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La mitraglietta di Jimmy Fontana,da Acca Larenzia alle BR


helios
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Il mondo/non si è fermato mai un momento/la notte insegue sempre il giorno/ e il giorno verrà…”. Era il 1965 quando Jimmy Fontana, con “Il mondo”, ebbe a Un disco per l’estate un successo improvviso e travolgente. Poi vennero “Pensiamoci ogni sera”, “La mia serenata”, “La nostra favola”… Nel 1971, la sua canzone rimasta più nota, “Che sarà”, è presentata al festival di Sanremo da José Feliciano e dai Ricchi e poveri, imposti dai discografici al posto dell’autore.

Segue periodo di depressione per Jimmy Fontana, che per qualche anno ridiventa Enrico Sbriccoli e si ritira a Macerata, dove apre un bar. Mette da parte per un po’ la musica, ma non l’altra sua passione: le armi. Colleziona pistole. Ha un regolare porto d’armi. E proprio nel febbraio 1971 compra, in un’armeria di Sanremo, un oggetto che è tutt’altro che un giocattolo: una mitraglietta Cz 61 Skorpion calibro 7.65. Acquisto regolare. “So far tutto o forse niente/da domani si vedrà/e sarà, sarà quel che sarà”. Dieci anni dopo, il 15 giugno 1988, quella stessa mitraglietta viene scoperta in un covo delle Brigate rosse, in via Dogali a Milano. I periti dei carabinieri ricostruiscono la sua storia. È l’arma che uccide, nel 1978, due giovani missini in quella che passa alla storia come la “strage di via Acca Larentia”. Nel 1985 fulmina l’economista Ezio Tarantelli. L’anno successivo ammazza l’ex sindaco di Firenze Lando Conti. Nel 1988 abbatte il senatore democristiano Roberto Ruffilli. Intanto Jimmy Fontana è tornato alla musica, ha creato i SuperQuattro (con Riccardo Del Turco, Gianni Meccia e Nico Fidenco) ed è salito sull’onda del revival degli anni Sessanta. Tutto è bene quel che finisce bene? No, perché c’è qualcuno che non ci sta. Il tarlo della memoria gli impedisce di acquietarsi. È Lorenzo Conti, figlio dell’ex sindaco repubblicano di Firenze ucciso dalle Br. Ha scritto una lettera ai presidenti del Senato e della Camera, al ministro della Giustizia e al procuratore della Repubblica di Roma, per chiedere di conoscere i “pezzi mancanti” di questa strana storia.

Com’è passata ai soldati del partito armato, la Skorpion di Jimmy Fontana? Chi sono i responsabili dell’omicidio di suo padre? Domande già rivolte al governo, nel maggio 2012, anche da un deputato del Pdl, Francesco Biava. La risposta scritta, firmata dal sottosegretario all’Interno, Carlo De Stefano, mette in fila qualche fatto, ma non soddisfa Conti. Jimmy Fontana, ovvero Enrico Sbriccoli, sentito dalla Digos di Roma nel 1979, ha raccontato di aver venduto la sua Skorpion nel 1977 a un funzionario di polizia, Antonio Cetroli, che allora dirigeva il commissariato del Tuscolano. Cessione avvenuta presso l’armeria Bonvicini di Roma: “Ho venduto a Cetroli la mitraglietta più una pistola Star 7.63, ricevendo un assegno di 200 mila lire”, dice Jimmy Fontana. La signora Bonvicini conferma di conoscere sia Cetroli, sia Sbriccoli, entrambi suoi buoni clienti, ma non conferma i particolari riferiti dal cantante. Cetroli nega: mai comprata la Skorpion. Qualche mese dopo, una Skorpion viene trovata nell’appartamento del br Valerio Morucci, a Roma. Viene ritenuta (sbagliando) quella che ha sparato in via Acca Larentia: in realtà, si scoprirà in seguito, è quella che ha ucciso Aldo Moro.

