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M5S, sì all'espulsione per la Gambaro

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gianni72
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LE RIUNIONI A CAMERA E SENATO PER L'ESPULSIONE
M5S, sì all'espulsione per la Gambaro
La decisione passa al voto della Rete
A favore in 79, 42 contrari e 9 astenuti. La senatrice «Voglio restare». Salta la diretta streaming

Il verdetto arriva dopo sei ore tra riunioni e assemblee. Adele Gambaro potrebbe essere cacciata. L'assemblea congiunta dei deputati e senatori M5S ha votato «a larga maggioranza» (79 sì, 42 no, 9 astenuti) per demandare alla rete il voto sull'espulsione della senatrice, dopo le sue dichiarazioni critiche nei confronti di Beppe Grillo, colpevoli di aver «danneggiato il movimento». Difficile ora capire cosa faranno i dissidenti. Se usciranno allo scoperto e abbandoneranno o il M5S o continueranno a tramare nell'ombra. Già, perché non tutto avviene alla luce del sole in questa giornata convulsa. Se la riunione congiunta al Senato del pomeriggio è infatti stata trasmessa in diretta, non passa lo streaming per la seconda assemblea, quella più importante, a Montecitorio. Il tutto mentre sulla Cosa, la webtv del Movimento vanno in onda i video di Grillo. Ad essere trasmesse sono solo le dichiarazioni finali dei capogruppo alla Camera Riccardo Nuti e del capogruppo al Senato Nicola Morra, che motivano la decisione finale dell'assemblea.
LA LETTERA - Una riunione agitata, dunque, quella di Montecitorio. E a porte chiuse. Alla faccia della trasparenza. Lei, Adele Gambaro, legge una lettera. Si dice dispiaciuta di aver danneggiato il Movimento. Ma niente scuse. E ribadisce il suo no alle dimissioni. «Attenderò il giudizio dell'assemblea e lo accetterò rimanendo nelle mie opinioni e con la speranza che il mio gesto possa essere servito a far muovere il cambiamento verso una linea più democratica», sottolinea. Nel frattempo Crimi avvia la procedura d'espulsione. La deputata Cinque Stelle Mara Mucci twitta mentre è ancora in corso la riunione: «Nessuno andrà via da M5S. I senatori si sono contati e saranno zero ad andarsene. Con buona pace dei fanta-contatori e dei fanta-politici». In aula arriva anche la deputata Paola Pinna attaccata per una intervista che ha rilasciato da un post del collega Manlio Di Stefano. «Risparmiatemi questa Cosetta dei Miserabili dell'onorevole grillina Paola Pinna - scrive Di Stefano - (laureata disoccupata che viveva con i genitori a Quartucciu, Cagliari, e con cento voti cento è diventata deputata al Parlamento) che invece di spargere petali di rosa dove Grillo cammina, sorge in difesa di una certa Gambaro, un'altra miracolata che si crede Che Guevara». E sui prossimi fuoriusciti è Morra a spiegare come stanno le cose. «È verosimile che siano circa 20 i senatori che hanno votato contro il deferimento dell'espulsione di Adele Gambaro alla Rete», chiosa il capogruppo al Senato. Che poi manda un messaggio ben preciso e dice: «Per noi non è un problema, anche Beppe aveva previsto che ci sarebbero state defezioni. Chi vuole può andare via».
L'SMS, CRIMI E LE CHIAMATE A GRILLO - Meno tesa l'assemblea preliminare al Senato, durante la quale Gambaro ribadisce la sua posizione su Grillo: «Qui nessuno parla delle reazioni del blog nei miei confronti: sono state di una violenza incredibile». E non solo. Gambaro si rivolge all'ex capogruppo Vito Crimi: «Non c'è più rapporto di fiducia. Tu, Vito (Crimi, ndr) hai pubblicato un mio sms. Quindi viene a mancare il rapporto di fiducia». C'è chi le dice di non spostare il discorso sui toni di Grillo. A chi le chiede come mai abbia esternato con la stampa senza passare prima dall'assemblea, lei spiega: «Parlando con tanti di voi mi sono resa conto che il disagio era solo mio, ho chiamato Beppe e non mi ha mai risposto..». E a chi le chiede se voglia rimanere nel Movimento, lei replica: «Sì, io ho espresso il mio disagio per i toni della comunicazione. Lavoro molto bene con i miei colleghi qui». I toni, insomma, all'inizio della riunione paiono abbastanza moderati e c'è anche chi parla di fare auto critica e di non affidarsi totalmente alla rete.
IL DOCUMENTO - Ma in ballo non ci sono solo le riunioni in streaming. Queste sono ore agitate per i Cinque Stelle nei corridoi dei palazzi romani. Ma anche sulle bacheche Facebook. Tra interviste e smentite, a turno è una ridda di dichiarazioni tra i «falchi» e le «colombe» del movimento. «In queste ore il formicaio dei miserabili è in gran fermento, devono abbassare al loro livello Beppe Grillo, colpevole di essere l'unico ad avere avuto una grande idea negli ultimi vent'anni», scrive il deputato del M5S Manlio Di Stefano su Facebook. E intanto sul sito di Beppe Grillo sotto il titolo «La stampa fa schifo», appare la precisazione di ben 15 senatori che minacciano querele: «I senatori e le senatrici M5S smentiscono personalmente e categoricamente ciò che è affermato nell'articolo de La Stampa "I quindici senatori del M5S sull’orlo della scissione". Firmato: Battista, Bencini, Blundo, Bulgarelli, Campanella, Casaletto, De Pietro, De Pin, Fucksia, Giarrusso, Lezzi, Montevecchi, Simeoni. Come dire: siamo critici ma non siamo certo quei «parlamentari decisi ad andar via…» di cui parlano i media. E all'unisono denunciano l'«evidente campagna mediatica in atto tesa a minare le fondamenta del MoVimento al quale si lascia spazio solo per sterili polemiche anziché informare circa il buon lavoro svolto in Parlamento». Il documento dei 15 di conclude con «si riservano azioni legali nel caso in cui la notizia non verrà smentita».
IL PD - Così poche ore prima del voto sulla Gambaro, anche Beppe Grillo abbandona i toni dell'invettiva (interna). L'obiettivo torna sui «nemici» giornalisti: stavolta, colpevoli di aver dato voce e sfogo ai dissidenti. Il secondo «nemico» sono quelle «persone esterne al M5S» che il capogruppo alla Camera, Riccardo Nuti, venerdì ha definito responsabili di una operazione di «compravendita morale e politica». Nelle discussioni interne si fanno i nomi: l'ex Giovanni Favia, Sonia Alfano, Luigi de Magistris, l'ex pm Antonio Ingroia (quest'ultimo invita apertamente «i dissidenti a fare gruppo insieme»). E proprio a Ingroia Grillo riserva un tweet velenoso: «Torna in politica? Ce ne faremo una ragione». Tutti i nomi hanno una radice comune: di sinistra e, nel caso della Alfano e di Ingroia, siciliani. Già, perché i «cinque stelle» temono un assalto di Pd e Sel ai senatori dissidenti. Ma la linea di Grillo appare sempre più chiara: «Chi non è con me, se ne vada».
Marta Serafini

