Notifiche
Cancella tutti

La logica zoppa di Napolitano.


marcopa
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 8306
Topic starter  

Utile leggere e diffondere il testo integrale del decreto legge e la versione di Napolitano.

Credo che in questo momento sia utile leggere e diffondere sia il testo integrale del decreto, che in queso momento non sono riuscito a scaricare probabilmente per troppi accessi , sia la spiegazione ufficiale che Napolitano da' sul sito del Quirinale. E' bene che legga chi ha competenze giuridiche e chi non le ha. Io non le ho, ma un po' di logica l' ho studiata. Il testo del decreto e la versione di Napolitano mi sembrano insensati e penso che questo giudizio possa essere condiviso da tutti. La legge e' uguale per tutti ?Se questo e' vero nessuno puo' avere piu' diritti di altri.Se in una gara di appalto si presentano una ditta piccola, ma con tutti i requisiti necessari, e una grande, magari prestigiosa,che magari ha fatto cose eccezionali,ma quest' ultima non si presenta entro i termini o non porta la documentazione necessaria, si cambia, DOPO LA SCADENZA DEI TERMINI, le regole ? Il decreto viene definito interpretativo ma Napolitano dichiara ufficialmente che lo scopo del decreto e' fare presentare le liste del partito del presidente del consiglio. Ricordo che in altre regioni altre liste sono state escluse per gli stessi motivi e il decreto in alcune sue parti e' valido solo per le regioni che interessano le liste del partito del presidente del consiglio.La legge e' uguale per tutti. si o no? Credo proprio che non sia necessaria la conoscenza del diritto costituzionale per affermare che Napolitano non doveva firmare.

Il Presidente Napolitano risponde ai cittadini

Signor Presidente della Repubblica,
le chiedo di non firmare il decreto interpretativo proposto dal governo in quanto in un paese democratico le regole non possono essere cambiate in corso d'opera e a piacimento del governo, ma devono essere rispettate da tutte le componenti politiche e sociali per la loro importanza per la democrazia e la vita sociale dei cittadini italiani.
Confidando nella sua serenità e capacità di giudizio per il bene del Paese e nel suo alto rispetto per la nostra Costituzione.
Cordiali saluti
Alessandro Magni

Signor Presidente Napolitano,
sono a chiederle di fare tutto quello che lei può per lasciarci la possibilità di votare in Lombardia chi riteniamo che ci possa rappresentare. Se così non fosse, sarebbe un grave attentato al diritto di voto.
In fede
M. Cristina Varenna

Egregio signor Magni, gentile signora Varenna,
ho letto con attenzione le vostre lettere e desidero, vostro tramite, rispondere con sincera considerazione per tutte le opinioni dei tanti cittadini che in queste ore mi hanno scritto.
Il problema da risolvere era, da qualche giorno, quello di garantire che si andasse dovunque alle elezioni regionali con la piena partecipazione dei diversi schieramenti politici. Non era sostenibile che potessero non parteciparvi nella più grande regione italiana il candidato presidente e la lista del maggior partito politico di governo, per gli errori nella presentazione della lista contestati dall'ufficio competente costituito presso la corte d'appello di Milano. Erano in gioco due interessi o "beni" entrambi meritevoli di tutela: il rispetto delle norme e delle procedure previste dalla legge e il diritto dei cittadini di scegliere col voto tra programmi e schieramenti alternativi. Non si può negare che si tratti di "beni" egualmente preziosi nel nostro Stato di diritto e democratico.
Si era nei giorni scorsi espressa preoccupazione anche da parte dei maggiori esponenti dell'opposizione, che avevano dichiarato di non voler vincere - neppure in Lombardia - "per abbandono dell'avversario" o "a tavolino". E si era anche da più parti parlato della necessità di una "soluzione politica": senza peraltro chiarire in che senso ciò andasse inteso. Una soluzione che fosse cioè "frutto di un accordo", concordata tra maggioranza e opposizioni?
Ora sarebbe stato certamente opportuno ricercare un tale accordo, andandosi al di là delle polemiche su errori e responsabilità dei presentatori delle liste non ammesse e sui fondamenti delle decisioni prese dagli uffici elettorali pronunciatisi in materia. In realtà, sappiamo quanto risultino difficili accordi tra governo, maggioranza e opposizioni anche in casi particolarmente delicati come questo e ancor più in clima elettorale: difficili per tendenze all'autosufficienza e scelte unilaterali da una parte, e per diffidenze di fondo e indisponibilità dall'altra parte.
Ma in ogni caso - questo è il punto che mi preme sottolineare - la "soluzione politica", ovvero l'intesa tra gli schieramenti politici, avrebbe pur sempre dovuto tradursi in soluzione normativa, in un provvedimento legislativo che intervenisse tempestivamente per consentire lo svolgimento delle elezioni regionali con la piena partecipazione dei principali contendenti. E i tempi si erano a tal punto ristretti - dopo i già intervenuti pronunciamenti delle Corti di appello di Roma e Milano - che quel provvedimento non poteva che essere un decreto legge.
Diversamente dalla bozza di decreto prospettatami dal Governo in un teso incontro giovedì sera, il testo successivamente elaborato dal Ministero dell'interno e dalla Presidenza del consiglio dei ministri non ha presentato a mio avviso evidenti vizi di incostituzionalità. Né si è indicata da nessuna parte politica quale altra soluzione - comunque inevitabilmente legislativa - potesse essere ancora più esente da vizi e dubbi di quella natura.
La vicenda è stata molto spinosa, fonte di gravi contrasti e divisioni, e ha messo in evidenza l'acuirsi non solo di tensioni politiche, ma di serie tensioni istituzionali. E' bene che tutti se ne rendano conto. Io sono deciso a tenere ferma una linea di indipendente e imparziale svolgimento del ruolo, e di rigoroso esercizio delle prerogative, che la Costituzione attribuisce al Presidente della Repubblica, nei limiti segnati dalla stessa Carta e in spirito di leale cooperazione istituzionale. Un effettivo senso di responsabilità dovrebbe consigliare a tutti i soggetti politici e istituzionali di non rivolgersi al Capo dello Stato con aspettative e pretese improprie, e a chi governa di rispettarne costantemente le funzioni e i poteri.
Cordialmente

