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Sangue, onore e padania


proxer
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Sangue, onore e padania
>I teorici della razza. Le case editrici di estrema destra. Le foto di
>Hitler. Il volto nero della Lega
>di Federico De Ambrosis & Mario Portanova
>
>
>Varese, la «prima città videosorvegliata d’Italia», come vanta il cartello
>all’ingresso della città, e culla del fenomeno leghista. C’è il corteo
>degli amici di Claudio Meggiorin, il barista ucciso in una rissa con due
>albanesi fuori dal suo bar a Besano. Crani lucidi ostentano magliette con
>scritte quali «Proteggi il tuo simile… distruggi tutto il resto». Oggi è la
>loro giornata: «Niente azioni violente, solo un corteo contro
>l’immigrazione clandestina e per ricordare mio figlio», dice Giampaolo
>Meggiorin, il padre, al megafono. È un momento di visibilità e
>legittimazione per i Blood & Honour – gli ultrà neonazisti del Varese
>calcio dove in passato militava il barista ucciso – in difficoltà dopo la
>morte del loro leader Saverio Tibaldi. Nel 2003 Tibaldi fu ucciso a
>coltellate in una rissa mentre era latitante in Spagna per sfuggire a una
>condanna a 11 mesi per lesioni e a diverse denunce, anche per spaccio di
>stupefacenti. In piazza Montegrappa, vicino alla sede della Lega, i
>passanti si curano di sostare nel raggio d’azione dei cameramen mentre i
>vigili invitano i pedoni non abbastanza bianchi ad allontanarsi dal centro.
>Ai margini della parata di camicie nere c’è partecipazione emotiva, qualche
>apprezzamento e qualche spettatore che decide di entrare nel corteo,
>raccogliendo l’invito diffuso al megafono dai capi della Curva. Varese è
>abituata ai naziskin e le cronache locali sono colme di azioni violente
>perpetrate da una galassia di soggetti della destra radicale. Negli anni
>scorsi, tra aggressioni a extracomunitari, attentati a sedi politiche,
>svastiche sui muri, minacce e irruzioni in locali di sinistra ci sono state
>così tante aggressioni che lo storico Enzo La Forgia e il giornalista
>Michele Mancino sono riusciti a scriverci un libro: Intolleranze. Cronache
>di una provincia lombarda.
>Lunedì 13 giugno, due giorni dopo l’omicidio del barista, i naziskin
>avevano organizzato un raid in centro e avevano quasi linciato un albanese
>che attendeva l’autobus. Il raid ha incrociato la manifestazione della Lega
>contro i clandestini. Lo stesso giorno Telepadania, per bocca del direttore
>Max Ferrari, ha fatto i complimenti agli aggressori in un’intervista al
>fratello di uno dei due arrestati per il pestaggio (vedi box a pag. 14).
>I complimenti di Telepadania non sono l’unico amichevole contatto tra i
>leghisti e i nazifascisti della città. A Varese la Lega promuove una
>rivista, L’insorgente, promossa da Sergio Terzaghi, consigliere comunale e
>responsabile cultura del movimento dei giovani padani. Sulla rivista,
>distribuita a mano nelle sezioni di partito, si possono leggere articoli di
>Alain de Benoist, il padre del cosiddetto «differenzialismo etnico», nuova
>frontiera del pensiero razzista apparentemente imperniata sulla
>preservazione delle diverse identità culturali, nazionali e religiose, ma
>in realtà costruita per riproporre tutti i vecchi miti e retaggi
>dell’intolleranza xenofoba. Nello stesso giornale, peraltro al secondo
>numero, si possono leggere anche articoli di preti seguaci di monsignor
>Lefebvre, ex aderente, nel periodo tra le due guerre, al movimento fascista
>Action francaise di Charles Maurras, poi sostenitore dei terroristi
>dell’Oas per un’Algeria francese e strenuo oppositore delle aperture
>«moderniste» del Concilio vaticano II e quindi autore di uno scisma dopo
>essere stato scomunicato «a divinis» da Paolo VI. Lefebvre raccolse le sue
>forze attorno alla «fraternità sacerdotale di san Pio X», una rete di
>sacerdoti e vescovi che protesse Paul Touvier, torturatore e deportatore di
>ebrei francesi, condannato per collaborazionismo coi nazisti. La stessa
>«fraternità sacerdotale di san Pio X» fa da cerimoniere delle messe in
>latino che si svolgono di tanto in tanto alle feste leghiste (come il 28
>settembre 2004 a Milano) che hanno come rito lo stesso che venne celebrato
>sulle navi dell’armata cristiana poco prima della battaglia di Lepanto e
>«infuse ai valorosi difensori della nostra terra e della nostra fede la
>forza per fermare e sconfiggere la flotta musulmana», come spiega il prete
>leghista don Ugolino Giugni. Una rivista talmente tanto nera e poco verde,
>L’insorgente, che in alcune province la segreteria leghista ne ha negato la
>diffusione perché la considera filo-Forza nuova.
