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Il governo M5S-Lega proverà ad uscire dall’euro?

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Hito
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https://lacrunadellago.net/2018/05/22/il-governo-m5s-lega-provera-ad-uscire-dalleuro/

Probabilmente dovranno ancora passare 24 ore di tempo prima di veder nascere il nuovo governo gialloverde formato da M5S e Lega. Dopo il pomeriggio di ieri, le delegazioni dei due partiti hanno fatto l’atteso nome del premier al quale vorrebbero affidare la guida del futuro governo, e le anticipazioni hanno confermato quanto previsto.

Il nome indicato da Salvini e Di Maio è quello di Giuseppe Conte, professore di diritto privato all’Università di Firenze. Le notizie dal Quirinale raccontano che Mattarella abbia preferito prendersi una pausa di riflessione prima di decidere se accettare l’indicazione dei due leader politici.

Ma le tensioni e i dubbi del Colle non sembrano essere solamente sul nome di Giuseppe Conte, tanto anche su quello di alcuni ministri.

Tra questi si fa insistentemente largo l’ipotesi che Paolo Savona, noto economista e accademico della LUISS molto critico nei confronti della moneta unica, possa andare al ministero dell’Economia. Il professore non ha smentito questa notizia, e ha parlato di una “tenzone” intorno al suo nome. Non è difficile immaginarne le ragioni.

Savona è stato uno dei primi economisti in Italia ad esprimere tutte le perplessità sulla struttura dell’unione monetaria già fin dal 1992, all’alba del Trattato di Maastricht che diede vita all’Unione Europea.

Il professore, ministro dell’industria nel governo Ciampi nel 1993, caldeggiò apertamente per l’Italia la soluzione dell’opting out, ovvero l’opzione nei trattati esercitata già da Gran Bretagna e Danimarca, che ha consentito ai due paesi di restare fuori dall’euro.

La storia purtroppo è nota. Il suggerimento di Savona non venne ascoltato e i successivi governi di centro sinistra degli anni’90, Prodi prima e D’Alema poi, proseguirono dritti sulla strada dell’unione monetaria senza nemmeno tentare di negoziare condizioni più favorevoli.

Ma il professore non si arrese e le sue perplessità sull’adesione all’euro per l’Italia finirono in un saggio del 1996 intitolato “L’Europa dai piedi di argilla”.

Negli ultimi anni il professore ha continuato a definire l’euro come “un cappio europeo che si va stringendo attorno al collo dell’Italia.”

Le regole europee soffocano l’economia italiana ed è quindi l’ora di “esaminare l’opportunità di restare o meno nell’Unione o nella sola euro area, come ha fatto e fa il Regno Unito”, aggiunse l’economista.

Dunque le fibrillazioni intorno al suo nome sono perfettamente comprensibili, specialmente da parte del Colle che nelle ultime settimane è sembrato più preoccupato a chiedere il rispetto dei trattati europei che quello della Costituzione italiana.

Se Savona riuscirà ad entrare a via XX Settembre, la tensione probabilmente salirà ancora. Per la prima volta da molti anni, ci potrebbe essere un ministro dell’Economia che ha suggerito apertamente di prendere in considerazione l’uscita dall’euro.

Washington pronta a sostenere il governo gialloverde?

E’ una partita che potrebbe giocarsi con ogni probabilità su opposte sponde dell’Atlantico e che vedrebbe fronteggiarsi da un lato Washington, con l’amministrazione Trump critica delle politiche della Germania che continua ad accumulare enormi surplus commerciali, e dall’altro l’asse franco-tedesco, più spostato verso Berlino, che non ammette deviazioni dalla sacra linea del rigore.

In mezzo, l’Italia, che giocherà ancora una volta un ruolo chiave per i destini dell’eurozona e probabilmente delle relazioni internazionali.

Se dunque Parigi e Berlino speravano in un governo formato da PD e M5S, molto più spostato verso l’asse preferito da Bruxelles, questo esecutivo targato M5S-Lega sembra pendere molto di più verso Washington ed anche Mosca, dal momento che è c’è la possibilità che possano essere rimosse le sanzioni alla Russia.

Un eventuale asse Washington-Roma-Mosca avrebbe sicuramente tutto il peso necessario per rimettere in discussione non solo le politiche economiche dell’UE a guida tedesca che hanno portato ad un aumento del debito pubblico di 15 punti percentuali dall’avvento di Mario Monti a Palazzo Chigi e ad una disoccupazione costantemente a doppia cifra, ma la stessa appartenenza dell’Italia all’euro.

Savona se riceverà la nomina, potrebbe essere proprio l’uomo ideale per guidare questa transizione. La sua lunga esperienza e le sua profonda conoscenza degli equilibri internazionali sono gli strumenti migliori per gestire quello che potrebbe essere un delicatissimo passaggio.

