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Intervista a Mauro Gallegati: i costi di un'uscita dall'euro

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Deheb
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Il sito ISTAT è chiuso per manutenzione. Ho trovato il rapporto (parziale o completo non saprei) su Rischiocalcolato riferito ai dati fino al mese di ottobre 2012 e dice cose simili.
E’ un buon risultato ma ottenuto dopo 11 anni di passivi (detto dal ministro Passera).
Nel frattempo qualcosa sarà successo.
Un aumento delle esportazioni ma da quale livello? Come si è modificata la nostra quota export nel tempo?

http://www.rischiocalcolato.it/2012/12/la-bilancia-commerciale-fortemente-attiva-ad-ottobre-2012-export-12.html

CONCLUSIONI
In estrema sintesi, assistiamo da circa 12 mesi ad un crollo dell’Import ed a una tenuta del nostro Export. La bilancia commerciale e’ tornata attiva.
Ad Ottobre 2011 eravamo in passivo di 1,1 miliardi, ad Ottobre 2012 in attivo di quasi 2,5 miliardi, con un miglioramento di 3,6 miliardi in un mese.
L’Italia chiudera’ il 2012 raddoppiando l’attivo commerciale manifatturiero, portandolo a circa 95 miliardi di euro. Gli storici attivi nalla Meccanica e nel Tessile si sono ampliati a dismisura, il settore dei Mezzi di Trasporto e’ passato in 12 mesi da un deciso passivo ad un attivo consistente, azzerati i deficit nell’industria alimentare e nella farmaceutica, e ridotti quelli nella Chimica ed Elettronica.
Restano pesanti i passivi nei settori extra-manifatturieri, in primis nei combustibili e materie prime.
Ottobre vede crescere l’export Italiano del +12%, contro il +10,6% della Germania ed il +8,5% del complesso dei paesi della UE-27.
Ad ottobre il passivo verso la Germania e’ crollato da 1,1 miliardi a 0,37 miliardi (da 10,6 a 4,8 mld nei 10 mesi), con export +7,8% ed import -7,9%.
Di fatto l’Italia nel settore manifatturiero e’ fortemente in attivo con tutto il Mondo, ha quasi azzerato il passivo verso la Germania e mantiene un passivo colossale unicamente verso la Cina.


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istwine
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Sì, Gitro, intendevo quello. Il fatto è che l'analisi su un anno non ha nessun senso, la dinamica va vista nel tempo, e l'adozione di una moneta forte in Italia è sempre stata seguita da un calo delle esportazioni e un'erosione della bilancia commerciale. Nel caso poi dell'Euro è una questione abbastanza assodata. Il fatto è che non è neanche una questione semplice, perchè poi devi analizzare settore per settore, mercati di sbocco, struttura delle imprese esportatrici, i beni esportati ecc.

Non è che uno dice +5 nel 2012 e allora l'intera tesi sull'Euro come camicia di forza, cade. Questo è da dilettanti e non mi è chiaro poi sto gianni72 che cazzo di libro abbia letto se sino ad ora non ne ha azzeccata una in nessun argomento (senza offesa).


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gianni72
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gitro siamo qui per scambiare opinioni fruibili a tutti. A me interessavano un paio di risposte a domande NON poste da me, tra l'altro, ma una tua e una di Nat. Sganzo una sua risposta alla tua domanda l'ha data e non gli ho contestato niente, ho letto e stop. A Mincuo invece voglio dire che se lui pensa che io rimanga sempre convinto delle mie certezze anche di fronte all'evidenza di risposte ben articolate si sbaglia di grosso, tant'è vero che nell'ormai famosa diatriba con bagnai ti ho dato ragionissima. I 7 punti già da te evidenziati sono interessanti e mi piacerebbe uno sviluppo esplicativo, compatibilmente con il tuo tempo e la tua voglia, senza sarcasmo da parte mia e nè preclusione alcuna. Saluti


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gianni72
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Istwine mi sa che ci deve essere stato un fraintendimento. Io NON ho mai detto che siccome c'è un +5 allora la tesi dell'euro come camicia di forza decade. Ma proprio mai detto. Ti prego di rileggerti i post. Ho solo detto che sono curioso di sentire le risposte alle domande di Nat e di Gitro. Nient'altro.


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Iacopo67
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Questo magari mettiamolo tanto per essere chiari cosa comporti una moneta forte per l'economia.
Sennò magari qualcuno pensa +5 % coll'euro allora va bene così...
E' il grafico delle partite correnti (che suppongo sia più significativo della sola bilancia commerciale perchè include anche le rendite da capitale e i redditi da lavoro, uno sguardo più complessivo) dell'Italia con l'estero.
Prima del '92 la nostra moneta era forte perchè imPEGolata collo SME, si vede bene cosa è successo quando ce ne siamo liberati, poi a metà anni '90 la competitività dell'Italia peggiora nuovamente perchè le autorità monetarie ripresero a rafforzare il cambio in vista del ritorno nello SME, eppoi c'è !'euro, e il grafico dice tutto.