>
>I celti e le celtiche. Un altro personaggio che merita attenzione è Andrea
>Mascetti, difensore civico di Varese e portaborse del presidente del
>Consiglio regionale lombardo, il leghista Attilio Fontana. Alcuni anni fa
>Mascetti fondò il circolo culturale Aldebaran (specializzato in dibattiti
>su Tolkien) che poi si tramutò in associazione culturale Terra insubre, con
>sede a Biumo, un quartiere di Varese. L’omonima rivista è interamente
>dedicata «ai nostri antenati celti». Mascetti è un ex frequentatore
>dell’agriturismo Corte dei brut di Voltorre di Gavirate, aperto da Rainaldo
>Graziani, figlio di Lello, fondatore di Ordine nuovo. Nei primi anni
>Novanta Rainaldo ha dato vita a Meridiano zero, gruppo dell’estrema destra
>universitaria romana, ed è uno degli animatori di Università estate, nome
>innocuo che nasconde un’annuale manifestazione della destra radicale
>europea, area Terza posizione. Nel suo agriturismo varesotto vengono
>selezionate le «guardie d’onore» della tomba di Benito Mussolini a
>Predappio. Sul sito del Movimento giovani padani, Mascetti recensisce con
>entusiasmo La terra di luce. Il Nord e l’Origine, libro di Christophe
>Levalois che sottolinea la «linea nordica» da cui discendono gli
>indoeuropei. Commenta Mascetti: «Un libro che riapre il discorso sulle
>origini dell’Europa, le quali devono essere ricercate non nel bacino
>mediterraneo – come invece ci siamo spesso sentiti ripetere – ma a nord,
>verso quella Thule iperborea che ancor oggi, nei simboli solari della Croce
>celtica e del Sole delle Alpi, indica la fiaccola da seguire per tutti
>coloro che, ancora, si sentono dei “buoni europei”». Il libro è publicato
>dalle Edizioni Barbarossa, che fanno capo alla Bottega del fantastico di
>Milano, editrice della rivista Orion, punto di riferimento della destra
>radicale di Terza posizione, dove si possono leggere entusiastiche
>interviste al criminale nazista Erich Priebke.
>De Benoist e le case editrici fasciste sono di casa a Varese, anche nelle
>iniziative culturali organizzate dal Comune, retto dal sindaco leghista
>Aldo Fumagalli. Nella manifestazione «Amor di Libro 2004» lo studioso
>francese è intervenuto di persona il 30 maggio. Il giorno dopo è stata la
>volta di un libro dell’editrice Settimo sigillo, altro marchio storico
>dell’estrema destra, che fa capo alla libreria Europa di Roma, sede della
>Fondazione Julius Evola. Settimo sigillo, in un diluvio di titoli su
>Mussolini e la Decima mas, pubblica anche i libri dello storico
>negazioni
sta inglese David Irving. Alla manifestazione varesina era
>presente con Europa degli eroi, Europa dei mercanti, saggio di Claudio
>Bonvecchio, docente alla locale Università dell’Insubria.
>Uscendo da Varese, tra i big della Lega, il più vicino agli ambienti
>nazifascisti è l’onorevole Mario Borghezio. Ex militante di Ordine nuovo,
>condannato a cinque mesi per aver dato fuoco a Torino a un ricovero di
>immigrati, in passato si è distinto facendo visita a Predappio e ricordando
>Mussolini come «grande padano»; disinfettando i sedili delle prostitute
>nigeriane sull’intercity Milano-Torino; partecipando, nell’ottobre del
>2002, a un comizio dal titolo «Orgoglio padano, orgoglio cristiano» tenuto
>insieme a Forza nuova. Borghezio è anche intervenuto a un convegno
>internazionale dell’estrema destra a Klagenfurt, in Austria, promosso dal
>Fpoe di Haider con la partecipazione del partito razzista belga Vlaams
>Block. E non è mancato alla «lezione» tenuta dal solito de Benoist durante
>il convegno di formazione del movimento giovanile padano presso il passo
>del Cuvignone, in provincia di Varese, nel 2002. Organizzatore, il già
>citato Andrea Mascetti.
>Nel 1999, durante la campagna per la raccolta firme per l’abrogazione della
>legge Turco-Napolitano, organizzata dall’alleanza Lega-Forza nuova e
>«benedetta» dall’erede di Lefebvre monsignor Fellay, il senatore leghista
>aveva portato solidarietà a un noto personaggio dell’estrema destra romana.
