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L´anno boom della corruzione


Tao
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L´anno boom della corruzione Corte dei conti: casi triplicati

"Manca il senso etico, i carabinieri non possono bastare" I casi documentati di malversazione hanno fatto perdere 70 milioni alle casse dello Stato

La denuncia della Corte dei Conti arriva con una sorprendente coincidenza di calendario: esattamente 18 anni fa, il 17 febbraio del 1992 scoppiava Tangentopoli. E ad ascoltare le parole e a scorrere le cifre fornite dalla magistratura contabile, ieri in occasione dell´inaugurazione dell´anno giudiziario, svolta alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, le cose non sono cambiate di molto.

Il tasso di malversazione del paese viene riassunto dalla Corte dei conti con due dati allarmanti: le denunce per fatti di corruzione nel 2009 sono triplicate, segnando un aumento del 229 per cento; le concussioni sono aumentate del 153 per cento. Tutto ciò ha fatto perdere alle casse dello Stato circa 70 milioni.
Le parole cui ha fatto ricorso il presidente della Corte dei Conti Tullio Lazzaro per descrivere il fenomeno hanno un tono aspro e cupo: la corruzione - ha detto - è un «tumore maligno», una «patologia grave». «L´ombra delle tangenti in Italia non accenna ancora a dissolversi», ha aggiunto. E´ un fenomeno fatto soprattutto di «piccoli episodi a diffusione capillare». Le cause? Da far cadere le braccia: «Manca il senso etico» e nella pubblica amministrazione, ha osservato Lazzaro, fanno difetto «gli anticorpi». Se non si recuperano queste qualità, ha puntualizzato l´alto magistrato, «i Carabinieri non bastano».

Che fa la Corte dei Conti? Controlla, denuncia, quando può contrasta. Ma dalle parole del nuovo procuratore generale Mario Ristuccia sono emerse anche norme che hanno provocato un «oggettivo ridimensionamento dell´iniziativa del pm contabile» e rischiano di far cadere nella nullità molti processi in corso. Il riferimento è al decreto anticrisi dello scorso anno che ha limitato l´azione dei procuratori della Corte dei conti i quali non potranno più fare indagini a 360 gradi ma dovranno muoversi solo su «specifiche e concrete notizie di reato». L´altra norma che fa discutere è quella che impedisce alla magistratura contabile di fare azioni di responsabilità su amministratori che hanno provocato danno all´immagine delle strutture pubbliche, se non sussiste anche un reato penale.

Ma a limitare l´azione della Corte c´è anche il tentativo di bypassare le sue funzioni di verifica: le «ordinanze», strumento giuridico al centro delle polemiche per l´eccessivo utilizzo da parte della Protezione civile, sono «fuori del controllo della Corte dei Conti», ha dichiarato Lazzaro.
C´è una nuova Tangentopoli? Il centrodestra, con Bossi, lo nega: «Non la vedo, solo qualcuno che ha sbandato», ha commentato il Senatur. Ma dal centrosinistra partono bordate: «Le inchieste che hanno coinvolto amministratori pubblici arrestati per aver incassato tangenti pongono al paese una nuova questione morale», ha detto Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd. Il giudizio «tecnico» di Di Pietro è che «tangentopoli si è ingegnerizzata» ovvero è diventata scientifica. D´accordo anche Casini: «La questione morale esiste ed è un macigno».

Il discorso del presidente della Corte dei Conti è piaciuto al ministro della Giustizia Angelino Alfano, che ha lodato le «parole di coraggio e per certi versi anche di anticonformismo». Per il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta la pubblica amministrazione «sta reagendo, e lo si vede dall´incremento dei casi denunciati».

Roberto Petrini
Fonte: www.repubblica.it
18.02.2010


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