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Moro,documenti segreti riguardano br Casimirri,Lojacono e il


helios
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Moro, i documenti segreti riguardano gli ex Br Casimirri e Lojacono e il caso Ustica
L’ex pm Turone: «Quello della secretazione-desecretazione non è un problema personale di un singolo studioso, ma un problema del Paese»

Pubblicato il 25 settembre 2014 da Simona Zecchi in Misteri italiani // Nessun commento

Il premier Matteo Renzi ad aprile aveva annunciato la trasparenza sulle stragi di Stato ripetendo l’assunto ad agosto per difendersi dall’accusa di fare il gioco di Berlusconi. Un annuncio che in realtà aveva un po’ disorientato l’opinione pubblica, in quanto a seguito della riforma dei Servizi del 2007 è noto come non sia più possibile apporre alcun segreto sulle stragi.

Nonostante una nuova Commissione d’inchiesta, non ancora avviata per mancanza della totalità dei membri a comporla, nonostante le nuove indagini su vari filoni aperti dalla Procura di Roma ormai dall’anno scorso (delle quali Lettera35 si è occupato ampiamente) – la testimonianza degli artificieri, quella dell’ex consigliere americano di Cossiga Steve Pieczenik, l’ex ispettore Enrico Rossi che a marzo all’Ansa ha rivelato elementi nuovi relativi alla presenza di estranei tra i membri del commando Br – si dovrebbe permettere ai magistrati (se così non è) la totale acquisizione di documenti utili a dare una risposta a questo Paese. Sicuramente si dovrebbe permettere agli utenti tutti di accedere a informazioni che in teoria, in un paese normale, non dovrebbero essere più così determinanti per risolvere una volta per tutte il caso.

Lo scorso 16 settembre, infatti, l’onorevole Paolo Bolognesi ha denunciato alla stampa l’apposizione di un’ulteriore secretazione fino al 2019 su alcuni documenti richiesti dall’ex pm GiulianoTurone (non si comprende in effetti perché la scelta di questa data, visto che i limiti dei 30 anni senza “l’annuncio trasparenza” sono superati da un pezzo). Abbiamo sentito entrambi. Bolognesi ci ha spiegato, infatti: «Sono cinque i documenti chiesti dal dott. Turone; a due di questi la secretazione è stata prorogata fino al 2019».

Il “gioco” sul tavolo dei segreti tuttora apposti sull’omicidio politico più importante avvenuto in questo paese, quello di Aldo Moro, è ancora aperto dunque: il rapimento dell’ex Presidente della Dc quel 16 marzo 1978 in via Fani ha causato la morte di cinque agenti della scorta, tra poliziotti e carabinieri. Morte che mai è stata definita, anche nei processi, quello che fu davvero: una strage. E’ questo il dado che si fa rotolare qui e lì dalla roulette a ogni strigliata di alcuni deputati e senatori contro la mancata volontà di andare avanti sul caso Moro.

«Posso confermare che visito periodicamente l’Archivio storico del Senato per fare ricerche di storia contemporanea – ha detto Turone a Lettera35 -, anche consultando atti delle Commissioni parlamentari d’inchiesta. E in effetti tra gli atti di alcune commissioni parlamentari incontro abbastanza spesso atti “classificati” e non consultabili. Solo alcuni sono relativi alle commissioni, peraltro: infatti non ho mai incontrato atti secretati nel materiale della Commissione P2 o della Commissione antimafia. Tuttavia, ne ho incontrati nel materiale della Commissione terrorismo e stragi e della Commissione Moro. Di tutto ciò – aggiunge l’ex magistrato – ho ritenuto di informare, in particolare, l’onorevole Paolo Bolognesi, sia per la sua veste istituzionale, sia quale presidente dell’Associazione dei Famigliari delle vittime delle Stragi. La cosa mi è sembrata opportuna, tenuto conto anche dell’annuncio dato abbastanza recentemente dal presidente del Consiglio, circa la sua decisione di promuovere una cospicua opera di “declassificazione”».