>Era Giuliano Castellino, cognato del fondatore di Forza nuova Massimo
>Morsello e leader dell’organizzazione Nuova base autonoma. Castellino si
>era arrampicato sull’obelisco di Axum al Circo Massimo per protestare
>contro il silenzio dei media sull’iniziativa referendaria.
>Questi legami non sono fatti isolati, ma indicano un vero e proprio
>retroterra culturale di almeno una parte della Lega. Basti pensare alle
>foto scattate nel 2002 nella sede della Padania, il quotidiano del partito,
>che svelavano la presenza in redazione di immagini di Hitler e dell’Ss
>italiano Pio Filippani Ronconi. Oppure al congresso leghista di Assago del
>2002. Mentre dal palco si ufficializzava la linea dell’«opposizione alla
>società multirazziale» in nome della difesa della «purezza della razza
>padana», negli stand si vendevano gadget con vari tipi di svastiche.
>Appariva anche il Triskel, antico segno runico che stava sul bavero di
>alcune divisioni di Waffen-Ss, oggi emblema di diversi gruppi neonazisti.
>Da tempo era stato anche adottato dal movimento giovani padani e dai
>«volontari verdi» di Milano. Inoltre, sempre durante il congresso, i
>«volontari verdi» consigliavano la lettura di testi di Franco Freda e
>Julius Evola editi dalle Edizioni di Ar (la radice di «ariano»).
>Inquietanti coincidenze come quelle che in passato hanno portato sulle
>bancarelle di Pontida alcuni storici testi antisemiti come I protocolli dei
>savi anziani di Sion o I segreti della dottrina rabbinica.
>
>La Padania a destra di An. Nel gennaio 2004 la Lega ha avviato un tentativo
>di recuperare voti a destra sfruttando il dissenso interno ad An. Il 25
>gennaio ha organizzato un’iniziativa «per la libertà della Padania» a cui
>hanno partecipato personaggi come Leo Siegel, a suo tempo uno dei più
>stretti collaboratori di Giorgio Pisanò nel settimanale di estrema destra
>Il candido. Un’operazione politica che aveva eletto in Davide Beretta
>(arrestato nel 1972 perché sospettato di appartenere alle Squadre d’azione
>Mussolini e poi prosciolto) l’uomo simbolo di questa transumanza dei delusi
>di Fini verso il Carroccio.
>Un trascorso che non turba minimamente la Lega e nemmeno La Padania, che
>non esita a dar voce a figure che rimandano direttamente alla strategia
>della tensione. Come quando si dedica alla propaganda della manifestazione
>del 13 dicembre 2003 in onore dei caduti della Rsi, che ha visto la
>presenza di Giancarlo Rognoni, condannato all’ergastolo in primo grado per
>la strage di piazza Fontana e poi assolto; e che non esita a intervistare
>il fratello di Giorgio Pisanò per parlare della «generazione che non si
>arresta» o a dar spazio ad Antonio Cioci, «caporal maggiore nella campagna
>d’Africa», ideatore nel mantovano di un «museo-sacrario» dedicato ai reduci
>del Reggimento giovani fascisti. Un modo inequivocabile per dire a un certo
>elettorato che si può continuare a rimanere fascisti militando nella Lega.
>Non è soltanto il senatore Borghezio a lasciarsi andare a dichiarazioni
>xenofobe. «Gli immigrati? Peccato che il forno crematorio del cimitero di
>Santa Bona non sia ancora pronto», dichiarò un anno fa a Treviso il
>senatore leghista Piergiorgio Stiffoni. Oppure: «Il nuovo campo per i
>nomadi deve essere di mille metri quadrati, il minimo prescritto dalla
>legge. Se qualcuno sgarra, tutto il gruppo va espulso, fino all’estinzione
>degli zingari. Il tutto recintato, magari con l’alta tensione», argomentava
>Luigi Borrelli, il presidente leghista della circoscrizione B-Est di
>Treviso.
>Silvio Berlusconi ha portato al governo un partito che strizza l’occhio al
>nazismo? Lo abbiamo chiesto a un politologo che studia la Lega da diversi
>anni, Roberto Biorcio: «La lega è contigua e appaiata all’estrema destra,
>ma arriva alle stesse tesi partendo da basi diverse», commenta Biorcio. «I
>suoi attacchi agli stranieri non hanno una base teorico-ideologica, non
>colgono una tradizione razzista, ma partono dai meccanismi della folla. La
>Lega estremizza con una forte carica di violenza il senso comune, la
>frustrazione, l’insicurezza e certi episodi di cronaca come quello di
>Varese. Su questo costruisce discorsi politici e provocazioni»


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