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Montezemolo ed i terroristi


materialeresistente
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"E' ora di dire basta ai terroristi o agli ex terroristi che girano in Italia per insegnare i loro valori.In questo paese è ora di ritornare ad un'etica del lavoro....se fossi figlio di quelle vittime del terrorismo, mi sentirei davvero indignato"

Questo è quanto ha dichiarato Montezemolo dall'alto del suo scranno ad Ascoli.
Il nostro va giù pesante con la morale e, come nello spot della Fiat, divide il giusto dallo sbagliato.
Se il moralista lo fa lui abbiamo titoli per farlo anche noi.
Intanto perchè non ci spiega cosa c'è di etico nel suo salario di 7 milioni di euro più stock option di 10 rispetto a quello di un metalmeccanico che, nella migliore delle ipotesi, porta a casa 1.200 euro.

Cosa c'è di etico nel frequentare gente del calibro Eternit, dinastia che a casale Monferrato ricordano per le centinaia di vittime sul lavoro a causa del cancro della loro fabbrica.

Quale è l'etica del lavoro a cui fa riferimento, quella del suo avo Valletta che costruiva reparti di confino in Fiat per operai comunisti, ai bei tempi, oppure di quel capo del personale che si occupava di schedature tra gli anni 70 ed 80?

Potremmo ricordargli anche l'etica di ex amici come Tanzi, per i quali le porte rimangono sempre aperte.
Oppure, parlando di vittime, se la sentirebbe lui di guardare negli occhi i parenti dei 150 operai Fiat che si suicidarono, subito dopo la cura Romiti, a Torino perchè licenziati?

Come dice nella sua ricerca Marisa Lieti "era gente che aveva investito molto emotivamente sul lavoro"

Già agli inizi degli anni Ottanta, mentre lavoravo presso l’Ospedale Psichiatrico di Collegno, per la prima volta nel mondo, la Fiat usò la Cassa Integrazione come “ammortizzatore” sociale, cosicché per molti anni vi furono più di cinquantamila cassaintegrati in tutta la provincia di Torino.

In quell’occasione, in collaborazione con l’Associazione per la Lotta contro le Malattie Mentali e le Confederazioni Sindacali, condussi uno studio su “Cassa Integrazione e Disagio Psichico”, riportando 150 casi di suicidio tra i cassaintegrati e numerosi casi di disagio anche tra i familiari. I più colpiti risultarono essere coloro che, o avevano investito psicologicamente molto sul lavoro, e sono anche i mobbizzati che investono molto sul lavoro, o sul sindacato, per cui l’allontanamento dalla fabbrica era più doloroso (vi furono numerosissimi casi di suicidio fra delegati di fabbrica).
Questo accadeva negli anni ’80.

Se a tanti terroristi in giacca e cravatta è dato di frequentare business school ed università per insegnare i "giusti valori", ci lasci ascoltare perchè qualcuno diventò terrorista e pagò con il carcere questa sua scelta.

http://pensareinprofondo.blogspot.com


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