooney, per cui se tanto mi dà tanto, non vorrei che tutto fosse un bufala».

OPPOSIZIONE ALL'ATTACCO - Duro l'attacco dell'opposizione al premier. «Non possiamo perdere tempo per il Paese tra questioni esoteriche come il lodo Alfano e questioni che portano al centro le singolari abitudini del premier - ha detto il segretario del Pd Pier Luigi Bersani -. Il Paese non ha una guida politica. Io rivolgo un appello: andate a casa, chiudiamola li, qualcuno stacchi la spina per il bene del Paese». Poi iol leader dei democratici ha ironizzato: «Se ha tanto buon cuore, in queste ore ci sono migliaia di persone fermate per furti... Li lascia abbandonati così?». Bersani è convinto che «su questa vicenda ogni italiano si farà la sua opinione» ma, ha voluto sottolineare, «c'è un aspetto che riguarda pesantemente il ruolo istituzionale del premier, ci
oè la telefonata tra Palazzo Chigi e la Questura. Siccome il premier sembra anche aver confermato quella telefonata, un intervento del genere in qualsiasi paese del mondo porterebbe da solo alle dimissioni del premier». A Bersani ha replicato Gianfranco Rotondi: «Se i governi si dovessero dimettere a ogni telefonata di raccomandazione - ha detto il ministro per l'Attuazione del Programma - , nel mondo trionferebbe l'anarchia. Berlusconi è una brava persona, anche se a sinistra non se ne vogliono convincere».

«PERSONAGGIO DA OSTERIA» - «Siamo di fronte a una persona che nelle sue attività pubbliche e soprattutto nei suoi comportamenti personali è ricattabile», ha detto il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, in un'intervista a Radio Popolare. «In questa vicenda - ha aggiunto - forse può non esserci nulla di penalmente rilevante a suo carico. Ma il problema è un altro. Si può affidare il paese a un personaggio più degno di stare all'osteria piuttosto che a palazzo Chigi?». «Penso - ha proseguito Di Pietro - che ci sia il dovere morale di chi in Parlamento si vuole fregiare del titolo di deputato o senatore di sfiduciarlo al più presto. In questo senso ogni minuto in più che i finiani passano con Berlusconi è un minuto in più di complicità che li travolge».
Redazione online

http://www.corriere.it/politica/10_ottobre_28/fede-ruby-premier_56179e7e-e270-11df-8440-00144f02aabc_print.html

poi ovvio che il Pd ne chieda le dimissioni, ha fretta di fare il governo tecnico
Rigurado alle singolari abitudini, beh anche Sircana....

Idv è fantastica, dice che si può affidare un paese ad uno da osteria?
Anche se Berlusconi è da osteria, il Dippi sa benissimo che il paese è saldamente nelle mani di Sion, ca..o vuoi di più...

Poi i signori dell'opposizioni mi voglion far credere che loro ai festini coca e bunga bunga non sanno nemmeno cosa siano ? per piacere..
si son persino opposti al test antidroga al parlamento...

Poi non capisco, a Berlusconi descritto da Travaglio come il mandante delle stragi del 92 e 93, il capo della mafia etc non sarebbe in grado di tenere a freno questi scandali? Non sarebbe in grado con il suo colosso mediatico di neutralizzare gli anni zeri, etc?
Intanto i personaggi considerati a lui vicini vengono silurati, prima Minzolini, poi Feltri, poi Masi per la lettera ad annozero, ora Fede.

Certo che per un personaggio al quale si attribuisce un potere tale da demandare stragi non lo si farebbe così "fesso" da non riuscire a difendere manco i suoi scribacchini, mentre quelli che urlano alla censura son sempre lì.
Mah.


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oriundo2006
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Comunque in questo 'affaire' c'è indubbiamente un lato positivo: adesso sappiamo che musichetta suonava l'orchestra del Titanic...