Però se so un'infarinatura (anche se pasticcio un pò) di queste cose è soprattutto grazie a Bagnai, devo dire. Onore al merito.

Se qualcuno vuole approfondire questo articolo mi sembra fatto bene:
http://www.qelsi.it/2012/ritorno-alla-lira-la-bilancia-commerciale-italiana-e-i-vantaggi-della-svalutazione/


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Iacopo67
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ero curioso di sentire una risposta sull'assunto fatto da alcuni che "l'euro ha contribuito ad ammazzare l'export", quando l'export è, parole del ministro, aumentato del 5%.

Siccome mamma Mincuo ( 😀 ) ci dice che dobbiamo imparare a cercare da soli e non ad andare sempre da lei, ho trovato il grafico della bilancia commerciale italiana:

E ho trovato due motivi per cui la nostra bilancia commerciale si è ripresa.
1) Quello che ha detto Istwine, le importazioni sono diminuite rispetto alle esportazioni, perchè la crisi ha ammazzato la domanda.
2) Perchè l'euro si è indebolito e questo ha rinforzato le esportazioni extraeuropee e frenato le importazioni extraeuropee.
Questo fenomeno non ha riguardato solo l'Italia perchè l'euro non l'abbiamo solo noi, infatti praticamente tutti i paesi dell'euro (tranne l'Olanda) hanno migliorato il loro bilancio commerciale coi paesi extraeuropei, non solo l'Italia, proprio per via di un euro più debole.

Se leggi questo lungo articolo lo spiega bene;
http://www.qelsi.it/2012/ritorno-alla-lira-la-bilancia-commerciale-italiana-e-i-vantaggi-della-svalutazione/

Il grafico viene da qui:
http://www.gordontlong.com/2012/Tipping_Points-2012-10-24.htm


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gianni72
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mincuo
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Solo per dare un'idea (cose gratuite è difficile)
Questa è la perdita di competitività Italiana dal 1999 al 2008. Sotto te la integro fino al 2011 con i dati.

Analisi Constant Market Share 2002....2011:
Quota di mercato 3,65 3,73 3,60 3,35 3,29 3,42 3,29 3,21 2,89 2,86
(Cioè la quota dell'export Italia sul mondo).
Ora noi stavamo al 5% (anche 6% a un certo punto) negli anni precedenti, e ora sei al 2,86% nel 2011.
Significa che hai perso il 50% di quote di mercato.

Sono due cose:
1) Nei confronti Extra EU è andato benino i primi due anni quando l'EUR era debole, poi quando l'EUR ha rivalutato su USD ecc...male.
2) Nei confronti Intra EU invece male sempre, in pratica una fetta che ci manca è quella che si è presa Germania, Olanda, Francia ecc..

EUR USD dal 1999--->

E cioè? Cioè sei sensibile al cambio Extra EU (Dollaro in pratica) ed eri sensibile Intra EU (Germania Francia....) solo che lì ti hanno inchiodato a un cambio fisso appunto con l'EUR.
Qui non si vede molto bene poi la politica degli esportatori, anche se si intuisce, ma se dividi Extra EU e Intra EU si vede benissimo.
All'inizio con EUR debole hanno mantenuto quote sfruttando i profitti dell'export Extra EU (EUR debole, USD forte) per calare i prezzi Intra EU (vendere male, ma mantenere quote Intra EU, cioè stare in concorrenza con Germania ecc...) E infatti vedi volumi in crescita complessivi (dovuti soprattutto a export verso Extra EU ma anche mantenuto abbastanza Intra EU) ma con il CTV in calo. Poi quando l'EUR ha iniziato a rivalutare (e sono mancati i profitti e i volumi da USD) hanno provato a tenere sui prezzi ma a volumi sempre inferiori. Infine l'uno e l'altro.

Te lo faccio dire, in modo diverso, il significato dell'EUR per l'export Italiano dal tuo idolo Romano Prodi.
"Quando studiavo all'Università il Marco stava a 153 LIT e quando siamo entrati nell'EUR a 900 LIT. In tutti quegli anni mai la Germania aveva cumulato surplus nei nostri confronti. Dall'EUR in poi invece sono cresciuti costantemente"
Ma lui è contento...

E ancora, intervistato dalla tua Bibbia, La Repubblica:
«Se si tornasse all`euro tedesco e all'euro italiano, il rapporto salirebbe immediatamente verso l'uno a due. E la Germania smetterebbe di esportare. Nell'ultimo anno la Germania ha registrato un surplus commerciale di 200 miliardi, di cui metà verso la zona euro. Sarebbe cancellato in un attimo».
Questo gli dispiacerebbe molto evidentemente, meglio per noi avere disavanzo.

E la ricetta di Prodi?

"La moneta comune va difesa" "Abbiamo imparato a vivere con una moneta forte".

Così parlò lo shabbat goy di Goldman Sachs.


