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Il rimbombo dei poster-faccioni


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Per le strade di Roma non si vede neanche un faccione di Berlusconi. Solo i cartelli grafici con la scritta: «La sinistra ha messo in ginocchio il paese. Rialzati, Italia!» Berlusconi, almeno finora, sembra diventato un logo, un simbolo grafico. Come se non avesse più il desiderio di metterci la faccia. Quella ce la mette Fini.
A Milano, per le strade dei grandi cantieri in costruzione di Ligresti e compari, sono invece apparsi i faccioni giganteschi di Gianfranco Fini su fondo bianco. Ritoccatissimo, il leader di Alleanza nazionale, come in un'inquadratura ispirata di Porta a porta, getta lo sguardo al radioso avvenire che ci prospetta la Milano di Letizia Moratti.

Accanto al volto, sulla destra, la scritta, poco chiara: «Più sicuri. C'è allenza». Sotto, il nastro tricolore del Pdl forma un nodo come a consolidare l'alleanza tra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi. Il piano, almeno quello apparente, sembra essere il lancio del delfino, anche se il fatto di non metterci la faccia potrebbe anche apparire da parte di Berlusconi una dichiarazione di non grande compromissione in caso di sconfitta. Del resto questo gioco lo ha già fatto quando era sicuro di perdere.

A Roma, ma non così grandi, sono apparsi i primi manifesti per Alemanno sindaco. Sono uguali a quelli di Fini, solo che Alemanno non guarda in alto. Fantastico, come sempre, quello di Antoniozzi, da anni nome dei sottoberluscones. Faccione ormai interamente dipinto per mascherare le rughe e l'età. Solo che ci sono partite di manifesti stampati troppo chiari e altri troppo scuri. Così il faccione di Antoniozzi per il Lungotevere appare ora bianco ora paonazzo con effetti assolutamente comici.
È partita anche la campagna per Francesco Rutelli sindaco di Roma. C'è un grande faccione di Rutelli che domina la via Appia al grido «più pulita, più curata, più Roma». Il colore scelto è un tranquillo arancione. Lo stesso colore lo ritroviamo nei tanti manifesti piccoli che si vedono per le strade romane. C'è un Rutelli tra la gente, vecchietti, ciclisti, umanità varia. Ha una buona parola per tutti. Lancio in grande stile, anche particolarmente curato. Tra i sotto rutelliani brilla il candidato Panecaldo, con volto tra Donald Sutherland e Cacciari e accanto la scritta «Bentornato, Francesco».
Notevole anche la campagna della Santanchè che si mostra da diva su fondo nero, con la luce che le taglia il viso e la scritta «Io credo». Ovviamente crede nelle stesse cose in cui crede Storace, solo che lui non lo fanno vedere.

Campagna di grandi mezzi anche quella di Casini, che lancia una serie di manifesti, diciamo moderni, col faccione suo e scritte da battaglia come «Forti delle nostre idee», «È ora di premiare chi merita», ecc. Ovvietà assolute, ma almeno sembrano dette con un certo cipiglio. Hanno uno slogan più o meno simile quelli della Sinistra-l'Arcobaleno, «Fai una scelta di parte», anche se questi non hanno certo gli stessi mezzi economici per la campagna elettorale. In uno dei manifesti più folli vediamo a destra il nero e a sinistra il rosso. La scelta di parte è quindi il rosso di sinistra. Mah...
Bossi, a Milano, risorge con una foto a mezzo busto con ciuffo ribelle e il braccio destro alzato sul solito sfondo verde e la frase con il consueto slancio d'amore per il popolo padano.

Boselli appare invece credibile su sfondo bianco come i casiniani. Notevole il suo gesto di sfida al popolo di Porta a porta dove ha abbandonato clamorosamente lo studio per protestare del poco spazio dato ai socialisti. In mezzo ad alleanze d'ogni tipo, come Alessandra Borghese a fianco di Casini o Marianna Madia che fa la Mara Carfagna di Walter Veltroni, Boselli si mostra sobrio e elegante. In tempo per le elezioni il regista e produttore Ninì Grassia, re dei musicarelli di Gigi D'Alessio, ha promesso di terminare Hotel Hammamet, la sua opera incompiuta e di straculto dedicata ai giorni di Bettino Craxi in esilio e mai uscita per la morte dello statista caduto in disgrazia. Grassia dice di aver condito il tutto con un po' di scenette nuove girate con la monnezza a Napoli, ma non ha tagliato le parti riguardanti Berlusconi e Craxi, interpretati dai sosia del Bagaglino. C'è grande attesa. Ovviamente.

Marco Giusti
Fonte: www.ilmanifesto.it
Link: http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/10-Marzo-2008/art4.html
10.03.0'8


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