Il ministro Tremonti cancella il SISTRI sulla tracciabilità dei rifiuti
14 agosto 2011
Colpo di mano del governo che cancella nella nottata il sistema di tracciabilità dei rifiuti, presentato in pompa magna dal governo e dal Ministro dell’Ambiente Stefania Presigiacomo e salutato come nuovo sistema per combattere gli illeciti traffici di rifiuti in Italia e sistema innovativo a livello europeo.
Il ministro dell’ Ambiente Prestigiacomo denuncia che «la manovra cancella la norma sul Sistri ed è un regalo all’ ecomafia”. Un colpo di spugna che riporta all’anno zero l’intero sistema della gestione dei rifiuti in Italia che viene riportato ai sistemi vigenti prima dell’introduzione del Sistri.
La mannaia del ministro Tremonti con il recente Decreto legge 13 agosto 2011 , n. 138 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 188 del 13/8/2011 ”ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo “abroga così il decreto del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, 18 febbraio 2011 n. 52. Regolamento recante istituzione del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, ai sensi dell’articolo 189 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e dell’articolo 14-bis del decreto-legge 1° luglio 2009, n. 78, convertito, con modicazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102 3 ed il decreto ministeriale precedente 17 dicembre 2009.
Nel decreto taglia spechi di Tremonti si afferma che “resta ferma l’applicabilita’ delle altre norme in materia di gestione dei rifiuti; in particolare, ai sensi dell’articolo 188-bis, comma 2, lettera b), del decreto legislativo n. 152 del 2006 (registri carico e scarico presso i punti finali di smnaltimento) , i relativi adempimenti possono (da notare il termine possono) essere effettuati nel rispetto degli obblighi relativi alla tenuta dei registri di carico e scarico nonche’ del formulario di identificazione di cui agli articoli 190 e 193 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modificazioni.
Un lascia passare dunque al business dei rifiuti senza controlli così come richiesto da parte degli industriali. Spetterà dunque alle Regioni vigilare affinché nelle discariche non vengano conferiti rifiuti di ogni tipo controllando l’ingresso e l’uscita.
[Fonte]
http://www.olambientalista.it/index.php/tremonti-cancella-il-sistri-sulla-tracciabilita-dei-rifiuti/
Ogni Regione quindi, se non sbaglio, sarà responsabile degli scempi ambientali permessi, se non saremo stupidi e distratti sapremo chi pungolare, chi punire, si chiama democrazia diretta, va implementata con la richiesta di VERI REFERENDUM, basta esser o servi o padroni 😉
Bisogna vedere se questo SISTRI funzionava, potrebbe essere stata un azione realistica. Come controlli i rifiuti in zone controllate dalla camorra, dove i "controllori" mal pagati, soggetti a minacce o mazzette sono - in ogni caso - quattro pecore in mezzo ad un branco di lupi ?
Il Sistri non è mai entrato in vigore- Prevedeva la tracciabilità dei rifiuti tossici consentendo di risalire a chi li produce e non solo ai camorristi che li fanno trasportare e sversare, soprattutto nelle discariche della Campania, ma pare che la Lega, dopo vari rinvii, l'ha ora affossato.
Se è stata la Lega a portare avanti questi sporchi interessi di industriali soprattutto del Nord, è...... inqualificabile. Ha in tutti i modi osteggiato il trasferimento legale dei rifiuti di Napoli e, favorisce il trasporto di rifiuti che vengono affidati alla camorra per lo smaltimento illegale.
I camorristi eseguono il lavoro sporco ma industriali e politici loro complici sono anche essi criminali.
Intanto tumori e malanni vari sono a carico del SSN, e quindi della collettività, oltre che dei poveri cristi che incolpevoli se li beccano.
ma alla Asl dormono?
Far funzionare quella costa immagino, invece di inventarsi questo sistema farraginoso e che si presta a corruzione, come gli ispettori delle Asl già dimostrano.
Se gli industriali del Nord (che vuoi con tutti i soldi piovuti al Sud in nome dello sviluppo -sempre mafia è- non se ne vedono gran che di fabbriche) ne godono, tanto di più tutti i picciotti e sgherri che poi sversano nella propria terra del Sud, visto quanto ci tengono ai propri "fratelli conterranei".
Se è questo il rispetto che dimostrano per sé e per i propri figli accettando di sversare nei loro luoghi.
Le industrie non operano all'oscruro, devono essere rilasciate certificazioni di ogni genere, quindi sono una pletora di ufficiali, dai Nas agli ispettori del lavoro ai sindacatim che sanno cosa la tal ditta produce di scarti, possibile che non controllino dove vanno? Prefettura e magistratura assenti o conniventi?
Intanto son stati dei giudici a dare un colpo di spugna al disastro del Tav in Mugello.
