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L' «Internet tax» sarà abolita


Tao
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Le scuse di Gentiloni Il ministro annuncia che saranno cambiate le norme sulla registrazione dei blog e dei siti indipendenti

Beppe Grillo ha fatto colpo. Nei giorni scorsi, infatti, il comico prestato alla politica aveva puntato l'indice sulla proposta di riforma della legge sull'editoria, denunciando i rischi contenuti in alcuni articoli che costringevano i siti che producono informazione a depositare le proprie testate al «Registro operatori comunicazione». Lo aveva tramite il suo blog. E come da copione aveva stigmatizzato l'ignoranza del sistema politico su come funziona Internet.

Giudizi taglienti espressi con parole altrettanto taglienti. Ieri, il ministro delle telecomunicazioni Paolo Gentiloni, ha affermato che effettivamente Grillo aveva ragione e che la proposta di riforma di legge va cambiata. Gentiloni ha anche aggiunto che lui la proposta di legge non l'aveva neanche letta tutta, perché credeva che confermava il fatto che solo sei, sette testate giornaliste on line sono registrate registrate al fine di accedere ai contributi statali sulla legge per l'editoria.
Questo è il siparietto che la giornata di ieri ha presentato. Beppe Grillo come fustigatore della politica e i politici che gli corrono dietro. Eppure la realtà non si riduce all'«antipolitico» e al riconoscimento di un errore. E', infatti, un tantino più complessa. In primo luogo, perché da alcuni giorni siti Internet e blog avevano cominciato il «tam-tam» contro l' «Internet Tax». Inoltre, l'incidente di percorso ha ridato fiato alla storica polemica che oppone da anni chi produce informazione in rete e chi fuori dallo schermo. Da una parte i media cosiddetti «mainstream» (carta stampata e tv), che propongono di regolamentare la produzione on line di informazione. Dall'altra, la riaffermazione di Internet come luogo di condivisione dell'informazione, senza dunque passare sotto le forche caudine di regolamenti che limitano l'uso della rete.

E la proposta di riforma della legge sull'editoria è percepita come un vero e proprio balzello da pagare - la registrazione nel Registro degli operatori comunicazione prevede un seppur limitato versamento di denaro - e il primato di una concezione del fare informazione che privilegia i media mainstream. Inoltre, rende talmente generico il concetto di prodotto editoriale che ogni blog personale rientra in tale definizione. Infatti nella proposta di riforma approvata dal consiglio dei ministri il 12 ottobre si legge che «per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione, di intrattenimento, che sia destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso». Esclusi sono quei prodotti «destinati alla sola informazione aziendale, sia ad uso interno sia presso il pubblico».

Il ministro Gentiloni si è preso dunque l'impegno di modificare il progetto di legge. Nei giorni scorsi, dal ministero delle telecomunicazioni erano giunte spiegazioni sulla presenza di quegli articoli di legge. L'iscrizione al registro era prevista affinché fossero applicabili le norme sulla stampa rispetto al reato di diffamazione, visto che ci sono stati spesso denunce di diffamazione che non hanno avuto proseguo visto che i siti venivano considerati mezzi di espressione personale. Giustificazione che non tiene però conto che la produzione e circolazione di informazione on line è interattiva e questo consente la correzione in tempo reale di eventuali notizie «false e tendenziose».

Benedetto Vecchi
Fonte: www.ilmanifesto.it
21.01.07


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ViKey
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Resta la domanda: Come modificherà la legge il ministro Gentiloni?
💡 Questa vale un milione di dollari $$$ 💡


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Anonymous
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Riccardo Franco Levi (Montevideo, Uruguay 10 aprile 1949) è un uomo politico italiano.

Di origini ebraiche[citazione necessaria] è laureato in Scienze Politiche e specializzato in economia e commercio internazionale. Ha iniziato la carriera di giornalista professionista a Il Sole 24 Ore ed ha poi scritto e collaborato con molti quotidiani italiani, tra i quali il Corriere della Sera, Il Giorno, Il Messaggero e La Stampa. E' stato inoltre direttore de Il Tempo,[citazione necessaria] mentre nel 1991 ha fondato il quotidiano L'Indipendente, che ha diretto fino al 1992.

In seguito divenne stretto collaboratore di Romano Prodi, di cui è stato portavoce sia durante l'esperienza del primo esecutivo guidato dal Professore sia a Bruxelles, quando Prodi fu a capo della Commissione Europea. In questo secondo periodo è stato inoltre direttore del Gruppo dei Consiglieri Politici della Commissione Europea.

Alle elezioni politiche del 2006 viene eletto deputato nella Circoscrizione III (Lombardia 1), in qualità di rappresentante della lista dell'Ulivo. Dal 18 maggio dello stesso anno è sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel secondo governo Prodi, ricevendo la delega per l’informazione, la comunicazione e l’editoria il 15 giugno 2006.

E' coautore del tanto discusso su internet Disegno di legge Levi-Prodi che obbligherebbe i blog a registrarsi al ROC.


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Anonymous
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L'arzillo vecchietto Levi non molla. Ha infatti modificato l'articolo 7 della Levi-Prodi con un comma aggiuntivo invece di cancellare l'articolo. Ecco il comma:
"Sono esclusi dall'obbligo di iscrizione al Roc i soggetti che accedono ad internet o operano su internet in forme o con prodotti, come i siti personali o ad uso collettivo che non costituiscono un'organizzazione imprenditoriale del lavoro".
Cosa si intende per organizzazione imprenditoriale del lavoro? Chi propone pubblicità dal suo sito, come ad esempio Google AdSense, ricade in questo caso? Chi vende un prodotto on line è un imprenditore del lavoro?
Levi cancella questo c...o di articolo 7 e non se ne parli più. Basta con le prese per il culo.
Il mondo ride di noi. Il Times in un articolo dal titolo: "Assalto geriatrico ai bloggers italiani" ci definisce come: "una nazione di legislatori ottuagenari eletti da settantenni, i pensionati".
No all'articolo 7, libertà per la Rete. Non molliamo!

Fonte: http://www.beppegrillo.it/


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ViKey
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Come volevasi dimostrare... Presi per il sedere come al solito. La legge è fatta "Contra personam", come misura per arginare il successo del V Day. Ora siamo all'assurda invenzione di un termine Burocratico che vuol dire semplicemente "Se ci stai sulle balle, ti Quereliamo senza problemi"


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