http://www.corriere.it/politica/13_giugno_17/m5s-caso-gambaro_0bd223da-d731-11e2-a4df-7eff8733b462.shtml


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perchè "Uno vale Uno" ..


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arlights
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Nessun dubbio che i parlamentari del m5s debbano seguire le linee guida che hanno sottoscitto al momento della candidatura quindi via gli infiltrati,ma tra attacchi dei media e destabilizzazioni per distruggere il movimento attuati e pianificati da veri professionisti,i parlamentari del movimento stanno dando una grossa mano a tutti quanti gli vanno contro con questo genere di comportamento,in pratica si stanno autodistruggendo dall'interno


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mah... comunque non è che questa senatrice abbia detto chissachè quale mostruosità... cioè è ovvio che il M5Stelle è Grillo ( è proprio suo tra l'altro ... ) ... quindi la gente vota o non vota Grillo ( c'è il suo nome anche sulle bandiere voglio dire ...) ... se si raggiunge il 25 al brimo colpo è merito solo di Grillo ( la gente vota Grillo ) , ma se dal 25 si passa al 12 è sempre merito di Grillo , per le stesse ragioni ...


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gianni72
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I parlamentari del m5s sono circa 165. L'espulsione è stata chiesta da 79, 42 contrari e 9 astenuti. E gli altri? Sono circa 35 che non hanno partecipato. Quindi 79 non è neanche la maggioranza dei parlamentari, è solo la maggioranza dei votanti. E se ai "processi" si presentano solo 2 parlamentari, mentre tutti gli altri si rifiutano di partecipare a queste cose ignobili, e votano a favore delle espulsioni, cosa diranno? Che il 100% ha votato a favore? A già, ricordo come funzionavano i tribunali rivoluzionari francesi e quelli bolscevichi. Erano maggioranza, certo, come no.


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Johannmatthias
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I tribunali rivoluzionari francesi e bolschevichi?

Non mi sembra. C'è una piccola differenza: la decisione la
prenderanno gli iscritti, tramite il web.
sono circa 40.000 e vediamo quanti votano e come.

Non è il popolo web che vota, ma sono gli iscritti al M5S.
Questa è la novità e a me piace. La possibilità da parte dell'iscritto
di revocare il mandato esiste solo nel M5S.
Senza entrare nel merito se nel caso specifico di Gambaro sia giusto o no richiederne l'espulsione.

Questo meccanismo dovrebbe essere introdotto in tutti i partiti e
si dovrebbe applicare suprattutto per le cariche di partito.
Mentre per la revoca del mandato e la cacciata di un parlamentare bisogna modificare anche la Costituzione, all'interno di un partito, per la rimozione di cariche interne, questo procedimento funzionerebbe benissimo.