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Mari
 Mari
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“Mora e Fede indagati”, “le telefonate da Palazzo Chigi”. Il racconto degli altri giornali
28 ottobre 2010

Dopo che il Fatto ha sollevato il caso, molti giornali sono intervenuti per cercare di ricostruire la vicenda di Ruby. Ecco la versione offerta dai principali quotidiani nazionali.

Il Corriere della Sera, dà notizia di due indagati per favoreggiamento della prostituzione: l’impresario televisivo, Lele Mora, e il direttore del Tg4, Emilio Fede. In una stretta cronaca giudiziaria, il giornale di via Solferino, il cavaliere compare solo nelle parole del suo avvocato difensore, il parlmentare del pdl Nicolò Ghedini: “Il premier è estraneo al caso della minorenne marocchina”. Poi spiega come l’inchiesta della procura milanese, non verta sugli “stili personali di vita privata”, ma punti ad accertare “taluni indici del fatto che talvolta tra le partecipanti vi siano tate ragazze accompagnate o indirizzate alle feste con preventivate prospettive di meretricio, tali da suggerire ricatti tentati”. Tradotto: i magistrati stanno cercando di capire se alle feste organizzate da Mora e Fede facesse seguito un giro di prostituzione. Ma è su Ruby che si concentrano le indagini. I magistrati, secondo quanto scrive il Corriere, dovranno verificare alcuni episodi chiave: il primo risale a 5 mesi fa, a quando la minorenne sarebbe stata ospitata da Nicole Minetti, l’ex igienista dentale di Berlusconi e ballerina di Colorado Cafè ed eletta, per volere del premier, nel Consiglio regionale Lombardia. Il secondo risale a metà del giugno scorso, quando la figlia di Lele Mora fa richiesta di affidamento di Ruby al Tribunale di Milano. Richiesta respinta dal tribunale.

Nella ricostruzione degli avvenimenti offerta da Repubblica sono tre invece gli elementi centrali:

Il fermo di Ruby. Secondo il quotidiano diretto da Ezio Mauro, Ruby viene fermata in Corso Buenos Aires a Milano lo scorso 27 maggio. E’ accusata di furto in casa di un’altra ragazza che l’ha precedentemente ospitata. Ma Ruby non viene né fotografata né identificata. Secondo Repubblica, infatti, alla questura arrivano telefonate direttamente da Palazzo Chigi. Sul posto si precipita anche Nicole Minetti, ex igienista dentale eletta alla Regione Lombardia, ora indagata secondo il quotidiano per favoreggiamento della prostituzione insieme a Emilio Fede e Lele Mora. Sono quasi le tre del mattino del 28 maggio quando le due lasciano la questura. La Minetti chiama immediatamente Berlusconi al telefono. Anche Ruby parla con il premier. Il racconto di Ruby. In agosto la giovane comincia a raccontare la sua versione della storia. Dice di essere stata ad Arcore tre volte, due delle quali insieme ad almeno altre venti ragazze. Pur dichiarando di non avere mai avuto rapporti con il premier, spiega che le ragazze più disponibili venivano invitate a partecipare al “bunga bunga”: “Silvio mi disse che quella formula l’aveva copiata da Gheddafi, è un rito del suo harem africano”. Soldi e gioielli. Per sostenere la sua tesi, Ruby mostra i gioielli che – dice – ha ottenuto dal premier. Racconta anche di avere ottenuto denaro (150mila euro in tre mesi) e la promessa di comprarle un centro benessere. Spiega anche che il premier le avrebbe detto di presentarsi come la nipote del presidente egiziano Mubarak.