La sua appartenenza all’Aspen Institute, il noto think tank di ispirazione atlantista, potrebbe anche rivelarsi utile per cercare di utilizzare delle divisioni che da tempo ci sono all’interno dell’establishment politico ed internazionale.

Divisioni che si possono vedere nello stesso Aspen Institute, dove ci sono da un lato Mario Monti, l’uomo che si è fatto portavoce ed esecutore del rigore di Berlino a Roma, e Romano Prodi, uno dei padri dell’euro, e dall’altro Giulio Tremonti e lo stesso Savona, i più euroscettici tra i membri italiani del gruppo.

Si sta consumando quindi una durissima battaglia tra le èlite sulle sorti della Penisola e la sua appartenenza all’euro? Probabilmente sì, e questo esecutivo che sta per nascere potrebbe trovarsi proprio al centro di questa “tenzone” come l’ha definita lo stesso Paolo Savona.


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comedonchisciotte
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Personalmente preferirei Bagnai all'economia. E' certamente competente e non ha legami con la massoneria dell'Aspen.
Comunque le valutazioni qui sopra potrebbero essere sensate.


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Hito
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comedonchisciotte;238037 wrote: Personalmente preferirei Bagnai all'economia. E' certamente competente e non ha legami con la massoneria dell'Aspen.
Comunque le valutazioni qui sopra potrebbero essere sensate.

Anche io preferirei Bagnai.... Credo non lo vogliano "bruciare" per sfruttarne le capacità una volta usciti, ma è solo una mia interpretazione... Mi spiace non assistere alle tonnellate di asfalto sotto cui avrebbe seppellito gli euro burocrati!


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PietroGE
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Non credo che l'Italia uscirà dall'euro. Le perdite per la Germania e i Paesi del Nord sarebbero talmente gravose da costringere Bruxelles ad essere più accomodante con le richieste italiane.


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Hito
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PietroGE;238039 wrote: Non credo che l'Italia uscirà dall'euro. Le perdite per la Germania e i Paesi del Nord sarebbero talmente gravose da costringere Bruxelles ad essere più accomodante con le richieste italiane.

Si, ma l'articolo ventila l'ipotesi di un insperato appoggio degli USA e della Russia, che in questo momento farebbero oltremodo comodo; si sa che Trump non vede di buon occhio i surplus tedeschi e l'euro in generale... Sarò un povero illuso, ma io ci spero... e intanto va avanti una distruzione economica superiore anche alla II^ guerra mondiale -.-


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oriundo2006
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Ma mettiamoci una buona volta nei panni dei decisori ultimi in sede Eu ( e non solo ): il debito italiano è stato detto essere una palla al piede della nostra economia ( il che è discutibile quantomeno come approccio generale ): cosa di meglio che un governo locale di utili idioti che levi la castagna dal fuoco ? Ovvero, come fare gli interessi altrui pensando di fare i propri. Senza il debito italiano 'monstre', ovvero con un 'haircut' sostanziale, la ripresa economica ( e la spesa pubblica ventura ) potrà agevolmente esser 'pilotata' verso gli obiettivi voluti. Quali sono ? Ovvio, anche questo: un bell'aumento delle spese militari e quelle delle tecnologie di punta ad esse utili, anzi essenziali, più naturalmente tante regalie a pioggia... Cosa ci guadagneremo ? Poco e niente, perchè il governo che accetta questo POI cade e viene un bell'esecutivo 'tecnico' che svela l'arcano. Cosa ci perderemo ? Parecchio...e dopo poco il debito ridiviene monstre. Dico la mia: senza una riduzione complessiva della spesa pubblica, ovvero con tagli decisi e decisivi, e sua riqualificazione eliminando tutte le forme di spreco parassitario, non avremo nulla da guadagnarci davvero. Solo che i tagli nel programma o non ci sono o sono minimi ( a quanto ne so ).


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Hito
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oriundo2006;238044 wrote: Dico la mia: senza una riduzione complessiva della spesa pubblica, ovvero con tagli decisi e decisivi, e sua riqualificazione eliminando tutte le forme di spreco parassitario, non avremo nulla da guadagnarci davvero. Solo che i tagli nel programma o non ci sono o sono minimi ( a quanto ne so ).

Si è dimostrato che i tagli alla "spesa pubblica improduttiva" diventano tagli al PIL (di cui la spesa pubblica fa parte con segno +) aumentata inoltre dall'effetto moltiplicatore che diventa negativo. La soluzione studiata dalla Lega sulle basi keynesiane che reggono la nostra Costituzione, sarebbe un aumento assennato della spesa pubblica, che ci faccia tornare a crescere e faccia diminuire il rapporto debito/PIL.