Vengono comunque riascoltati Sbriccoli, la Bonvicini e Cetroli. Jimmy Fontana cambia parzialmente versione: ripete di aver venduto la sua Skorpion al poliziotto, ma ricevendo in cambio non un assegno, ma 200 mila lire in contanti. La moglie dell’armiere ribadisce di aver messo in contatto i due, ma di non aver saputo se la vendita fosse poi avvenuta. Il commissario Cetroli, interrogato nel 1988 dal procuratore aggiunto di Firenze, precisa la sua versione: “Non ho comprato la Skorpion, l’ho rifiutata dopo aver appreso che era classificata come arma da guerra”. “Ma come mai”, protesta oggi Lorenzo Conti, “non sono mai stati indagati né Sbriccoli, né Cetroli? È mai possibile? Certamente Sbriccoli ha commesso un illecito, perché ha venduto un’arma da guerra senza far registrare il nome del compratore. E come arriva, quella mitraglietta, a uccidere mio padre, dopo una violenta campagna denigratoria di Dp a Firenze, che lo dipingeva come un mercante d’armi? Perché l’indagine sull’uccisione di Lando Conti, vittima delle Brigate rosse-Partito comunista combattente, fu archiviata nel 2009? Non m’importa della galera per nessuno, ma voglio sapere la verità. Sto aspettando, senza troppe speranze, le risposte dei presidenti del Senato e della Camera e del ministro della Giustizia. Se non arriveranno, non mi resterà altro che procedere legalmente contro lo Stato italiano, sia in sede nazionale che internazionale, per aver contribuito a occultare la verità. Davvero non mi volete rispondere?”.

www.ilfattoquotidiano.it/2013/02/04/mitraglietta-di-jimmy-fontana-da-acca-larentia-alle-brigate-rosse/488832/


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radisol
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La mitraglietta di Jimmy Fontana arriva agli attentatori di Acca Larenzia ( realisticamente esponenti di "Guerriglia Comunista", "coatti" politicizzati di Centocelle e Cinecittà, specializzati in azioni contro lo spaccio di eroina oltre che nell'antifascismo militante ) proprio tramite il poliziotto Cetroli.

Su questo aspetto, molte cose interessanti possono leggersi su Fascinazione ( con google citare Acca Larenzia e Guerriglia Comunista) ...

Cetroli rivendette a sua volta l'arma ( sempre in nero ) ad un malavitoso di Cinecittà, non sapendo probabilmente ( ma questo cambia ben poco nelle responsabilità del poliziotto, comunque nel frattempo deceduto ) che il malavitoso in questione era pure membro appunto di Guerriglia Comunista.

E probabilmente proprio perchè nella storia era, sia pure indirettamente, coinvolto un importante funzionario di polizia ... ed anche perchè forse non si voleva ammettere che un gruppo di malavitosi di borgata potesse essersi trasformato, in stile Black Panthers americane, in un gruppo rivoluzionario armato ( forse si temeva il "contagio" di questa esperienza ) ... senza nemmeno passare per l'aggregazione di tipo carcerario che era stata dei Nap ma invece nascendo il gruppo direttamente sul territorio ... indagini serie, su Acca Larenzia, verso appunto i "coatti" di Guerriglia Comunista, non ce ne sono mai state ...

E pensare che il Sid, già subito dopo l'attentato, indicò in una informativa come probabile responsabile o comunque come persona in qualche modo coinvolta nel fatto, proprio il malavitoso di Cinecittà che poi si è saputo aver acquistato l'arma dal poliziotto Cetroli ... soltanto che all'epoca il tizio era noto agli schedari solo come ladro .... e quindi all'informativa non venne data alcuna credibilità ...

L'arma viene poi ritrovata quasi un decennio dopo in una base Br ... come possa essere arrivata da Guerriglia Comunista, smantellata già intorno al 1980/81, alle Br non è dato sapere .... ma la spiegazione può essere anche banale ... passaggio di uno o più militanti da un gruppo all'altro con relativo armamento .... tra l'altro proprio Centocelle e Cinecittà erano i quartieri romani con più forte radicamento delle Br ... anche se dalle inchieste nessuno degli inquisiti per Guerriglia risulta poi passato alle Br ... o più semplicemente una ulteriore compravendita o cessione ....

Per cui, non credo proprio ci sia nessun legame diretto tra il fatto di Acca Larenzia a Roma nel 1978 e l'uccisione di Lando Conti a Firenze, mi sembra ben 8 o 9 anni dopo ... anche se l'arma è la stessa ....

Mentre invece è verissimo che, sulla vicenda di Acca Larenzia, le indagini sono state, proprio perchè si era arrivati alla figura di un poliziotto che nel frattempo aveva fatto pure una discreta carriera, fortemente lacunose e superficiali ...

P.S. Il commissariato romano diretto da Cetroli sul finire degli anni settanta ( poi passò all' Antidroga ) era proprio quello che aveva competenza, per zona, anche su Via Acca Larenzia ...


