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Mazzotta-Saras primo tempo 1 a 0. Infondate le richieste dei


Monica
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Mazzotta-Saras primo tempo 1 a 0. Infondate le richieste dei Moratti

di Antonio Caronia

Il 14 ottobre 2009 il Tribunale di Cagliari ha emesso l'ordinanza relativa alla causa intentata dalla Saras contro Massimiliano Mazzotta, regista e produttore del documentario Oil. Il 21 aprile la Saras aveva richiesto il sequestro giudiziario di quattro filmati consegnati a Mazzotta per la realizzazione del film (peraltro neppure utilizzati dal regista), e il sequestro dello stesso film, oltre che delle interviste rilasciate da quattro dipendenti Saras, perché c'era il timore che l'opera fosse “caratterizzata da affermazioni, sequenze e implicite indicazioni denigratorie„ dell'azienda (citiamo dall'istanza dei legali della Saras), e “il sospetto che l'autore avesse manipolato le dichiarazioni ottenute per piegarle al servizio e al conforto di una tesi denigratoria preordinata„ (dalla sentenza).

Il giudice Vincenzo Amato ha rigettato l'istanza dell'attore, osservando che – come si legge nella sentenza - “in considerazione dell'avvenuta consegna spontanea delle cose oggette della richiesta di sequestro [i filmati aziendali e una copia del film] è cessata la materia del contendere del procedimento cautelare„. Ma più in generale, per quanto riguarda le richieste della Saras rispetto alle interviste e al film, il giudice ha affermato che comunque “la richiesta di sequestro giudiziario ai sensi dell'art. 670 c.p.c. era infondata, e non avrebbe potuto essere accolta.„ E ha ricordato alcune semplici cose, ben note a noi comuni mortali amanti della libertà, ma evidentemente sfuggite ai proprietari della Saras e ai loro legali. Ha affermato infatti il giudice che “nell'ambito dell'attività giornalistica e di informazione, in esso compresa l'attività documentaristica di inchiesta, non può essere considerata illecita l'utilizzazione delle dichiarazioni rese nel corso di un'intervista qualora comunque risulti, come nel caso di specie, che l'intervistato abbia avuto concreta consapevolezza di rendere l'intervista medesima e, anche soltanto in via generale, delle finalità per cui questa veniva realizzata.„ E, cosa ancora più importante, ricorda il giudice che “non può essere immaginato, rispetto all'esercizio di diritti costituzionalmente garantiti come quelli di libera manifestazione del pensiero e di informazione, assicurati dall'art. 21 della Costituzione, un diritto all'esibizione preventiva civilmente tutelabile (…)„ Conclude il magistrato: “ L'esercizio dell'attività di informazione(…) non è sicuramente assoggettabile, anche se solo indirettamente attraverso misure come il sequestro giudiziario, a forme di preventivo controllo privato da parte dei soggetti la cui attività è oggetto dell'informazione di volta in volta data al pubblico.„ Il giudice dimostra insomma (e chi ha orecchie per intendere intenda – parliamo anche delle cause civili intentate da Berlusconi a Repubblica e a l'Unità) di avere ben compreso la valenza intimidatoria verso Mazzotta di questa causa della Saras. La quale, come di rito, è stata condannata a pagare le spese giudiziarie.

Piena soddisfazione per Massimiliano Mazzotta, dunque, sinora. E riaffermazione del diritto costituzionale a prendere la parola, a informare i cittadini, ad esprimere le proprie opinioni. Siamo soddisfatti anche noi che, nel nostro piccolo, abbiamo amato e difeso Oil sin da quando è venuto al mondo. Ma è solo il primo tempo della partita. Pendono ancora le due cause per diffamazione intentate dalla Saras e dai soliti quattro piccoli (e forse intimiditi – ma dalla Saras, non certo da Mazzotta) dipendenti. Certo, visto che la causa per diffamazione si basa largamente su argomentazioni affini a quelle di questa istanza, siamo fiduciosi che la speciosità e la malafede di queste ultime risulteranno evidenti – e riconosciute dal Tribunale – anche nella prossima occasione. Ma non è il momento di mollare la presa. I riconoscimenti che Oil sta avendo nei festival di settore e l'interesse riconfermato a ogni proiezione sono un fatto importante. Ancora più importante se daranno più forza e fiducia agli abitanti di Sarroch, di Cagliari, della Sardegna, per difendere la qualità della loro vita, il diritto alla salute e all'autodeterminazione.


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