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oriundo2006
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Hito: aumento a favore delle tante lobby e mafie politiche e no, se non si disbosca fortemente tutto il sottobosco di malaffare attorno allo stato spendaccione, ivi compresi gli innumerevoli enti e partecipazioni statali, regionali ecc. ecc.: un sottobosco che non aspetta altro che un aumento della spesa per divorarla rapidamente a proprio profitto.


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Hito
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oriundo2006;238048 wrote: Hito: aumento a favore delle tante lobby e mafie politiche e no, se non si disbosca fortemente tutto il sottobosco di malaffare attorno allo stato spendaccione, ivi compresi gli innumerevoli enti e partecipazioni statali, regionali ecc. ecc.: un sottobosco che non aspetta altro che un aumento della spesa per divorarla rapidamente a proprio profitto.

Hai ragione, ma se fossi un fine stratega, lascerei il "sottobosco di malaffare attorno allo stato spendaccione" tale e quale come in effetti è rimasto, buono come esempio valido per tutte le stagioni... e nel frattempo, con la scusa, ci fanno saltare "vecchi carrozzoni" come la sanità pubblica, l'istruzione pubblica, il sistema previdenziale... Ti ricorda qualcosa? Sarà perché anche loro dispongono di fini strateghi, molto più preparati di me.


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Tizio8020
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Hito, quoto tutto l'ultimo intervento!
Fa troppo comodo ai padroni fingere di lottare contro il parassitismo, per privatizzare tutto!


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PietroGE
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Nella sostanza ha ragione oriundo. Non si va avanti solo facendo più debito, ci vuole un controllo sulla spesa pubblica e una forte diminuzione delle spese della politica. Altro che noccioline come i vitalizi e le pensioni d'oro, che sarà anche giusto tagliare ma che portano solo qualche centinaio di milioni alle casse dello stato. Questi continuano a fare promesse , oggi il rimborso di tutta la gente truffata dalle banche, senza neanche fare una operazione di cassa, cioè vedere quanto c'è nelle casse dello stato e quanto serve per il cosiddetto contratto.
E il confronto con la Germania, che ha una spesa pubblica equivalente a quella italiana, fa ridere, la nostra economia non è quella tedesca, loro la spesa pubblica che hanno se la possono permettere, noi no.
C'è poi il problema delle priorità : serve subito il reddito di cittadinanza o una diminuzione della tasse? Io direi la diminuzione delle tasse. Invece si sente dire da Conte : subito reddito di cittadinanza.
Cominciamo male.


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Hito
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Secondo me vi siete fatti infarcire la testa delle (sbagliatissime) regole neoliberiste...


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PietroGE
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Quello giapponese è un debito interno. Il governo può azzerarlo quando vuole, poi se la vedrà lui con i creditori giapponesi, probabilmente stampando più soldi. L'Italia deve piazzare 400 miliardi di titoli ogni anno solo per finanziare il debito. Un terzo è detenuto dall'estero. Siccome la parte di debito in possesso italiano è in mano alle banche, se l'Italia dichiara default sul debito in mano italiana fa saltare tutto il sistema delle banche, che poi andranno rifinanziate.
SI potrebbe dichiarare default sul debito estero, tenendo presente che poi se vai a cercare finanziamenti non ti daranno più una lira e che quindi bisognerà tagliare massicciamente la spesa pubblica per trovare soldi da investire. Un simile default, che io sappia, lo aveva proposto Salvini una volta in televisione.


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Hito
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PietroGE;238063 wrote: Quello giapponese è un debito interno. Il governo può azzerarlo quando vuole, poi se la vedrà lui con i creditori giapponesi, probabilmente stampando più soldi. L'Italia deve piazzare 400 miliardi di titoli ogni anno solo per finanziare il debito. Un terzo è detenuto dall'estero. Siccome la parte di debito in possesso italiano è in mano alle banche, se l'Italia dichiara default sul debito in mano italiana fa saltare tutto il sistema delle banche, che poi andranno rifinanziate.
SI potrebbe dichiarare default sul debito estero, tenendo presente che poi se vai a cercare finanziamenti non ti daranno più una lira e che quindi bisognerà tagliare massicciamente la spesa pubblica per trovare soldi da investire. Un simile default, che io sappia, lo aveva proposto Salvini una volta in televisione.

https://www.money.it/A-comprare-Btp-e-rimasta-solo-Banca-d-Italia
Gli investitori stranieri, non investono sui titoli che rendono 0 (zero). Troveranno sempre qualcosa di più allettante sui mercati in cui speculare.