I due documenti ancora secretati richiesti dall’ex pm, come abbiamo appurato andando direttamente presso l’Archivio storico del Senato, riguardano (così si legge nella descrizione) diverse informative: una lettera del 15 gennaio 1999 dell’allora Sisde indirizzata alla Commissione stragi, alla quale sono allegate due informative su due ex brigatisti, Alessio Casimirri e Alvaro Lojacono; l’altra documentazione relativa al caso Moro ancora classificata come “riservata” riguarda invece un altro affaire scottante, la strage di Ustica del 27 giugno 1980, la cui apposizione di riserva dal Sisde è del 4 marzo 1999 su un’audizione fornita dal Servizio segreto civile in Commissione stragi nel 1998, a sua volta riferita a un “appunto” del 26 aprile 1982. Vi è poi un altro documento allegato a questa serie definito con la descrizione “Quesiti oggetto di riserva espressa dal direttore del Sisde”. Sono tutti dati da cui è possibile almeno trarre delle informazioni in più: ossia i riferimenti dei contenuti riservati.

E’ bene rilevare che su Casimirri esiste una strana storia di latitanza e protezione; Lojacono, residente in Svizzera e anche lui come Casimirri nel commando di via Fani, nel 2000 dichiarò che la sua fuga era stata protetta dal Pci. Qui in calce due documenti presenti sul web (documento 1 – documento 2) che riportano l’interrogazione per incriminazione da parte del partito dell’Unione Democratica di Centro ticinese di Alvaro Lojacono Baragiola (questo il suo nome per intero) paese in cui è a tutti gli effetti ora cittadino naturalizzato. Al tempo dell’interrogazione la richiesta di estradizione da parte dell’Italia era ancora in stallo; successivamente la richiesta fu rifiutata.

L’onorevole Bolognesi (il quale è stato promotore della legge sul depistaggio passata alla Camera il 24 settembre scorso con 351 sì, 50 no e 26 astenuti) ha ripetuto la sua indignazione anche a Lettera35 sulla contraddizione fra la normativa adottata dal premier e l’attuale insistente secretazione sui documenti relativi al caso Moro, ora però speriamo possa addurre più elementi per sottolineare quest’anomalia. Anomalia che di fatto, se vista dal lato puramente logico e burocratico, non c’è: via Fani non è considerata giuridicamente una strage, quindi ad essa e a tutto ciò che vi ruota intorno si può apporre il segreto. Intanto consegnare ai fatti la giusta definizione per far fermare quel gioco sarebbe un buon inizio. Rapimento e strage, la strage di via Fani in cui morirono i cinque agenti della scorta: Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi, Raffaele Iozzino e Oreste Leopardi.

http://www.lettera35.it/documenti-sisde-caso-moro/


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radisol
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Non è difficile immaginare di cosa si tratta per quanto attiene Casimirri e Lojacono ...

La fuga ( e poi la esistenza tranquilla ) del primo in Nicaragua è realisticamente stata "protetta" dal Vaticano ... Casimirri era il figlio di un funzionario della sala stampa vaticana ed aveva la doppia cittadinanza e quindi il libero accesso in Vaticano ... ed altrettanto realisticamente è stato, con Don Mennini, il gestore, da parte delle BR, del tentativo di trattativa diretta appunto col Vaticano ... bene quindi che, sapendo troppe cose scomode su quel tentativo di trattativa, potesse andarsene tranquillo in esilio in Nicaragua ... dove, se è vero che sembra aver anche combattutto coi sandinisti la guerra interna contro i "contras" ed essere anche stretto amico personale del presidente sandinista Daniel Ortega, è comunque stato "protetto" poi anche dai governi di destra che si sono succeduti prima del ritorno al potere dello stesso Ortega, tutti governi molto filo-vaticani ...

Lojacono, favorito in questo dal fatto di essere figlio di una cittadina svizzera e di avere quindi anche lui la doppia cittadinanza italo/elvetica ... è stato invece aiutato, come da lui stesso dichiarato più volte, da ambienti del Pci fortemente filo-sovietici ... dei quali faceva parte il padre, piccolo industriale chimico della zona di Pomezia, da sempre comunista "secchiano" ed anche in affari diretti coi paesi "comunisti" dell'Est ...

