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Tremonti spiazza i sindacati


dana74
Illustrious Member
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altro che Bertani, poverino Bertani ha ragione, se si paga tutti i mesi anche gli altri cittadini italiani, come fanno a chiedere l'aumento le altre caste???

martedì 20 ottobre 2009
Belle Parole

Marco Cedolin
Hanno suscitato molto stupore ed una lunga serie di reazioni le parole pronunciate ieri dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti durante la chiusura dei lavori di un convegno organizzato dalla Bpm.
Tremonti ha infatti dichiarato “Non credo che la mobilità di per sé sia un valore, penso che in strutture sociali come la nostra il posto fisso è la base su cui organizzare il tuo progetto di vita e la famiglia”. Aggiungendo “La variabilità del posto di lavoro, l'incertezza, la mutabilità per alcuni sono un valore in sé, per me onestamente no”. E poi ancora “C'è stata una mutazione quantitativa e anche qualitativa del posto di lavoro, da quello fisso a quello mobile. Per me l'obiettivo fondamentale è la stabilità del lavoro, che è base di stabilità sociale”.

In buona sostanza il ministro ha bocciato senza appello la politica del lavoro flessibile, messa in atto negli ultimi 15 anni attraverso la legge 30 e non solo, dai governi di centrodestra e centrosinistra che si sono alternati al potere, con la piena condiscendenza delle organizzazioni sindacali e del mondo dell’informazione. Identificando nella precarietà quel cancro che mina alla base l’equilibrio delle famiglie, le prospettive di futuro dell’individuo e più in generale la stabilità sociale.
Si tratta fondamentalmente di concetti che molti di noi hanno ripetuto fino alla noia nel corso degli ultimi anni, denunciando la precarizzazione di un mondo del lavoro ormai in disfacimento, prodromica di un altrettanto grave disfacimento degli equilibri familiari, della mancanza di prospettive per le nuove generazioni e più in generale di una profonda crisi dei rapporti sociali.

Belle parole, in virtù delle quali non possiamo che rallegrarci per la, sia pur tardiva, presa di coscienza della realtà da parte del ministro. Una colpa, quella di avere tardato troppo nel mettere a fuoco i termini della questione, tutto sommato lieve, se confrontata con quella del mondo sindacale che (nonostante per forza di cose avrebbe dovuto essere la parte più sensibile al problema) troppo distratto dalle prebende che il lavoro flessibile gli ha in questi anni garantito, non è fino ad oggi mai giunto a conclusioni di questo genere, preferendo al contrario continuare ad avallare tanto la precarietà quanto le sue conseguenze.
Belle parole che però potranno avere una valenza solamente ancorché seguite da fatti concreti che si pongano come obiettivo la risoluzione di un problema di fronte al quale la politica ha mostrato finora la più completa inanità. Proprio all’esame dei fatti concreti sarà chiamato nei prossimi mesi il ministro Tremonti, cui oggi va comunque un plauso per il coraggio, dal momento che una volta evidenziati i termini della questione sarebbe lecito attendersi che vengano individuate le basi per porre rimedio alla disastrosa situazione.
Senza i fatti concreti anche le belle parole rischiano di sfiorire nel facile populismo che non è in grado d’incidere e può essere utile solamente per raccattare qualche consenso elettorale in più.
Pubblicato da marco cedolin a 0.05
http://ilcorrosivo.blogspot.com/2009/10/belle-parole.html


Citazione
marcoda
Eminent Member
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Post: 38
 

un liberista vero presenta con un comunista molti più punti in comune di quanto non si possa pensare.

tremonti ha sfidato le banche, ha proposto i bond, e risposto ai giganti del credito che pagheranno caro il loro rifiuto, e pochi giorno dopo proone una banca statale regionale pe ril nord e per il sud, ed è il primo da 10 anni, oltre ai comunisti, a riparlare di banche pubbliche.

ha proposto di tassare le plusvalenze aurre della banca d'italia, i giochetti con la riserva aurea chesarebbe degli italiani e non dei banchieri. I camerieri delle banche, che invocano l'obbligo del Presidente di firmare oni cosa, hanno all'occasione tirato in ballo BCE, banca d'italia e costituzione europea. e non se n'è fatto niente.

ricordiamoci che Tremonti ha piazzato una enale allucinante, l'1% al MESE, 2% di ritrdo per le banche che ostacolano il diritto di surroga dei mutui.

dopo la sua presa di posizione c'è più da temere che un attacco all'art. 18 arrivi da sinistra, piuttosto che dal pdl


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radisol
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 8261
 

Giulio Tremonti scopre il fascino del posto fisso: “Non credo che la mobilità di per sé sia un valore, penso che in strutture sociali come la nostra il posto fisso è la base su cui organizzare il tuo progetto di vita e la famiglia”, e ancora “la variabilità del posto di lavoro, l’incertezza, la mutabilità per alcuni sono un valore in sé, per me onestamente no”.

Certo, parlava alla Banca popolare di Milano, dove i posti si tramandano di padre in figlio e - va ricordato - nella sua attuale incarnazione il ministro che fu teorico della finanza creativa è diventato da tempo un nostalgico del passato, il primo difensore di un modello economico armonico (e un po’ bucolico) che non è mai davvero esistito.

In questa legislatura Tremonti ci ha abituato a dichiarazioni pubbliche scollegate da ogni conseguenza politica, esternazioni sul commercio internazionale, sui banchieri, sugli economisti, sui petrolieri, sui paradisi fiscali a cui (spesso per fortuna) non seguiva niente di concreto. A cui corrispondevano silenzi su tutto il resto, a cominciare da Alitalia di cui era, come ministro, il primo azionista. Ma i giornali e il dibattito politico rispondono sempre secondo il copione: pensosi editoriali, interviste a cantautori o intellettuali, sempre uno a favore e uno contro.

Ma il governo? Tremonti pensa davvero di ridurre la precarietà in Italia? E se sì, come? Si potrebbe intervenire sugli ammortizzatori sociali, per rendere il lavoro provvisorio flessibile e non precario, aiutando chi perde il posto di lavoro. Ma il governo non vuole farlo, Brunetta dice che abbiamo già “il miglior sistema del mondo”. Si potrebbero abolire alcune forme di contratto a tempo determinato, ma significherebbe scardinare una struttura produttiva ormai consolidata da più di dieci anni. E chi la sente poi la Confindustria?

Oppure si può lanciare il tema, discuterne fino alla prossima dichiarazione e poi lasciarlo cadere.

Intanto Tremonti ha già incassato un duplice risultato: ha dimostrato che in Italia non c’è bisogno di una sinistra, perché il Pdl (e lui nello specifico) può contenere al suo interno tutto l’arco di posizioni culturali, dagli ultraliberisti alla sinistra no-global. Secondo: ha fatto sparire dall’apertura delle pagine economiche di giornali e tg la notizia che l’Antitrust indaga le Poste Italiane per abuso di posizione dominante, proprio le Poste che dovranno essere il cardine della Banca del Mezzogiorno voluta dal ministro.

Stefano Feltri

http://statoemercato.wordpress.com/


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