Una chiave di lettura diversa quella data dal Giornale

Un salto indietro di un anno e mezzo, all’epoca dello scoppio del caso Noemi. Un nuovo “sexy gate”, partito dal Tribunale di Milano. Un “accerchiamento” al cavaliere, l’ultimo atto di un disegno ben preciso cui parteciperebbero anche esponenti dell’opposizione. L’obiettivo finale infatti è far cadere Berlusconi, per andare a un nuovo governo tecnico. Il giornale di via Negri parla poi il comportamento contraddittorio della Procura. In particolare parla della decisione dei magistrati di porre a incidente probatorio la ragazza marocchina, ovvero un interrogatorio alla presenza dei difensori degli indagati, destinato a consolidare una volta per tutte le sue dichiarazioni. Una decisione in parte destinata a tutelare la ragazza, ma che servirebbe anche ad analizzare fino in fondo le lacune, contraddizioni e inverosimiglianze emerse nel corso dei numerosi interrogatori cui la magrebbina è stata sottoposta.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10/28/ruby-e-il-premier-la-ricostruzione-degli-altri-giornali/74075/


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AldoVincent
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Una precisazione.
Fede ha dichiarato in un primo momento che forse aveva incontrato Ruby a qualche cena innocente ad Arcore, ma sul Web hanno cominciato a girare le foto di un concorso di bellezza in cui Fede era parte della giuria. Da qui l'ammissione di averla presentata lui a Lele Mora.
tutto il rimanente quasi coincide

Cià

Aldo Vincent


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Saysana
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Il problema non e' il bunga bunga di per se, il problema e' che un personaggio come Berlusconi sia stato e continui ad essere un capo di governo.

In un paese un po' piu' serio a quest'ora starebbe a fare il bunga bunga ad Hammamet, ma si sa, siamo italiani.
😳


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helios
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IL PREZZO DEL BUNGA BUNGA
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Una serie di festini o uno solo? Cinquemila, settemila euro o centotrentamila? Audi o non audi? Sono solo tre dei numerosi interrogativi sulla vicenda di Ruby- Karima, la diciassettenne marocchina che sarebbe stata presente in almeno un festino nella villa di Arcore del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Visto che l’ipotesi di reato su cui indaga la Procura di Milano è quella di favoreggiamento della prostituzione è fatale che al centro della vicenda ci siano i soldi. Chi ha pagato, chi ha ricevuto e soprattutto quanto. Stamattina, parlando con Il Fatto, il primo quotidiano a lanciarsi sulla notizia, Ruby dà una ricostruzione completamente diversa della faccenda. Una ricostruzione “romantica” a cominciare dalla data dell’unico incontro ad Arcore, avvenuto, secondo la minorenne, il 14 febbraio: “Silvio è stato gentilissimo. Eravamo soltanto noi tre, Silvio la mia amica ed io. Abbiamo mangiato nella villa del premier, abbiamo ascoltato musica e poi, verso le 23:30 siamo andati a dormire”.
Niente bunga bunga, insomma. Quanto a soldi e regali, Ruby spiega: “Parlano di 130.000 euro? Tutte bugie. Silvio mi ha dato solo 7000 euro e una collana di Damiani”. Poi l’aggiunta che fa del premier una sorta di buon samaritano: “Non ha chiesto nulla in cambio e non ha avuto niente, lo ha fatto solo per aiutarmi”. Coerente: è lo stesso motivo per cui il premier afferma di aver chiamato la questura di Milano. Telefonata della quale Ruby spiega di non sapere se sia stato o meno il premier a farla salvo poi dire: “Ad aspettarmi c’era quella ragazza, Nicole, che non conoscevo. Subito dopo abbiamo chiamato Silvio. Era molto arrabbiato, mi ha anche sgridato, mi ha detto che gli avevo mentito dicendo che ero maggiorenne”.
Nel “Ruby bis”, insomma, Berlusconi sembra trasformarsi in una sorta di papà severo ed affettuoso. La minorenne, poi, si sforza di scagionare anche Lele Mora ed Emilio Fede: “Non è stato Mora a venirmi a cercare. Non è stato neanche Emilio Fede. Sono stata io, arrivata a Milano, a rivolgermi alla società di Mora e ho mentito, dicendo che avevo 24 anni”.
Nella ritrattazione parziale della giovane, però, ci sono una serie di cose che non tornano. A cominciare dallo stesso Fede, che, sostenendo di non aver nulla a che fare con la vicenda ammette di averla vista “un paio di volte” a casa Berlusconi. Il quotidiano Il Corriere della Sera, sempre oggi, in un pezzo firmato da Luigi Ferrarella, parla di “almeno tre circostanze sicure”, ovvero di un minimo di tre presenze documentate di Ruby ad Arcore. L’altro dato certo, secondo il quotidiano, è che Ruby ha ricevuto soldi. Si parla, ma non c’è la certezza assoluta, di circa 5000 euro ad incontro, usciti, secondo Ferrarella, “dalla “cassa” familiare di Berlusconi storicamente amministrata da un uomo di fiducia: Giuseppe Spinelli, anni fa con lui indagato e uscito dai processi su Medusa film e sulla villa di Macherio, e già tra gli amministratori della holding Dolcedrago e dell’immobiliare Idra (intestataria della villa di Arcore)”.
Sempre sui regali di Berlusconi, i conti che fa il quotidiano la Repubblica, verbali della Procura alla mano, sono molto diversi. Cominciando dall’Audi R8 (prezzo di listino tra i 111 e i 164 mila euro a seconda degli accessori) che il premier avrebbe regalato alla Ruby. I riscontri, spiega Piero Colaprico, sono sia nel primo interrogatorio di Ruby (“E nel verbale lei racconta che, nella seconda serata dell’invito ad Arcore, avviene questa scena. Arriviamo, io ed Emilio Fede, poi Silvio - dice - mi trattiene e nel giardino della villa mi mostra l’Audi e dice che è per me”), sia nelle confidenze che la ragazza fa alle sue coetanee della comunità di Sant’Ilario a Genova: “Voi non lo sapete, ma Berlusconi mi ha regalato anche un’Audi R 8″.