Giorgio Napolitano


Citazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

servi di padroni a cui debbono cmq rispondere..banche ..ed il PD fa finta di indignarsi però dice,non attacchiamo Napolitano,non ha colpe..
ha la colpa di assecondare (non firmando)gli interessi economici delle banche che ne hanno di precisi sia in Lazio che Lomdardia le principali regioni legate alle lobbie della sanità privata..che è solo ul latrocinio alle spese del pubblico ossia dei cittadini..
poi nel lazio questo equivale anche alle Geronzi (patron di Angelucci)e quindi Mediobanca.. gli stessi che hanno tramato per togliere di mezzo Marrazzo che aveva ostacolato di questo sistema
d'altronde il PD è debitore di Geronzi che pagò tutti i debiti(milioni di euro)dei DS..
ed ha anche forti legami col PDL avendo permesso a Marina Berlusconi di essere vicepresidente di Mediobanca di cui lui è presidente...oltre ad essere gli Angelucci (che gestiscono per suo conto le cliniche nel Lazio)dentro il parlamento in quota PDL(il padre)

analogo sistema di cliniche e banche c'è anche nella LOmbardia dove la sanità privata la fa da padrone come nel Lazio..

ciao


RispondiCitazione
dana74
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 14379
 

se non fosse da inc..rsi come si deve sarebbe da ridere:

Decreto interpretativo:
che cos'è che non è chiaro? L'orario in cui chiude l'ufficio per l'accettazione delle liste?

Beh allora lasciamo guidare il paese a chi almeno su questo non ha dubbi, come mai gli altri ce l'hanno fatta a presentare le liste e solo loro no?

Napolitano è una pena, il garante della Costituzione ma per piacere, e come ha garantito chi ha rispettato la legge per le liste?

Per giunta un esponente del PDL ha detto chiaramente che tanto la raccolta delle firme serve solo ad escludere i cittadini che vogliono fare un partito.

Quindi per i cittadini che votano il PDL sarebbe impedito di votare (non ho capito bene perché, che sarebbero loro sbarrate le urne? Mah) ma per i cittadini che volessero fare un nuovo partito sarebbeo colpevoli di interferenze fastidiose, non solo ed i cittadini CHE NON SONO RAPPRESENTATI in parlamento?
Pensiamo al 4% (grazie allo sbarramento molti cittadini non sono rappresentati) pensiamo all'astensionismo, cittadini che non contano ma pagano le conseguenze.

Ora, ci fosse un'opposizione che non desse a bere che si fa opposizione facendo la passeggiata dopo due settimane dal fattaccio , perché ad esempio non boicotta il parlamento?
Figuriamoci.

Ci fosse un'opposizione vera minimo esigerebbe di ripristinare il proporzionale e tutti i cittadini delle liste escluse o che non ce la fanno a raggiungere le firme possano unirsi per esigere il ripristino del proporzionale.
Se tutti i cittadini sono rappresentati si può parlare di democrazia.
E non è questo il caso.


RispondiCitazione
Condividi: