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lo spillo di san Cirillo


agaposofia
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Diceva san Cirillo che, se Dio s'è fatto uomo, è perché l'uomo possa farsi Dio. Nulla di esoterico, in questo. Si vuol solo porre in risalto il cardine della fede (qualunque essa sia), cioè la consapevolezza di esistere solo in virtù dell'Essere.* Il che comporta la presenza dell'Essere in ciascuno di noi, cioè la presenza del Creatore in ciascuna delle creature.

* L'Essere è Colui che è, mentre l'esistente (da ex sistere o ex stare) è chi sta qui ed ora. Chi ci sta di passaggio, insomma. Chi ci sta per Caso.

Aver fede, quindi, significa necessariamente amare il proprio prossimo come se stesso. Non tanto per altruismo, quanto perché - se davvero hai fede - il tuo prossimo è proprio te stesso. Farsi Dio pertanto è far Dio chiunque, tutto il creato, anche lo scarrafone, anche il peggior nemico. Non è facile, certo, ma neppure aver fede è facile.


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agaposofia
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Osservando le iconette dei due miei interlocutori, in "I° quiz politico del 2015", cioè il Tao di The_Essay (al quale mi permetto di ricordare che i numeri romani non vogliono la pallina) e le lame dello spadaccinonero, viene in mente il fatto per cui il bisillabo tao, in cinese, sta anche per "coltello" ed "aratro". Per "lama", insomma. Ora, pensare il sacro simbolo del Tao come un Moulinex alla vecchia maniera, manuale e non elettrico (che è troppo veloce), ne permette il paragone con un tritacarne, uno schiacciasassi, un frantoio, un mulino e così via. Diceva il buon Chesterton che il frullatore divino màcina lentamente, ma lo fa in modo straordinariamente fine.
Che ciazzecca col tema? Il Caso, con l'iniziale maiuscola.


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