Comprensibile che quei documenti possano risultare "scomodi" anche oggi ... per ovvi motivi quelli riguardanti il ruolo del Vaticano ... ma anche quelli riguardanti certi ambienti del Pci che, non solo nel caso di Lojacono, si sono dimostrati tuttaltro che pregiudizialmente contrari alle BR ed al lottarmatismo di sinistra in Italia più in generale ... e questo nonostante quanto declamava allora il Pci "ufficiale" ...

Del resto, credo sarebbe riduttivo vedere la vicenda Lojacono solo in termini "familisti" ... sono moltissimi i casi di ex militanti di Potere Operaio ... e Lojacono a Roma era stato uno dei fondatori del gruppo prima di passare nel 1976 alle Br ... ad aver usufruito, favoriti dagli stessi ambienti del Pci, di aiuti "sovietici" nelle loro latitanze all'estero ... Achille Lollo, latitante per la vicenda dei fratelli Mattei a Primavalle, si rifugiò inizialmente nel filo-sovietico Angola dove ebbe anche incarichi di sottogoverno ... Manlio Grillo, latitante per la stessa vicenda, potè invece tranquillamente rifugiarsi in Nicaragua dove è stato il precettore dei figli del già citato presidente Ortega ... e dove ha pure gestito un ristorante insieme proprio a Casimirri .... ed anche l'attore Gianmaria Volontè, che favorì personalmente la fuga in barca di Oreste Scalzone in Francia, era legato a quei precisi ambienti del Pci ... e la cui compagna, la anche lei attrice Carla Gravina, aveva anni prima invece accompagnato proprio Manlio Grillo fuori dall'Italia ....

Non capisco invece cosa c'entri Ustica ... tuttaltra storia .... ancora oggi del tutto "secretata" ..... che certo con la vicenda Moro non ha nulla a che spartire ... e la cui documentazione in Senato riguarda casomai la più generale "commissione stragi" e non gli atti della "commissione Moro" ...


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helios
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La fuga ( e poi la esistenza tranquilla ) del primo in Nicaragua è realisticamente stata "protetta" dal Vaticano ... Casimirri era il figlio di un funzionario della sala stampa vaticana ed aveva la doppia cittadinanza e quindi il libero accesso in Vaticano ... ed altrettanto realisticamente è stato, con Don Mennini, il gestore, da parte delle BR, del tentativo di trattativa diretta appunto col Vaticano ...

ma va? adesso spunta fuori che don Mennini era implicato quando in altri topic stragiuravi che il suo coinvolgimento non c'era malgrado le lettere di Moro? Tipico esempio che i fatti non sono opinioni e non si possono travolgere a piacimento.Loro parlano sempre e comunque.

Se poi Lojacono è stato aiutato da ambienti PC è interessante notare che in questa vicenda sia Vaticano che PC sono solidali nel mandare all'estero i br.

Ma non si comprende ancora come mai nessuno può ancora far parlare don Mennini e che nessuno sia mai riuscito a fare in modo che il Vaticano parli circa il caso Moro.
Altro che commissioni di inchiesta che non decollano.
E' agghiacciante pensare che non riescono ancora a farsi dire nulla dal Vaticano circa il caso Moro, anzi è ancora peggio: nessuno ha il coraggio d andare dal Vaticano a farsi dire il ruolo di don Mennini dopo che lui stesso ha testimoniato (una sola volta, il Vaticano poi lo ha promosso e mandato all'estero con l'obbligo di non parlare della vicenda) che aveva dei referenti nei br. Non dimentichiamo le lettere di Moro in cui è espressamente detto il ruolo di don Mennini, non in una ma in diverse lettere.

Altra cosa da sottilineare dell'articolo è che giuridicamente l'agguato di via Fani non viene definita strage perchè in questa maniera si può apporre facilmente il segreto di stato.E'evidente che la tragedia di via Fani è tutta al riscrivere e questo è più che evidente visti quanti assassinii ci sono stati perchè nessuno parlasse.