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PietroGE;238063 wrote: Quello giapponese è un debito interno. Il governo può azzerarlo quando vuole, poi se la vedrà lui con i creditori giapponesi, probabilmente stampando più soldi. L'Italia deve piazzare 400 miliardi di titoli ogni anno solo per finanziare il debito. Un terzo è detenuto dall'estero. Siccome la parte di debito in possesso italiano è in mano alle banche, se l'Italia dichiara default sul debito in mano italiana fa saltare tutto il sistema delle banche, che poi andranno rifinanziate.
SI potrebbe dichiarare default sul debito estero, tenendo presente che poi se vai a cercare finanziamenti non ti daranno più una lira e che quindi bisognerà tagliare massicciamente la spesa pubblica per trovare soldi da investire. Un simile default, che io sappia, lo aveva proposto Salvini una volta in televisione.

L'Italia deve piazzare 400 miliardi di titoli ogni anno solo per finanziare il debito. Un terzo è detenuto dall'estero. Siccome la parte di debito in possesso italiano è in mano alle banche, se l'Italia dichiara default sul debito in mano italiana fa saltare tutto il sistema delle banche, che poi andranno rifinanziate.

Questa è un'opinione che ho espresso anche io , ma mi hanno fatto spiegare da un certo Borghi ( valente economista ) che il debito non esiste . O se esiste si può trascurare il fatto di doverlo pagare ( c'è proprio una legge che lo consente dicono ) .
Ora se non esiste dei 400 miliardi di titoli non c'è alcun bisogno ( ecco dove sbagliavo ) .

Non capisco nemmeno ( ma me lo spiegheranno ) perchè una cosa che non esiste o comunque trascurabile sia in mano alle nostre banche e faccia saltare tutto il sistema bancario in caso di default sul debito .

Come è possibile che un defaullt su qualcosa di inesistente ( il debito ) possa provocare problemi alle banche che detengono una cosa che non esiste ( il debito ) ?

Quindi la situazione è ottimale , il debito non esiste , le banche , ovviamente , non lo detengono e non ci potrà essere nessun default .

( ci sarebbe il piccolo problema di dirlo a chi nei bot ha investito i suoi risparmi ma son sicuro che non sarà un problema , non potranno certo lamentare la dimostrazione che non esistono più in quanto hanno investito in una cosa inesistente , per i grandi speculatori o per i grandi investitori non credo ci saranno problemi sono entità che credo stiano già povvedendo a convertire in qualcosa di esistente quello che hanno erroneamente investito in qualcosa di non esistente )

SI potrebbe dichiarare default sul debito estero, tenendo presente che poi se vai a cercare finanziamenti non ti daranno più una lira e che quindi bisognerà tagliare massicciamente la spesa pubblica per trovare soldi da investire. Un simile default, che io sappia, lo aveva proposto Salvini una volta in televisione

Certamente si potrebbe dichiarare ( anche se basterebbe se ho capito bene semplicemente non pagarlo il debito estero in quanto non esistente per legge ) , e non sarà neppure necessario cercare finanziamenti con il timore che non ti diano più una lira ( il problema non sarà certo quello di avere delle lire , mi hanno spiegato che come il Giappone se ne possono stampare a piacimento . Il problema più che di avere qualcuno che ce le dia sarebbe quello di avere qualcuno che se le prenda all'estero , ma sempre se ho capito bene questo non sarebbe un problema se non accetteranno le lire gli daremo qualcosa d'altro . E non mi preoccuperei tanto di cosa sarà questo altro quando sarà il caso ce lo diranno ) .

Non capisco bene perchè ci sarà la necessità , in questa situazione idilliaca , di tagliare la spesa pubblica , per la spesa pubblica ( come mi hanno spiegato ) bastrerà stampare moneta e con quella finanziarla senza tagliare alcunchè , idem per investire ( ovviamente se per investire si intende investire qui nel nostro paese , se per investire si intende investire o comprare in paesi esteri forse ( e dico forse ) qualche problemino potrebbe esserci ) .

In quanto a Salvini credo abbia la grande occasione di non accontentarsi di proporlo in televisione un default ( ma lo chiamerei diversamente che così sembra qualcosa di negativo ) di questo tipo . Ha la possibilità di farlo e di dimostrare nei fatti le enormi positive conseguenze .

Dico che ha la possibilità di farlo perchè credo che la situazione attuale di stallo su Savona non sia un problema , nel reale non vedo come il presidente della Repubblica possa opporsi ad un ministro proposto da un presidente del consiglio eletto dal popolo ( dicono ) .

Tantomeno se le motivazioni siano timori di una eventuale uscita dall'europa e dall'euro .

Salvini e anche Di Maio avranno quindi la possibilità impagabile di passare dalla teoria e dall'ipotesi alla realtà e dimostrare che l'uscita sarà una precisa volontà del popolo sovrano e che non ci sarà nei fatti ( che son quelli che alla fine contano ) nessun default ma l'inizio di una nuova era di felice prosperità o di decrescita felice che è un po' lo stesso ( perchè "felice" c'è in tutte e due ) .


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