Ecco perchè tutto il livore e la disinformazione circolante. Continueranno a parlare di populismo del web, del plebiscito internet, quando invece il web viene solo utilizzato come strumento di voto dagli iscritti.

Devo dire che purtroppo anche i parlamentari M5S contribuiscono alla
confusione quando parlano di consultazioni internet o web. Sembra che si rivolgano a tutto il popolo web mentre in realtà sono gli iscritti che votano tramite il web. Nessuna consultazione.

Matthias von der Schulenburg


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gianni72
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La possibilità da parte dell'iscritto
di revocare il mandato esiste solo nel M5S.

mi fate sbellicare dalle risate..... casomai a revocarlo (cosa impossibile perchè non esiste) dovrebbero essere gli elettori del m5s, non gli iscritti a un sito web. Come hai detto tu gli iscritti sono 40000 (alle presidenziali hanno votato in 30000 circa) mentre gli elettori sono stati circa 9 milioni. Gli iscritti contano lo 0,004% degli elettori dei parlamentari.... continuate così che andate forte.


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Johannmatthias
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Quando ci sarà la possibilità di revoca del mandato come negli Stati Uniti
a livello di Comune, Provincia, Regione e Stato, tramite referendum, allora potranno revocare anche gli elettori non iscritti.

Vedi: http://ballotpedia.org/wiki/index.php/Main_Page

ed anche: http://ballotpedia.org/wiki/index.php/Recall_campaign

Qui si posssono studiare bene sia il meccanismo che le revoche in atto, quelle concluse e come si sono concluse, a tutti i livelli.

Per ora mi sembra giusto che solo chi ha nominato un proprio candidato, e lo ha fatto in modo palese, tramite iscrizione al M5S, abbia la facoltà di revocarlo, visto che c'è la possibilità.
Se un elettore vuole utilizzare questa possibilità di controllo sul proprio eletto si iscriva al M5S, e lo può esercitare.
Semplice no?
Solo che per iscriversi bisogna dare nome e cognome e non basta il nickname.....

Matthias von der Schulenburg


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gianni72
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e quindi? cosa mi hai voluto dimostrare? ci vogliono delle elezioni regolari, non dei click su un sito web. L'unica volta che un istituto esterno, la DNV, ha verificato le elezioni interne al m5s, non le ha potute certificare per ovvie ragioni.... pensa te. 😀


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sta a vedere che il mondo sognato da Casaleggio in quel famoso video è un'idea del caxxo...


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Johannmatthias
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elezioni regolari? andare al seggio, ricevere dalla malavita organizzata una scheda già compilata, metterla nell'urna e all'uscita
consegnare quella bianca ricevuta nel seggio?

E poi stai confondendo le elezione politiche con le scelte dei candidati all'interno di una associazione politica. Qual'è il modo migliore di far votare i propri iscritti sparsi sul territorio se non via web?

Il senso di questo sistema di voto è quello di eliminare la delega, i famosi congressi con i delegati. Se esistono strumenti per evitare la delega, perchè non utilizzarli?

Il fatto che ci siano stati problemi non esclude che il voto online non sia fattibile. Anche il banking online funziona allo stesso modo. Hai una identità certificata ed esprimi con un click il tuo volere.

Anche fb lo utilizza con quel "mi piace" e "non mi piace", aggiungici un'identità certa ed il gioco è fatto.

Cosa cambia?
Che poi il gestore di questi voti non voglia farli verificare, fatti suoi, ma tecnicamente questo modo di votare è possibile. Il voto online non è una cosa di per sè nè positiva nè negativa: è uno strumento che va controllato come tutti gli strumenti.

Poi i mondi di Casaleggio li lasciamo a Casaleggio, sono tutti suoi.
Non entro nel merito.

Un saluto
Matthias von der Schulenburg


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gianni72
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ma va là, vai. Prima fate almeno UNA cosa certificata via web, solo UNA, e poi ne riparliamo. Vogliono paragonare l'elezione di un parlamentare al click "mi piace" su facebook, qua siamo al delirio.


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paolodegregorio
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le votazioni degli iscritti al M5S non avvengono con un clic su mi piace, occorre l'iscrizione certificata (con un documento valido di identità) con una password per accedere. Non si vota su facebook


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gianni72
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l'iscrizione da chi è certificata?


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paolodegregorio
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il documento deve essere valido, certificato forse è improprio, comunque sono modalità interne al Movimento, che, per ora, non sono soggette a certificazioni esterne.
Non venire a insinuare dubbi, a cercare il pelo nell'uovo del M5S, quando sai benissimo quanti imbrogli di tessere fasulle ci sono state in partiti negli anni passati.

E' chiarissimo che Grillo e il M5S sono da combattere con tutti i mezzi possibili perchè chiedono l'eliminazione dei finanziamenti ai partiti e all'editoria.
Tutto nasce da qui e si camuffa in vari modi.


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