Anomalia che di fatto, se vista dal lato puramente logico e burocratico, non c’è: via Fani non è considerata giuridicamente una strage, quindi ad essa e a tutto ciò che vi ruota intorno si può apporre il segreto. Intanto consegnare ai fatti la giusta definizione per far fermare quel gioco sarebbe un buon inizio

ma occorre fare in modo che TUTTI i fatti della vicenda siano presentati e non ogni tanto qualcuno. La vicenda è del 1978 e quella vicenda non si può cambiare da quello che è stata, i fatti che si sono svolti restano tali.
Prenderne qualcuno ogni tanto ed esaminarlo è un lavoro di depistaggio
se non si guarda nell'intero contesto dei fatti e questo lavoro sporco è stato fatto da troppo, tanto tempo perciò intollerabile.


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radisol
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Su Don Mennini ... non ho mai creduto all'ipotesi che possa aver incontrato direttamente Moro nella "prigione" ... nonostante una frase confusa di Moro, ritrovata molti anni dopo in copia scritta nell'intercapedine di Via Montenevoso a Milano, possa farlo supporre ...

Che invece Don Mennini sia stato l'incaricato Vaticano nel contatto con le BR per la specifica trattativa, basata su un riscatto di tipo economico, non ho mai avuto dubbi al mondo ... e che l'incaricato delle Br per la medesima trattativa, visto il ruolo di cittadino vaticano ed anche il fatto che gestisse una armeria nei pressi della parrocchia di Don Mennini, fosse Alessio Casimirri, nemmeno ... così come credo che, tramite Casimirri, ci siano stati scambi epistolari ed anche di oggetti, come dice quella frase di Moro, tra lui e Don Mennini ... non credo invece all'ipotesi di un incontro diretto, troppo pericoloso per le Br ed escluso categoricamente anche dai giudici nell'ambito dei vari processi, tutto qua ...

Quella trattativa, come l'altra legata alla liberazione di almeno un detenuto politico gravemente malato ... fallirà per le pesanti pressioni di Andreotti, a sua volta pressato dagli Usa, sul Vaticano ...

La storia invece degli "aiutini" dei filo-sovietici del Pci e degli ambienti dell'Est "comunista" non solo alle Brigate Rosse ( e guarda caso, in particolare agli esponenti brigatisti ex Potere Operaio) ma a gran parte dell'estremismo di sinistra italiano è roba assai più vecchia, che nasce addirittura nei primissimi settanta ... ed affonda le sue radici nei rapporti di Feltrinelli con la Cecoslovacchia e con Cuba ... e a sua volta negli stretti rapporti dello stesso Feltrinelli con l' "apparato illegale" di Potere Operaio ... ma anche con gran parte della sinistra extraparlamentare italiana ....

Il che significa, per dirla in soldoni, che da parte dell' Urss ... anche se si preferiva delegare di volta in volta a qualche satellite di questa ... la Cecoslovacchia, la Germania Est, la Bulgaria, l'Angola, il Nicaragua sandinista, Cuba ed anche i palestinesi di Arafat ... c'è stata sempre una particolare attenzione positiva per i gruppi che si muovevano a sinistra del Pci ....

Per le BR, come detto centinaia di volte anche qua sopra, ci sono due precisi periodi di questa attenzione ed aiuto da parte di Mosca ... il primissimo periodo, quando le Br non erano ancora così nettamente "distinte" dai Gap di Feltrinelli e dagli scissionisti del Superclan che poi fonderanno l' Hyperion a Parigi ( dopo la scelta di "arrendersi" in Italia e riparare illibati all'estero, scelta favorita anche questa sempre dal Pci tramite il suo allora responsabile giustizia, l'avv. Malagugini) .... Hyperion che diventerà poi una vera e propria struttura a Parigi dei servizi dell'Est, occupandosi anche di cose non italiane ... le Br invece, in quella fase, essendo filo-cinesi e non filo-sovietiche ed essendo soprattutto "gelose" della propria autonomia politica, declineranno ogni offerta ...