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mincuo
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@Gianni 72
Ti mostro i due effetti del cambio i due epoche diverse.
Questo è l'export Italiano in USA calcolato in EUR (mia elaborazione) dal 1971 al 2011 (Lo so che non esisteva l'EUR nel 1971, ma basta fare il cambio sintetico).

Cosa si vede?
Una crescita costante fino allo SME (cioè l'ECU, cioè una specie di EUR solo leggermente più flessibile) e si vede dall'85 al '92 (anno in cui siamo usciti) fermarsi questa crescita.
Poi dal '92 riprendere, fino all'EUR. Da lì sì è impiantata di nuovo.


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mincuo
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Qui un'altra cosetta.
Questo è il cambio effettivo dell'EUR per Germania, Francia, Italia..., cioè il cambio reale dell'EUR dei vari Paesi se deflazionato per il costo del lavoro.

Cosa significa ad esempio?
Significa che per avere un cambio reale dell'EUR pari a Germania di circa quello devi ancora tagliare. (Ma non è finita, questa è solo una cosa).
Il gap come vedi è di quasi il 30%. (E' la produttività comunque la questione).

Quello che non ti dice Ezio Mauro è che o svaluti esternamente se hai una tua valuta (ma non ce l'hai, hai un'unica valuta, l'EUR, per tutti) oppure svaluti internamente. Tagli.

Oppure accumuli debiti, nonostante tasse e balzelli. Anche perchè spesa inefficiente si tocca poco qui. Per ora. Ma fino a dove ti indebiti?
Qui su CDC ti dicono che il debito pubblico non conta.
Qui però te la raccontano così....
Ma non è vero, e peggio ancora qui è in EUR.
Che è quasi come fosse un debito estero, per certi aspetti.

E questa situazione è quella che poi prezza lo spread.
Che non si alza solo per via di BCE.


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Iacopo67
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Interessante quel grafico sulle quote dell'export italiano, non lo conoscevo.
Molto significativo.


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istwine
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mincuo,

qual è la fonte di quei dati? non che non ci creda, anzi, mi torna di più. però mi ricordo questo testo:

http://www.group.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/si09/contentData/view/collanaricercheexportitalia_germania.pdf?id=CNT-04-000000005B291&ct=application/pdf

in cui vi è un grafico, a pag. 4 in cui si ricostruisce la dinamica delle quote export e non è molto simile, anzi, era piuttosto ottimistica seppure discendente. Siccome a me non è che tornasse troppo, son curioso dei tuoi dati.


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Gitro
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Visto quello che viene comunemente detto sugli effetti nefasti della svalutazione, trovo quasi ironico che quel +5% di export sia - di fatto - spiegabile con l'aumento dell'export extra EU causa svalutazione dell'euro...

Ma in teoria quando dovrebbero manifestarsi i primi effetti dell'aumento della disoccupazione sul CLUP?

C'è una casistica e/o uno studio comparativo a cui rifarsi per vedere in media e a parità (o quasi) di condizioni di partenza quanto ci mette a trasferirsi sui salari?


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istwine
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Ad essere sinceri, il CLUP è una misura molto particolare, spesso incerta e discutibile. Vero che è pressoché universalmente utilizzata, ma non è così lineare come formula, nel senso che non è semplice pesare i costi unitari a livello aggregato, cioè la somma dei costi del lavoro a livello d'impresa non è uguale al dato aggregato, o comunque non è la stessa cosa. Una faccenda complessa a dire il vero, quindi neanche mi ci addentro troppo.

Il fatto semmai è che se da una parte ti rende "competitivo" dall'altra non ti rende competitivo, o meglio, è una politica depressiva, quella del taglio ai costi del lavoro. Questo è quello che si chiama Kaldor paradox, da Nicholas Kaldor, che analizzando alcuni dati si accorse che buona parte dei paesi che sperimentarono la crescita maggiore di quote di mercato erano anche quelli che avevano CLUP maggiori. Strano ma vero. Questo lo portò a rivedere alcune cose.

Ma non era insensata ovviamente come cosa, dal momento che tagliare i costi del lavoro dal punto di vista dei salari porta a inferiori consumi e quindi anche chiusura degli stabilimenti, bassa produttività ecc e quindi progressiva perdita di quote di mercato anche, a posteriori. Anche perché la misurazione del CLUP in quel modo più che altro riflette la distribuzione tra quota salari e quota profitti, quindi alla lunga se sale troppo la quota profitti e la domanda langue, hai un processo inverso. In più (come ora nell'Eurozona) se ovunque si impone una politica del genere, alla fine torni al punto di partenza e la competitività che rincorrevi non ce l'hai (e in più hai bassa crescita causa bassi salari).

Però va detto che poi dipende, perché devi distinguere tra competitività di prezzo e di qualità/innovazione.


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Iacopo67
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Istwine, ho trovato un paio di grafici sulle quote export italiane e sono tutt'e due in picchiata come quello di Mincuo.

http://www.economonitor.com/blog/2012/07/is-germany-ubercompetitive-and-should-it-accept-higher-inflation/

http://www.businessinsider.com/importance-of-italian-elections-charts-2013-2?op=1


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