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Il giorno del coraggio


pietroancona
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Il giorno del coraggio

Non pensavo proprio che Alfano avrebbe trovato il coraggio di Bruto. Si può dire di lui che è stato da sempre una creatura di Berlusconi, il suo fedelissimo in tutte le situazioni anche le più sgradevoli e turbolente. Anche gli altri protagonisti della rottura stanno mostrando un coraggio che non si sospettava in loro. Fabrizio Cicchitto, Quagliarello, Maurizio Lupi, Nunzia di Girolamo, Beatrice Lorenzin E tantissimi altri come Giovanardi. Sacconi Formigoni...

Berlusconi ha commesso una sequela di errori uno dietro l'altro. Li ha commessi in proprio ed anche su istigazione di consiglieri stupidi ed arroganti come la Santanchè Sallusti ed altri.

E' stato fondamentale l'errore di chiedere le dimissioni a tutti i parlamentari. Evento traumatico di rara drammaticità che ha messo ogni deputato ed ogni senatore del suo gruppo difronte ad una responsabilità morale e politica eccezionale. Anche il più scalcagnato dei parlamentari sente di essere un legislatore dello Stato e non una semplice marionetta del segretario del suo partito.

Le dimissioni dei deputati e dei senatori non sarebbero state da sole capaci di provocare il terremoto politico del gruppo dirigente se non fossero state seguite dalla richiesta di dimissioni dei Ministri. Mossa questa dovuta credo esclusivamente alla protervia padronale di Berlusconi. Qui è saltato tutto e i ribelli hanno trovato la forza per resistere e ribaltare il diktat.

Certo hanno avuto un ruolo importante i poteri forti: l'Osservatore Romano, l'Europa, la Germania, la Confindustria, gli USA. Basta osservare il comportamento di Lupi e di Formigoni e di quanti sono legati a Comunione e Liberazione per capire dove andava a parare il Vaticano.
La proposta Berlusconi di andare subito alle elezioni anticipate lo ha bruciato. Brucerebbe anche Grillo se continuasse ad insistervi. Nessuno dei deputati e dei senatori eletti dopo appena sei mesi di legislatura e con la prospettiva di altri quattro anni e mezzo di mandato è disponibile di buon grado a condividere l'avventura di elezioni anticipate. Qui è caduto l'asino berlusconiano.
Il governo Letta non viene travolto dal ricatto berlusconiano perchè è il migliore governo possibile per la destra italiana ed euroatlantica. Migliore di quanto potrebbe essere un governo diretta espressione dello stesso Berlusconi. Se il governo Letta avesse avuto pulsioni, scelte, propositi e fosse stato spostato a sinistra magari solo di un poco rispetto a quello che è stato probabilmente il disegno berlusconiano sarebbe stato appoggiato dalle forze conservatrici e reazionarie ed avrebbe avuto più possibilità.

Oggi è una giornata storica in cui Berlusconi esce malamente di scena. Dopo la sentenza della Cassazione avrebbe dovuto osservare un profilo basso non farsi nè vedere nè sentire e cercare per se le migliori condizioni possibili per un condannato a quattro anni di carcere. Ha tentato la carta del "Muoia Sansone e tutti i filistei" e non ha tenuto conto che come era nell'ordine naturale delle cose sarebbe rimasto solo o quasi.Anche coloro che restano con lui presto si guarderanno attorno e decideranno sul da farsi. Un sul da farsi che è post berlusconiano.

In questo quadro anche l'annunzio della candidatura della figlia Marina risulta bruciata. E' stata riproposta nel peggiore momento di disgrazia del padre e della famiglia. Perchè una cosa era la sentenza della cassazione ben altra cosa è che i cinque ministri e non si sa quanti deputati e senatori lasciano il Cavaliere nella bufera ad affondare da solo.

Si è chiusa l'era di Berlusconi e credo anche della sua famiglia e del suo gruppo industriale. Mediaset per sopravvivere dovrà cambiare totalmente linea.


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Fafnir
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Non sono sicuro che si sia chiusa l'era Berlusconi.


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Anonymous
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E' stato fondamentale l'errore di chiedere le dimissioni a tutti i parlamentari. Evento traumatico di rara drammaticità che ha messo ogni deputato ed ogni senatore del suo gruppo difronte ad una responsabilità morale e politica eccezionale

per non parlare della perdita di stipendio, rimborsi, provilegi, pensione d'oro ecc ecc... ovvero l'UNICO motivo per il quale quella gente "fa politica"... te pare che rinunciano ai dindi... 😆


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Anonymous
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fare politica da tanti anni e non capire un cazzo a sto livello è desolante


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Tonguessy
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E' stato fondamentale l'errore di chiedere le dimissioni a tutti i parlamentari. Evento traumatico di rara drammaticità che ha messo ogni deputato ed ogni senatore del suo gruppo difronte ad una responsabilità morale e politica eccezionale.

Eh già: Alfano quando mai ha cessato di avere cotanta responsabilità?

"Io cesso!" pare abbia detto in una telefonata privata.


