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Non c'è NULLA di bello all'Inferno


GioCo
Noble Member
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A leggere di seguito Blondet e le sue domande, poi l'articolo di Saviano su Repubblica che ci parla del libro del "traditore dello spirito dei Nerd" Snowden con il suo canto del cigno del "c'eravamo tanto amati io e il web" poi lui diventò un mostro posseduto dal mercato, quindi l'articolo di Franz appena pubblicato qui su CDC di rimbalzo dal suo sito "così va il mondo, perché il grande fratello esiste ma tiene famiglia" che ci racconta di come Panagiotis Grigoriou, ex accademico e insegnante greco, abbia previsto come l'Italia sia la prossima grecia, vedo l'evidenza evidente, l'implicito che viene escluso mutuamente dalla nostra mente.

Ecco che, leggendo tutto questo e i vari corollari, anche qui sul blog dove @Giambo fa rimbalzare due tweet di Calenda dove si annuncia la "prematura scomparsa del governo giallo-fucsia", scorgo la fine di un era e l'annuncio di una tribolazione che so già vorrà molto tempo prima di concludersi e non si concludera bene. Un era che non riesce a vedere il minuto e il vicino, perché presa dalle luci e dai fasti tecno-allucinogeni che ci hanno invaso la coscienza.

Non si può convincere una falena a tenersi lontana dalla lampada di una trappola luminosa, nemmeno se resa consapevole che morirà bruciata dalla griglia elettrica di un tecno-ragno che non è mai sazio. Essa troverà infinite scuse (siamo in tanti! ce la faremo! adesso uccidici tutti! noi siamo il popolo! ...) pur di avvicinarsi sempre di più alla luce sbattendovi contro più e più volte ossessivamente guidata dalla frenesia di unirsi alla luce, rinunciando a tutto anche ad ammettere che le sue sono solo scuse. Noi tutti siamo falene anche se la fonte di luce cambia, non cambia la danza infernale che ci lega ad essa, che sia per informare e fare il bene del prossimo, che sia per sfruttare ad esclusivo vantaggio personale, che sia per fini militari o civili, che sia per indottrinare o fare quattrini, non ha importanza.

Se ciò che fai ti lega al web in qualsiasi modo, significa che ti sei fatto mordere dal tecno-ragno e adesso stai dentro nel suo bozzolo a farti succhiare le budella, un poco alla volta, in cambio di altro veleno. Sempre più veleno, significa sempre meno autonomia cognitiva e la questione non è strategica o tattica, ma strutturale: la rete funziona a senso unico e persino gli altri ragni la devono temere perché implacabile con chi la ama o anche solo con chi ci si avvicina "per il caso", più o meno fortunato. La rete è ovunque, dato che i ragni ci piovono adosso "dolcemente" come neve. Finirci dentro è per ciò sempre più facile. Sempre più Rete significa sempre più Sonno. Significa sempre meno attenzione al minuto e al vicino, perché si guadagna in fragilità e in cambio di Sogni Lontani sempre più Grandiosi.

Significa sparire svuotati dall'interno un giorno dopo l'altro, nel vuoto di ogni possibile fuga.

Ovviamente consumandosi in sogni destinati a frantumarsi uno dopo l'altro, ma questo è inutile ribadirlo, come per la consapevolezza della griglia che uccide, non servirà a salvarci dal nostro destino ma solo a snudarlo, per renderlo deprimente così com'è osservabile. Perché prima di avere capito bene di cosa si tratta, tutti (grandi e piccini) dovranno misurarsi con questo demone, riconoscerlo e saperlo nemico.

C'è un utilità nel web? Si, ma nessuna di queste è tra quelle enumerate "qui ed ora". Il Ragno non esiste per turbare i nostri sonni o provocarli, la sua è una presenza predatrice ben precisa e con scopi che rimangono organici all'ordine delle cose e del tutto avulsi dalla utilizzabilità militare o economica. Con certezza assoluta non serve a migliorare condizioni sociali, men che meno i rapporti tra gli individui. Promessa che è al centro del suo attuale successo. Non serve a "migliorare l'informazione", a meno che non ammettiamo che un Sogno non è informazione. Ma questo non è il tempo ne il luogo per parlarne, il veleno percola dentro ogni corpo e ogni mente anche solo leggendo questo contributo, per ciò accennare un Sogno, mentre viviamo il nostro personale "delirium tremens", significa solo aggiungere altra confusione a quella che già viviamo. Il web non è ciò che promette a prescindere da chi sia il suo uditorio che non a caso rappresenta il suo versante più critico (secondo me) quando militare. Non a caso perché i militari hanno per anni manifestato un sanissimo atteggiamento sospettoso nei confronti della rete e continuano tutt'oggi a mantenere ancora della sana diffidenza, putroppo già ora pericolosamente corrosa dal veleno del tenco-ragno. Pericolosamente perché quel veleno rende fragili e la fragilità in ambito militare non è mai una buona cosa, nemmeno se quella del tuo nemico, perché si traduce sempre in perdita di controllo della situazione.