Monitoraggio rifiuti, la fine del Sistri
Un sistema mai decollato e già indagato
La manovra economica cancella il progetto voluto dal ministro Prestigiacomo e osteggiato dalla Lega. Una lunga storia di ritardi, malfunzionamenti e presunto malaffare. Che a molti operatori del settore è costata migliaia di euro
Rimandato a settembre, dopo la falsa partenza di giugno, ora definitivamente bocciato. E’ il destino toccato al Sistri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti, il fiore all’occhiello sbandierato dalla ministra Stefania Prestigiacomo come strumento per combattere le ecomafie che fatturano ogni anno intorno ai 20 miliardi di euro. Nel decreto anticrisi varato dal governo, votato all’unanimità, è prevista anche l’eliminazione del Sistri, annunciata dal ministro della semplificazione Roberto Calderoli: “Nessuna impresa lo voleva e lo abbiamo cancellato”. La Lega Nord ha, nei fatti, commissariato la ministra. Che, ovviamente, non ha per niente gradito e, in due interviste – a La Repubblica e a Il Mattino – ha attaccato a testa bassa la manovra “da rivere” e ha bollato l’abolizione del Sistri come “un regalo alle ecomafie”.
Un sistema semplice il Sistri, almeno sulla carta, con l’uso di dispositivi tecnologici e un collegamento con un cervellone centrale, pronto ad attivare controlli sul territorio alla prima segnalazione. Telecamere presso gli impianti di smaltimento, esclusi privati e depuratori. Ogni automezzo che trasporta rifiuti provvisto di una chiavetta usb attraverso la quale accedere al sistema per caricare i dati di carico e scarico dei rifiuti e di una black box di rilevamento della propria posizione, monitorata dai carabinieri del Noe (il Nucleo operativo ecologico) nell’avveniristica sala di controllo installata presso la Selex (società del gruppo Finmeccanica) che si occupa del sistema di tracciamento. Un sistema mai entrato in funzione.
“Avevamo più volte portato proposte di modifica all’ufficio della ministra”, racconta Guido Dussin, deputato del Carroccio, “le avevamo chiesto una deroga all’avvio spiegando che molti imprenditori hanno registrato difficoltà nell’utilizzo del sistema, ma niente, non ha voluto ascoltare. Non possiamo rompere le scatole, creando intralci, a chi lavora”. E così nel giro di poche ore, prima del varo in consiglio dei ministri, sarebbe nata l’idea di cassare l’intero provvedimento. Prestigiacomo non ha voluto accettare ulteriori proroghe, visto che nel marzo scorso annunciava in una conferenza stampa l’avvio del Sistri entro il primo giugno (dopo un primo rinvio), promettendo che non ci sarebbe stati ulteriori ritardi. Una promessa disattesa con la partenza prevista a settembre, a scaglioni, e il no perentorio a nuove proroghe. Ora arriva la definitiva bocciatura in consiglio dei ministri.
Il Sistri è un progetto naufragato in continui aggiornamenti del software. Segnali di cedimento del sistema, che avrebbe dovuto monitorare 600mila operazioni al giorno, sono arrivate nella giornata dedicata al click day. Le aziende coinvolte avrebbero dovuto essere oltre 300mila, impegnate nella produzione, smaltimento e trasporto dei rifiuti speciali, pericolosi e non (in Campania anche i rifiuti solidi urbani). A metà maggio Confindustria decide di testare il sistema, ma la prova finisce con il call center occupato, le chiavette illeggibili, l’impossibilità di chiudere una virtuale trafila del rifiuto. Insomma, più che un click day, un “crack day”, dicono gli industriali.
Non solo. L’appalto, secretato dal precedente governo, è stato assegnato senza gara alla Selex, società di Finmeccanica, e presenta non poche ombre. Ombre sulle quali indaga ora la Procura di Napoli, che nell’ambito dell’inchiesta sulla P4 ha aperto un fascicolo sul caso Sistri, con tanto di perquisizioni scattate nel giugno scorso. I reati contestati sono l’associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello stato, all’abuso d’ufficio e alle fatturazioni inesistenti.
Gli indagati sono Sabatino Stornelli, amministratore delegato di Selex Management, società del gruppo Finmeccanica, e Paolo Di Martino, amministratore delegato di Viacom, altra società entrata nell’appalto, e Luigi Pelaggi, dirigente del ministero dell’Ambiente. Dopo le perquisizioni, la Prestigiacomo ha difeso Pelaggi che “ha sempre agito nell’assoluto rispetto delle normative e della correttezza professionale”. L’avvocato Pelaggi, uomo forte del ministero dell’Ambiente, è indagato anche a Milano per l’affare della bonifica all’ex Sisas.
L’idea di base del sistema, seguire i rifiuti, viene difesa dalle associazioni ambientaliste e anche dal procuratore antimafia Piero Grasso che giudica la cancellazione “un vero e proprio regalo alle ecomafie”. Le opposizioni chiedono le dimissioni di Prestigiacomo, che, invece, resta al suo posto annunciando emendamenti al decreto per recuperare il progetto. Ora resta il nodo degli operatori che dal 2010 hanno pagato l’una tantum per l’installazione, il canone annuo e hanno allestito sui propri automezzi la scatola nera, pagando anche gli abbonamenti agli operatori telefonici. “Ci dicano che cosa dobbiamo fare? Abbiamo speso oltre 10 mila euro”, racconta un operatore del settore, “adesso chi ci rimborsa?”. La patrimoniale sui rifiuti, nuova invenzione del governo Berlusconi.
Nello Trocchia
14 agosto 2011
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/14/monitoraggio-rifiuti-la-fine-del-sistri-un-sistema-mai-decollato-e-gia-indagato/151598/