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La Lega al Pd: non faccia da stampella


marcopa
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Questo pezzo dell' Unita' e' uscito prima dell' incontro di Napolitano con Berlusconi.
marcopa

Compiuto il primo raid dell'Italia sulla Libia

La Lega al Pd: non faccia da stampella
La Lega al Pd: non sostenga i raid

«Se al voto della Camera prevarranno i no alla linea del governo, vorrà dire che l'esecutivo non avrà più la maggioranza in politica estera», con quel che ne consegue. Matteo Salvini parla a nome della Lega nel corso della trasmissione 'Otto e mezzo' e lancia un secco appello al Pd: «Sarebbe paradossale che il partito democratico con un voto favorevole accorra in soccorso del governo, facendo di fatto il ruolo della stampella». Insomma, preannuncia l'esponente leghista, «se da qui al voto in Parlamento non dovesse cambiare la linea dell'esecutivo sulla missione militare in Libia, il governo non avrebbe più la maggioranza». La Lega rilancia dunque a sorpresa la palla nel campo dei Democratici, che hanno, secondo il pensiero di Salvini, in mano a questo punto le sorti del governo Berlusconi.

I raid
Il ministro della Difesa La Russa l'aveva detto ieri in Parlamento. Dopo la sua informariva sarebbe partita la missione militare italiana sui cieli della Libia. Così, puntuale, è stato. E' scattato il primo raid contro il regime di Gheddafi, azione armata contro la quale si è scagliato il leader della Lega Bossa.

Due aerei Tornado Ids, armati di bombe, hanno compiuto oggi la prima missione italiana contro obiettivi sensibili «selezionati» in Libia. Secondo quanto si è appreso da fonti qualificate, all'incursione hanno preso parte due aerei rischierati nella base militare di Trapani Birgi.

Un caccia F-16 del trentasettesimo Stormo dell'Aeronautica militare ha fallito il decollo quando stava per levarsi dalla pista della base di Trapani Birgi. A causa di un guasto tecnico, il velivolo si è fermato alla fine della pista. Indenne il pilota. Nella base è scattato, come da procedura, lo stato di emergenza. La pista è stata chiusa per un'ora e mezzo per consentire la rimozione del jet in avaria, con l'impiego di un trattore.
Intanto sono atterrati oggi all'aeroporto di Bengasi gli istruttori italiani «destinati ad operare, insieme con i colleghi britannici e francesi, a sostegno del personale libico operante nel costituendo comando operativo del CNT (Consiglio Nazionale Transitorio)». Lo rende noto lo Stato maggiore della Difesa

La Lega
Il governo è nella bufera. La Lega è furiosa. «Di male in peggio». Non dice di più il ministro della Semplificazione legislativa, Roberto Calderoli, ai cronisti a Montecitorio che gli chiedono un commento sui primi raid armati italiani in Libia. «Solo quattro parole», come precisa l'esponente leghista che però ha evidenziano che lo scontro tra Carroccio e Pdl sulla missione militare libica è ancora molto aspro.

L'opposzione
Il Pd ha depositato alla Camera una mozione sull'intervento militare in Libia. Il primo firmatario della mozione è il capogruppo Dario Franceschini. La mozione impegna il Governo «a continuare nell'adottare ogni iniziativa necessaria ad assicurare una concreta protezione dei civili, in coerenza con le deliberazioni adottate dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e le conseguenti deliberazioni del Parlamento Italiano, mantenendo altresì costantemente aggiornate le Camere sulla quotidiana evoluzione del contesto libico». La mozione del Pd richiama la risoluzione approvata dalla Camera il 24 marzo scorso, prende atto delle comunicazioni di La Russa e Frattini alle commissioni di Camera e Senato il 27 aprile ed evidenzia «il drammatico aggravarsi della situazione umanitaria in Libia, con particolare riguardo alle aree oggetto di pesanti e indiscriminati bombardamenti da parte delle truppe del colonnello Gheddafi, specie nell'area di Misurata e Zintan, dove si stanno consumando vere e proprie stragi di civili».

Mozione anche del Terzo Polo che chiede di «Aumentare la flessibilità operativa dei propri velivoli con azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico, partecipando così su di un piano di parità alle operazioni alleate, per assicurare la protezione della popolazione civile della regione, nello scrupoloso rispetto della Risoluzione 1973».

La conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha deciso intanto l'iter: le mozioni parlamentari sull'intervento in Libia saranno votate il 3 maggio. Oltre quella del Pd e del Terzo Polo Tè stata presentata la mozione dell'Idv, che vuole limitare la partecipazione italiana nella crisi libica alla risoluzione Onu «escludendo esplicitamente la partecipazione attiva del nostro paese ai bombardamenti contro obiettivi sul suolo libico».

Incontro al Colle
Intanto Berlusconi dovrebbe essere ricevuto oggi pomeriggio - intorno alle 18 - al Quirinale. Al centro del colloquio con il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, dovrebbero esserci i temi 'caldi' della Libia e - secondo quanto riferito da fonti parlamentari - della situazione di Governo. La scorsa settimana il premier aveva annunciato l'intenzione di informare il capo dello Stato della volontà di procedere alla nomina dei sottosegretari mancanti.

La linea del premier
Ieri sera, Silvio Berlusconi ha risposto con nettezza al Carroccio, che chiede un voto delle Camere sulla Libia, chiarendo che un passaggio parlamentare non lo preoccuperebbe minimamente. Anzi. Il premier ha confermato di non aver avuto nelle ultime ore contatti con Umberto Bossi anche se rimane fiducioso sul fatto di poterlo incontrare presto per chiarire tutto. Unico Cruccio le parole molto dure di Roberto Maroni sulle decisioni del governo in merito ai raid mirati sul paese Nordafricano. Il presidente del Consiglio ieri ha lasciato il suo ufficio di Palazzo Grazioli per qualche ora di relax a cena a casa della parlamentare Melania Rizzoli insieme a numerosi esponenti politici.

Tra gli altri, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, i ministri Giancarlo Galan, Angelino Alfano, Renato Brunetta. Presenti, tra i tanti ospiti anche Renata Polverini, Fabrizio Cicchitto, il presidente della Consob Giuseppe Vegas,il sottosegretario Daniela Santanchè e i giornalisti Bruno Vespa, Augusto Minzolini, Maurizio Belpietro, Paola Ferrari.

Il Cavaliere si è detto più che convinto di poter ricomporre le frizioni con l'alleato: Ci possono essere sempre fibrillazioni ma queste non metteranno mai in discussione l'intesa generale, ha spiegato senza nascondere però sorpresa, amarezza e irritazione per le parole di Roberto Maroni sulla Libia. Parole assolutamente inattese - ha spiegato durante la cena - dal momento che l'esponente leghista non avena mostrato alcun problema al riguardo dopo il vertice Italo-Francese. Il premier si è mostrato tonico e di buon umore. Tanto da ribadire con forza la volontà di andare avanti e di non farsi intimorire dai magistrati che lo accusano nei processi che lo riguardano.

Il presidente del Consiglio difende a spada tratta anche le scelte sul nucleare ed è convinto che l'Italia, paese ricco, possa risolvere da sola il delicato problema dell'immigrazione. «Sono un uomo orgoglioso e non ho nessuna intenzione di andare col cappello in mano a chiedere l'aiuto ad altri paesi», ha detto rispondendo ancora ai dubbi dei lumbard. Per il presidente anche una battuta con la giornalista sportiva Paola Ferrari sottolineando la speranza di brindare al più presto allo scudetto del Milan.

Fonte www.unita.it


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marcopa
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Libia: Bossi,meglio stare fuori pasticci
Il senatur: 'alla fine ci tocchera' mandare truppe di terra'
28 aprile, 23:52

(ANSA) - DOMODOSSOLA (VERBANIA), 28 APR - ''Se andiamo la' a bombardare, alla fine, se si vuole vincere, ci tocchera' mandare le truppe di terra. E' meglio stare fuori dai pasticci'': lo ha detto il leader della Lega, Umberto Bossi, in un comizio in serata a Domodossola. Parlando della situazione di governo, il leader del Carroccio si e' augurato che non ci sia una crisi.


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marcopa
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Alla fine, sia la guerra sia il governo (che non riesce piu' a governare) Berlusconi hanno trovato piu' di una stampella. Lega, Pd e Napolitano sono per la guerra, definita missione di pace perche' autorizzata da una risoluzione Onu. Il Nobel della Pace Obama uccide un uomo disarmato, aspettiamo che i sostenitori dell' Onu ci spieghino quale norma del diritto internazionale autorizza questo gesto.


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