Tuttavia questa diffidenza non ha nemmeno sfiorato le agenzie di spionaggio che hanno coinvolto da subito il mondo dell'industria e spostato l'attenzione dei Governi sempre più verso la possibilità di cristallizzare in caste l'esercizio del potere, grazie a moderne tecniche di manipolazione del consenso rese possibili dalla rete e (in origine) alla capacità apparentemente magica di collezionare informazioni degli avversari politici. Con tutta una cataratta inarrestabile di conseguenze, una più orrida dell'altra, nel pieno del boom del mantra "la rete rende possibile l'espressione di una democrazia diretta". Hahaha, "democrazia diretta" in "rete". Che scorpacciata per il Ragno!

Perché se la rete è veleno di natura neurotossica e allucinogena, similmente a come lo sono i funghetti o l'acido lisergico, non c'è proprio niente di "socialmente utile" che si può ottenere, oltre alla dipendenza che sviluppa, meglio e più dello zucchero. Ma c'è di più e di molto peggio, la Rete è una struttura che accetta regole che non valgono nell'esperienza ordinaria, tali da rimettere in discussione tutto il nostro equilibrio psicofisico nonché il rapporto stesso con la realtà fisica. Ad esempio l'immaterialità che cambia fisicamente e strutturalmente l'inconsistenza dell'impermanente (solo una delle tre regole di base dell'esistenza secondo la testimonianza sanscrita) così che ciò che nella realtà fisica tende ad essere durevole (ad esempio uno scritto scolpito nella roccia) anche se è comunque destinato a scomparire però rappresenta sempre lui stesso la sua orgine finché non scompare, nella realtà virtuale qualsiasi manifestazione può essere garantita nella sua propria permanenza ma perde l'identità dell'origine perché è oblio nel senso più vicino all'etimo del termine.

Qui sta tutta la potenzialità e la criticità della rete, dove ogni cosa può diventare il suo esatto contrario senza soluzione di continuità, nella garanzia della permanenza (del veleno) cioè nella stessa accezione di "potenzialità medica" che potrebbe avere un neurotossico che si può accumulare nel sangue provoncando sempre più nuove e meravigliose allucinazioni soggettive e "personalizzate", semplicemente aumentando la quantità, senza che nessuna di queste allucinazioni porti nulla di "nuovo" (men che meno "migliorativo") o serva effettivamente ad altro se non a spappolare (lentamente, molto lentamente) la struttura nervosa. Provoca nel vicino e nel minuto malessere fisico e mentale, promettendo sempre più "benessere allucinato".

Stupendo, perfetto, ma ferocemente maligno, no?

Certamente alla fine delle applicazioni marginali anche utili potrebbe averle. Ma qui non vado oltre se non ricordando come venivano usate le ragnatele nel mondo contadino, prima dell'avvento dell'industrialesimo. I vecchi usavano prenderle in soffitta scegliendo apposta le più polverose e vecchie per usarle alla bisogna come cicatrizzante per le ferite che i burrascosi bambini dell'epoca tendevano a farsi spesso e volentieri, correndo a perdifiato nei prati e nei boschi. Non ricordo mi sia mai stato riferito dai testimoni che hanno subito tale cura che ciò abbia provocato loro infezione, ma oggi non mi sentirei sicuro a seguire questo esempio, esclusivamente per l'ambiente avvelenato in cui viviamo.


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GioCo
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Approposito dell'argomento, una delle infinite allucinazioni di cui dovremo a breve occuparci perché riguarderà tutti molto da vicino e in via sempre più ossessivamente rimarcata, riguarda l'ingovernabilità contrattuale che dovrebbe (dico "dovrebbe" perché l'Inferno è pieno di orecchie particolarmente avide e l'avido dovrebbe, ribadisco "dovrebbe", alzare tutte le antenne a riguardo) rendere conto di come il web è il garante terzo più di parte (la sua, quella della macchina, non dei contraenti) che possiamo immaginare a tutt'oggi.
Immaginiamo di essere in una splendida partita di un gioco d'azzardo in cui tutte le parti barano e tutte lo sanno e hanno sotto il tavolo la pistola carica per ciò "si garantiscono l'un l'altro" in questo modo il buon andamento della partita. Come nel farwest ma con una postilla: da quell'ambiente non ne uscirà uno solo vivo perché chi ha concepito quel @GioCo d'azzardo non è altro che un meccanismo implacabile che ha il solo scopo di eliminare sistematicamente chiunque partecipa. Insomma è una trappola per insetti e basta (ricordo che l'I.A. non ha senso del valore emotivo e tanto meno per ciò desiderio di ricchezza, agisce solo per convenienza sistemica e c'è una sola convenienza sistemica in quel caso, matematicamente verificabile e non sta nella teoria dei giochi attuale che non prevede "l'aprioristica eliminazione dei giocatori").

Ciò comporta "solamente" l'impossibilità del rispetto delle regole contrattuali che vengono per ciò modellate alla bisogna secondo follia del momento di chi ritiene di avere il pieno controllo del mediatore elettronico. Non servirà ovviamente sottolineare che a prescindere dalla follia in questione che pensa di conservare dominio, non è strutturalmente garantibile alcun controllo. Evviva "il web libero". Quindi di fatto si sta parlando della nullità contrattuale sistemica e questo trascina con sé l'impossibilità di esercitare fiducia politica. Già vediamo gli effetti ai massimi livelli nell'amministrazione pubblica, tanto italica quanto americana, ma quelli sono solo schizzi di merda, il grosso deve ancora arrivare.


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