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radisol
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martedì 5 febbraio 2013

Cutonilli: qualche punto fermo nel mistero della Skorpion usata ad Acca Larentia e dalle ultime Brigate rosse

di Valerio Cutonilli

Un interessante articolo pubblicato dal Corriere della Sera il 4 febbraio scorso - che trae spunto dalla coraggiosa battaglia di verità condotta da Lorenzo Conti, figlio di Lando Conti l’ex sindaco di Firenze ucciso dalle Brigate Rosse-PCC nel 1986 – fa tornare d’attualità il mistero tragico e bizzarro della pistola mitragliatrice Skorpion usata nella strage di Acca Larentia.
Mi limito a fornire tutti i tasselli del mosaico, il lettore più attento riuscirà a intravedere finalmente un’immagine nitida. Un’immagine molto brutta.
Nel 1978 la Skorpion viene usata dal commando dell’ultrasinistra (che per l’occasione utilizza una denominazione “usa e getta”) che a Roma uccide Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta. Nonostante i testimoni riferiscano di un’arma che sparava a raffica, i periti giudiziari non capiscono che è stata usata una Skorpion.
Nel 1985, sempre a Roma, le BR-PCC uccidono il sindacalista Ezio Tarantelli. I periti giudiziari s’accorgono che l’omicidio è stato commesso con una Skorpion ma non mettono in relazione l’arma con l’eccidio del 1978.
Nel 1986 la Skorpion uccide per la prima volta fuori dalla capitale. Viene impiegata a Firenze per assassinare Lando Conti, ex sindaco della città. I periti giudiziari s’accorgono subito che è stata impiegata una Skorpion e aggiungono che la stessa arma è stata utilizzata nell’omicidio Tarantelli del 1985 e prim’ancora nella strage di Acca Larentia del 1978.
Nel 1988 la Skorpion uccide a Forlì il senatore Roberto Ruffilli e poco dopo viene sequestrata nel covo milanese delle BR-PCC in via Dogali.
Nel libro scritto assieme a Luca Valentinotti, dedicato all’eccidio di Acca Larentia, viene affermato che una diligente analisi del percorso effettuato dalla Skorpion, dal 1971 al 1977, avrebbe portato a risolvere un mistero che a ben vedere troppo mistero non è.
Nel libro si riferì una notizia inspiegabilmente rimasta inedita per tre decenni. A inizio degli anni ottanta, la Skorpion usata nella strage di Acca Larentia era nella disponibilità di un brigatista rosso il quale nel gennaio ’78 abitava proprio nella strada dell’eccidio, a pochi metri dalla sezione missina. Questo brigatista utilizzava la Skorpion nelle vicine grotte della Caffarella per iniziare le reclute del partito armato al mestiere delle armi.
Poco dopo l’uscita del libro, Tommaso Della Longa pubblicò due articoli, il primo sul Riformista il secondo su Libero, nel quale rivelava notizie clamorose. Da anni era noto che la Skorpion fosse stata acquistata nel 1971 dal cantante Jimmy Fontana. Della Longa scoprì però che Fontana, durante l’inchiesta sull’omicidio Moro (1979), aveva dichiarato di averla ceduta nel 1977 (pochi mesi prima della strage di Acca Larentia) al dottor Cetroli commissario di pubblica sicurezza del quartiere Tuscolano, ossia la stessa zona in cui l’arma venne impiegata per uccidere Ciavatta e Bigonzetti.
Il commissario Cetroli, con una lettera di servizio del 18 maggio 1979, negò sdegnato le circostanze dichiarando per iscritto all’ufficio istruzione presso il Tribunale di Roma: “AFFERMO CON PERENTORIA ASSOLUTEZZA DI NON AVER MAI CONOSCIUTO LO SBRICCOLI NE’ PRESSO L’ARMERIA NE’ ALTROVE, DI NON AVER MAI DATO I MIEI NUMERI DI TELEFONO A PERSONE CHE NON CONOSCO, DI NON ESSERE UN COLLEZIONISTA D’ARMI”
L’onorevole Francesco Biava, sulla base del libro e degli articoli suddetti, presentò un’interrogazione parlamentare chiedendo ai competenti ministeri se i fatti denunziati rispondessero a verità e, in caso affermativo, per quale ragione non vennero condotti adeguati approfondimenti. Era evidente infatti, ad avviso del deputato, che uno tra Fontana e Cetroli avesse detto il falso. Ed era verosimile ritenere, aggiungeva il parlamentare, che in ragione dell’estrema vicinanza temporale dei fatti il bugiardo tra i due avesse messo la Skorpion nelle mani degli assassini di Acca Larentia.
Nella risposta all’interrogazione parlamentare, il sottosegretario De Stefano premetteva, senza neppure utilizzare i condizionali (e probabilmente senza aver letto il libro da me scritto insieme a Luca Valentinotti dove i condizionali erano d’obbligo) che l’eccidio di Acca Larentia era opera di un gruppo eversivo che operava a Roma dall’autunno 1975 utilizzando diverse nomenclature per confondere le acque. Il sottosegretario menzionava come riconducibile a tale sodalizio armato la sigla SAP che nel periodo in questione firmò cinque azioni nella provincia romana contro obiettivi del MSI. Il dottor De Stefano, in altri termini, rispondeva all’onorevole Biava che andando a verificare i nomi dei responsabili delle cinque azioni rivendicate a Roma con la sigla SAP troverebbe i responsabili dell’eccidio di Acca Larentia.
Ma la risposta all’interrogazione parlamentare conteneva un’altra notizia, ancora più clamorosa. Il 21 settembre 1988, dinnanzi alla Procura della Repubblica di Firenze che indagava sull’omicidio Conti, il dottor Cetroli smentì le precedenti dichiarazioni rese a Roma nel 1979.
A dire del dottor De Stefano, infatti, il dottor Cetroli in tale seconda occasione ammise un generico e iniziale interesse, come collezionista, per la Skorpion di Sbriccoli, presentatogli in effetti dalla Ciani (proprietaria dell’armeria Bonvicini di via Oslavia in Roma). L’interesse sarebbe venuto meno dopo la classificazione della Skorpion come arma da guerra.
Eppure ai magistrati romani che nel 1979 indagavano sull’omicidio Moro il commissario Cetroli aveva affermato con perentoria assolutezza di non aver mai conosciuto Sbriccoli, di non essere un collezionista di armi e di non essersi mai interessato alla Skorpion.
E’ davvero questo un mistero impenetrabile? Era materialmente impossibile capire chi fosse il bugiardo tra i due? Nel 1979 Sbriccoli disse ai magistrati romani che l’arma gli era stata pagata nel 1977 con effetto bancario. Perché non venne effettuato un semplice, banale controllo sui conti bancari di Sbriccoli per stanare tra i due il bugiardo?
Lorenzo Conti, come tutti noi, è convinto che questo mistero è impenetrabile solo per chi lo vuole tale e ha deciso giustamente di chiedere una più accurata spiegazione ai rappresentanti delle istituzioni. E’ arrivata l’ora di fare i conti con il passato, in modo sereno ma onesto. Cinque vittime innocenti, diverse per appartenenza politica ma unite da un unico destino, attendono da anni che venga loro restituita la Verità.