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Fafnir
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E' stato fondamentale l'errore di chiedere le dimissioni a tutti i parlamentari. Evento traumatico di rara drammaticità che ha messo ogni deputato ed ogni senatore del suo gruppo difronte ad una responsabilità morale e politica eccezionale.

Eh già: Alfano quando mai ha cessato di avere cotanta responsabilità?

"Io cesso!" pare abbia detto in una telefonata privata.

@Tonguessy

Scusa l'OT ma ho sentito la tua conferenza sull'agricoltura e ti volevo segnalare un libro che ho trovato molto interessante: L'ideale e il materiale di Maurice Godelier.
Si analizzano diverse culture di raccoglitori in Africa e Australia per studiare le differenze di struttura sociale e religione nell'ottica marxiana struttura-sovrastruttura (se la struttura dei rapporti di produzione è sostanzialmente identica bisogna giustificare le differenze culturali ossia di sovrastruttura).
Come molti suoi colleghi degli anni '70-'80 Godelier parteggia apertamente per i raccoglitori nei confronti degli agricoltori considerando che i rapporti ugualitari e l'assenza di autentica proprietà privata dei primi sono la forma sociale più "desiderabile e giusta".
A un certo punto cambia del tutto ambientazione e apre un capitolo sulla antica Atene sostenendo che l'aristocrazia ateniese nelle sue istituzioni (come la manomorta, ossia il divieto di poter vendere le terre degli aristocratici) ricalca proprio le forme sociali economiche dei raccoglitori; a suo avviso tutta la stratificazione sociale del resto della popolazione (schiavi privi di libertà, mercanti che possono vendere e comprare al contrario degli aristocratici e che quindi, nella visione antica, si ponevano in una condizione di inferiorità spirituale) serviva unicamente a proteggere il nucleo centrale aristocratico in modo che potesse conservare il modo di vita "desiderabile e giusto" dei raccoglitori.
L'ho trovata una tesi molto significativa che forse, in generale, spiega la maggiore coesione delle classi dominanti rispetto a quelle subalterne.


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Tonguessy
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@Tonguessy

Scusa l'OT ma ho sentito la tua conferenza sull'agricoltura e ti volevo segnalare un libro che ho trovato molto interessante: L'ideale e il materiale di Maurice Godelier.
Si analizzano diverse culture di raccoglitori in Africa e Australia per studiare le differenze di struttura sociale e religione nell'ottica marxiana struttura-sovrastruttura (se la struttura dei rapporti di produzione è sostanzialmente identica bisogna giustificare le differenze culturali ossia di sovrastruttura).
Come molti suoi colleghi degli anni '70-'80 Godelier parteggia apertamente per i raccoglitori nei confronti degli agricoltori considerando che i rapporti ugualitari e l'assenza di autentica proprietà privata dei primi sono la forma sociale più "desiderabile e giusta".
A un certo punto cambia del tutto ambientazione e apre un capitolo sulla antica Atene sostenendo che l'aristocrazia ateniese nelle sue istituzioni (come la manomorta, ossia il divieto di poter vendere le terre degli aristocratici) ricalca proprio le forme sociali economiche dei raccoglitori; a suo avviso tutta la stratificazione sociale del resto della popolazione (schiavi privi di libertà, mercanti che possono vendere e comprare al contrario degli aristocratici e che quindi, nella visione antica, si ponevano in una condizione di inferiorità spirituale) serviva unicamente a proteggere il nucleo centrale aristocratico in modo che potesse conservare il modo di vita "desiderabile e giusto" dei raccoglitori.
L'ho trovata una tesi molto significativa che forse, in generale, spiega la maggiore coesione delle classi dominanti rispetto a quelle subalterne.

Esiste un'ampia schiera di antropologi che difendono la bontà di quell'antico modo di vivere, e non necessariamente marxisti. Marshall Salins, ad esempio, critica fortemente la teoria marxista dei modi di produzione che determinano le relazioni. Ma denuncia il grado altissimo di disinformazione su quei nostri antenati. Qui un bel saggio:
http://www2.unipr.it/~deyoung/Stone_Age_Economics.html

I paralleli con la vita moderna si sprecano. Ad esempio l'esponente più noto del materialismo culturale è Marvin Harris, il quale spiegava come l'abitazione ideale della ricca borghesia attuale (casa in mezzo al verde, sufficientemente distante da altre abitazioni e con vista su parchi) fosse in realtà uno standard abitativo per i paleolitici. Quindi il massimo a cui l'uomo moderno può aspirare (da questo punto di vista come da altri) è uno stile di vita paleolitico. Il che non è male, come contraddizione.

"Inadequacy of economic means is the first principle of the world's wealthiest peoples" afferma Salins.

Se poi vogliamo approfondire c'è sempre John Zerzan, che cita una montagna di studi in ogni suo libro.

Comunque grazie per il consiglio, appena posso lo ordino.


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Anonymous
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Per gli opportunisti non ci vuole coraggio, se vogliono mantenere i privilegi parlamentari.

Cit: All' erta, miei prodi!
Vi siete finora coperti di merda,
Copritevi oggi di ... ?
Dal film; L' armata Brancaleone


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