http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/bunga-bunga-ruby-berlusconi-soldi-616167/

la cosa più interessante di tutto è che la ragazza abbia come nome "ruby". Il bunga bunga potrebbe anche non esserci stato ma c'è stato che qualcuno ha "rubato" dei soldi che sono anche dei contribuenti per fare mercimonio a suo piacere.
Resta il fatto che tale personaggio coincide per il premier italiano e almeno qualcuno in italia dovrebbe far luce circa la provenienza dei denari spesi per comprate macchine e gioielli, pranzi e viaggi a nani e ballerine.

E se lui è ricco non si capisce perchè dobbiamo pagarlo per i suoi vizi e quelli della sua corte.


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GIGIOTTONE
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Sempre più in basso....ora manca solo un filmato di berlusconi a letto con rocco siffredi e 10 minorenni nella villa abusiva intestata a un mafioso russo e siamo a posto


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Saysana
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Sempre più in basso....ora manca solo un filmato di berlusconi a letto con rocco siffredi e 10 minorenni nella villa abusiva intestata a un mafioso russo e siamo a posto


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Saysana
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Sempre più in basso....ora manca solo un filmato di berlusconi a letto con rocco siffredi e 10 minorenni nella villa abusiva intestata a un mafioso russo e siamo a posto

Ma come fai a saperlo gia'?

Quello e' ancora un segreto! 😀


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helios
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Sempre più in basso....ora manca solo un filmato di berlusconi a letto con rocco siffredi e 10 minorenni nella villa abusiva intestata a un mafioso russo e siamo a posto

Ma come fai a saperlo gia'?

Quello e' ancora un segreto! 😀

mah....

🙄 intanto il nome "ruby" da da pensare.... e se conosceva Lele Mora ancora di più. Strano che Marrazzo sia stato colto in flagrante e che invece "chiappe d'oro" sia ancora latitante.... 8)

------editato--------
secondo quanto riportato qui:
http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/bunga-bunga-questura-berlusconi-stile-vita-616713/

IL VERO BUNGA BUNGA L'HANNO FATTO ALLA QUESTURA
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Il vero, autentico, sicuro, provato, ammesso e confesso bunga-bunga è stato fatto alla Questura di Milano. Anche esistesse solo nelle barzellette, anche fosse solo un “simpatico” modo di dire, anche se mai e poi mai nessuno ha giocato a questo gioco a casa Berlusconi, il bunga-bunga è appunto gioco di sottomissione. Uno chiama, l’altro si inchina, non necessariamente guardando negli occhi il “chiamante”, cioè chi conduce il gioco. Attenti alle frasi, quelle ufficiali, pronunciate a mente diciamo fredda dai protagonisti. Frasi pensate, frasi volute, frasi del giorno dopo. Bastano, non occorre altro. Come dice Berlusconi, non c’è bisogno di “contraddittorio”, non c’è niente da domandare, il premier dice tutto e, stavolta, nonostante le apparenze, non il contrario di tutto.
Dice Berlusconi, le tv e le radio hanno trasmesso suoni e immagini relative, chiunque ha potuto vedere e sentire: “Ho fatto solo una telefonata per trovare qualcuno che potesse rendersi disponibile all’affidamento per una persona che ci aveva fatto a tutti molta pena e ci aveva raccontato una storia drammatica a cui noi avevamo dato credito”. Chiaro, netto, esaustivo: il capo del governo italiano “ha fatto una telefonata”. Una telefonata per aiutare una ragazza che stava in Questura accusata di furto. Una ragazza che Berlusconi e i suoi conoscevano, una ragazza con cui c’erano stati incontri. Infatti “ci aveva fatto a tutti molta pena, ci aveva raccontato…”. Dunque la ragazza-immagine, quella scappata di casa, quella che arrangiava la vita esibendosi nelle discoteche ha avuto modo di “raccontare” e “far pena” a Berlusconi e ai suoi amici. A casa Berlusconi dove era stata accolta, dove poteva entrare e infatti ci era entrata.
Dubbi o critiche sulla circostanza ripetuta, sull’abitudine a far entrare a casa ragazze modello Ruby, “Rubacuori” per gli amici? Berlusconi dice, detta, anzi rivendica la verità più vera: “Nessuno può farmi cambiare stile di vita”. Nel “cerchio” delle conoscenze e frequentazioni del premier si entra anche per qualità e meriti come quelle di Ruby, lo attesta il premier dicendo al paese che l’hanno ascoltata e quindi “aiutata”. Infatti una volta entrati nel “cerchio”, si acquisisce una sorta di diritto alla protezione. Dice il premier: “Ho mandato la Minetti per evitarle il carcere”. La Minetti, cioè una del “cerchio” oltre che eletta al consiglio regionale lombardo per il Pdl. La Minetti e la telefonata. Dice il premier: “Non ho fatto pressioni, tutte balle”. E aveva detto la Questura: “Sì, da Roma hanno chiamato ma non ci sono stati favoritismi”. Non c’è bisogno di un contraddittorio per immaginare l’indifferenza in una Questura italiana quando arriva una telefonata del capo del governo. L’avranno accolta distrattamente, con un misto di noia e fastidio e subito si saranno detti: ha chiamato Berlusconi per quella ragazza? E allora? Chi se ne frega. E avranno ovviamente fatto finta di nulla sbuffando un po’ per quel premier che li disturbava a tarda notte e mandava una sua emissaria alla porta per farsi consegnare la ragazza.
Dubbi o critiche sulla sincerità del premier? Impossibili dopo le sue nette dichiarazioni. Dice infatti Berlusconi: “Sono una persona giocosa, amo la vita, amo le donne, la mattina mi guardo allo specchio sereno”. Non c’è un grammo di bugia in questa frase: guardandosi allo specchio Berlusconi si sente in regola e in diritto. Di telefonare in Questura per aiutare una che era stata accolta nel “cerchio”. Dice ancora: “Non ho fatto nulla di cui vergognarmi, sono tranquillo”. E’ assolutamente vero che non prova vergogna, per lui mandare le Minetti e telefonare al Questore è “buon cuore” e non bunga-bunga alle forze dell’ordine.
Attenzioni alle frasi. Dice Berlusconi: “In casa mia entrano solo persone per bene”. Dice Emilio Fede: “Mi dà fastidio essere accostato a Lele Mora, lui gestisce donne e non solo donne”. Lele Mora entra regolarmente a casa Berlusconi. Non c’è nulla da scoprire, basta ascoltarli quando parlano. Non c’è nulla da chiedere, nulla da scovare sotto le loro lenzuola. Le loro lenzuola e quello che ci finisce sotto le espongono con orgoglio alla finestra, metaforicamente ma non tanto dal balcone della casa. Lenzuola che mostrano la traccia della “vitalità” e della solidarietà di “cerchio”. Non importa sapere se Ruby è stata o no omaggiata, anzi aiutata con soldi o altro. Mettiamo non abbia incassato nulla dai suoi amici di serata ad Arcore. Mettiamo sia tutto inventato: la discoteca privata con i pali della lap dance, il trono, la piscina…E perfino il bunga-bunga dopo cena, mettiamoci tutti, rimettiamoci tutti alla frase e alla condizione di Emilio Fede: “Io vado via presto, non resto lì fino a tardi”. Non restiamo, nemmeno cerchiamo di restare lì fino a tardi, affari loro. Loro che quando una di loro, sia pure una di loro avventizia e marginale, finisce in Questura, allora d’istinto e cultura organizzano un bunga-bunga sulla medesima Questura.