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"A inizio degli anni ottanta, la Skorpion usata nella strage di Acca Larentia era nella disponibilità di un brigatista rosso il quale nel gennaio ’78 abitava proprio nella strada dell’eccidio, a pochi metri dalla sezione missina."

In effetti costui non era un brigatista rosso ma un esponente di Guerriglia Comunista, pluri-pregiudicato all'epoca per reati comuni. E mi sembra che Della Longa, in uno dei due articoli citati, ne faccia anche il nome.

E dovrebbe trattarsi della stessa persona cui Cetroli rivendette l'arma, sempre ovviamente in nero.

E' realistico che il poliziotto Cetroli ( che comunque dirigeva all'epoca il commissariato Tuscolano, competente per zona anche su Via Acca Larenzia) non fosse a conoscenza anche del ruolo "politico" del tizio cui ha rivenduto l'arma, anche se questo non cambierebbe granchè la sua grave responsabilità.

Comunque Cetroli nel frattempo è morto e non può più parlare.

Ma non credo che fare chiarezza sul passaggio dell'arma da Cetroli al tizio di Guerriglia servirebbe minimamente a fare chiarezza sull'omicidio di Conti a Firenze ben 8 anni dopo.

Nessuno sa come quell'arma sia finita da Guerriglia Comunista alle Brigate Rosse. Passaggio di milita
nti con relativo armamento da un gruppo all'altro ? Ma dalle inchieste non risultano passaggi di questo tipo, nemmeno uno.

Più realistico si sia invece trattato di ulteriore compravendita, ovviamente clandestina e realisticamente chi ha poi usato quell'arma contro Conti otto anni dopo non sapeva nulla dei precedenti dell'arma medesima.