E poi invece il periodo successivo alla morte di Moro ... dove, proprio a partire da alcuni viaggi a Parigi di Moretti e della Braghetti ... si istituirà, tramite l'Hyperion, un rapporto molto più "organico" delle BR-Pcc coi servizi segreti dell'est ... che comporterà poi ingenti forniture di armi palestinesi ... ed anche l'indicazione diretta di obiettivi da colpire sia americani che israeliani ... Hunt, Dozier ma anche l'addetto militare israeliano in Italia, sul quale furono trovate precise riservatissime indicazioni in tasca a Bruno Seghetti al momento del suo arresto a Napoli ... è chiaro che l'elemento determinante di questa seconda e più diretta "alleanza", voluta e ricercata da Moretti di fronte agli arresti ed alle scissioni che terremoteranno le Br del dopo-Moro, è la fornitura ai russi, da parte delle BR, del "memoriale Moro" nel suo testo originale, certamente assai più ricco e dettagliato delle versioni che hanno girato ufficialmente ...

Il che fa comunque cadere tutti i birilli di ogni ipotesi di tipo opposto, tipo le Br "eterodirette" da Cia e/o Mossad ... discorso che peraltro ho già fatto tante volte e che proprio non mi va di rifare per l'ennesima volta ...

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Giuridicamente per "strage" si intende ogni omicidio di più di una persona ... ed effettivamente poi i brigatisti di Via Fani saranno condannati all'ergastolo proprio per "strage" ... oltre che per tutta una serie di reati minori ....

Diverso è invece il discorso riguardante le commissioni parlamentari sui tanti gravissimi fatti di quegli anni ...

Si ritenne di distinguere le "stragi indiscriminate" ... tipo Piazza Fontana, Brescia, Italicus, Bologna ... cioè l'uccisione collettiva di gente che si trovava per caso in una banca, su un treno, in una stazione o in una piazza ... con una apposita "commissione stragi" .... da invece uccisioni collettive che riguardassero un obiettivo ben determinato, come la scorta di Moro, e quindi non "indiscriminate" ... per cui si creò invece una specifica e distinta commissione parlamentare sulla vicenda Moro ...

Ma si tratta di una distinzione tutta politica, non giuridica ... adottata in questo senso evidentemente anche dai servizi che non hanno appunto una funzione "giuridica" ma del tutto "politica" ... rispondono al governo ed al parlamento e non alla magistratura inquirente ...

Che sia questa distinzione politico/formale a determinare chissà quale particolare "segretezza" degli atti della vicenda Moro, è una gran cazzata ... ci sono molte più "secretazioni" sulle stragi indiscriminate, quasi tutte con caratteristiche "di stato" o almeno con depistaggi "di stato" successivi, che non sulla vicenda Moro, di cui, a meno di non voler menare il can per l'aia, si sa molto di più che non sulle stragi indiscriminate ... per le quali, a parte Bologna e con molti legittimi dubbi nel merito di quella sentenza, non è stato mai condannato nessuno ... mentre per Via Fani e per la vicenda Moro invece si ....

Del resto, anche i documenti negati a Turone ... riguardano, anche secondo l'articolo iniziale, particolari del tutto secondari della vicenda Moro ... la successiva fuga "protetta", a diverso titolo, di due brigatisti all'estero .... peraltro avvenuta, in entrambi i casi, svariati annetti dopo i fatti ... e quando ancora nessuno dei due era noto come appartenente alle Br ... Casimirri, al momento della fuga, non era stato ancora identificato come brigatista ed era del tutto incensurato ... e Lojacono era sì ricercato ma per l'uccisione nel 1974 del fascista greco Mantakas in scontri di piazza e non per l'appartenenza alle Br ... e quei documenti non riguardano certo invece elementi determinanti e decisivi del rapimento e dell'uccisione di Moro ....

Delle "oscure" vicende degli anni sessanta, settanta ed ottanta ... quella Moro è oggettivamente la meno "oscura" ... mancano ancora certamente dei pezzi, riguardanti soprattutto l'agire degli apparati statali ... ma è oggettivamente quella rispetto alla quale si sa di più di ogni altra .... ed invece, chissà perchè, si continua a parlare come "mistero italiano" solo di quella o quasi ... e credo che anche questa sarebbe una gran bella domanda da porsi seriamente ....


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