l bunga-bunga è appunto gioco di sottomissione. Uno chiama, l’altro si inchina, non necessariamente guardando negli occhi il “chiamante”, cioè chi conduce il gioco.

è la descrizione del gioco che fanno in parlamento ogni giorno.
Ma anche chi conduce il gioco è sottomesso (da altri che gli hanno fatto il bunga bunga in precedenza)
😕


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marcopa
Illustrious Member
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La tentazione
di Rosa Mordenti

Il giorno dopo la scoperta del bunga bunga, Bersani in maniche di camicia invoca «si stacchi la spina a questo governo», e non si capisce bene con chi ce l’abbia, speriamo con se stesso. Tutti a ridacchiare, a canticchiare la canzoncina di Elio – per colpa dell’af®icaaaa – ma è un modo come un altro per sublimare l’impotenza.
Al peggio non c’è mai fine, dicono i saggi, ed è quello che il berlusconismo dovrebbe averci insegnato: questa è l’ultima goccia, abbiamo detto e pensato e sentito dire ogni volta, ma non era vero. Non era vero dopo le escort, la cocaina, le corna, le gaffes, le bestemmie, le barzellette antisemite, le volgarità, le regalìe ai servi e ai familiari, le boutade sui magistrati, i tumori e le grandi opere e via così. Non lo è stato nemmeno dopo le accuse dei pentiti di mafia, né dopo i tagli allo stato sociale e alla cultura, né dopo l’atroce fallimento dell’Aquila. Per un attimo lo abbiamo pensato anche ieri – tutti abbiamo avuto la tentazione di sperarlo – mentre l’«utilizzatore finale» di ragazzine psicologicamente fragili si presentava al fianco di Bertolaso nelle terre soffocate dall’immondizia, quelle che lui aveva annunciato di aver ripulito per sempre, a promettere che le avrebbe ripulite per sempre un’altra volta e in tre giorni; ma abbiamo sbagliato di nuovo.
Il problema non è che Berlusconi rappresenta l’anima nera degli italiani, ma che il berlusconismo la incarna. Per questo non c’è niente da ridere, anzi è per questo che il nostro riso ha il sapore amaro. La spina si stacca da un’altra parte, dove c’è un paese ricco di futuro, di passioni e di idee comuni, come è accaduto a Catania fuori dal Palanitta, dove gli antirazzisti – da soli – sono stati per due giorni a cercare di difendere i diritti di 131 migranti privati dei più elementari diritti civili, e nelle università, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nelle redazioni dei giornali che chiudono per colpa di Tremonti [ma lasciano tracce, e torneranno più forti], nelle strade di Terzigno e perfino – ma raramente – sui tappeti rossi, liberati dagli elargitori di autografi e occupati dalla rabbia e dalle idee.

Fonte www.carta.org


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