Sapere di più del passaggio tra Cetroli ed il tizio di Guerriglia sarebbe invece utilissimo per svelare le responsabilità nell'attentato di Via Acca Larenzia.

E' non è troppo malevolo pensare che le indagini in questo senso si siano arenate proprio perchè si era arrivati al coinvolgimento, sia pure indiretto, di un importante funzionario di polizia come Cetroli, cosa che ha consigliato di stoppare tutto.

Keoma08


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Kansimba
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Complimenti ti vedo bello informato. L'unico dubbio che ho riguarda l'arma. Oggi è impossibile acquistare armi a raffica, negli anni 70 era permesso? E come mai si dice che l'arma era proprio di Jimmy Fontana? Non penso sia stata l'unica Scorpion in Italia o no?


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radisol
Illustrious Member
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Le armi hanno una matricola ... e quella di quella Skorpion non l'ha mai abrasa ( o cancellata ) nessuno ... e quindi, una volta ritrovata, è stato facilissimo risalire al compratore originario.

Ed anche questo fatto realisticamente dimostra che i brigatisti che l'hanno usata negli anni ottanta non sapevano nulla del precedente utilizzo nel 1978 in Via Acca Larenzia, altrimenti non avrebbero lasciato appunto la matricola in evidenza ... è vero che di ergastoli se ne possono prendere anche a decine e poi, ovviamente, se ne può materialmente scontare solo uno ... ma certo le Br non avevano alcun interesse a caricarsi politicamente, oltre che giudiziariamente, pure due omicidi che non erano opera loro .... e, se avessero saputo, quantomeno avrebbero cancellato quella matricola ...

Del resto, fino a che non è stata ritrovata nel 1988 a Milano e non sono state fatte le perizie, nessuno sapeva che ad Acca Larenzia fosse stata usata una Skorpion, si parlò di una pistola normale, non a ripetizione.

E poi, quel tipo di Skorpion si può usare sia a raffica sia a singolo colpo come una normale pistola ...e realisticamente in quel caso era stata usata proprio a singolo colpo .... Cutonilli su questo dice una imprecisione ... uno dei fascisti soltanto feriti in quella occasione, mi sembra Segneri, parlò si di un mitra o qualcosa di simile in mano agli attentatori ma non parlò di spari a raffica ... ed i bossoli ritrovati erano troppo pochi per parlare appunto di raffiche ... e quindi, da parte degli inquirenti, si pensò che il ferito, in stato comprensibilmente confusionale, ricordasse male ...

Poi, ovviamente, matricola a parte, se si ha in mano l'arma ed i proiettili che hanno ucciso, è pure possibile stabilire dalla filettatura ( diversa per ogni singola arma, un pò come per le impronte digitali ) se quei proiettili sono stati sparati appunto con quell'arma ... ma gli inquirenti quella Skorpion l'hanno avuta per le mani soltanto 10 anni e mezzo dopo Acca Larenzia ... e solo allora si è potuto stabilire che nel 1978 era stata usata nell'azione contro la sede missina ...

Si, nel 1971, quando la comprò il cantante, una Skorpion poteva essere acquistata da chiunque possedesse il porto d'armi ... solo nel 1977 le mitragliette furono definite per legge "armi da guerra" e quindi poste fuori dal normale commercio nelle armerie ...

E, in qualche modo indirettamente lo ammise pure lui quando fu interrogato nel processo Moro, fu proprio questa novità legislativa a far decidere il poliziotto Cetroli a sbarazzarsi della Skorpion, rivendendola, in nero come l'aveva acquistata dal cantante, ad un "coatto" della zona di competenza del commissariato che dirigeva .... tale Giuseppe Nori, detto "Peppone", che effettivamente abitava allora nelle immediate vicinanze di Via Acca Larenzia ... e che, condannato per i fatti di Guerriglia Comunista, sarà arrestato in Spagna e poi estradato in Italia nel 1990 ...

Come si diceva, probabilmente il poliziotto non sapeva che quel "coatto" era diventato un lottarmatista ... ma nemmeno poteva pensare che il tizio, pluri-pregiudicato, quella Skorpion l'usasse per fare opere di bene ...

Quindi, quel poliziotto che nel frattempo era anche diventato uno dei massimi dirigenti nazionali dell' Antidroga, era decisamente messo male in ogni caso ... ed evidentemente "in alto" si è deciso di "coprirlo", insabbiando di fatto ogni ulteriore indagine sui fatti di Acca Larenzia ...


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