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P4 ed autonomia e l'indipendenza della magistratura !


tatotripodo
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
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L’indipendenza e l’autonomia della magistratura, in sé requisito necessario per il mantenimento dello stato di diritto, non possono però diventare l’anticamera del giudizio parziale e fazioso, inteso a stravolgere gli equilibri politici formatisi in sede di cabina elettorale.
Godere infatti di autonomia e indipendenza non è un privilegio ma una necessità che comunque in sé non garantisce l’imparzialità del giudizio e l’autonomia dalle influenze ideologiche.
Perché quando si parla di questi due concetti si fa riferimento all’insindacabilità dei poteri d’indagine e giudiziari del magistrato e non dell’uso che lo stesso può fare di questi poteri.
Marco Ramat negli anni ’70 auspicò che il giudice comunista cercasse la complicità dei giornali per ottenere la legittimazione del suo operato; nei congressi di magistratura democratica si potevano leggere volantini con su scritte del tipo:” Lo stato borghese non si cambia ma si abbatte” oppure”la classe borghese per sua natura è impossibilitata a garantire la riuscita di una società equa dal punto di vista economico ,sociale e politico”.
Queste affermazioni e soprattutto l’auspicio di Ramat che trovò piena attuazione col processo mediatico contemporaneo a quello giudiziario di tangentopoli sono in se prova di alcune correnti all’interno della magistratura che hanno una visione distorta della propria professione improntando sull’immaginario del cittadino il legittimo sospetto che alcuni di essi poi così neutrali non sono.
Esempi di parzialità faziosa intesa a stravolgere un giudizio o l’esito di un processo ne potrei fare in gran numero ma non voglio annoiare.
Anzi preferisco lasciare ai lettori nei loro commenti la possibilità di ricordarne qualcuno a partire dagli anni ’70 fino ai giorni nostri
Tato Tripodo
www.imparzialeoforseno.blogspot.com


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