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Primarie, Grillo guastafeste?


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Repubblica ha schierato contro di lui armi affilatissime, Serra, Maltese, ma soprattutto Eugenio Scalfari che è dovuto addirittura ricorrere al brillante discorso di David Grossman all'apertura del Festival della Letteratura di Berlino. L'Espresso gli ha invece dedicato l'ultima copertina, scagliandosi contro l'inganno del web, vero e proprio sesto potere “sotto processo” dopo il successo del V-Day. Perché Beppe Grillo fa così incazzare il Gruppo editoriale di De Benedetti, megafono più autorevole del Partito Democratico?

Tra gli effetti dell'8 settembre c'è di certo quello di aver ridicolizzato ogni recente tentativo di mobilitare i cittadini. I numeri messi in campo da Grillo sono numeri da sindacato e non c'è da stupirsi se in qualche d'uno nel comitato organizzatore delle primarie sia sorta qualche perplessità. Il 14 ottobre è lentamente passato ad essere da momento storico di democrazia e partecipazione a un rischioso appuntamento per la tenuta del progetto, della leadership di Walter Veltroni e forse del governo Prodi stesso. Tira un vento di preoccupazione tanto forte che l'Agcom ha dovuto inviare a radio e tv una delibera per garantire alle primarie e al Pd una maggiore copertura mediatica. Un segno di imbarazzante debolezza, per di più nato per iniziativa di due consiglieri dell'Autorità, Lauria e Innocenzi, uno della Margherita e uno addirittura di Forza Italia. Il terrore del flop è tale da spingere persino a un compromesso con l'avversario. Chissà in cambio di che.

Ma quali sono i numeri di un flop alle primarie? Il break even point è stato drasticamente ricalibrato sul milione di partecipanti, anche se è pronosticabile un'affluenza maggiore. Del resto se a votare ci vanno solo gli iscritti a Ds e Margherita (in tutto un milione, appunto) la figuraccia sarebbe difficilmente nascondibile. Realisticamente, quota due milioni appare un traguardo a portata di mano, ma farebbe comunque gridare al successo e questo la dice lunga sull'effetto V-day: Grillo è riuscito a smorzare l'impatto emotivo delle primarie, con probabili ricadute sull'intera operazione.

Colpa del comico genovese? È realmente sua la responsabilità della crisi di identità e di partecipazione del centrosinistra e della ripresa nei sondaggi della Casa della Libertà? Complicato da credere e da dimostrare. L'esecutivo è riuscito a rappresentare un'alternativa credibile all'era Berlusconi solo su un tema, quello fiscale, peraltro attraverso provvedimenti impopolari e lesivi delle corporazioni e dei bacini elettorali che rappresentano. (Anche in politica estera in occasione della guerra in Libano qualche risultato è stato ottenuto, ma la prova più importante – l'eventuale attacco all'Iran – deve ancora venire). Per il resto la coalizione di governo ha disatteso aspettative e programma. Il vento dell'antipolitica si gonfia anche di questo (e il Gruppo L'Espresso sa montarne le onde, vedi copertina di XL, mensile rivolto ai giovani, dove campeggia un “Basta politica” per presentare il nuovo disco, per giunta impegnatissimo, di Manu Chao – che consigliamo anche ai meno giovani).

Per questi motivi appare sempre più ridicola quella che il professor Sartori ha definito “l'ormai logora retorica del gridare al qualunquismo, al fascismo, e simili”, di cui Repubblica e L'Espresso sono forse i massimi esponenti. Un pericolo, tuttavia, lo vediamo anche noi: non sarà che l'antipolitica (avversata per i succitati motivi politici dal giornale di Ezio Mauro, ma cavalcata dai quotidiani filo-industriali come Corsera, Stampa, Sole24Ore) rappresenti il grimaldello per smantellare definitivamente lo stato sociale in favore di una svendita ai privati massiccia del bene comune? Non sarà che sfruttando i sentimenti antistatali diffusi e alimentati nell'opinione pubblica si proceda a una deregulation scriteriata in nome dell'efficienza e dell'ottimismo? Un filo rosso (colore quanto mai inappropriato in tale circostanza) che legherebbe la “Casta” di Rizzo e Stella agli editoriali di Ichino contro l'impiego pubblico, passando per la privatizzazione della Rai. Questo sì che fa paura. Concretamente.

Francesco De Carlo
Fonte: www.megachip.info
Link: http://www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=4855
3.10.07


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