lauree in vendita su internet

E' di ieri la notizia di un commercio su Internet di lauree e ltri titoli comprati, perfettamente legale.
Secondo le versioni di più giornalisti, il fatto sarebbe "innocuo" in quanto i finti "dottori" non possono esercitare
le mansioni tipiche del loro ordine , pena il reato di abuso della professione medica, di ingegnere,etc.
L'ordine professionale con il suo esame reale e non "acquistabile" diventa la garanzia della qualità e competenza dei suoi iscritti. Forse ciò spiega la scarsa reazione degli albi professionali davanti a questo scandaloso mercato. Loro compito sarebbe però di tutelare la professionalità fin dagli inizi, dall'università in cui inizia a crearsi, e dunque anche delle lauree.

La legge prevede che soltanto gli iscritti all'albo abbiano il diritto di citare davanti a un giudice i loro clienti morosi; chi non è iscritto, anche se effettua una prestazione di qualità professionale, non può esigere i pagamenti dai suoi debitori nemmeno dietro fattura. E fare il professionista diventa poco conveniente, per queste persone, a meno che coi loro metodi non riescano anche ad entrare all'albo.
Ciò non toglie che i titolari di lauree false possano partecipare a concorsi pubblici per posizioni dirigenziale per cui il recqusito di laurea è uno sbarramentoe, se hanno un minimo di competenza, superare i "veri" laureati nei colloqui presso un'azienda privata.
Soltanto poche grandi aziende possono permettersi un ufficio di risorse umane e incaricarlo di verificare i Curriculum Vitae dei loro assunti; è una prassi, magari ingenua, firmare contratti di assunzione senza le dovute verfiche.
Chi autocertifica il falso, commette una dichiarazione mendace, che è un reato; ma i cavilli si vanno cercare più per licenziare che per assumere.
Privacy a parte, tuute le univesità ormai hanno un sito Internet e dovrebbero creare un'area riservata alle aziende, in cui tramite la matricola del candidato, si possa verificare quanto meno
data, voto e luogo di laurea.
E' prevista una pubbblicazione dei quadri di laurea, ma non è certo sufficiente. Queste informazioni dovrebbero essere disponibili in qualunque momento, non solo nei giorni delle lauree.

Da studente mi sconvolge ancora di più la mancata reazione delle prestigiose università private coinvolte, e mi viene il sospetto che queste vendite
siano il prodotto di autonomie amministrative che il mondo accademico ha chiesto con insistenza .
Sopratutto ne l caso di università americane (Berkeley, Stanford, fra quelle citate) che notoriamente al tradizionale rigore affiancano un particolare occhio
di riguardo per i loro generosi donatori. Che poi il donatore salti l'università direttamente..