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sciopero agricoltori contro cartolarizzazione crediti INPS


Maria Stella
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1429
Topic starter  

Il solito muro di gomma che le istituzioni oppongono se sono in difetto e non vogliono porvi rimedio.
Gli agricoltori sono in grave affanno per la sciagurata cartolarizzzazione dei crediti ex Scau , passati all'INPS, ceduti alla SCCI e da quesa venduti allle Banche. Non se ne parla, un rigoroso colpevole silenzio, come sempre.
Riporto articolo seguente :

Ebbene, cerchiamo di spiegare il perché di questo sciopero, e quindi, andiamo con ordine.

Il tutto dovrebbe essere cominciato nel 1994, quando il Governo Berlusconi sopprime lo SCAU, ovvero l’ex Ente di Previdenza Agricola. A questo punto i debiti con lo SCAU (i quali vengono ceduti all’INPS) che erano stati calcolati fino al 31/12/1997, sarebbero dovuti essere ricalcolati, in quanto col Decreto Legislativo 146/97 dall’ 1/1/98 l’importo dei contributi scese di circa la metà grazie al fatto che fu finalmente adottata come imponibile la “retribuzione contrattuale” e non più la “paga media convenzionale”.
Cosa succede però? Succede che nel 1999 il Governo D’Alema non effettua il ricalcolo, come stabilito invece dal Decreto Legislativo 146/97 ed, in più, cede i debiti alla SCCI spa..

Tutto questo, come evidente, ha provocato che le cartelle di pagamento fossero emesse sulla base dei contributi calcolati fino all’anno 2001, con importi errati e per di più gonfiati da un imponibile sbagliato, gravato inoltre da interessi di mora anche anatocistici.

Inoltre, è mancata nel 1987 l’armonizzazione con l’Unione Europea, la quale stabiliva che non erano possibili aiuti alle aziende da parte dello Stato se non in caso di situazioni di svantaggio o di ubicazione in aree deboli, e che definiva, pertanto, le ditte agricole come “aziende svantaggiate”.

Tale armonizzazione, invece è entrata in vigore solo nel 2002. Questo ha comportato che fino all’anno 2001 i contributi delle aziende agricole fossero calcolati sempre in misura superiore e che tali aziende si fossero viste applicare delle aliquote contributive tipiche di “zone normali”. Questo fa capire quanto debba essere considerato necessario un ricalcalo dei debiti delle aziende agricole stesse. Il problema è che tale ricalcalo continua a non venire effettuato.

A questo dobbiamo aggiungere che nel 2003 il Governo Berlusconi vara la Legge n° 350/03 che ai commi 20 e 24 dell’articolo 4 annulla le sanzioni su tutta la posizione debitoria della Previdenza Agricola fino a tutto il settembre 2003 incluso, per cui in ambito agricolo non si applicano gli interessi di mora sanzionatori, introducendo un diritto soggettivo per la figura degli agricoltori.

Sono molte ed altre le considerazioni che portano avanti gli agricoltori e contiamo di approfondire il tutto e di esporre al meglio possibile le loro ragioni e le loro istanze nel non voler accettare quello che viene presentato come un “condono” e che viene dagli agricoltori percepito come un sopruso e che in effetti tale sembra e porterà il settore agricolo ad indebitarsi ulteriormente con le banche e probabilmente lo Stato a incassare meno del dovuto.

Nel 2006 il Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Paolo De Castro, ufficializza una operazione detta di regolarizzazione dei contributi previdenziali agricoli. In realtà, non si tratta di altro se non di una “cartolarizzazione”, ovverosia, i contributi previdenziali degli agricoltori non saranno nemmeno versati direttamente all’INPS, ma proprio alla SCCI spa. in quanto questa si è vista cedere dall’INPS il debito, e a sua volta ha venduto questo debito del valore nazionale di 5,7 miliardi di euro a un valore inferiore alla Unicredit Banca e Deutsche Bank., probabilmente al 70%.

A questo punto risulta chiaro che lo Stato per poter rientrare al 100% dell’ingiusto suo credito, ha dovuto gonfiare quel 70% in modo proporzionale.

Francesca Lippi su:

http://www.federicolippi.it/content/view/161/1/


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